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Elenco blog personale

08/02/17

altro che san remo Bill Withers - Ain't No Sunshine




non c’è sole quando lei se ne va
non c’è calore quando lei non c’è
non c’è sole quando lei se ne va 
se ne va sempre troppo a lungo
tutte le volte che se ne va

non c’è sole quando lei se ne va
mi chiedo se se ne sia andata per non tornare
non c’è sole quando lei se ne va
è questa casa non è più un focolare
tutte le volte che se ne va

lo so
lei se n’è andata per non tornare
mi sta distruggendo
tutte le volte che se ne va
devo lasciare stare le cose giovani
qui non c’è sole quando lei se ne va

non c’è sole quando lei se ne va
non c’è calore quando lei non c’è
non c’è sole quando lei se ne va
se ne va sempre troppo a lungo
tutte le volte che se ne va

non c’è sole quando lei se ne va
mi chiedo se se n’è andata per restare
qui non c’è sole quando lei se ne va
e questa casa non è più un focolare
tutte le volte che se ne va

lo so 
se n’è andata per non tornare
mi sta distruggendo
tutte le volte che se ne va
devo lasciare stare le cose giovani
qui non c’è sole quando lei se ne va

non c’è sole quando lei se ne va
mi chiedo se se ne sia andata per non tornare
non c’è sole quando lei se ne va
e questa casa non è più un focolare
tutte le volte che se ne va
tutte le volte che se ne va

Allora avete rotto il c...o.. O cominciate a querelare oppure ci distruggeranno con le Falsità.. Giornalisti di Mmerda

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cosa ha il nostro seno che non si deve mostrare, è fonte di vita, di bellezza, si deve mostrare, le cose belle non si nascondono, cattolici rosicate e pentitevi, siete solo beghini

cosa ha il nostro seno che non si deve mostrare, è fonte di vita, di bellezza, si deve mostrare, le cose belle non si nascondono, cattolici rosicate e pentitevi, siete solo beghini
Decine di donne in topless sono scese in piazza a Buenos Aires, Mar del Plata e Rosario per rivendicare il diritto a prendere il sole a seno nudo. La protesta,…
ILFATTOQUOTIDIANO.IT

non è morta la speranza di salvare i poveracci del golf ,Già, pensano di rimetterlo,di ficcarlo in una fiducia, magari all'ultimo momento che nessuno se ne accorge, al massimo poi danno al colpa ai 5 stelle e alla virginia Raggi echecazzo!!!!

ma non è morta la speranza di salvare i poveracci del golf  Ryder Cup di golf, Pietro Grasso dice no alla garanzia statale da 97 milioni:

Già, pensano di rimetterlo,di ficcarlo in una fiducia, magari all'ultimo momento che nessuno se ne accorge, al massimo poi danno al colpa ai 5 stelle e alla virginia Raggi echecazzo!!!!


Estraneo per materia dal provvedimento e non c’entra nulla con la tutela del risparmio“. In una parola: inammissibile. Così il presidente del Senato Piero Grasso ha affossato l’emendamento del senatore Pd d’America Renato Guerino Turano (con lo zampino del ministro Lotti) al decreto Salva risparmioTradotto: i 97 milioni di garanzia statale alla Ryder Cup 2022 vanno a farsi benedire per la terza volta. Questa, però, davvero a un passo dal traguardo. E sì, perché il governo poi ha deciso di mettere la fiducia sul provvedimento che tutela i risparmiatori, nonostante le parole del presidente della Commissione Finanze di Palazzo Madama: “Abbiamo fatto un buon lavoro, proveremo a non mettere la fiducia” aveva detto ieri Marino (Pd). L’ex procuratore nazionale antimafia evidentemente ha fiutato il cambio di programma (sempre che fosse vera l’intenzione del governo di non forzare) e ha risolto da sé la questione: niente garanzia statale al golf perché l’emendamento non c’entra nulla con banche e risparmiatori. Lo diceva la logica, lo imponeva anche una decisione della Consulta a cui ieri si è appellata la senatrice della minoranza dem Lucrezia Ricchiuti (che insieme ai colleghi di partito Guerra e Fornaro non ha partecipato al voto in commissione per protesta): la sentenza numero 22 del 2012 obbligava e obbliga il legislatore a prevedere la necessaria omogeneità tra decreto legge e legge di conversione. Il presidente del Senato ha raccolto l’assist e ha dato buca: al governo, al ministro dello Sport Luca Lotti, alla Ryder Cup e alla Federgolf di Franco Chimenti.

http://www.ilfattoquotidiano.it/2017/02/08/ryder-cup-di-golf-pietro-grasso-dice-no-alla-garanzia-statale-da-97-milioni-emendamento-e-inammissibile/3375898/

Ryder Cup di golf, Pietro Grasso dice no alla garanzia statale da 97 milioni: “Emendamento è inammissibile”

Ryder Cup di golf, Pietro Grasso dice no alla garanzia statale da 97 milioni: “Emendamento è inammissibile”
LOBBY

Il presidente del Senato dice no all’emendamento Turano (Pd): “Estraneo per materia dal provvedimento e non c’entra nulla con la tutela del risparmio”. Lotti ha subito la chanche per riprovarci: il Milleproroghe


Omnia sozza sozzis Marco Travaglio 8 febbraio 2017

Omnia sozza sozzis
Marco Travaglio 8 febbraio 2017

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L’altra sera, ospiti di Lilli Gruber a Ottoemezzo, il fondatore di Repubblica Eugenio Scalfari e l’ex direttore del Corriere Paolo Mieli hanno tirato in ballo a freddo il Fatto Quotidiano.
Scalfari, rinnegando trent’anni di battaglie politiche, stava invocando una maestosa ammucchiata per la prossima legislatura, a sostegno di un nuovo governo Renzi (non più “pericolo autoritario”, ma “ottimo premier”): “Un’alleanza con tutta la sinistra, da Vendola (ma forse voleva dire Pisapia, avvocato del suo editore De Benedetti e beniamino di Repubblica, ndr) a Renzi ai moderati Alfano, Parisi e Berlusconi”. Testuale.
Di Verdini non ha detto nulla, ma si immagina che, se è “moderato” Berlusconi, lo sia anche lui.
Tutti dentro, avanti c’è posto.
Questa Union Sacrée (si fa per dire) dovrebbe servire, secondo gli auspici del Vate, a escludere dal nuovo arco costituzionale “Grillo e Salvini” cioè “i veri nemici della democrazia, perché vogliono uscire dall’euro”. E ho detto tutto. Mieli faceva osservare che non è detto che l’inciucione abbia la maggioranza, visto che purtroppo gli antidemocratici Grilloesalvini (tutto attaccato: ormai sono considerati un tutt’uno, anche se non si parlano che per insultarsi) hanno il brutto vizio di prendere molti voti. E poi ci sono “ambienti come quelli del Fatto” che remerebbero contro.
Noi, lo confessiamo, abbiamo subito gonfiato il petto di orgoglio, al pensiero che il nostro piccolo e agguerrito giornale, dopo la battaglia vinta contro la schiforma costituzionale prima osteggiata poi sostenuta da Scalfari, riuscirà a impedire anche quest’altro obbrobrio. Ma alla parola “Fatto” l’Eugenio è scattato come la rana di Galvani alla scossa elettrica: “Ma il Fatto è grillino, è chiaramente grillino!…”. Stava quasi chiamando i carabinieri per farci arrestare, quando Mieli l’ha interrotto: “…chiaramente grillino e con addentellati nel mondo della magistratura e in parte della sinistra”. Siccome molti lettori ci hanno scritto indignati, rassicuriamo sia loro, sia Scalfari e Mieli. Comprendiamo che la nostra stessa esistenza in vita turbi i sonni di chi lavora a grandi progetti politici, architetta alleanze, disegna coalizioni in aria, suggerisce all’orecchio dei leader (anche noi qualche buon consiglio lo diamo, anche se di solito nessuno lo segue). E comprendiamo pure l’ansia di incasellarci, apparentarci, affiliarci a questo o quel partito, movimento, ambiente, palazzo. Per noi non c’è migliore divertimento che spiazzare e deludere i nostri etichettatori.
Ci dipingono come “grillini”? E come spiegano che alcuni dei principali casi che riguardano i 5Stelle (quelli veri, non quelli inventati) – dalle accuse a De Vito alla consulenza per l’Asl di Civitavecchia dimenticata dalla Raggi; dall’intervista suicida di Marra sulle raccomandazioni chieste per entrare nei servizi, alla polizza di Romeo pro sindaca – li abbiamo rivelati proprio noi? Era già accaduto quando ci appiccicarono la targhetta di “giornale dei pm”, salvo scoprire che ne criticavamo parecchi e ne venivamo querelati. Quando eravamo “il giornale di Di Pietro”, ma poi criticavamo anche lui, quando lo meritava. Quando eravamo “il giornale di Ingroia”, ma poi cercavamo di dissuaderlo dall’entrare in politica. Per qualche tempo fummo persino “renziani” (me lo disse Stefano Fassina in tv), solo perché di Renzi apprezzavamo alcune premesse e promesse, poi purtroppo smentite dai fatti. Ora, per carità, non possiamo attenderci che Scalfari, definito a suo tempo da Indro Montanelli “un grande impresario di giornali, perché il giornalista è un’altra cosa”, riesca a concepire un giornale libero e indipendente, che dà tutte le notizie senza mai domandarsi cui prodest?: da uno che è stato fascista, antifascista, radicale, socialista, filocomunista, filocraxiano, anticraxiano, demitiano, occhettiano, dalemiano, veltroniano, prodiano, ciampiano, napolitaniano, montiano, bersaniano, lettiano e ultimamente renzian-draghian-bergogliano, sarebbe troppo pretendere. Chi non è abituato all’indipendenza e alla coerenza fatica a comprendere quelle altrui. Come dice Massimo Fini, “omnia sozza sozzis”.
Il 29 settembre scorso Scalfari rivelò su Repubblica un retroscena della “guerra di Segrate” del 1990 tra B. e De Benedetti per il controllo di Mondadori: “Scoppiò il caso delle spese legali, che ammontavano a 50 milioni in lire” e Berlusconi non voleva pagarle, allora “dovetti intervenire io e dopo molti suoi rifiuti riuscii a persuaderlo promettendogli e dandogli la mia parola d’onore che se lui accettava di pagare le spese legali io l’avrei trattato d’ora in avanti come un socio cioè eventuali notizie che lo riguardassero sarebbero state anzitutto rese note a lui che ne dava la sua interpretazione dopodiché l’inchiesta sarebbe andata avanti come sempre accade in tutti i giornali. Lui ci pensò qualche minuto e alla fine mi disse che accettava e il mio impegno durò fino a quando divenne presidente del Consiglio”. E così i lettori di Repubblica, con 26 anni di ritardo, scoprirono che il giornale-bandiera dell’antiberlusconismo aveva avuto per anni Berlusconi come socio occulto. Questa è la differenza fondamentale fra la nostra idea di giornalismo e quella di Scalfari (che per il resto è molto più bravo di noi): fra 26 anni, se saremo ancora vivi, continueremo a professare le nostre idee, a elogiare chi le porta avanti e a criticare chi le avversa. Senza partiti né soci, palesi od occulti, alle spalle. Per questo, forse, i nostri lettori si fidano di noi e crescono ogni giorno: non perché siamo il giornale di questo o di quello, ma perché siamo il loro giornale.

Le priorità del Pd: 97 milioni di euro al golf. E ai terremotati?Poi in tv a stracciarsi le vesti e parlare di Virginia Raggi, ci pigliano per fessi


Le priorità del Pd: 97 milioni di euro al golf. E ai terremotati?

Ieri pomeriggio l'aula del Senato ha lavorato meno di mezzora per lasciare spazio alla Commissione Finanze, dove è in esame il decreto Banche. È il decreto che stanzia 20 miliardi di euro per ricapitalizzare Mps e altre banche in difficoltà.
Ma la cosa più incredibile è che la maggioranza non si accontenta di questo salvataggio a spese dei cittadini. All'interno del decreto c'è spazio per i favori agli amici degli amici.
Per esempio, è stato votato e approvato un emendamento che garantisce alla manifestazione golfistica Ryder Cup fino a 97 milioni di euro pubblici in caso di difficoltà ad affrontare le spese organizzative. Avete letto bene. 97 milioni di euro potrebbero uscire dalle casse pubbliche per il golf mentre le risorse per i terremotati vengono erogate col contagocce.
Queste sono le priorità della maggioranza. In Commissione Finanze ci batteremo fino all'ultimo con Laura Bottici ed Alberto Airola perché questo decreto già molto discutibile non venga ulteriormente peggiorato da una pioggia di marchette. Tutto questo, naturalmente, sui giornali tanto attenti alle vicende romane non ci sarà. Fatelo sapere in giro!

07/02/17

Tutta la credibilità di @VittorioSgarbi in un semplice commento 🐑🐑🐑

dopo il sondaggio che li da in via di estinzione ci mettono le stelle sul sibolo,che i siculi sono fessi?voteranno le vere stelle, il m5s, crocè va a lavurà e non te sbiancà chiù u culu

dopo il sondaggio che li da in via di estinzione ci mettono le stelle sul sibolo,che i siculi sono fessi?voteranno le vere stelle, il m5s, crocè va a lavurà e non te sbiancà chiù u  culu che bainco o nero sempre culi è, e perdichiù culi di un vecchiazzo



http://www.ilfattoquotidiano.it/2017/02/07/sicilia-i-colori-di-renzi-le-stelle-dei-grillini-e-delle-province-mai-abolite-crocetta-lancia-il-suo-nuovo-partito/3371454/

Sicilia: i colori di Renzi, le stelle dei grillini e delle province (mai abolite). Crocetta lancia il suo nuovo partito


POLITICA
Si chiamerà Riparte Sicilia la nuova creatura del governatore dell'Isola. Un nome quantomeno poco opportuno per la lista di uno che la Sicilia la governa ininterrottamente dal 2012. E infatti la rete si è subito scatenata, mentre i big del Pd sono tutt'altro che favorevoli alla sua ricandidatura in vista delle regionali dell'autunno 2017


i 5 stelle funziona e governano benissimo

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per lo stadio di roma gli alberi li portano Cantone,Sala e Tronca,sanno il prezzo giusto loro

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lo stadio a Roma si faccia con i costi totali del privato e senza cementificare,volendo si può fare

“Se stiamo dentro le regole del piano regolatore, come dico da mesi, lo stadio si può e si deve fare – ha spiegato di buon mattino ai microfoni del Gr1 della Rai – sempre che la società receda da appetiti che credo che siano un po’ troppo elevati per quell’area e per questa povera città”. Il tweet con cui Francesco Totti si è schierato a favore della realizzazione dell’opera? “Conta – ha detto l’assessore – però sono le regole che fanno la differenza, altrimenti è una giungla“.

http://www.ilfattoquotidiano.it/2017/02/07/stadio-della-roma-berdini-lo-voglio-fare-ma-il-club-receda-dai-suoi-appetiti-parnasi-vuole-600mila-m%C2%B3-regalati/3373623/

Stadio della Roma, Berdini: “Lo voglio fare, ma non diamo le chiavi della città al privato. Il club receda dai suoi appetiti”

Stadio della Roma, Berdini: “Lo voglio fare, ma non diamo le chiavi della città al privato. Il club receda dai suoi appetiti”
CRONACA

L'assessore all'Urbanistica chiede forti tagli alle cubature. L'amministrazione Raggi che vuole costruire l'impianto. La riunione tra i vertici dell'As Roma, quelli del Campidoglio e il costruttore Luca Parnasi, si è conclusa con l'annuncio sui tavoli tecnici che si riuniranno nei prossimi giorni per salvare capra e cavoli: il progetto da 1,5 miliardi nell’area dell’ex ippodromo di Tor di Valle e la permanenza in giunta dell'urbanista anti-cemento

famopulizia

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io la tv non la vedo più, sto molto meglio con il cervello,grazie VIRATA NETTISSIMA de LA7, di Urbano Cairo (socio di B.e già collaboratore stretto di B. per molti anni) : TUTTE LE LORO TRASMISSIONI FEROCEMENTE CONTRO IL M5S ! E, i...."giornalisti" ???....obbediscono molto volentieri !...,

VIRATA NETTISSIMA de LA7, di Urbano Cairo (socio di B.e già collaboratore stretto di B. per molti anni) : TUTTE LE LORO TRASMISSIONI FEROCEMENTE CONTRO IL M5S ! E, i...."giornalisti" ???....obbediscono molto volentieri !...

L VIGILE E LA VIGILESSA di M.Travaglio ( Il FQ 07/01/2017)

IL VIGILE E LA VIGILESSA 
di M.Travaglio ( Il FQ 07/01/2017)
...

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Se qualcuno ci domanda a bruciapelo il nome di un incapace che sbaglia a scegliersi i collaboratori, la nostra risposta è scontata, automatica: Virginia Raggi. La Muraro indagata, Minenna fuggito, Raffaele Marra arrestato, Carla Raineri e Renato Marra bocciati dall’Anac, Romeo e le polizze a sua insaputa… Giusto, e anche normale: da sette mesi tv e giornali parlano più del Campidoglio che di Palazzo Chigi (non parliamo dei sindaci delle altre metropoli, infatti non ne parla nessuno) e si sono specializzati in dettagli minuziosissimi sulle pratiche di smaltimento rifiuti, sui regolamenti comunali e sulle procedure assicurative.
Ma solo su Roma: non, per dire, su Milano. Altrimenti tutti sapremmo che il sindaco Beppe Sala ha nominato assessore al Bilancio Roberto Tasca, suo socio in affari, e assessora alla Trasformazione digitale Roberta Cocco, top manager in aspettativa della Microsoft che è fornitrice del Comune: un doppio conflitto d’interessi (il primo direttamente del sindaco, non altrui come per la Raggi sui fratelli Marra) che l’Anac non ha denunciato alla Procura perché non può sindacare i conflitti d’interessi nelle nomine politiche (gli assessori), ma solo in quelle amministrative (dirigenti e funzionari). Perciò la Raggi è indagata per abuso d’ufficio e Sala no: per un buco nella legge sull’Anac.
L’Anac ha però aperto una pratica sulla Cocco perché rifiuta di pubblicare l’ultima dichiarazione dei redditi (2015), come impone la legge del 2013 sulla trasparenza. Sala, anziché imporle di rispettarla, la giustifica con supercazzole del tipo: “Lascio alla Cocco la libertà di agire”, “è un suo problema personale”, “capisco che è un obbligo di legge, ma in generale l’amministratore pubblico è sottoposto a un’attenzione che a volte non è logica”. Come se le leggi fossero un optional da applicare o disattendere a seconda di quanto paiono “logiche” al primo Sala che passa per la strada. Del resto, il concetto di legalità e trasparenza del sindaco milanese è piuttosto elastico, come dimostrano le decine di appalti senza gara per Expo, le indagini a suo carico per falsa dichiarazione (nascose una villa in Svizzera e una in Liguria, una società in Romania e una in Italia) e per falso materiale e falso ideologico (avrebbe retrodatato i documenti della gara per il più grande appalto di Expo per favorire un concorrente a discapito di un altro). Ancor più misterioso è il motivo per cui la Raggi è indagata a Roma per il conflitto dei fratelli Marra e l’ad della Rai Antonio Campo Dall’Orto non lo è per la nomina del capo della Security, il gendarme francese Genséric Cantournet.
La Rai lo fece selezionare da un’agenzia di cacciatori di teste di provata indipendenza: la Salvia, Cantournet &Partners casualmente amministrata da suo padre Bernard. Eppure Cantone ritiene illegittima pure quella nomina, come quelle di altri 10 dirigenti esterni: nel Codice Anticorruzione 2016, la Rai s’è impegnata a selezionare i dirigenti col job posting, cioè per concorso interno, raccogliendo le candidature e confrontando i curricula, cosa che Dall’Orto si guardò bene dal fare per Cantournet &C. Salvo poi scoprire che il suo ispettore Clouseau non dispone del Nos, il nullaosta sicurezza. E riassumere il suo predecessore Alfonso D’Alfonso, alla modica cifra di 160 mila euro l’anno. Prendi uno, paghi due. Invece il job posting non è previsto, anzi è escluso dal Regolamento del Campidoglio per i vertici delle direzioni, ragion per cui la Raggi non lo adottò per nominare Renato Marra al Turismo. Per carità, noi non pretendiamo che Dall’Orto venga torchiato per otto ore da due pm in un ufficio periferico della Polizia: questi sono trattamenti che vanno riservati ai veri criminali, come la Raggi. Però un paio di domandine veloci veloci, un’oretta non di più, tipo gli interrogatori di Lotti e Del Sette per la bazzecola della fuga di notizie sulle indagini e le microspie alla Consip sul più grande appalto d’Europa, ovviamente truccato, ecco, magari gliele si potrebbe rivolgere. Anche perché è paradossale che Dall’Orto e Sala se ne infischino dell’Anac e non succeda niente, mentre l’unico amministratore che interpella Cantone e poi ne segue le indicazioni (la putribonda Raggi) diventa peggio di Al Capone.
Preveniamo il solito ritornello: ma i 5Stelle dicono di essere migliori degli altri, dunque vanno giudicati più severamente. Vero, anche se ci resta il sospetto che stampa, Anac e magistrati debbano riservare a tutti parità di trattamento a parità di comportamento. Ma siamo proprio sicuri che il comportamento della Raggi sia almeno pari a quello dei partiti che l’accusano di essere peggio di loro? Da giorni si discute sulla nomina “non meritocratica” del funzionario comunale Salvatore Romeo, promosso dalla Raggi a suo capo-segreteria con stipendio triplicato (solo amici? o amanti? o complici di polizza?). E nessuno spiega che Romeo è un laureato in Economia esperto di bilanci e di società partecipate, non proprio uno trovato per strada; e che inizialmente il suo nuovo stipendio era il 20% in meno di quello della capo-segreteria di Marino, dopodiché gli fu ulteriormente tagliato.
Immaginate se la stessa attenzione fosse mai stata dedicata agli staff degli altri pubblici amministratori, tutti molto più nutriti e costosi di quello della Raggi. Il governatore campano Vincenzo De Luca sta stracciando il record di tutti i tempi per stanziamenti in “comunicazione”: 1,4 milioni, contro i 34 mila euro del 2014 e i 40 mila del 2015. Cifra che parrebbe eccessiva anche se il personaggetto si facesse erigere un monumento equestre d’oro zecchino in piazza Plebiscito.
Poi c’è lo staff renziano a Palazzo Chigi, che fa impallidire la Casa Bianca e il Cremlino messi insieme. La Verità racconta che, due giorni dopo aver perso il referendum e annunciato l’addio al governo, cioè mentre faceva le valigie per Pontassieve, Renzi ingaggiava sei nuovi consulenti “digitali” e un architetto, mentre Lotti ne arruolava altri cinque: roba da 3 milioni l’anno. Ma queste sono assunzioni meritocratiche. Come quella di Antonella Manzione, vigilessa di Pietrasanta e sorella del sottosegretario renziano Domenico (niente conflitto d’interessi, ci mancherebbe). Lo so che siamo tutti concentrati sul vigile Renato Marra: ma facciamo uno sforzettino e andiamo sulla vigilessa. La Manzione fu promossa dal sindaco Renzi comandante dei Vigili di Firenze e poi dal premier Renzi nientemeno che capo dell’ufficio legislativo di Palazzo Chigi, al modico stipendio di 207.461 euro l’anno (forse il quadruplo del precedente), con i risultati ben noti: una raffica di leggi, scritte coi piedi e regolarmente fulminate da Consulta e Consiglio di Stato. Siccome però l’ex vigilessa pestava i piedi alla Boschi, Renzi la promosse-rimosse al Consiglio di Stato (quello che bocciava le sue leggi), aggirando il limite minimo di età previsto dalla legge (che sarà mai), e per giunta lasciandola come fuori ruolo a Palazzo Chigi. Poi, con Gentiloni, la sottosegretaria Boschi le ha subito dato gli otto giorni, per sistemare al suo posto il fedelissimo Roberto Cerreto, laureato in Filosofia. Ora immaginate se questa giostra indiana a spese nostre portasse la firma della Raggi: scandalo, familismo, caos, bufera, rivolta, vergogna, omertà-omertà! Bad news. Invece porta il sigillo della Madonna di Laterina. Good news. Sentite La Stampa com’è felice: “Boschi vince la guerra tra donne: Manzione lascia Palazzo Chigi” e “prenderà servizio come giudice al Consiglio di Stato con funzione consultiva”, sostituita dal “quarantenne Cerreto, generalmente considerato preparato e brillante”. Non è meraviglioso? È vero che, “secondo taluni puristi, Manzione difetta dei requisiti per curriculum e anzianità”. Ma che saranno mai taluni puristi di fronte al “capolavoro della Boschi”: fanculo i taluni, e pure i puristi. La vigilessa che scriveva le leggi diventa giudice in barba alla legge per far posto al giovane filosofo preparato e brillante. 
Poi volti pagina e ti ritrovi in pieno “caos Raggi”: fine della meritocrazia, niente più capolavori.
( di Marco Travaglio , il Fatto Quotidiano , 07/02/2017)

per la procura a roma solo la Raggi ha criminato,il resto è solo beneficenza,ma che schifo!!!!Mafia Capitale, gip di Roma archivia 113 posizioni: anche Alemanno e Zingaretti

http://www.ilfattoquotidiano.it/2017/02/07/mafia-capitale-gip-di-roma-archivia-113-posizioni-anche-alemanno-e-zingaretti/3373498/


Mafia Capitale, gip di Roma archivia 113 posizioni: anche Alemanno e Zingaretti


GIUSTIZIA & IMPUNITÀ
La Procura di Roma aveva chiesto l'archiviazione di 116 posizioni. Il giudice per le indagini preliminari Flavia Costantini motiva la decisione scrivendo di "elementi inidonei a sostenere l’accusa in giudizio"

Descrizione dei successi di Marino nei primi 7 mesi da Sindaco di Roma.

Descrizione dei successi di Marino nei primi 7 mesi da Sindaco di Roma.
1) Una multa con la Panda.
2) 3 scontrini del ristorante.
3) 5.000 euro di Buzzi ad Odevine.
4) Commissariamento Ostia per mafia.
5) Un articolo su La Repubblica.
6) Nessun articolo sull'Espresso.
7) Un bacio ai pupi ed inaugurazione per i Fori Imperiali.
8) Viaggio negli stati uniti a spese nostre.
9) 2 Scontrini dal 1000 euro per il ristorante.
10) 'N'antra multa della Panda.
11) Giro in bicicletta.
12) Arresto per Buzzi e Carminati.
13) Notaio.
14) 'Ndo cazzo è finito Marino?.
15) Ciao
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I 43 SUCCESSI DI VIRGINIA RAGGI Visita il sito

fuori le olimpiadi arriva lo stadio, lo chiede Totti

il vangelo secondo Totti, con la scusa dello stadio ce fanno nà bella speculazione edilizia e poi i servizi si sa li paga il comune e fuori le olimpiadi arriva lo stadio

06/02/17

"Regina, il popolo ha fame!". "Dategli gli stadi"..

"Regina, il popolo ha fame!".
"Dategli gli stadi"..

Quelli che #famolostadio, tifoseria ottusa che non comprende di rendersi complice di persone senza scrupoli che deturpano e indebitano #Roma


Quelli che , tifoseria ottusa che non comprende di rendersi complice di persone senza scrupoli che deturpano e indebitano

no allo stadio nuovo a Roma i soldi si usano per i poveri non i per i Veltroni

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🔊La Merdino i 7 nani e la merda avvelenata "renziolo cupiorlo orfiniolo fianolo napoliladrolo alfanolo e giacchettolo"🎭


🔊La Merdino i 7 nani e la merda avvelenata "renziolo cupiorlo orfiniolo fianolo napoliladrolo alfanolo e giacchettolo"🎭

le regole sono che se lo pagano loro,noi i soldi li usiamo per cose serie, per le famiglie,per i disoccupati ecc

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CINQUANTA SFUMATURE DI NERO - Trailer italiano ufficiale



50 sfumature di nero, in sala il nuovo film dalla trilogia di E.L. James – IL TRAILER


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Dakota Johnson e Jamie Dornan ricominciano con le seduzioni pericolose in 50 sfumature di nero di James Foley dal secondo libro della trilogia bestseller di E.L James. Nel cast anche Kim Basinger che compare pochissimo nelle immagini rispetto al ruolo assunto nel secondo libro della saga. L’uscita del film in Italia è prevista per il prossimo 9 febbraio.

Se è come il primo non è sto gran che, di certo al cinema non lo vado a vedere, aspetto la proiezione che di sicuro darà mediaset.
Ho letto il libro,è deludente, cioè che devo dì, lui mi pare un poveretto e lei una pappetta, insomma niente di nuovo riguardo al primo

Danilo Toninelli Nuova settimana, nuovo attacco a Virginia Raggi. Si vede che la lezione sull'ennesimo caso gonfiato ad arte contro la sindaca di Roma

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Nuova settimana, nuovo attacco a Virginia Raggi. Si vede che la lezione sull'ennesimo caso gonfiato ad arte contro la sindaca di Roma, e poi miseramente fallito, non è servita. Anzi, oggi sul Corriere della Sera (edizione romana), ritornano contro di lei e le chiedono di occuparsi della città, perché, a loro dire, finora le aspettative non avrebbero avuto riscontro.
E come potevano avere riscontro
 se il sistema di disinformazione non fa altro che tentare di sabotare la giunta capitolina con pettegolezzi e falsità? Come possono trovare riscontro se questi giornaloni ci raccontano solo storielle horror e mai che si faccia una cronaca vera di cosa è stato fatto?
Eh sì, perché, benché Corriere, Repubblica e quant'altro non lo dicano, sono state fatte cose importanti. Ve ne cito giusto tre.
Nonostante un bilancio appesantito da decenni di malaffare, sono stati stanziati:
- quasi 40 milioni di euro sulle politiche sociali per la famiglia;
- quasi 50 milioni di euro per la messa in sicurezza delle scuole in tutti i municipi della città;
- oltre 360 milioni di euro per il trasporto pubblico locale.
Vi pare poco? Posso continuare. Vi posso parlare di altre decine di milioni di euro stanziati per il rifacimento delle strade, per la cura della viabilità o per la riqualificazione delle periferie.
Oppure, invece di parlare degli investimenti, vi posso dire come questi sono stati reperiti. Ad esempio tramite il risparmio, come quello fatto sugli stipendi del sindaco, della giunta e dello staff, oppure grazie all'approvazione del bilancio entro gennaio, che ha permesso 15 milioni di euro di bonus.
Oppure vi posso anche parlare dei tagli fatti alle tasse dei cittadini romani, che, per esempio, si ritrovano bollette sulla nettezza urbana più leggere.
E tanto, tanto altro ancora.
Certo, se Virginia potesse non passare il tempo a difendersi dalle false accuse che il sistema di disinformazione sforna ogni giorno, magari avrebbe pure il tempo di raccontare cosa ha fatto, cosa sta facendo e cosa farà in futuro. E come si può vedere, non sono così poche come vogliono farci credere.


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Travaglio: "Zingaretti è indagato per corruzione e turbativa d’asta in Mafia Capitale, perchè nessuno ne parla?"

Prodi è stato pure questo, credo che in pochi siano a conoscenza di questo fatto, non ha mai trapelato questa notizia ! È da pelle d'oca