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05/06/15

>>> Luigi di Maio ha querelato Orfini per le sue dichiarazioni: "I boss dei clan sono fan di di battista e di maio". Gli ha chiesto un risarcimento. I soldi saranno donati al Microcredito. Abbia il coraggio Orfini di rinunciare all'immunità.

>>> Luigi di Maio ha querelato Orfini per le sue dichiarazioni: "I boss dei clan sono fan di di battista e di maio". Gli ha chiesto un risarcimento. I soldi saranno donati al Microcredito. Abbia il coraggio Orfini di rinunciare all'immunità.
"MafiaCapitale: Orfini (PD) è bugiardo, penoso e vergognoso.
Mentre il suo PD è coinvolto dalla testa ai piedi in Mafia Capitale, con decine e decine di arresti per fatti di corruzione, lui cosa fa? Tenta di distogliere l'attenzione attaccando il M5S. L'unica forza politica integra e totalmente estranea a qualsiasi fatto di mafia.
Lo fa in un modo davvero meschino, risultando ridicolo.
Orfini accusa un esponente del M5S di aver ottenuto ben due "like" e condivisioni di pagine pubbliche su facebook da parte di un esponente dei clan di Ostia che neanche conosce. Di cosa sta parlando Orfini? Ha idea di come funziona facebook? Chiunque può ricevere dei "like" da chiunque. Ma non si vergogna Orfini di usare un'argomentazione senza senso? Ma può un deputato della Repubblica Italiana scendere cosi in basso?
VIDEO Le vergognose dichiarazioni di Orfini su M5S e ‪#‎MafiaCapitale‬
Tutto questo solo per nascondere dei fatti di una gravità assoluta come che il sindaco Marino, in un video del 2013 annunciava pubblicamente che avrebbe donato il suo primo stipendio da sindaco alla Coop29 di Buzzi? O le intercettazioni di Buzzi che dichiara "Se resta sindaco Marino, con il mio amico ci mangiamo Roma ..." o ancora: "i Consiglieri comunali devono sta ai nostri ordini ..." e infine: "gli utili (40 milioni di euro) li abbiamo fatti sui zingari, sull'emergenza degli alloggi e sugli immigrati...".
Altrettanto ridicole e strumentali le accuse di Orfini nei confronti di Grillo che da sempre denuncia il "nuovo" volto delle mafie e lo fece già dieci anni fa proprio a Roma, preannunciando lo scandalo di Mafia capitale. Nel 2005 Beppe Grillo con don Luigi Ciotti ed il procuratore Giancarlo Caselli partecipò ad una manifestazione contro le infiltrazioni mafiose nella Capitale. Al fianco di don Ciotti dichiarò alle telecameredel Tg3: "La mafia in fondo non è più la stessa. E' stata corrotta dall'interno, dalla finanza, da questi nuovi finanzieri e i clienti della mafia. Se vedi un associazione mafiosa oggi sono formate da commercialisti, direttori di banche, impresari, uomini d'affari, c'è anche qualche magistrato". E ancora "quando parliamo di mafia uno immagina subito uno con un unghia lunghissima che si fa l'ottorino laringoiata con l'unghia, uno che dice 'minchia, di minchia, la straminchia'. La mafia non è più così da anni. La mafia ha le unghie curate. La mafia non dice "minchia" dice "sorry".
VIDEO Correva l'anno 2005 quando Grillo denunciò MafiaCapitale
"Le inchieste di oggi dimostrano che quelle parole non erano 'battute' al vento. Orfini deve vergognarsi profondamente perchè prendere una frase fuori contesto in questo modo scellerato stravolgendone il significato è da vigliacchi e ignobili.
Il M5S e Beppe Grillo sono stati sempre contro ogni tipo di Mafia e, addirittura, contro qualsiasi tipo di ombra mafiosa. E' dimostrato dai fatti, non dalle parole. Dai propri candidati ed eletti, tutti incensurati e trasparenti come l'acqua.
Il PD, invece, è inserito in un sistema criminale che si nutre delle risorse pubbliche attraverso la complicità e la corruzione dei propri politici, il sostegno delle organizzazioni mafiose e l'utilizzo delle cooperative rosse come viatico per arrivare agli appalti. Proprio Orfini, nominato Commissario del PD a Roma e chiamato dal proprio segretario a ripulire prima una Giunta Comunale inquinata e contaminata e poi l'intera sezione del partito, ha totalmente fallito e dovrebbe immediatamente dimettersi o essere rimosso dall'incarico.
I 44 arresti e 21 indagati di ieri attestano la totale inadeguatezza del ruolo ricoperto da Orfini e, soprattutto, che il PD ormai non è altro che un partito che a Roma si regge su scambi politici mafiosi. D'altronde candida condannati (come De Luca) sostenuti da personaggi vicini ai Casalesi. I propri esponenti politici fanno affari con i vari Buzzi e Carminati, utilizzando proprio i temi della vecchia sinistra - come l'emergenza sociale - per sottrarre in modo illecito soldi alle casse pubbliche e, dunque, ai cittadini.

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