che ne dite ne vogliamo parlare ??
La parte del leone spetta ai dirigenti dell’Anas. Il record con 1,2 milioni �di euro è dell’ex presidente �Vincenzo Pozzi, oggi sistemato � alla presidenza della Cal (Concessionarie Autostradali Lombarde) con l’ex amministratore delegato Antonio Rognoni, arrestato a marzo �per truffa alla Regione Lombardia.
Numero due per importo presunto �è il successore di Pozzi, Pietro Ciucci: 747 mila euro di compenso di cui 480 mila fatturati. Piero Buoncristiano, direttore del personale Anas in pensione, ha parcelle per più di mezzo milione, �oltre a un posto di amministratore delegato del Cav, la società mista per gestire le strade fra Anas e Veneto.
Presenti anche l’ex direttore generale �Francesco Sabato, Alfredo Bajo, �braccio destro di Ciucci, Mauro Coletta �e Massimo Averardi con somme �che vanno dai 240 mila �ai 400 mila euro. In zona infrastrutture �e trasporti si trovano l’ex magistrato ordinario e del Tar Vincenzo Fortunato (535 mila euro), capo di gabinetto di vari ministeri prima di essere nominato liquidatore della Stretto di Messina.
Anche Roberto Daniele ha partecipato �ai collaudi del Mose con oltre 400 mila euro fatturati. Daniele ha ricevuto quasi tutto il compenso presunto (414 mila euro) e da un anno, su nomina del ministro delle Infrastrutture Maurizio Lupi, presiede il Magistrato alle acque �di Venezia, ossia la struttura governativa che nomina i collaudatori.
Poco più di 500 mila euro è l’importo presunto di Maria Pia Pallavicini, direttore dell’edilizia statale presso �il Mit ai tempi della cricca Anemone-Balducci, mentre il geometra Gualtiero Ceserali ha incassato 300 mila euro.
Quello che impressiona, oltre alle cifre spese, è il numero di persone coinvolte. Nella prospettiva di una distribuzione capillare degli incarichi, la lista �dei collaudatori è composta �da 272 soggetti.
Numero due per importo presunto �è il successore di Pozzi, Pietro Ciucci: 747 mila euro di compenso di cui 480 mila fatturati. Piero Buoncristiano, direttore del personale Anas in pensione, ha parcelle per più di mezzo milione, �oltre a un posto di amministratore delegato del Cav, la società mista per gestire le strade fra Anas e Veneto.
Presenti anche l’ex direttore generale �Francesco Sabato, Alfredo Bajo, �braccio destro di Ciucci, Mauro Coletta �e Massimo Averardi con somme �che vanno dai 240 mila �ai 400 mila euro. In zona infrastrutture �e trasporti si trovano l’ex magistrato ordinario e del Tar Vincenzo Fortunato (535 mila euro), capo di gabinetto di vari ministeri prima di essere nominato liquidatore della Stretto di Messina.
Anche Roberto Daniele ha partecipato �ai collaudi del Mose con oltre 400 mila euro fatturati. Daniele ha ricevuto quasi tutto il compenso presunto (414 mila euro) e da un anno, su nomina del ministro delle Infrastrutture Maurizio Lupi, presiede il Magistrato alle acque �di Venezia, ossia la struttura governativa che nomina i collaudatori.
Poco più di 500 mila euro è l’importo presunto di Maria Pia Pallavicini, direttore dell’edilizia statale presso �il Mit ai tempi della cricca Anemone-Balducci, mentre il geometra Gualtiero Ceserali ha incassato 300 mila euro.
Quello che impressiona, oltre alle cifre spese, è il numero di persone coinvolte. Nella prospettiva di una distribuzione capillare degli incarichi, la lista �dei collaudatori è composta �da 272 soggetti.
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