Se la Grecia contesta ed ha ragione i danni di guerra della germania ; perchè noi non chiediamo i danni di guerra agli USA E Germania insieme ?
E sopratutto perchè I BEOTI ITAGLIOTI NON CONTESTANO IL 99% DI QUESTE ACCISE SULLA BENZINA CHE CONTINUANO A PAGARE AD UNO STATO INFAME ?????: Passi l'emilia , ma fino al decreto " salva italia " è una truffa di stato .
E sopratutto perchè I BEOTI ITAGLIOTI NON CONTESTANO IL 99% DI QUESTE ACCISE SULLA BENZINA CHE CONTINUANO A PAGARE AD UNO STATO INFAME ?????: Passi l'emilia , ma fino al decreto " salva italia " è una truffa di stato .
Truppe tedesche a Distomo, Grecia, 1944
La richiesta dei danni di guerra con cui la Grecia cerca di mettere pressione alla Germania sembra una questione lontana, invece può avere importanti sviluppi per l’Italia. Da tempo, infatti, noi e Grecia ci troviamo fianco a fianco a combattere la stessa battaglia giuridica: far pagare alla Germania risarcimenti per i crimini di guerra.
Da anni i tribunali italiani emettono sentenze in favore delle vittime di guerra. Tanto che la Germania, che se passasse il principio dovrebbe risarcire tre quarti d’Europa, ha portato l’Italia davanti alla Corte di Giustizia dell’Aja.
Sequestrare i beni tedeschi: si può?
Ciò che il ministro greco della Giustizia Nikos Paraskevopoulos minaccia di fare oggi (confiscare il Goethe Institut e altri beni immobiliari di proprietà tedesca sul suolo greco) l’Italia l’ha fatto anni fa con Villa Vigoni, sede del Centro italo-tedesco per l’eccellenza europea. I giudici italiani volevano sottoporla a ipoteca giudiziaria come risarcimento per le vittime della strage di Civitella Val di Chiana e di Distomo, in Grecia (le vittime greche, dopo una sentenza passata in giudicato nel loro Paese, non riuscendo a ottenere dal loro ministro che la decisione venisse eseguita, si erano rivolte all’Italia per aggredire i beni tedeschi sul nostro territorio, ottenendo il sì dei nostri giudici).
La causa all’Aja: una sconfitta che ha aperto il dibattito
Per questo la Germania si è rivolta all’Aja, vincendo la causa. Nel 2012 la Corte di Giustizia ha dato ragione ai tedeschi, sostenendo che i giudici italiani avevano violato uno dei principi fondamentali del diritto internazionale: l’immunità di cui gode uno Stato. Il principio dice che uno Stato non può essere condannato dal giudice interno di un altro Stato. La magistratura italiana lo sapeva, ma ha ritenuto che il principio non si applicasse in caso di crimini di guerra. Sbagliato.
La sentenza ha dato ragione alla Germania ma ha sollevato altri due problemi:
1) Non potendosi esprimere sulla riparazione ma solo sull’immunità, la Corte dell’Aja ha invitato i due Paesi a trovare un accordo economico (il che permette alle vittime italiane di nutrire ancora speranze, anche se finora le vittime sono ancora all’asciutto)
2) Quando la sentenza è tornata indietro, la Corte Costituzionale italiana ha di fatto dichiarato che non può fare altro che violare i principi del diritto internazionale sanciti dall’Aja. Dare esecuzione alla decisione dei giudici internazionali, infatti, significherebbe violare la nostra Costituzione che prevede l’accesso alla Giustizia per le vittime. Non si può stabilire che le vittime di crimini di guerra non hanno diritto a essere risarcite perché non c’è modo di chiamare in causa chi deve risarcire.
Quanto vuole la Grecia?
Oggi il governo Tsipras annuncia di volere dalla Germania una cifra tra i 269 e i 332 miliardi di euro come riparazioni di guerra. È vero che i toni sono accesi per lo scontro sugli obblighi economici europei, ma sbaglia chi pensa che quella greca sia una boutade nata dall’oggi al domani. La battaglia viene preparata da tempo.
È una richiesta che può stare in piedi?
Paolo Palchetti è professore straordinario di diritto internazionale all’Università di Macerata nonché uno dei massimi esperti del settore e consulente del governo italiano nella causa davanti al tribunale dell’Aja. Non è un caso se a novembre l’allora governo greco guidato da Antonis Samaras lo ha contattato per far parte della task force che doveva istruire la richiesta di riparazioni alla Germania. Palchetti è convinto che la richiesta greca non sia campata in aria:
“La Grecia ha delle oggettive possibilità per presentare una richiesta di riparazioni. Gli accordi post bellici che ha firmato nel Dopoguerra non coprono del tutto i risarcimenti che Atene vanta”.
Oggi Tsipras presenta il conto sulla base di documenti ritrovati negli scantinati dei ministeri catalogati con un lavoro enorme da parte di storici e giuristi. La Germania, ovviamente, non ha alcun interesse a cedere. Si aprirebbe un vaso di Pandora. Negli anni scorsi solo i giudici italiani e greci hanno dato ragione ai loro cittadini ma analoghe richieste di risarcimento sono state presentate in Francia, Polonia e Slovenia. I giudici di quei Paesi hanno respinto le richieste ma se dovesse saltare il principio dell’immunità di fronte al diritto delle vittime dei crimini di guerra a essere risarciti, chi impedirebbe ai tribunali dei singoli Stati di cambiare idea?
Cosa succede in Italia?
La questione avrebbe immediate ricadute da noi.
«Mentre in Grecia vige il principio per cui, per dare esecuzione alla sentenza sulla strage di Distomo, deve essere dato il via libera da parte del ministro greco - spiega il professor Palchetti - In Italia questo vincolo non c’è. La Corte Costituzionale ha stabilito che la sentenza sarebbe esecutiva da subito, senza intervento governativo». Il che rischia, come spesso accade in Italia, di creare una frattura fra l’autorità politica e la magistratura.
Un nuovo tribunale dell’Aja?
Se i giudici italiani procedessero la Germania ricorrerebbe nuovamente alla Corte di Giustizia dell’Aja chiedendo una seconda, e più pesante, condanna del nostro Paese per violazione dell’immunità dello Stato tedesco. Una situazione che rischia di avere pesanti ripercussioni sul piano diplomatico. «Ciò che è preoccupante - dice ancora Palchetti - è che non vedo il governo muoversi su questo tema che invece rischia di diventare davvero spinoso».
Distomo e le altre stragi
Distomo era un paesino della Beozia di 500 anime quando, nel 1944, vi arrivarono i soldati delle Waffen-SS. Trucidarono 218 persone, la metà del paese, sparando agli uomini, uccidendo i bambini con le baionette e stuprando e poi ammazzando le donne. Chi vive a Distomo, oggi, è figlio di quella strage. Per questo se chiedi cosa pensano della Germania della Merkel gli abitanti hanno un’idea precisa: la Germania sta realizzando economicamente ciò che non le è riuscito con due guerre mondiali. Difficile che la Grecia abbandoni i suoi propositi. E l’Italia?
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