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26/02/18

perchè i ribelli non si arrendono?La guerra l'hanno persa e dunque sono loro che ammazzano i propri figli, io avessi un figlio lì mi arrenderei subito,loro no

perchè i ribelli non si arrendono?La guerra l'hanno persa e dunque sono loro che ammazzano i propri figli, io avessi un figlio lì mi arrenderei subito,loro no,mandano le foto su internet e vogliono vincere avendo perso, a me fanno schifo, l'islam lo paragono al nazismo.
La guerra l'hanno persa, è scontato, non l'hanno persa contro Assad, ma contro una parte della popolazione siriana, un Assad che può fare da solo, hanno perso perchè la maggioranza dei siriani non vuole lo stato islamico,ma nessun giornale o servizio tv lo dice, i ribelli appoggiati dagli USa perchè possono secondo loro poi gestirli come vogliono e lì c'è il petrolio, dunque chi ammazza i bambini, i siriani di Assad o i siriani ribelli?La Siria di Assad seppure come democrazia è fallace,ma secondo i canoni islamici è moderna insomma peccatrice, loro gli assadiani  tollerano le religioni tutte, la libertà e parità  delle donne,ma che vi raccontano,le balle, è il petrolio la vera ragione della guerra e i ribelli io non li sopporto proprio,mi dispiace per i bambini,questo s', ma sono assassinati dai loro padri.
L'immagine può contenere: incendio, nuvola e spazio all'aperto

la mafia è ovunque, adesso mi direte,ma Franceschini è di sinistra?Ma dai sono la dc, .la sinistra flagellata s'è scappata, votate m5s, lei è il popolo,questi sono solo mafia

Cultura, per il prossimo triennio finanziamenti a pioggia: +79%. E 300mila euro vanno alla fondazione di Bazoli

Cultura, per il prossimo triennio finanziamenti a pioggia: +79%. E 300mila euro vanno alla fondazione di Bazoli
Approvati la tabella sui contributi ordinari dello Stato per il 2018-2020 e il decreto sugli stanziamenti annuali. Gli enti beneficiati salgono da 125 a 150. Stanziati 125mila euro per la Fondazione Accademia Nazionale di Santa Cecilia nel cui cda siedono Gianni Letta, Luigi Abete e Franco Bassanini. E 25mila per la Fondazione RomaEuropa che tra i consiglieri ha lo stesso Letta oltre a Andrea Tobia Zevi, collaboratore del premier Gentiloni

25/02/18

video SEI D'ACCORDO CON VASCO ROSSI? VASCO ROSSI ATTACCA LA POLITICA ITALIANA E DIFENDE IL MOVIMENTO CINQUE STELLE! GUARDATE COSA HA DETTO E DIFFONDETE SE SIETE D'ACCORDO CON LUI!



M5Stelle, chi è il generale Sergio Costa. Ministro dell’Ambiente Luigi Di Maio svela il primo dei nomi che il M5S proporrà al Presidente della Repubblica se i 5 Stelle andranno a palazzo Chigi. Si tratta di quello per il ruolo di ministro dell'Ambiente: è il Generale di Brigata dell'Arma dei Carabinieri Sergio Costa,

M5Stelle, chi è il generale Sergio Costa.
Ministro dell’Ambiente
Luigi Di Maio svela il primo dei nomi che il M5S proporrà al Presidente della Repubblica se i 5 Stelle andranno a palazzo Chigi. Si tratta di quello per il ruolo di ministro dell'Ambiente: è il Generale di Brigata dell'Arma dei Carabinieri Sergio Costa, comandante della Regione Campania dei Carabinieri forestali.
"Laureato in Scienze Agrarie, master in Diritto dell’Ambiente e specializzato in investigazioni ambientali, da sempre impegnato nel contrasto alle ecomafie e al clan dei Casalesi", si legge sulla pagina Facebook di Di Maio, in una breve biografia dedicata all'ufficiale.
DISCARICHE - "Ha scoperto la più grande discarica di rifiuti pericolosi di Europa seppellita nel territorio di Caserta, mettendo a nudo gli opachi rapporti delinquenziali nell’ambito dei rifiuti tossici. Ha anche scoperto la discarica dei rifiuti nel territorio del Parco Nazionale del Vesuvio".
INDAGINI - Inoltre, si legge, "ha operato attivamente nell’ambito di indagini internazionali sempre nell’ambito di traffico illecito di rifiuti nocivi. Ha collaborato con la Direzione Nazionale Antimafia nello svolgimento di analisi investigative ambientali sull’intero territorio nazionale".
Luigi Di Maio svela il primo dei nomi che il M5S proporrà al Presidente della Repubblica se i 5 Stelle andranno a palazzo Chigi. Si tratta di quello per il ruolo di…
ADNKRONOS.COM

IO PUR DI NON VOTARE GENTE COSì NON VOTO PROPRIO,INFATTI NEL 2008 NON ANDAI A VOTARE

Berlusconi: “Il Falso quotidiano mi accusa di aver pagato la mafia”. È scritto nero su bianco nella sentenza Dell’Utri

Berlusconi: “Il Falso quotidiano mi accusa di aver pagato la mafia”. È scritto nero su bianco nella sentenza Dell’Utri

L'ex premier attacca questo giornale - citando l'offesa coniata da Matteo Renzi - nei giorni in cui esce in libreria B come Basta, il saggio di Marco Travaglio che ripercorre la storia del fondatore di Forza Italia: "Mi fa star male. Mai dati soldi ai boss. Anzi sono stato loro vittima". La motivazioni della decisione con cui la Cassazione ha condannato in via definitiva il suo storico braccio destro, però, dicono altro

IO NON VI CAPISCO SE BOMBARDANO QUELLI DELLA COALIZIONE AMERICANA è GUERRA, SE LO FANNO I SIRIANI è GENOCIDIO, è GUERRA E LE GUERRE SONO COSì, PERò IO FOSSI UN RIBELLE AL PUNTO DOVE SONO MI ARRENDEREI, LO FAREI PER I BAMBINI,INVECE NON LO FANNO'

IO NON VI CAPISCO SE BOMBARDANO QUELLI DELLA COALIZIONE AMERICANA è GUERRA, SE LO FANNO I SIRIANI è GENOCIDIO, è GUERRA E LE GUERRE SONO COSì, PERò IO FOSSI UN RIBELLE AL PUNTO DOVE SONO MI ARRENDEREI, LO FAREI PER I BAMBINI,INVECE NON LO FANNO.
SIAMO AL PUNTO DELLA Disumanità AL 100 X 100,QUANDO CI FU LA SECONDA GUERRA  MONDIALE CHE GLI AMERICANI SI SONO RITIRATI PERCHé AMMAZZAVANO I BAMBINI?NON L'HANNO FATTO, COSì LA GUERRA POTEVA VINCERLA IL NEMICO, MA PERCHè TUTTO QUESTO RANCORE VERSO ASSAD CHE A CONTI FATTI è MEGLIO DEI RIBELLI, IO CREDO PERCHè IL PETROLIO COMANDA E L'AMERICA VUOLE COMANDARE, è IL VERO MOTIVO.
FOSSI IO UN RIBELLE AL PUNTO MI CUI SONO MI ARRENDEREI,LO FAREI PER I BAMBINI,TRATTERREI , INSOMMA STANNO LORO FACENDO AUTO MACELLO E NON MI FIDO DELLA GENTE COSì Siria, continuano bombardamenti nel Ghouta nonostante la tregua approvata dall’Onu. Merkel e Macron incontrano Putin
Siria, continuano bombardamenti nel Ghouta nonostante la tregua approvata dall’Onu. Merkel e Macron incontrano Putin
Siria, continuano bombardamenti nel Ghouta nonostante la tregua approvata dall’Onu. Merkel e Macron incontrano Putin
Il lungo lavoro diplomatico per evitare un veto della Russia, alleata di Bashar Assad, ha avuto risultati: il Consiglio di sicurezza ha approvato all'unanimità una risoluzione che chiede una tregua "di almeno 30 giorni", che sia "senza ritardi" per "permettere la consegna regolare di aiuti umanitari, di servizi, e l’evacuazione medica dei malati e dei feriti più gravi"



non è vero che in Italia google e social non aiutano la politica, adesso aiutano il pd, solo che non ce la fanno, a me google mi ha rallentato ad esempio,cioè non mi manda in home

non è vero che in Italia google e social non aiutano la politica, adesso aiutano il pd, cioè il governo,solo che non ce la fanno, lo stanno aiutando in tutti i modi, a me google mi ha rallentato ad esempio,se prima mettevo in rete sul mio blog articoli di giornali commentati da me,oppure senza commenti, ma molto espliciti, ossia che o deridevano i vari politici,oppure che descrivevano discrepanze fra il dire e il fare, oggi i miei post a volte non vanno in home che vuol dire non li vede nessuno, risultato il mio blog che aveva visite per 3000 clik al giorno minimo ,oggi non supera i 2000 clik,ossia chi vuole se lo clikka e se lo vede.
Ma questo lo fanno da parecchio,ho pubblicato un post che riportava una foto e una dicitura ed era contro la politica restrittiva della Lorenzin, ha avuto 300.000 clik, mi hanno fermato tutti, da google e Twitter e Facebook, senza che nessuno abbia detto o divulgato nulla , cioè media tutti zitti,invece gridono al miracolo per altri post che non sono contro al governo,ma sono al di sotto dei 300.000 clik, 
312484
https://rumoriapiancogno-annaquercia.blogspot.it/2016/09/la-cataratta-e-unintervento-che-si-fa.html

se questo non è un fare per  frenare o per dare pubblicità secondo politica che comanda cos'è, dunque l'articolo del fatto questa volta ha cannato, adesso la democrazia non è questa quì, io pubblico articoli nei miei blog da 15 anni, a secondo di chi comanda c'è censura, mi hanno bannato da vari social perchè i miei articoli sono scomodi, ma se scrivi come i vari zucconi o latri lecca culi, non ti bannano mai, anche se comanda il diavolo,ma se scrivi la verità sei scomoda al potere e ti censurano,oggi ti rallentano,ossia non ti bloccano,ma ti oscurano,tu credi che ti veda mezzo mondo,invece non ti vede nessuno, poi ogni tanto ti liberano, e allora scopri che ti hanno censurato, a me c'è gente che mi scrive e mi dice:"ma tu dove sei stata ,non ti vedevo più, sei tornata ecc"

Elezioni, ecco quanto pesano sul voto Google, social e big data. L’inchiesta su FqMillennium in edicola

Elezioni, ecco quanto pesano sul voto Google, social e big data. L’inchiesta su FqMillennium in edicola


Negli Usa il re dei motori di ricerca può condizionare un quarto del risultato elettorale. Dietro la vittoria di Trump, la profilazione precisa di tutti i 220 milioni di potenziali votanti. E in Italia? Si può fare, ma i partiti non hanno soldi. E Berlusconi si affida a Dj Francesco. Lo racconta il mensile diretto da Peter Gomez nel numero di febbraio



24/02/18

Crozza-De Luca difende il figlio indagato: "E' lui che appare alla Vergine Maria"

Crozza-De Luca difende il figlio indagato: "E' lui che appare alla Vergine Maria"

pubblicato il 24 febbraio 2018 alle ore 11:35

Maurizio Crozza nei panni di Vincenzo De Luca, nel corso della puntata di 'Fratelli di Crozza' - in onda tutti i venerdì in prima serata sul Nove – prende le difese del figlio indagato per corruzione. "Il mio Robertino è così puro e innocente che è lui che appare alla Vergine Maria". 

Cancellato il lavoro di Giovanni #Falcone...il suo metodo di indagine: in effetti perché creare una super #Procura....arrestare centinaia di mafiosi....condannarli in un maxi processo e poi morire 👉se in #Italia la #mafia non “esiste”?È “un’invenzione” della stampa

#Giornalisti servi di un potere marcio se ne escono con scoop farlocchi nella speranza di fermare il #M5s in realtà «La denuncia risale a venti (20) anni fa. Ma non c’è stata alcuna condanna né amministrativa né penale e il caso è stato archiviato»

servi di un potere marcio se ne escono con scoop farlocchi nella speranza di fermare il in realtà «La denuncia risale a venti (20) anni fa. Ma non c’è stata alcuna condanna né amministrativa né penale e il caso è stato archiviato» Quindi annate aff.... !!!

per me all'estero vanno rifatte le elezioni, m5s sveglia che con i voti dall'estero fregano il movimento

Crozza-De Luca difende il figlio indagato: "E' così puro e innocente che è lui ad apparire alla Vergine Maria" - Il Fatto Quotidiano

23/02/18

Domani esce nelle edicole e poi nelle librerie il nuovo libro di Marco Travaglio: B. come basta!Leggete,io mi ricordo tutto,per me Prodi ,Berlusconi Monti e il resto dovrebbero tutti stare in galera

Domani esce nelle edicole e poi nelle librerie il nuovo libro di Marco Travaglio: B. come basta!



(ed. Paperfirst, pp, 389, 14 euro), sottotitolo: “Fatti e misfatti, disastri e bugie, leggi vergogna e delitti (senza castighi) dell’ometto di Stato che vuole ricomprarsi l’Italia per la quarta volta”. Anticipiamo alcuni stralci dal capitolo “Quando c’era Lui”.

La lista nera dei disastri dei tre governi Berlusconi (1994, 2001-06, 2008-11) è talmente lunga che, da sola, occuperebbe un paio di Treccani. Ma ora Silvio Berlusconi si ripresenta per la settima volta agli elettori travestito da “usato sicuro” capace, europeista e moderato contro gli “incompetenti”, gli “antieuropeisti” e gli “estremisti”, e trova persino a sinistra chi ci casca o almeno finge di cascarci. Eugenio Scalfari ha dichiarato: “Con Berlusconi al governo le cose sono andate più o meno come andavano con gli altri governi”. Quindi è il caso di riepilogare in estrema sintesi l’inventario dei danni che è riuscito a fare ogni volta che ha avuto la ventura di governarci e noi la sventura di essere governati da lui (…).


Vediamo come, negli anni delle vacche grasse, (non) approfittò della congiuntura favorevole. Salvo poi gridare al golpe e al complotto quando, nel 2011, tutti i nodi aggravati dalla crisi mondiale vennero al pettine.

Il decennio nero. Dai dati del Fondo monetario internazionale risulta che, fra il 2001 e il 2011, il nostro Pil reale pro capite, cioè la ricchezza prodotta da ogni singolo italiano tenendo conto dell’inflazione, sia crollato del 3,1%. La peggiore performance di tutta l’Eurozona, visto che nel Vecchio continente in quel periodo solo l’Italia ha avuto il segno “meno”. Nel decennio, 2001-2011, mentre noi precipitavamo, tutti gli altri Paesi crescevano: dai tedeschi (del 12,9%) ai greci, sì persino i greci. Non solo: se nel 2001 la differenza fra il nostro Pil pro capite e quello tedesco era di 1.610 euro, nel 2011 si era quadruplicata a 6.280 euro. Gli italiani in condizioni di povertà assoluta toccavano la cifra record di 3 milioni e mezzo. E l’occupazione cominciava a calare soprattutto fra i giovani, mentre il Cavaliere non trovava di meglio che produrre più precariato con la legge 30 del 2003. In quel decennio nero, Berlusconi ha governato 8 anni su 10.


La finanza pubblica. Nel 2011 l’ultima manovra della coppia B.-Tremonti lascia un’eredità pesante: misure senza copertura per 20 miliardi di euro. Soldi da trovare entro il 30 settembre 2012 con una riforma – neanche abbozzata – delle agevolazioni fiscali. In alternativa, scatteranno i tagli lineari. Il governo Monti si accolla gran parte del prezzo di impopolarità e trova poi, prelevandoli dai ceti più deboli, 13,4 di quei 20 miliardi, mentre il resto si trascinerà sui governi successivi.

Le tasse. “Meno tasse per tutti” e “Rivoluzione fiscale”. Sono questi gli slogan dominanti di tutte e sette le campagne elettorali berlusconiane. Peccato che poi, una volta al governo, il Cavaliere non sia mai riuscito a rivoluzionare né l’Irpef né tantomeno l’intero sistema tributario. Nel suo secondo governo, l’unico durato l’intera legislatura, la pressione fiscale (cioè l’incidenza delle tasse sul Pil) scende in cinque anni di un paio di decimali, senza che nessuno se ne accorga. Cioè (dati Istat) passa dal 40,1% del 2001 al 39,1 del 2005. Nei tre anni del suo terzo governo, senza una sola misura di austerità per fronteggiare la crisi finanziaria globale, la pressione fiscale aumenta addirittura: dal 41,3 del 2008 al 41,6 del 2011. Altro che “Meno tasse per tutti”: meno tasse solo per gli evasori e i frodatori, beneficati da continui condoni e “scudi fiscali”.


La spesa pubblica. La ragione del mega-flop fiscale è semplice: da quel grande populista che è sempre stato, B. non ha mai voluto ridurre la spesa corrente (come invece ha fatto Prodi), rendendo impossibile qualunque riduzione permanente del carico fiscale. Tra il 1999 e il 2005 (biennio D’Alema-Amato e quinquennio berlusconiano), la spesa per consumi finali della Pubblica amministrazione, dove si annidano i veri sprechi, è salita del 3,3% annuo. E si è fermata solo con il secondo governo Prodi (2006-2008). Vediamo il dettaglio, riassunto di recente da Sergio Rizzo su La Repubblica. La spesa pubblica nel 2001 superava di poco i 600 miliardi, mentre alla fine del 2011 sfiorava gli 800 (797.971), con un aumento monetario del 32,8 per cento e una crescita reale (detratta l’inflazione) dell’8,5: cioè di 62 miliardi. Soldi ben spesi? Vediamo. Di quei 62 miliardi, 57 sono finiti nel capitolo Welfare: per la stragrande maggioranza, pensioni. “Quel capitolo – scrive Rizzo – che assorbiva nel 2001 il 36,1% della spesa pubblica, aveva raggiunto nel 2011 il 40,4%. C’entra di sicuro l’esborso enorme per l’assistenza causato dalla crisi. Ma è incontestabile che la fetta più rilevante di quei 57 miliardi abbia a che fare con l’incremento della spesa previdenziale. Per giunta, mentre il conto per le pensioni saliva in modo inarrestabile, la spesa per l’istruzione si riduceva del 10,2%: 7 miliardi e mezzo reali svaniti. In quei dieci anni si è dunque investito sugli anziani disinteressandosi dei giovani”. Poi ci sono i soldi buttati. Per esempio in spese militari, aumentate del 35,2%, mentre quelle per la cultura scendevano del 31,7.

Debito pubblico. Il sedicente risanatore della finanza pubblica non ha fatto che aumentare vieppiù il debito pubblico: + 539 miliardi, quasi tutti merito suo. Per fortuna, il tanto deprecato euro, nello stesso periodo, faceva scendere gli interessi sui titoli di Stato di quasi 18 miliardi reali.


Sanità. Nel secondo governo Berlusconi il finanziamento al fondo sanitario nazionale esplode dai 71,3 miliardi del 2001 ai 93,2 del 2006 (da allora salirà in 10 anni di soli altri 20 miliardi). Motivo: le esigenze di rigore per l’ingresso nell’euro si sono esaurite e i bassi tassi di interesse consentono di aumentare i fondi alla sanità pubblica (e privata convenzionata, letteralmente scoppiata soprattutto nelle regioni governate dal centrodestra). Ma quella stagione, e ancor di più quella del terzo governo Berlusconi, verranno ricordate per ben altre ragioni: il fallimento del federalismo sanitario (voluto sia dal centrosinistra sia dal centrodestra), che avrebbe dovuto responsabilizzare le Regioni dando loro un budget e precisi standard da rispettare (i Lea: livelli essenziali di assistenza). Invece non funzionerà mai. Anzi – come spiega l’economista Gilberto Turati, specialista di politiche sanitarie dell’Università Cattolica di Roma – sotto Berlusconi si afferma il principio che, “per garantire i Lea, serve almeno la spesa dell’anno precedente, così le regole di fatto incentivano le Regioni a spendere sempre di più”. Così, per ingrassare le clientele e le mafie sanitarie, si taglia selvaggiamente sul sociale. Dal 2008 e al 2011 il fondo per le politiche per la famiglia passa da 346,5 milioni (2008) a 52,5 (2011), quello per le politiche giovanili da 137,4 milioni a 32,9, quello per la non autosufficienza che finanzia l’assistenza ai malati più gravi da 300 milioni a zero.

Scuola, università e grandi opere. Le “riforme” berlusconiane dell’istruzione pubblica, targate Letizia Moratti (2003) e Maria Stella Gelmini (2008), improntate a una filosofia “privatistico-confindustriale”, suscitano ostilità quasi unanimi di insegnanti, studenti e famiglie, senza risolvere i problemi principali del settore, anzi aggravandoli. Il terzo governo Berlusconi, poi, completa l’opera tagliando il fondo per il finanziamento ordinario dell’Università dai 7,4 miliardi del 2008 ai 6,9 del 2011. Tornerà sopra i 7 miliardi soltanto nel 2014.


Quanto invece alle inutili opere faraoniche, l’asso nella manica di Berlusconi, la Legge obiettivo, si è rivelata un disastro epocale per il bilancio pubblico. Avrebbe dovuto velocizzare la realizzazione delle infrastrutture garantendo prezzi certi? Ebbene, a fine 2011 risultavano ultimati appena il 10% dei lavori previsti, con i costi ovunque esplosi. Senza contare alcuni regalini maleodoranti tipo quelli gentilmente offerti dalla vicenda della corruzione al Mose di Venezia. Omaggi che, secondo uno studio del governo Monti, avrebbero fatto salire la spesa per gli appalti pubblici perfino del 40%.

Immigrazione. Il Berlusconi che oggi tuona contro l’immigrazione sparando cifre a casaccio (“È una bomba sociale: 630 mila clandestini”), è lo stesso che nel 2011 deliberò la partecipazione dell’Italia alla guerra in Libia contro il suo amico e compare Gheddafi, cedendo alle pressioni di Obama, Sarkozy e Napolitano, con il conseguente aumento esponenziale degli sbarchi. Ma non solo: porta la sua firma, oltreché i voti di FI, An e Lega Nord, la più grande sanatoria di immigrati “clandestini” o irregolari (circa 800 mila domande, di cui 694.224 accolte, nel solo 2002, in concomitanza con l’approvazione della legge Bossi-Fini). Nel 2003 è il governo Berlusconi a sottoscrivere senza batter ciglio la Convenzione europea detta “Dublino II”: chi sbarca in Italia resta in Italia. Nel 2009 il terzo governo B., sempre con i voti della Lega, vara una seconda mega-sanatoria di immigrati irregolari (294.744 domande accolte).


Le leggi vergogna. Che faceva Berlusconi mentre l’Italia andava in malora? Si occupava dei fatti suoi, con un’attenzione e una competenza davvero degni di miglior causa. Per scongiurare i due pericoli che nel 1993 l’avevano portato a creare Forza Italia: il fallimento delle sue aziende e la galera. Con una raffica di leggi vergogna da brivido. Noi qui riassumeremo soltanto le 60 che hanno portato vantaggi a lui, ai suoi cari, ai suoi amici (e amici degli amici mafiosi), ai suoi coimputati e alle sue aziende. Nei quattro settori chiave della giustizia, del fisco, della televisione e degli affari. Tutte leggi mai previste dai programmi elettorali di Forza Italia, o della Casa delle Libertà, o del Popolo delle Libertà, dunque mai votate dai cittadini. Infatti non riguardano tutti noi: riguardano soltanto lui e pochi altri fortunati vincitori.