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13/08/17

#Bisognerebbe di Marco Travaglio



#Bisognerebbe di Marco Travaglio
Appena un politico dice “bisognerebbe”, dovrebbe ricevere una bella cartella esattoriale e pagare una tassa, cara e salata. Così gli passa la voglia. “Bisognerebbe” possono dirlo i cittadini al bar. Non i rappresentanti delle istituzioni, pagati per studiare i problemi, trovarne i rimedi e poi risolverli. Prendiamo l’immigrazione. Soluzioni facili, prêt-à-porter e a buon mercato non ce ne sono. Esistono però politiche di contenimento, gestione e controllo, come quelle tentate dal ministro dell’Interno Marco Minniti, con una visione d’insieme sugli assetti in Libia, le regole per le Ong nel Mediterraneo, l’accoglienza e i respingimenti in Italia. Si possono contestare singoli aspetti delle singole misure (noi per esempio tremiamo all’idea dei migranti respinti dalla Guardia costiera libica verso i “campi” del cosiddetto governo di Tripoli assediato da milizie e tribù), ma a patto di allegare alla protesta alternative concrete e fattibili. Specie se si ricoprono cariche istituzionali o governative. Gl’intellettuali, non avendo compiti operativi, possono pure sognare l’impossibile e chiedere la luna: i governanti no. Se non condividono una soluzione, hanno il dovere di indicarne un’altra, possibilmente realizzabile ed efficace. O di dimettersi dagli incarichi pubblici per sedersi al bar a pontificare in libertà con i milioni di citì della Nazionale.
È il consiglio che, con tutto l’affetto del mondo, ci sentiamo di dare a Laura Boldrini, presidente della Camera a sua insaputa. O almeno così si spera: altrimenti non si comprende come la massima autorità della maggior assemblea legislativa possa dissociarsi su Repubblica dal Codice per le Ong dettato dal governo, approvato dall’Ue, condiviso persino dalla Cei e firmato da 5 su 8 di quelle operanti nel Mediterraneo. “Non si spara sulla Croce Rossa, non si colpiscono i soccorritori che intervengono in situazioni di pericolo”, scrive la Boldrini, senza peraltro indicare chi mai avrebbe sparato sulle Ong (e il motivo è semplice: nessuno ha sparato a nessuno: semplicemente una Procura, applicando le leggi della Repubblica italiana, indaga su alcuni operatori che platealmente la violavano, senza arrestare nessuno, ma limitandosi a sequestrare una delle navi usate per favorire i traffici degli scafisti). C’è “una pesantissima, indiscriminata campagna di denigrazione”? No. Molti criticano alcune Ong, quelle indagate dai pm, perché alcuni loro operatori erano in combutta con gli scafisti e li aiutavano (si spera che abbiano smesso) nella loro moderna tratta degli schiavi. Ma la parola “scafisti” non è mai usata dalla Boldrini.
Eppure è ansiosa di “rimettere le cose e i valori al loro posto, nonostante una propaganda assordante che spinge molte voci al silenzio per paura di vedersi investire da insulti e minacce”. Addirittura. E le Ong che, per aver collaborato con la Polizia italiana e i pm di Trapani, sono tacciate da altre di collaborazionismo, sbirritudine, spionaggio al servizio di razzisti e fascisti? Peggio per loro. È il momento della solita geremiade sulle Ong che “salvano migliaia di vite” e “meritano la nostra gratitudine”. Forse che qualcuno è stato indagato per aver salvato vite, con l’ordine di non farlo più? No: è indagato solo chi è sospettato di fare da taxi agli scafisti, di concordare le consegne di migranti con chi li depreda e di restituire ai trafficanti i natanti perché possano subito tornare a delinquere senza rischi penali né economici. Fra questi, secondo i pm, ci sarebbe un prete eritreo: un minimo di senso delle istituzioni dovrebbe indurre la Boldrini ad affidarsi ai magistrati; invece la terza carica dello Stato lo assolve, salvo poi trincerarsi dietro l’altra giaculatoria di rito: “Se qualche Ong… ha violato leggi, è giusto che i singoli responsabili vengano sanzionati” (poi però, appena un pm tenta di farlo, scatta la scomunica boldrinesca). Ed “è inaccettabile la criminalizzazione di un intero gruppo sociale. Se un chirurgo sbaglia un intervento e fa morire un paziente deve risponderne, ma non per questo chiudiamo le sale operatorie di tutta Italia”. Giusto, ma siccome non sono indagati tutti gli operatori di tutte le Ong né si propone di cacciarle dal Mediterraneo, non si capisce di che parli e con chi ce l’abbia la Presidenta.
O forse si capisce: “Meritano rispetto le ragioni delle Ong, anche di quelle preoccupate per la presenza di armi a bordo prevista dal codice… va compresa l’esigenza di essere disarmati sempre, comunque e dovunque”. La presidente della Camera sta incitando le Ong a ribellarsi al governo? Lo sa o no che le famigerate “armi” non sono quelle delle SS, ma della polizia giudiziaria di un Paese democratico, a disposizione di un potere indipendente chiamato magistratura e incaricato di prevenire e reprimere reati? Le Ong hanno diritto di accettare (come 5 di esse) o di rifiutare (come le altre 3) la polizia giudiziaria a bordo; ma il governo italiano ha diritto di affidare salvataggi e sbarchi alle Ong munite dei requisiti minimi di legalità e non a quelle che seguitano a fare come pare a loro. L’obiezione di coscienza è una cosa seria: va esplicitata prima di uscire dalla legalità, accettandone poi le conseguenze; qui invece la si dichiara dopo (quando si viene scoperti) e poi si strilla contro chi applica la legge. In Italia – diceva Longanesi – si pretende di fare la rivoluzione d’accordo con i carabinieri. Ora che facciamo, li vogliamo pure disarmati? E poi: cosa propone, la Boldrini, in alternativa al Codice? Testuale: “Dobbiamo ‘accoglierli tutti’? No. Il flusso dei migranti va gestito dall’Italia e da un’Europa che deve riuscire a farsi carico delle proprie responsabilità”. La supercazzola sull'Europa, perfetta per gettare la palla in tribuna. "Bisognerebbe". Manca solo "la pace nel mondo", poi la Presidenta e' pronta per Miss Italia.

Forza Italia all’attacco del governatore della Campania, Vincenzo De Luca, e delle sue promesse non mantenute. «Molti accusano in questi giorni De Luca di favorire solo i suoi figli. Non è vero, pensa anche a se stesso.

Svezia: Protesta di minori non accompagnati. E' una foto vera, dicono di essere minori.

Svezia: Protesta di minori non accompagnati. E' una foto vera, dicono di essere minori.

Bill Gates affronta un processo in India per aver sperimentato dei vaccini in modo illegale su bambine di famiglie marginali

è pazza fermiamola, voglio votare e subito.SEI MALATO? PAGA O MUORI: SANITA’, I TAGLI INFAMI A VISITE E MEDICI …


Dal ministero arriverà presto la lista delle patologie che prevedono analisi…
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Kissinger si chieda e ci spieghi chi ha voluto l'iran così, l'occidente, chi ospitava Khomeyni , la francia


 Kissinger  si chieda e ci spieghi chi ha voluto l'iran così, l'occidente, chi ospitava Khomeyni ,come chi ha voluto le primavere arabe, chi ha voluto togliere un Gheddafi,cioè a me i dittatori non piacciono e dunque un 
 Gheddafi era una merda, però se il politico non è in grado di fare un'analisi,cioè tolgo lui e poi?Poi l'abbiamo visto noi, spartizioni di soldi a stati canaglia e i migranti a noi.
chi ha voluto l'isis, chi l'ha finanziato,gli Usa, a chi da fastidio Assad, il sanguinario, perchè i ribelli siriani che sono?Mettere la mani per dire che si esporta la democrazia, e invece nella realtà per pigliare risorse e soldi è cosa che oramai degli Usa lo sanno pure i bambini, il risultato eclatante della democrazia in usa è stato un presidente eletto dal popolo americano, Trump, uno di destra, uno stronzo,ma il popolo americano come il resto del mondo ne ha piene le palle di ste merde radical chic, sti schifosi che dettano democrazia, cioè dico dettano, ossia una dittatura di una classe politica autoreferenziale che ha portato il mondo al collasso.

radical chic
locuzione
  1. Che riflette il sinistrismo di maniera di certi ambienti culturali d'élite, che si atteggiano a sostenitori e promotori di riforme o cambiamenti politici e sociali più appariscenti e velleitari che sostanziali.

"blog sa defenza pro s'indipendentzia de sa Sardinya"
SADEFENZA.BLOGSPOT.COM

loro lo chiamano soccorso,io li chiamo mercanti di carne umana, cioè di uomini,altro che medici senza frontiere Migranti, Msf: “Sospendiamo l’attività di soccorso dopo le minacce della Guardia costiera libica”

pure un cretino lo capisce che è un mercato,io te li porto lì e tu li prendi ecc, tutti ci guadagnano, tranne noi che paghiamo tasse per 5 miliardi.

Chi ci guadagna,ma chi li porta in libia, poi chi li tiene in libia, i volontari di sto cazzo pagati dai 10.000 euro i capi fino a scendere ai 2500 euro al mese, tutto spesato, cioè è un  lavoro ben retribuito,per poi arrivare in Italia e dare sta gente in mano a coop e personaggi senza scrupoli, cioè la mafia, per poi sapere che resteranno quì, di rimpatri non se ne fanno,ossia poche decine a fronte di 450.000 persone arrivate in due anni e mezzo, così la mancanza delle nascite non le sentiamo, le carceri non sono sufficienti e dunque si depenalizzano i reati e così il popolo ,cioè noi i sudditi della merda reale politica italiana li dobbiamo integrare.

Sono per la maggiore maschi, dunque vogliono le donne, le vogliono per la maggiore sottomesse, i reali della politica dall'alto dei loro quartieri,dove l'immigrato se c'è è perchè va a fare il servo a basso costo, non li vedono i lividi delle pavide italiane tutte innamorate e prese a redimere il disgraziato,finirà che lei diventa musulmana o va a battere per mantenerlo.

Ho raccontato un piccolo frammento di realtà, raccontarla tutta ci vogliono migliaia di pagine,ma sintetizzando questo è.

Poi siamo governati da schizofrenici, se da una parte il pianeta è da salvare, siamo troppi ecc ecc, dunque che la popolazione italica cali è un fatto positivo,dall'altro vogliono le nascite perchè caliamo,ma tu li capisci a questi,io no 


Migranti, Msf: “Sospendiamo l’attività di soccorso dopo le minacce della Guardia costiera libica”

Migranti, Msf: “Sospendiamo l’attività di soccorso dopo le minacce della Guardia costiera libica”
CRONACA
La ong spiega che la sospensione segue la decisione della Libia di istituire una zona Sar, "limitando l’accesso delle navi umanitarie nelle acque internazionali al largo delle coste libiche". Il Mrcc ha allertato l'organizzazione di "un rischio sicurezza". Intanto, nell'ambito dell'inchiesta di Trapani sulla nave Iuventa è salito a quattro il numero degli indagati, tra cui anche i due comandanti

L'esperta di Africa smonta le balle di Boldrini e Ong: "Immigrati poveri? No, loro...": chi sono davvero

Tracciare l'identikit dell' immigrato che arriva in Italia attraverso il Mediterraneo vuol dire confutare parecchi luoghi comuni. Ha i titoli (e il coraggio) per farlo Anna Bono, dodici anni di studi e ricerche passati in Kenya, già docente di Storia e Istituzioni dell' Africa all'Università degli Studi di Torino, recente autrice del saggio Migranti!? Migranti!? Migranti!? edito dalla friulana Segno.
Da dove partono gli immigrati che sbarcano nel nostro Paese? «Soprattutto dall'Africa subsahariana, in particolare dall'Africa Occidentale. Nigeria in testa, seguita da Senegal, Ghana, Camerun e Gambia. Africa a parte, un numero consistente viene da Bangladesh, Afghanistan e Pakistan. Siriani e iracheni in fuga dalla guerra sono una minoranza».
Si può farne un ritratto? «Quasi il 90% sono maschi, hanno perlopiù dai 18 ai 34 anni, con una percentuale importante di minorenni (stando almeno alle dichiarazioni al momento dell' arrivo). E viaggiano da soli. Pochissime sono le famiglie, a differenza di quanto accade per siriani e iracheni».
Quali sono le loro condizioni economiche? «Per affrontare un viaggio clandestino - clandestino, va precisato, dalla partenza all'arrivo, e non soltanto nell'ultimo tratto via mare - bisogna affidarsi ai trafficanti. I costi sono elevati, nell'ordine delle migliaia di dollari. Ecco perché a partire sono persone del ceto medio (ormai più o meno un terzo della popolazione africana) con un reddito discreto».
Ma se hanno un reddito discreto perché partono? «In Africa c'è una percentuale di popolazione giovane convinta che l'Occidente è talmente ricco che basta arrivarci per fare fortuna».
E non li frenano i rischi del viaggio, la paura di morire prima di arrivare a destinazione? «Non so quanto sia chiara in Africa la consapevolezza di questi rischi. E in effetti un modo per diradare il flusso di partenze sarebbe promuovere campagne informative in loco sui pericoli e i costi del viaggio, e su cosa ci si deve aspettare una volta arrivati in Europa, in termini di disoccupazione giovanile e reali opportunità d' impiego. C'era un senegalese che aveva una mandria di mucche e dei tori. Tutto sommato una buona posizione. Ha venduto tutto per venire in Europa ed è morto in mare. Ma se anche ce l'avesse fatta, uno come lui, un semplice possidente, senza esperienze lavorative e senza conoscere la lingua, quale lavoro avrebbe potuto fare?».
Chi dà queste informazioni sbagliate sull'Europa? «C'è un'immagine positiva dell'Europa veicolata dai mass media. Ma pesano anche altri fattori. Gli europei, agli occhi dell'africano medio, sono tutti ricchi. L'europeo è il turista che frequenta alberghi di lusso, oppure il dipendente dell'azienda occidentale che frequenta buoni ristoranti, ha una bella casa, l'automobile, magari l'autista. C'è poi un altro elemento.
Da decenni in Africa arriva dall'Occidente di tutto: medicine, cibo, vestiti. Le Ong scavano pozzi e costruiscono (ottimi) ospedali. Tutto gratis. Questo contribuisce all'idea di una prosperità senza limiti dell'Occidente. Per concludere, c'è il ruolo dei trafficanti, che per alimentare il loro business hanno tutto l'interesse ad illudere le persone sul futuro roseo che troveranno in Europa».
Non esiste una controinformazione? «In Mali dal 2014 il governo tenta una campagna di sensibilizzazione, anche con cartelloni nelle città, per far capire ai giovani che l'emigrazione non è una soluzione. Altri governi fanno lo stesso. E le conferenze episcopali locali organizzano incontri con i ragazzi per dissuaderli dal partire, presentando le testimonianze di chi è tornato indietro. Un lavoro non semplice, ma i governi europei potrebbero collaborare, magari promuovendo spot o finanziando alcune iniziative. Anche se poi, se un giovane si mette in testa di partire. Lo scorso settembre è partita dal Gambia una ragazzina di 19 anni: era il portiere della nazionale femminile di calcio. È annegata nel Mediterraneo. Chi la conosceva era sconvolto: quella giovane donna aveva realizzato in patria il sogno di molte ragazzine, eppure se ne era andata lo stesso, senza dir niente a nessuno. Sempre dal Gambia, a novembre è partito un famoso wrestler. Anche lui è morto in mare. Eppure guadagnava bene, e aveva ammiratori anche fuori confine, in Senegal. Si vede che qualcuno gli avrà messo in testa che, se in Gambia era famoso, in Europa sarebbe diventato milionario».
Le istituzioni internazionali vedono un'economia africana in forte crescita. «Da oltre vent'anni il Pil continentale cresce a medie altissime. Nel 2017 la crescita media sarà del 2,6%. Grazie al petrolio, l'Angola ha conosciuto picchi del 17% e vanta un record di crescita del Pil tra il 2003 e il 2013 di quasi il 150%. Ma la crescita economica di per sé non coincide con lo sviluppo. Scarseggiano ancora gli investimenti in settori produttivi, infrastrutture, servizi».
Cosa frena lo sviluppo? «Prima di tutto la corruzione, presente a tutti i livelli sociali, non solo al vertice, che fa sprecare risorse enormi. Pensi che nel 2014 in Nigeria l'ente petrolifero nazionale avrebbe dovuto incassare 77 miliardi di dollari, invece ne ha incassati solo 60. I governi, inoltre, hanno puntato per convenienza politica su una crescita eccessiva del settore pubblico. A tutto questo si accompagna il tribalismo, altro freno allo sviluppo».
È giusto dire «aiutiamoli a casa loro»? «Ma l'Occidente già lo fa: da decenni trasferisce grandi risorse finanziarie, umane e tecnologiche in Africa. Gli aiuti alla cooperazione internazionale nel 2015 hanno toccato i 135 miliardi di dollari. Ma la Banca Mondiale qualche anno fa, parlando della Somalia, aveva calcolato che su ogni 10 dollari consegnati alle istituzioni governative, 7 non arrivavano a destinazione».
Abbiamo parlato della maggioranza degli immigrati. C' è poi la minoranza di chi fugge da guerre e dittature. «Su 123 mila domande di status di rifugiato nel 2016 ne sono state accolte 4.940». 
Da dove arrivano? 
«Dalla Somalia, in preda alla guerra civile. Dall'Eritrea, dove c'è una delle dittature peggiori del pianeta. Un po' dal Sudan. Ma in realtà dalle zone più in difficoltà non arrivano tante persone. Dal Sudan del Sud, in guerra dal 2013, arrivano in pochissimi. Dalla Repubblica Centrafricana e dalla Repubblica Democratica del Congo non arriva praticamente nessuno. Quanto alla Nigeria, gli immigrati partono dal Sud, dove non ci sono pericoli, e solo pochissimi dal Nord Est, dove imperversa Boko Haram».
Come si spiega? «La maggior parte dei profughi non vuole allontanarsi troppo da casa, dove spera di tornare. Chi fugge dalla guerra in Somalia, per esempio, si sposta in Kenya o in Etiopia, e ci pensa bene prima di allontanarsi di più. Insistere sulla integrazione dei rifugiati significa dimenticare che chi scappa dalle bombe chiede una protezione temporanea. Centinaia di migliaia di profughi iracheni e siriani stanno tornando o sono già tornati alle loro case. Emblematico il caso di Mosul: non era ancora stata liberata del tutto dall'Isis, gli abitanti scappavano ancora da alcuni quartieri, ma già nelle aree sicure rientravano alcuni sfollati».
La sorprendono le notizie sulle complicità Ong-scafisti? «Per niente. La prassi era nota da mesi. Indicativa è la qualità dei nuovi gommoni usati dagli scafisti: dovendo fare un percorso molto più breve di un tempo, si usa materiale di pessima qualità proveniente dalla Cina. Dopo il trasbordo degli immigrati, il gommone viene gettato via. Si conserva solo il motore, che poi si usa per altri gommoni».

di Alessandro GiorgiuttiL'esperta di Africa smonta le balle di Boldrini e Ong: "Ecco chi sono davvero gli immigrati che vengono in Italia"


12/08/17

Ecco chi ha deciso la fame nel mondo, controlla il nostro cibo e ci tratta come polli da allevamento

https://www.conoscenzealconfine.it/ecco-chi-ha-deciso-la-fame-nel-mondo-controlla-il-nostro-cibo-e-ci-tratta-come-polli-da-allevamento/
di Enrico Caldari Che ci crediate o meno, il cibo è uno degli strumenti di controllo più potenti del Sistema, a livello economico e politico. C’è quindi qualcuno che ha…
CONOSCENZEALCONFINE.IT

Scalfari, La Repubblica, 06/08/2017).“I poveri. Purtroppo sono una minoranza assai numerosa, specie in certi paesi del mondo e la loro povertà li riduce ad avvertire soltanto bisogni a livelli elementari: il cibo, il clima, il desiderio sessuale, il sonno che attenui la fatica del sopravvivere. I poveri di questi livelli tornano a riavvicinarsi al livello animalesco da cui la nostra specie proviene: l’Io è ridotto ai minimi termini e così pure la memoria”

“I poveri. Purtroppo sono una minoranza assai numerosa, specie in certi paesi del mondo e la loro povertà li riduce ad avvertire soltanto bisogni a livelli elementari: il cibo, il clima, il desiderio sessuale, il sonno che attenui la fatica del sopravvivere. I poveri di questi livelli tornano a riavvicinarsi al livello animalesco da cui la nostra specie proviene: l’Io è ridotto ai minimi termini e così pure la memoria” (E. Scalfari, La Repubblica, 06/08/2017).
Parole, a parer mio, oltraggiose e dal contenuto discriminatorio nei confronti dei poveri, sia di quelli presenti nel nostro paese (circa 5 milioni di poveri assoluti secondo recenti dati ISTAT), sia, soprattutto, di quelli che quotidianamente vi arrivano spinti da fame, miseria, persecuzioni. Parole che riportano alla memoria quelle pronunciate il 14 febbraio 2016, durante un’intervista per il programma “Soul” di Tv2000 (emittente televisiva della CEI, collegata al Centro Televisivo Vaticano): “Noi ci inventiamo i desideri, non i bisogni primari, quelli li abbiamo pure noi come gli animali. I poveri, salvo pochissimi, non hanno bisogni secondari”. E’ innegabile una continuità di pensiero ben radicata nel fondatore de La Repubblica, un pensiero caratterizzato da una sorta di razzismo economico, che sembra contrapporre i poveri “quasi animali” ai “nobili” intellettuali ricchi, e che rischia di aprire le porte a pericolosi scenari discriminatori. Affermare, infatti, che la povertà rende incapaci le persone di sentire e pensare qualcosa che vada di là della soddisfazione di bisogni primari e primordiali, e che i poveri siano in balia delle loro pulsioni “animalesche” per il cibo, il sesso e il riposo, rischia non solo di suggerirne l’esclusione da qualsiasi coinvolgimento o consultazione in ambito socio-politico, ma anche di alimentare stigma e pregiudizi (in primis quelli sulla loro pericolosità sociale).
I poveri di questi livelli tornano a riavvicinarsi al livello animalesco. Eugenio Scalfari, fondatore di Repubblica

La Croazia cancella il debito dei suoi cittadini e rifiuta l'euro. "Manovra senza precedenti"

Mondo #islamico; oggi ricorrenza speciale, si celebra #matrimonio! Solo piccolo neo; RAGAZZA NN E' D'ACCORDO! #stopislam condividete grz!


 https://twitter.com/italia_nel_caos/status/896342355346944002

“Contaminato da residui di pesticidi un terzo dei prodotti ortofrutticoli sulle tavole degli italiani” moriremo tutti ,in tempi diversi e avvelenati?Se continua così di sicuro,il cibo se non è naturale è veleno

Legambiente: “Contaminato da residui di pesticidi un terzo dei prodotti ortofrutticoli sulle tavole degli italiani”

Legambiente: “Contaminato da residui di pesticidi un terzo dei prodotti ortofrutticoli sulle tavole degli italiani”

AMBIENTE & VELENI
Secondo il dossier ambientalista, gli alimenti fuorilegge (cioè con almeno un residuo chimico che supera i limiti) sono solo una piccola percentuale: l’1,2% nel 2015, era lo 0,7% nel 2014. Molto più alta, però, la contaminazione legale tra verdura, frutta e alimenti trasformati: 36,4% del totale. La presidentessa Rossella Muroni: "Lo studio evidenzia gli effetti di uno storico vuoto normativo, manca una regolamentazione specifica rispetto al problema del simultaneo impiego di più principi attivi sul medesimo ortaggio"

chi è Padoan,uno messo per rovinarci da Napolitano,ossia sono traditori della patria, del paese, sono criminali


 di Gianni Lannes


Uno affidabile per il lavoro finale che porterà l'Italia dentro il baratro. Pier Carlo Padoan? In Argentina lo ricordano per un' unica ragione: aver spinto il Paese sudamericano nell’abisso economico. Ex dirigente del Fondo monetario internazionale, ex consulente della Bce ed ex vice segretario dell’Ocse. Ecco un telegrafico identikit del nuovo titolare dell’economia telecomandata dall'estero. In altri termini, uno sicuro per il sistema di potere dominante.
 
Rammentate cosa dichiarò un anno fa il neo ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan? Testuale: «La riforma Fornero è stato un passo importante per la risoluzione dei problemi dell’Italia». Avete capito ora cosa ci attende? 

Scelto personalmente dal presidente abusivo della Repubblica Giorgio Napolitano e osannato dai mass media italiani. Sentite cosa scrisse di lui sul “New York Times” il premio Nobel per l’economia Paul Krugman: «Certe volte gli economisti che ricoprono incarichi ufficiali danno cattivi consigli; altre volte danno consigli ancor peggiori; altre volte ancora lavorano all’Ocse».

Un passo indietro: Padoan era responsabile in Argentina per conto del Fondo monetario internazionale nell’anno in cui il Paese sudamericano fece bancarotta.

Allora a cosa si riferiva il professor Krugman? Padoan è stato l’uomo che ha gestito per conto del Fondo monetario internazionale la crisi argentina. Nel 2001, Buenos Aires fu costretta a dichiarare fallimento dopo che le politiche liberiste e monetariste imposte dal Fmi (suggerite da Padoan) distrussero il tessuto sociale del Paese. In quegli anni il neo ministro si occupò anche di Grecia e Portogallo. Krugman scrisse in un altro articolo che furono proprio le ricette economiche «suggerite da Padoan a favorire la successiva crisi economica nei due Paesi».

Ecco cosa ha detto Padoan a proposito della crisi greca: «La Grecia si deve aiutare da sola, a noi spetta controllare che lo faccia e concederle il tempo necessario. La Grecia deve riformarsi, nell’amministrazione pubblica e nel lavoro». In altre parole, Atene avrebbe dovuto rendere il lavoro molto più flessibile, alleggerendo (licenziando) la macchina della pubblica amministrazione. 

Nel marzo del 2013, quando la Grecia era sull’orlo del collasso indotto dalle speculazioni finanziarie, l’allora numero due dell’Ocse suggerì direttamente: «C’è necessità che il governo greco adotti una disciplina di bilancio rigorosa e di un continuo sforzo di risanamento dei conti pubblici, condizioni preventive per il varo di misure a sostegno dello sviluppo».

Mister Padoan è stato per quattro anni responsabile per conto del Fmi della Grecia. Successivamente, ha influenzato le politiche economiche di Atene in qualità di vice presidente dell’Osce.

Dopo la cessione definitiva della Banca d'Italia e della riserva aureanazionale (depositata a New York invece che a Roma) ai privati (grazie soprattutto  a Napolitano), vanno in onda gli ultimi affari sporchi che distruggeranno definitivamente le risorse naturali dello Stivale. 



http://sulatestagiannilannes.blogspot.it/2014/02/italia-pronta-la-distruzione-finale.html 

Per farvi una minima idea di quello che bolle realmente in pentola, date un'occhiata ai progetti speculativi rilevabili in parte sul sito del ministero del cosiddetto sviluppo produttivo nonché dell'ambiente. 

La crisi non è economica bensì etica, o meglio ecologica. L'unico debito che abbiamo è con madre Natura. 


documentario sulla crisi Argentina:

Padoan: “abbattere il debito pubblico vendendo Poste e Ferrovie”perchè abbiamo Padoan è stato imposto da Napolitano che ha obbedito agli USA, dopo avere rovinato l'Argentina adesso sta facendo la stessa cosa per l'Italia

perchè abbiamo Padoan è stato imposto da Napolitano che ha obbedito agli USA, dopo avere rovinato l'Argentina adesso sta facendo la stessa cosa per l'Italia 
Uno affidabile per il lavoro finale che porterà l’Italia dentro il baratro. Pier Carlo Padoan? In Argentina lo ricordano per un’ unica ragione: aver spinto il Paese sudamericano nell’abisso economico. Ex dirigente del Fondo monetario internazionale, ex consulente della Bce ed ex vice segretario dell’Ocse. Ecco un telegrafico identikit del nuovo titolare dell’economia telecomandata dall’estero. In altri termini, uno sicuro per il sistema di potere dominante.
Rammentate cosa dichiarò un anno fa il neo ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan? Testuale: «La riforma Fornero è stato un passo importante per la risoluzione dei problemi dell’Italia». Avete capito ora cosa ci attende?
Mentre torna prepotentemente al centro della scena finanziaria e politica il…
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Prete fa sesso orale in strada con ragazzino. Murcia. Ciclista con telecamera s'imbatte nel religioso. Sospeso dalla diocesi, senza spiegazioni


Un prete ripreso a fare sesso con un ragazzino dalla telecamera di un ciclista

pubblicato il 18 maggio 2013 alle ore 15:34
Un ciclista con una telecamera ha ripreso, mentre girava per un parco, un petre con i pantaloni abbassati fare sesso con un ragazzino. Le immagini( che durano pochi secondi) stanno facendo il giro del web
Murcia. Ciclista con telecamera s'imbatte nel religioso. Sospeso dalla diocesi, senza spiegazioni
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Barbara Lezzi (M5s) vs Ricci (Pd) il duello in diretta Tv: “In 1 minuto avete regalato miliardi alle banche, fate lo stesso e tagliate i vitalizi”

RICCI PD STESO DA BARBARA LEZZI (M5S) IL PAZZESCO DUELLO IN DIRETTA TV. Guarda il video e diffondi----->http://bit.ly/2wBNM64