Il governo Gentiloni non vuole la ripresa dell'economia reale di questo paese in quanto, se la volesse davvero come dice nei suoi proclami, per poterla realizzare dovrebbe svincolarsi da Bruxelles e rinnegare i trattati UE avallati dai governi precedenti e gli accordi da questi presi con la BCE. Quindi è lapalissiano che lo scopo finale di questa politica di lacrime e sangue iniziata da Monti, e appoggiata tanto dal centrodestra che dal centrosinistra, serva soltanto a rendere l'Italia progressivamente sempre più succube dei poteri forti, nazionali e internazionali, che tendono ad eliminare la piccola imprenditoria locale e a sostituirla con l'ingresso delle multinazionali, le quali già controllano una parte cospicua del nostro mercato interno, fino a rendere una mera formalità le elezioni politiche per stabilire come e da chi il popolo italiano desideri essere governato, dal momento che la ricetta economica sarà sempre la stessa, sia che governi la destra, sia che governi la sinistra. A questo scopo serviva infatti la riforma del senato voluta da Renzi e da Napolitano, cioè a creare un senato di soli nominati direttamente dai partiti politici. Se non ci fossero stati Beppe Grillo e il Movimento 5 Stelle ad aprire gli occhi ai cittadini e a far pertanto fallire i piani dei piduisti, capeggiati, appunto da Napolitano e da Renzi,, e se avessero prevalso i SI al referendum, oggi saremmo già sotto totale dittatura. Questo però non significa che i piduisti abbiano desistito e che non intendano comunque portare avanti i loro piani criminali. Lo dimostrano le vicende di Lotti e di Minzolini dove i parlamentari del PD, di FI, e della Lega Nord, si sono dati una mano a vicenda per salvare entrambi.
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