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06/12/13

"Viva il re!", la "controstoria" di Napolitano svelata da Travaglio...e i panni sporchi della sinistra oggi li compero entrambi e pure la pastiglia per mal di stomaco,questa è la politica di chi rappresenta purtroppo l'italia

viva il re

"Viva il re!", la "controstoria" di Napolitano svelata da Travaglio...e i panni sporchi della sinistra


oggi li compero entrambi e pure la pastiglia per mal di stomaco,questa è la politica di chi rappresenta purtroppo l'italia,ma che schifo provo e che ribrezzo,dal pc alla fogna lo avrei intitolato,ma non è mai stato pc napolitano,mi pare fosse fascista epoi s'è convertito perchè allora così conveniva


Servizio Pubblico, Travaglio su porcellum: “Ho visto un re”


Del maiale non si butta niente, del porcellum la Consulta ha buttato quasi tutto“. Così Marco Travaglio esordisce nel suo editoriale, incentrato sulla bocciatura della legge elettorale da parte della Corte Cotituzionale. Il vicedirettore de “Il Fatto Quotidiano” definisce “fuorilegge” il porcellum sin dal 2006 e spiega che anche la Consulta, essendo eletta per un terzo dai Parlamentari incostituzionali, è incostituzionale. Illegittima è anche la doppia elezione di Napolitano a presidente della Repubblica. E sottolinea che “in otto di spetazzamenti il porcellum ha lordato il Parlamento” e che quindi sono incostituzionali la prima Repubblica, la seconda, l’elezione di Napolitano e il governo. “Sembra la canzone di Jannacci” – afferma Travaglio – “«È la consulta che gli ha portato via legge elettorale, Parlamento, governo». La prima Repubblica era crollata in due anni. La seconda s’è sbriciolata in una settimana. Napolitano pensava di dettare le sue condizioni, proteggendo la politica e minacciando le dimissioni. Sono passati 227 giorni e nessuna condizione si è avverata. Ma lui non si dimette“. E sottolinea: “Le intese del governo Alfetta, già strettine dopo l’uscita di Forza Italia, senza premio sono intese bonsai. In un Paese serio il governo si dimetterebbe: il tempo di ripristinare il mattarellum e poi tutti al voto. Ora però non si dimette nessuno e diranno che il governo ha salvato il Paese con una salvezza a cascata, nonostante un aumento dei disoccupati e del debito pubblico, con il governo Letta che ha passato sette mesi ad abolire l’Imu. Viene il sospetto” – conclude – “che se Napolitano e i suoi governi smettessero di salvarci, ci sentiremmo un filino meglio


Silvio e Giorgio, affinità e "fratellanza"?

Estratto dal libro "I panni sporchi della sinistra" di Ferruccio Pinotti e Stefano Santachiara (pubblicato per gentile concessione di Chiarelettere)



Il complesso rapporto creatosi nel corso degli anni tra Berlusconi e Napolitanosuggerisce sintonie che spesso vanno oltre la simpatia personale e il reciproco rispetto che può esistere tra figure che dovrebbero essere radicalmente lontane, sia per storia intellettuale e professionale sia per schieramento politico. Di Berlusconi è nota l’appartenenza massonica, che non si manifesta solo nella documentata affiliazione alla loggia P2 di Licio Gelli, ma anche nel sistema di simboli che costellano il cosiddetto mausoleo di Arcore, la tomba che il Cavaliere ha fatto realizzare per sé e per i propri cari dallo scultore Pietro Cascella. Ma c’è dell’altro.

Nel marzo del 2010 Raffi esprimeva nuovamente a Napolitano «gratitudine per la sua diuturna, appassionata e tenace difesa dei valori fondanti la nostra Nazione». E il 13 giugno 2010 si spingeva sino alla soglia di pesanti rivelazioni, rispondendo a una domanda non casuale di Lucia Annunziata, nella sua trasmissione Rai In mezz’ora: «Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, potrebbe essere un massone sotto il profilo dei valori?» chiedeva Annunziata. Netta la risposta di Raffi: «A mio avviso sì, per umanità, distacco, intelligenza, per avere levigato la pietra, per averla sgrezzata, lo dico in linguaggio muratorio, in questo senso sì». Anche nel 150° anniversario dell’unità d’Italia si registrano convergenze tra la spinta celebrativa del Colle e i momenti pubblici organizzati dalla massoneria italiana, artefice forte del Risorgimento. Il 7 gennaio 2011 Raffi apre le danze dichiarando: «Come ci ricorda con il suo esempio altissimo il capo dello Stato Giorgio Napolitano, abbiamo il compito di ritrovare fiducia, unità e coesione nazionale, capacità di risolvere i problemi, insieme a progetti che indichino la strada al di là di ogni polemica di parte e del cortile degli interessi».

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