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23/02/18

Domani esce nelle edicole e poi nelle librerie il nuovo libro di Marco Travaglio: B. come basta!Leggete,io mi ricordo tutto,per me Prodi ,Berlusconi Monti e il resto dovrebbero tutti stare in galera

Domani esce nelle edicole e poi nelle librerie il nuovo libro di Marco Travaglio: B. come basta!



(ed. Paperfirst, pp, 389, 14 euro), sottotitolo: “Fatti e misfatti, disastri e bugie, leggi vergogna e delitti (senza castighi) dell’ometto di Stato che vuole ricomprarsi l’Italia per la quarta volta”. Anticipiamo alcuni stralci dal capitolo “Quando c’era Lui”.

La lista nera dei disastri dei tre governi Berlusconi (1994, 2001-06, 2008-11) è talmente lunga che, da sola, occuperebbe un paio di Treccani. Ma ora Silvio Berlusconi si ripresenta per la settima volta agli elettori travestito da “usato sicuro” capace, europeista e moderato contro gli “incompetenti”, gli “antieuropeisti” e gli “estremisti”, e trova persino a sinistra chi ci casca o almeno finge di cascarci. Eugenio Scalfari ha dichiarato: “Con Berlusconi al governo le cose sono andate più o meno come andavano con gli altri governi”. Quindi è il caso di riepilogare in estrema sintesi l’inventario dei danni che è riuscito a fare ogni volta che ha avuto la ventura di governarci e noi la sventura di essere governati da lui (…).


Vediamo come, negli anni delle vacche grasse, (non) approfittò della congiuntura favorevole. Salvo poi gridare al golpe e al complotto quando, nel 2011, tutti i nodi aggravati dalla crisi mondiale vennero al pettine.

Il decennio nero. Dai dati del Fondo monetario internazionale risulta che, fra il 2001 e il 2011, il nostro Pil reale pro capite, cioè la ricchezza prodotta da ogni singolo italiano tenendo conto dell’inflazione, sia crollato del 3,1%. La peggiore performance di tutta l’Eurozona, visto che nel Vecchio continente in quel periodo solo l’Italia ha avuto il segno “meno”. Nel decennio, 2001-2011, mentre noi precipitavamo, tutti gli altri Paesi crescevano: dai tedeschi (del 12,9%) ai greci, sì persino i greci. Non solo: se nel 2001 la differenza fra il nostro Pil pro capite e quello tedesco era di 1.610 euro, nel 2011 si era quadruplicata a 6.280 euro. Gli italiani in condizioni di povertà assoluta toccavano la cifra record di 3 milioni e mezzo. E l’occupazione cominciava a calare soprattutto fra i giovani, mentre il Cavaliere non trovava di meglio che produrre più precariato con la legge 30 del 2003. In quel decennio nero, Berlusconi ha governato 8 anni su 10.


La finanza pubblica. Nel 2011 l’ultima manovra della coppia B.-Tremonti lascia un’eredità pesante: misure senza copertura per 20 miliardi di euro. Soldi da trovare entro il 30 settembre 2012 con una riforma – neanche abbozzata – delle agevolazioni fiscali. In alternativa, scatteranno i tagli lineari. Il governo Monti si accolla gran parte del prezzo di impopolarità e trova poi, prelevandoli dai ceti più deboli, 13,4 di quei 20 miliardi, mentre il resto si trascinerà sui governi successivi.

Le tasse. “Meno tasse per tutti” e “Rivoluzione fiscale”. Sono questi gli slogan dominanti di tutte e sette le campagne elettorali berlusconiane. Peccato che poi, una volta al governo, il Cavaliere non sia mai riuscito a rivoluzionare né l’Irpef né tantomeno l’intero sistema tributario. Nel suo secondo governo, l’unico durato l’intera legislatura, la pressione fiscale (cioè l’incidenza delle tasse sul Pil) scende in cinque anni di un paio di decimali, senza che nessuno se ne accorga. Cioè (dati Istat) passa dal 40,1% del 2001 al 39,1 del 2005. Nei tre anni del suo terzo governo, senza una sola misura di austerità per fronteggiare la crisi finanziaria globale, la pressione fiscale aumenta addirittura: dal 41,3 del 2008 al 41,6 del 2011. Altro che “Meno tasse per tutti”: meno tasse solo per gli evasori e i frodatori, beneficati da continui condoni e “scudi fiscali”.


La spesa pubblica. La ragione del mega-flop fiscale è semplice: da quel grande populista che è sempre stato, B. non ha mai voluto ridurre la spesa corrente (come invece ha fatto Prodi), rendendo impossibile qualunque riduzione permanente del carico fiscale. Tra il 1999 e il 2005 (biennio D’Alema-Amato e quinquennio berlusconiano), la spesa per consumi finali della Pubblica amministrazione, dove si annidano i veri sprechi, è salita del 3,3% annuo. E si è fermata solo con il secondo governo Prodi (2006-2008). Vediamo il dettaglio, riassunto di recente da Sergio Rizzo su La Repubblica. La spesa pubblica nel 2001 superava di poco i 600 miliardi, mentre alla fine del 2011 sfiorava gli 800 (797.971), con un aumento monetario del 32,8 per cento e una crescita reale (detratta l’inflazione) dell’8,5: cioè di 62 miliardi. Soldi ben spesi? Vediamo. Di quei 62 miliardi, 57 sono finiti nel capitolo Welfare: per la stragrande maggioranza, pensioni. “Quel capitolo – scrive Rizzo – che assorbiva nel 2001 il 36,1% della spesa pubblica, aveva raggiunto nel 2011 il 40,4%. C’entra di sicuro l’esborso enorme per l’assistenza causato dalla crisi. Ma è incontestabile che la fetta più rilevante di quei 57 miliardi abbia a che fare con l’incremento della spesa previdenziale. Per giunta, mentre il conto per le pensioni saliva in modo inarrestabile, la spesa per l’istruzione si riduceva del 10,2%: 7 miliardi e mezzo reali svaniti. In quei dieci anni si è dunque investito sugli anziani disinteressandosi dei giovani”. Poi ci sono i soldi buttati. Per esempio in spese militari, aumentate del 35,2%, mentre quelle per la cultura scendevano del 31,7.

Debito pubblico. Il sedicente risanatore della finanza pubblica non ha fatto che aumentare vieppiù il debito pubblico: + 539 miliardi, quasi tutti merito suo. Per fortuna, il tanto deprecato euro, nello stesso periodo, faceva scendere gli interessi sui titoli di Stato di quasi 18 miliardi reali.


Sanità. Nel secondo governo Berlusconi il finanziamento al fondo sanitario nazionale esplode dai 71,3 miliardi del 2001 ai 93,2 del 2006 (da allora salirà in 10 anni di soli altri 20 miliardi). Motivo: le esigenze di rigore per l’ingresso nell’euro si sono esaurite e i bassi tassi di interesse consentono di aumentare i fondi alla sanità pubblica (e privata convenzionata, letteralmente scoppiata soprattutto nelle regioni governate dal centrodestra). Ma quella stagione, e ancor di più quella del terzo governo Berlusconi, verranno ricordate per ben altre ragioni: il fallimento del federalismo sanitario (voluto sia dal centrosinistra sia dal centrodestra), che avrebbe dovuto responsabilizzare le Regioni dando loro un budget e precisi standard da rispettare (i Lea: livelli essenziali di assistenza). Invece non funzionerà mai. Anzi – come spiega l’economista Gilberto Turati, specialista di politiche sanitarie dell’Università Cattolica di Roma – sotto Berlusconi si afferma il principio che, “per garantire i Lea, serve almeno la spesa dell’anno precedente, così le regole di fatto incentivano le Regioni a spendere sempre di più”. Così, per ingrassare le clientele e le mafie sanitarie, si taglia selvaggiamente sul sociale. Dal 2008 e al 2011 il fondo per le politiche per la famiglia passa da 346,5 milioni (2008) a 52,5 (2011), quello per le politiche giovanili da 137,4 milioni a 32,9, quello per la non autosufficienza che finanzia l’assistenza ai malati più gravi da 300 milioni a zero.

Scuola, università e grandi opere. Le “riforme” berlusconiane dell’istruzione pubblica, targate Letizia Moratti (2003) e Maria Stella Gelmini (2008), improntate a una filosofia “privatistico-confindustriale”, suscitano ostilità quasi unanimi di insegnanti, studenti e famiglie, senza risolvere i problemi principali del settore, anzi aggravandoli. Il terzo governo Berlusconi, poi, completa l’opera tagliando il fondo per il finanziamento ordinario dell’Università dai 7,4 miliardi del 2008 ai 6,9 del 2011. Tornerà sopra i 7 miliardi soltanto nel 2014.


Quanto invece alle inutili opere faraoniche, l’asso nella manica di Berlusconi, la Legge obiettivo, si è rivelata un disastro epocale per il bilancio pubblico. Avrebbe dovuto velocizzare la realizzazione delle infrastrutture garantendo prezzi certi? Ebbene, a fine 2011 risultavano ultimati appena il 10% dei lavori previsti, con i costi ovunque esplosi. Senza contare alcuni regalini maleodoranti tipo quelli gentilmente offerti dalla vicenda della corruzione al Mose di Venezia. Omaggi che, secondo uno studio del governo Monti, avrebbero fatto salire la spesa per gli appalti pubblici perfino del 40%.

Immigrazione. Il Berlusconi che oggi tuona contro l’immigrazione sparando cifre a casaccio (“È una bomba sociale: 630 mila clandestini”), è lo stesso che nel 2011 deliberò la partecipazione dell’Italia alla guerra in Libia contro il suo amico e compare Gheddafi, cedendo alle pressioni di Obama, Sarkozy e Napolitano, con il conseguente aumento esponenziale degli sbarchi. Ma non solo: porta la sua firma, oltreché i voti di FI, An e Lega Nord, la più grande sanatoria di immigrati “clandestini” o irregolari (circa 800 mila domande, di cui 694.224 accolte, nel solo 2002, in concomitanza con l’approvazione della legge Bossi-Fini). Nel 2003 è il governo Berlusconi a sottoscrivere senza batter ciglio la Convenzione europea detta “Dublino II”: chi sbarca in Italia resta in Italia. Nel 2009 il terzo governo B., sempre con i voti della Lega, vara una seconda mega-sanatoria di immigrati irregolari (294.744 domande accolte).


Le leggi vergogna. Che faceva Berlusconi mentre l’Italia andava in malora? Si occupava dei fatti suoi, con un’attenzione e una competenza davvero degni di miglior causa. Per scongiurare i due pericoli che nel 1993 l’avevano portato a creare Forza Italia: il fallimento delle sue aziende e la galera. Con una raffica di leggi vergogna da brivido. Noi qui riassumeremo soltanto le 60 che hanno portato vantaggi a lui, ai suoi cari, ai suoi amici (e amici degli amici mafiosi), ai suoi coimputati e alle sue aziende. Nei quattro settori chiave della giustizia, del fisco, della televisione e degli affari. Tutte leggi mai previste dai programmi elettorali di Forza Italia, o della Casa delle Libertà, o del Popolo delle Libertà, dunque mai votate dai cittadini. Infatti non riguardano tutti noi: riguardano soltanto lui e pochi altri fortunati vincitori.

LA EMBRACO (TORINO): ENNESIMA FIGURA DI MERDA DEL GOVERNO RENZILONI. DOPO CHE QUESTA AZIENDA, GUIDATA DAL GRUPPO WHIRPOOL HA INCASSATO 20.000.000 DI EURO, DI AIUTI STATALI, DELOCALIZZA IN SLOVACCHIA. GLI OPERAI ITALIANI, SONO COSTRETTI AD INCATENARSI AI CANCELLI DELL'AZIENDA. COME AL SOLITO IL PD VA A PIANGERE DALL'UNIONE EUROPEA. CHE FIGURA DI MERDA. PURE I BABBUINI DEL CONGO RIDONO DELL'ITALIA.

LA EMBRACO (TORINO): ENNESIMA FIGURA DI MERDA DEL GOVERNO RENZILONI. DOPO CHE QUESTA AZIENDA, GUIDATA DAL GRUPPO WHIRPOOL HA INCASSATO 20.000.000 DI EURO, DI AIUTI STATALI, DELOCALIZZA IN SLOVACCHIA. GLI OPERAI ITALIANI, SONO COSTRETTI AD INCATENARSI AI CANCELLI DELL'AZIENDA. COME AL SOLITO IL PD VA A PIANGERE DALL'UNIONE EUROPEA. CHE FIGURA DI MERDA. PURE I BABBUINI DEL CONGO RIDONO DELL'ITALIA.
-1:37

Scandalo #Mose, l’ex sindaco di #Venezia #Orsoni salvato dalla prescrizione per due settimane, ma i giudici scrivono che “le bustarelle le ha prese”. Un premio a chi indovina di che partito era.

Scandalo , l’ex sindaco di salvato dalla prescrizione per due settimane, ma i giudici scrivono che “le bustarelle le ha prese”. Un premio a chi indovina di che partito era.

nel pd volano gli stracci.Emiliano: "Se Mattarella dà l'incarico a Di Maio, Pd sostenga governo M5s". Calenda: "Cosa c'entri tu con i dem?"

non è normale,invecchiare fa a volte brutti scherzi


Lo slogan dei 5 Stelle: partecipa, scegli, caga.
-0:59

22/02/18

La Terribile minaccia di De Luca a Travaglio: “Aspetto di trovarlo per strada al Buio”. Ecco cosa dice.


In questi giorni dopo l’inchiesta di FanPage è tornata alla ribalta la figura del…
ADESSOBASTA.ORG

questo è fuori di testa.Vincenzo De Luca attacca M5S: 'Mezze pippe, ve possano uccidere tutti' -

Cosa gli possiamo rispondere a questo troglodita?
Un circo equestre. Molte 'mezze pippe' e tanti miracolati. Divulgatori di idiozie.... Vincenzo De Luca, non usa il fioretto e va giù duro nei confronti dei…
ANSA.IT

il piddì e i suoi complici le foreste le tutela distruggendole.Decreto foreste, il presidente Mattarella non firmi l’ennesima legge ai danni dell’ambiente

Decreto foreste, il presidente Mattarella non firmi l’ennesima legge ai danni dell’ambiente

Decreto foreste, il presidente Mattarella non firmi l’ennesima legge ai danni dell’ambienteIl decreto, che pure contiene affermazioni condivisibili come: “La Repubblica riconosce il patrimonio forestale nazionale come bene di rilevante interesse pubblico” è in realtà finalizzato a “incrementare la valorizzazione economica del patrimonio forestale e il sostegno alle sue filiere” ed è quindi una vero “lasciapassare” per lo sfruttamento economico ed energetico anche di aree boschive prima rigorosamente tutelate. Tutto ciò ha suscitato profonde perplessità e critiche in Giuristiesperti del settore e anche come medici siamo oltremodo preoccupati per le ricadute sanitarie che tutto ciò comporterà anche a seguito dell’inevitabile incremento del traffico pesante connessohttps://www.ilfattoquotidiano.it/2018/02/22/decreto-foreste-il-presidente-mattarella-non-firmi-lennesima-legge-ai-danni-dellambiente/4180250/

#Renzi bolla come #Fakenews la questione “permesso”per l’auto della moglie,dicendo che passa per quelle vie “causa lavori in centro”e annuncia QUERELE Ma @Donzelli pubblica la lettera della società: permesso,su indicazione del SINDACO per funzione ISTITUZIONALE-SICUREZZA

bolla come la questione “permesso”per l’auto della moglie,dicendo che passa per quelle vie “causa lavori in centro”e annuncia QUERELE Ma pubblica la lettera della società: permesso,su indicazione del SINDACO per funzione ISTITUZIONALE-SICUREZZA

Bari, presunto pedofilo picchiato in diretta Facebook queste cose secondo me accadono perchè la giustizia non c'è ,le leggi sono inadeguate, e così c'è chi pensa alla giustizia fai da te,

queste cose secondo me accadono perchè la giustizia non c'è ,le leggi sono inadeguate, e così c'è chi pensa alla giustizia fai da te, la colpa di chi è, ma di chi ci governa e delle leggi che hanno fatto per se e per la povera gente è solo dittatura, perchè le leggi vanno fatte per il popolo non per un 3000 stronzi che ci governano,mi spiego se depenalizzi, se fai leggi dove dai poca pena e tanta rieducazione che poi non c'è , per forza che accadono queste cose, un parlamento che legifera per se, perchè è pieno di gente schifosa, a dirla da come la vedo io, sono in parlamento almeno su 1000 fra deputati e senatori, almeno tre quarti sono da me infiduciabili, e mi spiego meglio, se un Berlusconi che è interdetto dal fare politica ecc ecc, fa politica e lo riceve il capo dello stato, cioè lo legittima, poi che ti aspetti, è scontato che criminali e di tutto si rifugia lì per non pagare le pene che potrebbe scontare, una volta lì legifera per non scontare alcuna pena e poi mica ci sono solo loro sul suolo italico, siamo 60 milioni e le leggi che danno impunità valgono per tutti.
Cosa può fare un poveraccio che si vede toccare un figlio, la legge dice che provvederà, ma i tempi sono lunghissimi per avere giustizia, gli avvocati altra casta costano, chi è criminale se ne fotte e fa di tutto perchè il suo reato cada in prescrizione, un esempio di prescrizioni  a iosa lo da Berlusconi ecc ecc, che fare, non votateli più, la mafia è entrata nelle stanze del potere e noi siamo messi a 90 gradi

ALL'ESTERO ARRIVANO I "SANTINI" DEL PD IN CONTEMPORANEA CON LE SCHEDE ELETORALI..! AIUTATEMI A DIFFONDERE LA NOTIZIA!!

https://www.sbs.com.au/yourlanguage/italian/it/audiotrack/electoral-campaign-australia-accusations-circulating-social-media?language=it

A screenshot of Dario Catania's post



In questi giorni arrivano nelle case dei cittadini italiani residenti in Australia le schede elettorali. In alcuni casi, contemporaneamente alle buste inviate dal consolato di Melbourne è stata recapitata anche una lettera pubblicitaria di due candidati PD alla Camera e al Senato, Francesco Pascalis e Allegra Salvadori.
Il contemporaneo arrivo della scheda del voto e quello della pubblicità ha infiammato i social media, con accuse più o meno velate verso il Consolato e verso il Partito Democratico.
Ma cosa è successo?
"Anche per questo il voto estero deve essere elettronico, così è una farsa". È quanto scrive sul suo profilo Facebook il candidato del M5S Dario Catania, a commento di una foto del volantino elettorale di Francesco Pascalis e Allegra Salvadori pervenuto contemporaneamente alle schede elettorali.

Catania, che invita a condividere foto e denunciare la presenza di materiale elettorale recapitate contemporaneamente alle schede inviate dal consolato, si è spiegato ai nostri microfoni (l'audio del servizio è disponibile qui sopra), dichiarando tra l'altro che se "[in Italia] al momento del voto, il giorno prima c'è silenzio elettorale, anche al momento del voto all'estero non è possibile che vengano mandate lettere pubblicitarie di qualsiasi partito".
Alcuni utenti di Facebook parlano addirittura di una busta unica contenenti le istruzioni e le schede per il voto e la pubblicità del PD, accusa che Dario Catania non ha però condiviso.
Il console di Melbourne Pierluigi Trombetta ha smentito categoricamente questa notizia ai nostri microfoni, dichiarando che si tratta di una falsità, "un'accusa estremamente grave" che potrebbe anche avere risvolti giudiziari per chi la diffonde.
Continua tuttavia a circolare sui social media la critica riguardante la contemporaneità, in alcuni casi, dell'arrivo delle buste elettorali e della pubblicità, arrivate in buca lo stesso giorno.
A screenshot of Dario Catania's post
Francesco Pascalis, candidato del PD alla Camera, non smentisce. Ai nostri microfoni ha dichiarato che da tempo la notizia che il Consolato avrebbe spedito le schede elettorali il 14 febbraio era di dominio pubblico, e che la spedizione in contemporanea della pubblicità del PD era intenzionale: "sapendo che il Consolato inviava le schede entro il 14, e tutti lo sapevano, uno chiaramente si regola e fa partire la propria pubblicità nello stesso periodo", ha dichiarato.
Dario Catania, candidato del M5S, ritiene che l'invio di materiale pubblicitario in concomitanza con quello delle schede seppur legale andrebbe messo in discussione. A suo parere "è condizionabile il voto se insieme al plico si invia la pubblicità per i partiti. Per fare un esempio, è come quando si entra nel seggio elettorale in Italia e magari fuori dalle scuole c'è qualcuno che dà un santino: e questo pure lo denunciamo in Italia (...)". Dario Catania tuttavia non ritiene che il silenzio elettorale dovrebbe essere applicato anche ai social media.
Altro oggetto di polemiche online è come i partiti politici possano avere accesso agli indirizzi degli iscritti all'AIRE. Il console di Melbourne Pierluigi Trombetta ha chiarito che l'accesso è garantito dalla legge a tutti i candidati che ne facciano richiesta.
Secondo le sue dichiarazioni due partiti hanno richiesto l'elenco degli iscritti all'AIRE, ma per il momento a Melbourne nelle buche delle lettere è arrivata per ora solo la pubblicità del PD.
Gli elettori della capitale del Victoria sono quasi 45mila, numero che fa presupporre una spesa consistente per chi volesse inviare a tutti materiale promozionale. Francesco Pascalis ha confermato che l'invio di una singola busta costa un dollaro, ma ha aggiunto di aver operato una selezione sugli indirizzi a cui mandare le brochure che promuovono la sua candidatura. La direzione del PD, secondo Pascalis, ha aiutato in misura simbolica. A suo parere i costi della campagna pubblicitaria, che include anche l'acquisto di spazi pubblicitari sulla nostra radio e altri mezzi di informazione come Il Globo e La Fiamma, sono stati coperti dagli stessi candidati.
La vicenda di alcune delle accuse diffuse online, che spaziano da chi sostiene che Pascalis abbia acquistato gli indirizzi dei residenti a chi insinua che il materiale pubblicitario fosse nelle buste del Consolato, ha la potenzialità di avere anche degli strascichi legali, avverte Pascalis.
Dario Catania ribadisce che l'invio del materiale pubblicitario da parte del PD non è reato, ma che a suo parere è una questione etica: "la legge da quanto ne so non vieta questo comportamento, ma noi dobbiamo cominciare a scindere un poco quello che dice la legge e quello che dice la nostra coscienza, altrimenti come esseri umani non progrediamo; noi non lo facciamo, gli altri partiti lo stanno facendo, quindi poi gli elettori decideranno chi scegliere per rappresentarli in parlamento".
Ricordiamo i tempi del voto all'estero. I consolati avevano come data ultima il 14 di febbraio per spedire le schede agli elettori e alle elettrici. Visti i tempi stretti, in caso di mancato arrivo entro venerdì è consigliabile contattare i consolati per richiedere un duplicato. Le buste devono ritornare ai consolati entro le 16 del 1 marzo. Il voto in Italia avverrà il 4 marzo.