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15/02/15

in valle camonica rifiuti a berzo,fosse solo quello,quì è tutto contaminato e tutti zitti e complici di criminali perchè i criminali pagano bene

RIPORTO QUELLO CHE HANNO SCRITTO IL GIORNALE E POI SKY,MA IO CI ABITO IN VALLE CAMONICA E ORAMAI DA 14 ANNI, NON RIESCO AD ANDARE VIA PERCHè LA CASA NON riesco a venderla,CIOè MERCATO immobiliare è FERMISSIMO.

COSTRETTA A STARE QUì FRA PANORAMI MOZZAFIATO,MA IL RESTO è TUTTO INQUINATO,NON è SOLO COLPA DELLE DITTE,PERCHè non lo dicono i sindaci cambiano a volte,ma la politica è sempre quella dell’ossequio al potente,perchè non dicono che mentre i riva erano agli arresti,ossia il padre ai domiciliari perchè 80enne e il figlio scappato  in inghilterra, la valle camonica ha dato loro il premio per imprenditore dell’anno?Non dicono che un cittadino della valle camonica abitante a breno,vicino a berzo è stato arrestato per tangenti,si parla di uno come quello che prendeva i soldi nelle scatole delle scarpe, questo di breno lavorava all’arpa di brescia, e tutto il resto è eguale,chi governa la valle camonica fino al 2011 la lega nord con berlusconi,oggi quasi tutta la zona è del pd,ma le cose restano eguali,se denunci affossano,ti isolano,ma le cose devono restare come sono,inquinano perchè le autorità,le istituzioni sono foraggiate e sono pure in maggioranza ignoranti,io per rumori che paiono siano infrasuoni ho fatto 4 denuncie, tutte insabbiate e l’arpa ha fatto rilievi farlocchi e i rumori sono quì,poi se fra quelche anno quelche vallecamuno darà i numeri perchè gli infrasuoni fanno male e portano alla demenza e pazzia per abusi di rumori,che ti devo dì,spero che ammazzi qualche notabile del luogo,la valle camonica pare la calabria del nord,li è mafia e quì?Pure è la stessa cosa, sono tutti d’accordo fra loro,politici,sindacati,polizia,carabinieri,forestale e pure le chiese, sono tutti in associazione a delinquere

Valcamonica, reportage di Sky TG24 sulla montagna dei veleni

14 febbraio 2015
Rifiuti partiti dall’Australia e arrivati a Berzo Demo (Brescia). Ventitrè tonnellate contaminate da floruri e cianuri che un’azienda, la Selca, doveva rendere inoffensivi. Ma la società è fallita. Ora i materiali stanno contaminando tutta la zona. VIDEO
http://tg24.sky.it/tg24/cronaca/2015/02/13/valcamonica_reportage_sky_tg24_montagna_dei_veleni.html
di
Tiziana Prezzo
Il rapporto dell’Arpa, l’Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente, porta la data del 18 aprile 2014. L’oggetto è: “Verifica straordinaria Ditta Selca S.p.A. In fallimento, sita in località Forno Allione nel Comune di Berzo Demo (Brescia). Attività di vigilanza e controllo: esiti campionamenti su matrice acque profonde. Trasmissione referti analitici e valutazioni dell’agenzia”.
I fiumi contaminati - I risultati dell’indagine, condotta su campioni di “acqua di falda” prelevati nel gennaio dello stesso anno, sono chiari e allarmanti. Nel documento si parla di “criticità ambientali in atto meritevoli di attenzione” e di “conclamato aggravamento” della situazione, giunta a “impattare matrici ambientali sensibili precedentemente non interessate da contaminazione”. In altre parole, il veleno c’è e bisogna fare presto, perché è arrivato a contaminare l’acqua dei fiumi e torrenti, come l’Oglio e l’Allione che circondano Berzo Demo e che raggiungono il vicino lago d’Iseo (l’Oglio sfocia poi nel Po).
Nulla è stato ancora fatto - Per questo motivo, a conclusione del rapporto, l’ingegnere Umberto Cassio, dirigente del distretto Arpa della Val Camonica, invita le amministrazioni territoriali a procedere “urgentemente” con “improcrastinabili interventi da effettuare sull’area in questione”. Eppure, come dimostrano le telecamere di Sky TG24, nulla di rilevante nell’ultimo anno sembra essere stato fatto.
La mappa
Lo stabilimento abbandonato - Davanti a ciò che rimane della Selca, un grosso stabilimento ormai abbandonato da anni, con i cancelli chiusi da catene e lucchetti, l’attuale custode del sito lo dice chiaro: dentro e fuori lo stabile giacciono abbandonate sostanze altamente inquinanti. Rifiuti tossici partiti da lontano, dall’Australia, e arrivati, trasportati nottetempo su camion da Porto Marghera, fino a questo Comune della val Camonica che conta 1700 anime in tutto.

Valori oltre i limiti -
 Ventitré tonnellate di rifiuti contaminate da floruri e cianuri, che l’azienda italiana avrebbe dovuto rendere inoffensivi. Ma la società è fallita nel 2010 e ora i materiali stanno inquinando non solo l’aria e la terra, ma anche, appunto l’acqua. Come documentano le carte, in alcuni campioni la concentrazione di floruri hanno di gran lunga superato i limiti di legge: fino a 4900 microgrammi per litro quando la massima concentrazione consentita è di 1500. I livelli di cianuri, in poco più di tre anni sono più che raddoppiati (Pdf).

La sede della Selca
 (Fotogramma)


La bonifica mai effettuata -
 Ma c’è di più. La Selca rappresenta solo la punta dell’iceberg. L’area di Forno Allione è a vocazione industriale da circa 80 anni. La Selca aveva a sua volta ereditato parte dei terreni che un tempo erano stati occupati dalla Union Carbide, la multinazionale americana responsabile del disastro di Bophal. Dopo decenni di attività, e dopo aver provocato la morte per cancro ai polmoni e alla gola di molti suoi dipendenti (la società, condannata, patteggiò e risarcì le famiglie colpite) la Ucar se ne andò senza bonificare l’aria. Come denunciano le immagini di Sky TG24 eun’interpellanza regionale dell’aprile scorso, nella zona nessuna bonifica degna di questo nome è stata mai effettuata.

Berzo: “Collina dei Veleni”, la bomba chimica di Forno Allione

La “Collina dei Veleni” di Forno Allione, a Berzo Demo in Valcamonica: rifiuti tossici e non rimasti stoccati per anni, e che hanno ormai contaminato la zona. Mancano i fondi per bonifica e smaltimento
Redazione 14 Gennaio 2015
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In principio fu l’Ucar Carbon. La multinazionale americana (ora Graftech) che per anni sovrastava la zona industriale di Forno Allione, a Berzo Demo in Valcamonica. Quella che oggi tutti chiamano la Collina dei Veleni. La Carbon produceva elettrodi di grafite per la siderurgia, lasciando non poche tracce di sé nei terreni circostanti. Qualche anno fa una prima bonifica, proprio a cura della Graftech, ma che pare abbia risolto ben poco.
Qualche anno più tardi è toccato alla Selca, ditta specializzata nel trattamento di scorie e rifiuti degli altiforni, di tutto il mondo. Un’azienda che ha sempre funzionato bene, almeno fino a quando non sono cominciati i controlli ambientali: da allora un crollo verticale, fino alla dichiarazione di fallimento del 2010.
Saluti e baci, direbbe qualcuno. Perché nell’archeologia di una fabbrica che non c’è più qualcosa è rimasto: decine di migliaia di tonnellate di rifiuti tossici e non, ancora ammucchiati nei magazzini esterni. Là rimangono, così come rimangono le accuse alla Selca, accusata di traffico internazionale di rifiuti speciali e pericolosi.
Sembra che solo nel 2009 ne arrivarono circa 23mila tonnellate, ‘impestate’ da fluoriri e cianuri. Il sindaco Giambattista Bernardi è stato eletto soltanto pochi mesi fa: come il suo predecessore, Corrado Scolari, si trova in una condizione di impotenza praticamente permanente. Tutta la zona, la Collina dei Veleni appunto, necessita di una bonifica ‘profonda’, e in tempi relativamente brevi.


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