Stavo seguendo poco fa uno dei pochi programmi televisivi decenti che la Rai propone, Blob.
E' stato mandato in onda un breve video che Max Lanaro, per Il Fatto Quotidiano, ha girato proprio pochi giorni fa: era ripreso Tiziano Renzi che, beccato dal video-reporter nei pressi di Palazzo Chigi, è esploso con un "Che cazzo volete da me? Non sono libero nemmeno di poter girare....ma che cazzo!".
Se Matteo, figlio di Tiziano, non abusasse della TV per ipnotizzare gli italiani, esattamente come il suo grande maestro, e se Tiziano non avesse orientato la carriera lavorativa del figlio -con il noto problema dell'assunzione a tempo indeterminato a livello dirigenziale avvenuta solo 11 giorni prima della candidatura di Matteo a Presidente della Provincia di Firenze, con la conseguenza di riversare sulle spalle dei contribuenti tutti il peso dei contributi previdenziali del futuro eletto- e forse anche quella politica, Tiziano con tutta probabilità sarebbe stato nel giusto a voler pretendere privacy per la propria persona.
Ma così non è stato, così non è.
Ricordavo una battuta che Matteo ha fatto nella conferenza stampa di ieri: non posso paragonarmi a Fonzie, non posso pretendere di cambiare l'Italia con uno schiocco di dita.
Peccato che sia stato lui, con il look intenzionalmente alla Fonzie, col chiodo, da Barbara D'Urso, a legittimarsi in chiave silviesca....ed ora apprendiamo che dal crono-programma delle riforme al numero di una al mese, dopo esser passati per i millegiorni, siamo arrivati al ritmo.....
Vi ricordate quando nel '94 qualcuno si accreditava come il nuovo -essendo figlio politico di Bettino-, proponendosi anch'egli in chiave decisionista, e ribadendo che grazie a lui il paese sarebbe cambiato a suon di riforme? Poi se l'è presa con i giustizialisti, con i comunisti, con le tasse -che lui stesso imponeva-, per addebitare ad altri il suo fallimento. Infine siamo arrivati alle cene eleganti, ed a quel punto si è rotto il giocattolo.
Peccato che sia stato lui, con il look intenzionalmente alla Fonzie, col chiodo, da Barbara D'Urso, a legittimarsi in chiave silviesca....ed ora apprendiamo che dal crono-programma delle riforme al numero di una al mese, dopo esser passati per i millegiorni, siamo arrivati al ritmo.....
Vi ricordate quando nel '94 qualcuno si accreditava come il nuovo -essendo figlio politico di Bettino-, proponendosi anch'egli in chiave decisionista, e ribadendo che grazie a lui il paese sarebbe cambiato a suon di riforme? Poi se l'è presa con i giustizialisti, con i comunisti, con le tasse -che lui stesso imponeva-, per addebitare ad altri il suo fallimento. Infine siamo arrivati alle cene eleganti, ed a quel punto si è rotto il giocattolo.
E Matteo, anche in questo, è emulo del suo ospite di Arcore: al posto dei giustizialisti e dei comunisti, lui preferisce gufi e professoroni, ama sostenere di aver abbassato le tasse, ed anche lui si è trovato invischiato in cene inquietanti, ove a dar scandalo piuttosto che le olgettine ci si mettevano pezzi da novanta della malavita organizzata romana.
Per tutti questi motivi, in un mondo sempre più rappresentato con efficacia da Videocracy, chi è cresciuto con il sistema dell'inganno televisivo, non può esigere di non esser attenzionato dallo stesso quando fa cazzate. Non vi sembra?
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