il mio canale you tube

il mio canale you tube
musica e video amatoriali fatti da me

Elenco blog personale

19/06/12

Quirinale a Mancino: “Intervenire su Grasso”il mondo sta cambiando,siamo tutti più consapevoli che vuol dire in parole semplici non crediamo più alle balle che ci raccontano i politici,compreso bersani e il pd,scontato non credere a bossi,ma non obbligato il mondo sta cambiando,siamo tutti più consapevoli che vuol dire in parole semplici non crediamo più alle balle che ci raccontano i politici,compreso bersani e il pd,scontato non credere a bossi,ma non obbligatorio credere a napolitano,cioè non scegliamo più fra uno o l'altro,sono eguali e non li vogliamo più,compreso berlusconi,casini,fini ecc, sono il vecchio che arranca, che appicciato alla cadrega sta facendo di tutto per non morire,si intende morte politica,ma vista l'età dei sogetti,il più giovane ha 60 anni, che dire,hanno di se stessi una valutazione super,questi se li lasci fare a 100 anni si credono ancora fanciulli,ma poi lo spettacolo che danno è misero,arrancano,cicchito che con quattro peli in testa e bascia alle labbra che insiste, la fanciulla bindi che trotterella, d'alema il boy, la finocchiaro che è una bambina,tutti rigorosamente con la mani da fatina ,così perfette che secondo me quando prendono il cibo mettono i guanti per non sciuparle,


Quirinale a Mancino: “Intervenire su Grasso”il mondo sta cambiando,siamo tutti più consapevoli che vuol dire in parole semplici non crediamo più alle balle che ci raccontano i politici,compreso bersani e il pd,scontato non credere a bossi,ma non obbligato

il mondo sta cambiando,siamo tutti più consapevoli che vuol dire in parole semplici non crediamo più alle balle che ci raccontano i politici,compreso bersani e il pd,scontato non credere a bossi,ma non obbligatorio credere a napolitano,cioè non scegliamo più fra uno o l'altro,sono eguali e non li vogliamo più,compreso berlusconi,casini,fini ecc, sono il vecchio che arranca, che appicciato alla cadrega sta facendo di tutto per non morire,si intende morte politica,ma vista l'età dei sogetti,il più giovane ha 60 anni, che dire,hanno di se stessi una valutazione super,questi se li lasci fare a 100 anni si credono ancora fanciulli,ma poi lo spettacolo che danno è misero,arrancano,cicchito che con quattro peli in testa e bascia alle labbra che insiste, la fanciulla bindi che trotterella, d'alema il boy, la finocchiaro che è una bambina,tutti rigorosamente con la mani da fatina ,così perfette che secondo me quando prendono il cibo mettono i guanti per non sciuparle, e meno male che in francia abbiamo un uomo che conteso da due donne viene cacciato dalla moglie onde potere stare con una sola ,che lui stava bene con due, ma a confronto con i nostri politici lui è solo un uomo innamorato e un pò ingordo,per il resto aprla di francia,mani normali, pure la merkel ha mani più sciupate di letta enrico e letta gianni, che quando li vedi paiono entrambi manichini antichi abituati ad essere ammirati e poi acquistati a caro prezzo, che dire un PARLAMENTO COSì PRESO DALLA SUA IMMAGINE, PRESO A METTERE IN SACCOCCIA I SOLDI CHE NOI ABBIAMO UNA SOLA ALTERMNATIVA, GRILLO,PERCHè GRILLO UNO SI CHIEDE, PERCHè è L'UNICO CHE DA ANNI CI SBATTE IN FACCIA LA REALTà, LI CHIAMA ZOMBY,MORTI VIVENTI,MA SI CHE MANCO IL GIARDINAGGIO SUL BALCONE LORO FANNO, CHE ALTRIMENTI SI SCIUPANO LE MANI, CHE DIRE ,ABBIAMO TANTI RE DI FRANCIA, RE SOLI, INTANTO SUI SOLI HANNO RAGIONE,MAI STATI COSì IN SOLITUDINE FRA LORO DOVE FANNO SFOGGIO DI AUTOPLOCAMI,AUTO REFERENZE,AUTOAMORI,INSOMMA SI MASTURBANO LA TESTA, MA POI NOI VOTEREMO E LI CACCEREMO, POI FAREMO LEGGI DOVE SI CHI FA POLITICA GIUSTO CHE GUADAGNI,MA NORMALMENTE,COSì AVREMO A PALAZZO UOMINI,NON ZOMBY A MANI DI FATA

 

Trattativa, il consigliere del Quirinale a Mancino: “Intervenire su Grasso”

Nelle intercettazioni della Procura di Palermo le prove dei contatti tra il consigliere di Napolitano Loris D'Ambrosio e l'ex ministro dell'Interno, preoccupato per l'inchiesta sui rapporti tra Stato e mafia all'epoca delle stragi. Il procuratore della Dna verrà poi convocato dal pg della Cassazione Ciani
“Il presidente ha preso a cuore la questione”, diceva il braccio destro di NapolitanoLoris D’Ambrosio, a Nicola Mancino. Poi aggiungeva: “Bisogna intervenire su Pietro Grasso”. Non erano millanterie. Alla fine le pressioni del Quirinale hanno prodotto un risultato: il procuratore nazionale antimafia il 19 aprile è stato convocato dal procuratore generale della Cassazione Gianfranco Ciani per sentirsi chiedere il coordinamento tra procure che piaceva a Mancino.
L’assedio è fallito solo grazie al gran rifiuto di Grasso (leggi l’intervista a Il Fatto Quotidiano). Ogni giorno emergono particolari inquietanti sul comportamento della Presidenza della Repubblica nell’inchiesta sulla trattativa Stato-mafia a cavallo dellestragi del 1992-’93Sabato scorso il Colle era stato costretto a tirare fuori dal cassetto la lettera inviata al procuratore generale della Cassazione dal segretario generale della Presidenza del Consiglio, Donato Marra: “Il Capo dello Stato auspica – scriveva Marra allegando una lettera di Nicola Mancino in tal senso – che possano essere prontamente adottate iniziative che assicurino la conformità di indirizzo delle procedure (…) e ciò specie al fine di dissipare le perplessità che derivano dalla percezione di gestioni non unitarie delle indagini collegate”. Ora si scopre che – dopo quella lettera pg della Cassazione Gianfranco Ciani ha esaudito i voleri di Mancino e Napolitano convocando proprio Grasso.
Per comprendere l’epilogo della manovra quirinalizia, bisogna leggere le telefonate dell’indagine coordinata dal procuratore aggiunto Antonio Ingroia assieme ai sostitutiAntonino Di Matteo, Francesco del Bene e Lia Sava, in particolare le nove intercettazioni dei colloqui tra D’Ambrosio e Mancino. Il fidato collaboratore di Napolitano si offre senza risparmio e spende il nome del presidente. Il 25 novembre alle 21, D’Ambrosio e Mancino parlano di un possibile snodo della trattativa: la nomina del magistrato Francesco Di Maggio (poi deceduto) a numero due del Dipartimento amministrazione penitenziaria. “Perché è arrivato lì Di maggio? Chi ce lo ha mandato? Questo è il problema”, spiega D’Ambrosio a Mancino. Poi aggiunge: “C’erano due problemi: l’alleggerimento del 41 bis e i colloqui investigativi e lei (Mancino, ndr) non ne ha saputo niente perché per la parte 41 bis c’erano Mori, Polizia-ParisiScalfaro e compagnia. Per la parte dei colloqui investigativi… Di Maggio-Mori”.
Con il passare dei mesi i discorsi si concentrano sulle ansie di Mancino, che pensa di essere nel mirino del pm di Palermo Nino Di Matteo e invoca un intervento del capo della Dna Pietro Grasso sotto la veste del coordinamento. “Io ho visto Grasso in una cerimonia, stava davanti a me. Mi ha detto: ‘Quelli lì (probabilmente i pm della Procura di Palermo, ndr) danno solo fastidio. Ma lei lo sa che noi non abbiamo poteri di avocazione ?’” Mancino prosegue: “E io gli ho detto: ‘Ma poteri di coordinamento possono essere sempre esercitati’”. È quello l’obiettivo: spingere Grasso a intervenire sulle procure di Palermo e Caltanissetta per imporre un coordinamento che – nelle intenzioni di Mancino almeno – avrebbe potuto ridurre i danni. Si arriva al 24 febbraio. A Palermo Mancino è sentito come testimone nel processo a Mario Mori dove si parla sempre di trattativa Stato-mafia.
La deposizione non soddisfa il pm Di Matteo e il giorno dopo sui giornali esce la sua intervista: “Qualcuno nelle istituzioni mente” con l’anticipazione di un imminente confronto tra gli ex ministri Mancino e MartelliL’ex presidente del Senato entra in fibrillazione: “Il pm Di Matteo ha detto che ci sono contraddizioni tra Mancino, Martelli e Scotti”, dice al telefono a D’Ambrosio, che replica: “Ma lui l’ha già chiesto il confronto? Io per adesso posso parlare con il presidente (con tutta probabilità Napolitano, ndr). Si è preso a cuore la questione ma non lo so. Francamente la ritengo difficile”. D’Ambrosio e Mancino si interrogano al telefono su quale sia la persona o l’ufficio giudiziario sul quale intervenire: “Il collegio (del Tribunale di Palermo, ndr) lì è equilibrato. Come ha ritenuto inutile il confronto con Tavormina(generale ed ex capo della Dia) potrebbe rigettare per analogia”.
Non è facile: “Intervenire sul collegio”, spiega D’Ambrosio , “è una cosa molto delicata. Più facile è parlare con il pm”. Qual è il pm giusto però? Mancino spiega: “L’unico che può dire qualcosa è il procuratore capo di Palermo Messineo e l’altro che può dire qualcosa è il Direttore nazionale antimafia Grasso. Io gli voglio parlare perché sono tormentato”. Povero Mancino. D’Ambrosio lo rincuora: “Ma non Messineo… in udienza Di Matteo è autonomo. Io direi che l’unica cosa è parlare con il procuratore nazionale Grasso”. Poi Mancino si lamenta di “Messineo che non fa più niente”.
 Mancino e D’Ambrosio si sentono il 5, il 7 e anche il 12 marzo quando l’ex presidente del Senato chiede a D’Ambrosio: “Veda se Grasso può ascoltare anche me in maniera riservatissima che nessuno sappia niente”. Loris D’Ambrosio non lo manda a quel paese ma anzi lo illude: “Lo devo vedere domani”. Si arriva così al 30 marzo. I pm Ingroia e Di Matteo chiedono il confronto in aula al processo Mori tra Mancino e Martelli. Il presidente del tribunale, per pura scelta tecnica, rigetta. Ma Mancino non si rilassa. Telefona il 27 marzo e poi ancora il 3 aprile a D’Ambrosio. Il 4 aprile il Quirinale scrive al procuratore generale della Cassazione. Fiero di avere fatto il suo compito, il giorno dopo, il 5 aprile, il consigliere del capo dello Stato, Loris D’Ambrosio, legge al testimone (poi indagato per reticenza) la lettera del Quirinale al pg della Cassazione. Poi D’Ambrosio aggiunge: “Ho parlato sia con Ciccola (Pasquale Ciccolo, sostituto pg della Cassazione, ndr) che con Ciani (il pg della Cassazione, ndr), hanno voluto la lettera così fatta per sentirsi più forti”. Passano solo due settimane e Ciani, forte della lettera appunto, convoca Grasso.
Da Il Fatto Quotidiano del 19 giugno 2012
12:19 Scritto da: annaquercia

Nessun commento: