Aveva visto lungo, il gruppo guidato da Luca Parnasi. Proprio pochi mesi prima di trovare nel progetto dello Stadio della Roma la soluzione ai propri guai finanziari decise di dare una mano alla formazione del consiglio comunale di Roma capitale che per lui si sarebbe rivelato decisivo. Il costruttore romano mise in campo tutte o quasi le società del proprio gruppo, e decise di finanziare molte campagne elettorali di consiglieri comunali del Pd e del Pdl nella quasi certezza che insieme avrebbero fatto la maggioranza della futura assemblea che avrebbe visto sindacoIgnazio Marino.
Mobilitò ogni sigla del gruppo, anche le società con i conti disastrati (chissà se Unicredit, il grande creditore, lo sapeva), come le varie Parsec, la Rimini Immobiliare srl, il Parco delle Acace, la Immobiliare Apollonia, la Imc Viterbium e tante altre. E alla fine (insieme alle società di Sergio Scarpellini) Parnasi risultò il maggiore finanziatore della politica romana, anche con piccoli contributi che ovviamente furono ben graditi dai politici che correvano in quel turno elettorale. Restarono fuori i 5 stelle, che per altro non raccolgono quasi mai finanziamenti che non siano interni al movimento e spendono meno di 3-400 euro per la propria campagna elettorale.
Spezzettando per ogni sua società i finanziamenti in quote da 5 mila euro, Parnasi cercò di non dare troppo nell’occhio. Ma diede una bella mano a tutti. Nel centro destra aiutò ad esempioGiordano Tredicine con 30 mila euro divisi fra 6 società (ogni contributo appunto da 5 mila euro).
Ma finanziò anche Giovanni Quarzie Marco Pomarici (5 mila euro a testa), Lavinia Mennuni (27 mila euro divisi fra più società), Davide Bordoni (15 mila euro divisi fra 3 società), Sveva Belviso (5 mila euro), Gianni Alemanno (35 mila euro divisi fra più società) e l’esponente di Fratelli di Italia, Dario Rossin (10 mila euro).
Nel Pd Parnasi finanziòAndrea Tassone (15 mila euro). Francesco D’Ausilio(20 mila euro divisi fra più società), Cecilia Fannunza(2.500 euro), Fabrizio Panecaldo (10 mila euro),Giovanni Paris (5 mila euro), Antonio Stampete(10 mila euro), Andrea Santoro (15 mila euro).
Contributi dati anche ad altre liste civiche o a quelle che supportavano Alfio Marchini nella sua prima corsa al comune di Roma. Da Parnasi arrivarono finanziamenti adAlessandro Onorato (20 mila euro) e Cosimo di Noi (3.500 euro) della stessa lista. Anche 5 mila euro per Luca Giansantidella lista civica per Marino sindaco e 25 mila euro a Ignazio Cozzoli Poli della lista Cittadini per Roma.
Con queste premesse ovvio che il consiglio comunale di Roma arrivò ben disposto all’appuntamento del 22 dicembre 2014 con la votazione che definitiva di pubblica utilità il progetto di Parnasi sullo stadio di Roma. Che fu approvata quasi alla vigilia di Natale in un’aula dove brillavano le assenze (all’inizio della seduta risultavano non presenti tutti e 4 i consiglieri del M5s, compresa la Raggi. Ma arrivarono in tempo e alla fine tutti e 4 votarono no). Alla fine la delibera Parnasi ottenne 29 voti favorevoli, 8 contrari e tre astensioni. Qualcuno aveva detto sì anche perchè ci credeva, e non solo per ringraziare il benefattore dell’anno prima…
Ps. Dopo la pubblicazione di questo articolo con toni diffamatori il consigliere della lista Marchini Alessandro Onorato (il cui nome era solo citato fra i tanti), ha ammesso di avere ricevuto i finanziamenti da Parnasi, ma ha gridato al complotto sostenendo che avevamo omesso il suo voto contrario alla delibera sullo stadio. Non l’ho sottolineato per un motivo molto semplice: non risulta nella delibera ufficiale qui riprodotta, non risulta dall’archivio dell’Ansa, nè da quello dei quotidiani che ho consultato che fra gli 8 voti contrari citano solo i 4 del M5s. Ma non ho motivo per non credergli, se lo dice, e quindi qui riporto che lui dichiara di avere votato insieme ad Alfio Marchini contro quel progetto di stadio. Non so per altro se oggi lui sia ancora contrario.