bello come un dio
- Andrea
L’ho conosciuta per via che stava sempre la sera alla finestra con una sigaretta, la fumava e poi spegneva la luce, chi era? Mio cugino Marco non lo sapeva, manco gliene fotteva chi fosse, una sera rientrando la vedo ai giardinetti, fuma lì seduta sulla panchina, corro su e dico a Marco che è giù, di andare a vederla, lui mi dice che se ne frega ha da fare, io gli dico che è bellissima, cambia idea nel sentire bellissima e ci va, mi dice che poi mi racconta, io resto lì, io che ho 16 anni, io me ne innamoro subito, ma non l’avvicino, capace che mi ride in faccia, è una donna lei, per una così io non esisto, così penso e Marco non torna ,verso le 2 di notte mi addormento, sogno che sono grande, ho 30 anni e me la trombo felicemente, sogni di cose impossibili, così al mattino, cioè a mezzogiorno vengo svegliato da Marco , mi racconta di Brera, i locali, gli amici che ha, tutti sballati, gente però colta, di tutti i colori, lì si conoscono tutti fra loro, ci sono neri, greci in esilio, fricchettoni, pittori, musicisti, politici della statale, seguaci di Capanna, ed altri che girano, lei la conoscono tutti, la salutano e per cortesia anche lui, poi parlano, mi dice che ho ragione, è bella, ma anche molto impegnata, insomma non è facile fare cose con lei, se non chiacchiere, visto che si è trovato bene ci ritorna , si rivedono, io resto lì e penso: si rivedono loro, io non vedo nulla , a me non capita di sicuro che una mi dice ti rivedo, che vita mi tocca fare, un po’ a casa mia, poi mia madre mi spedisce qui, quando non c’è non mi vuole in casa, sono piccolo, ma che piccolo, io quella Maria me la sbranerei, saprei cosa fare, ma mio cugino, sto lessato di Milano doc è solo chiacchiere è fidanzato lui da che aveva il ciuccio, bè insomma cioè la mia età, lei è in America, chissà quante corna gli fa a sta fraschetta, ma per me lui se ne fotte, è così pare secondo me fare il prete, sarebbe meglio per tutti, invece io sono tutto per la femmina, quella voglio, ma per adesso solo sogni e mano, il resto è solo crescere e in fretta, intanto a Brera ci vado pure io, mica ho la peste, sono un uomo, oddio quasi uomo, diciamo che mi sto formando, nel corpo sono perfetto, le donne di casa me lo dicono, beata quella chi ti piglia questo secondo zie e cugine, mia madre invece è un generale che scruta, e nulla dice se non ordini che non si discutono mai che è come una corazzata, mai reclamare, la perdi sempre e di brutto, mio padre è più dolce, dice che troverò la strada, seeeeeee fra un po’ ce vado alla strada e provo una, altrimenti qui divento scemo e basta, forse mio padre per questo ha detto strada, sarà stato un suggerimento, domani ci provo. Intanto la vita corre, Marco e Maria stanno assieme, mia zia non ne è contenta, non ne vuole sapere, cerca in tutti i modi di distoglierlo, lui resiste alla sua maniera, dice sì e fa quello che gli pare, loro sono in giro, danno esami, fanno progetti, vogliono figli, vogliono una casa , Maria l’ha la casa, piccola, accogliente, ma mia zia dice che loro in quella parte della città hanno la servitù che ci abita, insomma l’aria intorno a loro è nera, non se ne accorgono, io gli sto dietro, adesso ho anche qualche ragazza, non fissa, però non sono andato a puttane per la prima volta, ne ho trovata una più o meno, diciamo più della mia età e così mi sono formato, poi anche qualche signora della società bene mi ha provato, dicendo che sono formidabile, veramente bravo, devo dire la verità mi hanno provato e riprovato, amiche di mia madre che non si fanno scrupoli a vivere la vita, per loro è semplicemente un diversivo, io le capisco, sono belle giovani, hanno dei mariti che se fossi donna io mi farei suora di clausura, ma come hanno fatto a prendere sti sgorbi cosi, bassi, pelati, panciuti, sempre fra di loro a parlare di soldi e politica, non quella di Brera, ma quella delle istituzioni, paiono fatti con lo stampo, pelati, brutti, bassi oppure alti e stecchi, raggrinziti già da giovani, vestiti di blu scuro o grigio, ma che schifo, io a confronto sono bello come un dio, Io le loro mogli le accontento volentieri, per questo non ho donna fissa, ne ho quante ne voglio, s’è sparsa la voce e sono ricercato, poi insomma non voglio di certo essere volgare ma mi fanno tutto, servizio completo, le ragazze invece non mi fanno niente e se chiedo mi dicono che sono un porco, ma si a 40 anni pure loro se si ritrovano un marito così pieno di soldi e in mezzo alle gambe niente, faranno tutto a quelli come me, che colpa ne ho se sono “bello come un dio” Così mi dice la mia donna preferita, tutta casa chiesa e marito, amica di mia madre, lei mi chiama e io ci vado, sempre cose nuove facciamo, lei così credente e infaticabile pia donna da tutti ammirata e dal cardinale indicata come esempio di virtù è una donna ancora bella per i suoi quasi 50 anni, andiamo ovunque sia libero, appartato, discreto, cascine nel pavese, case di famiglia al lago, nel suo ufficio quando è vuoto, sempre così ci incontriamo e mi sussurra parole che in chiesa farebbero zompare pure i diavoli, insomma pecchiamo mortalmente e allegramente, dal vivo di mortale ci sono solo le nostre carni, lei è soffice, io duro di giovinezza, comincia sempre lei, mi tasta e si inginocchia e me lo lavora bene bene con la sua grande e morbida bocca e poi viene in su, e lì va al mio collo e si dà da fare con bocca mani e fianchi, e poi sono pronto, la giro e poi comincio così, facciamo di tutto, stiamo assieme pomeriggi lei non si stanca mai ed io sempre pronto, non facciamo sesso mai di notte, quelle le passa a casa in modo che anche se il marito non c’è la servitù possa dire che era in casa e dunque fedele. Le altre più o meno sono eguali, certo che adesso mi do io alla conquista, qualche parola, incontri per caso, accompagnarle in posti per loro noiosi e io mi metto come diversivo, insomma le rallegro un po’, e loro ci cascano tutte, o forse sono io il tardo e sono io che ci casco, questo non lo so e manco lo voglio sapere, so solo che la figa non mi manca mai e mai ne ho abbastanza. Seppi che Marco era stato portato agli obblighi presi con la sua ragazza, mia zia la chiamò, questa tornò in Italia fresca come una rosa, parlò con Marco, uscirono, andarono al mare e quando tornarono lui mi disse che aveva chiarito, le aveva detto che aveva un’altra, che era cosa seria, insomma erano stati per troppo tempo lontani, lei gli fece scene con seguito di parole da scaricatore di porto sfrenato ed che era passata pure alle mani e anche calci, tornarono dal mare che erano pieni di lividi, distrutti, lei partì subito , in America aveva amici e adesso cominciava pure il praticato , si dissero addio, con il dispiacere per mia zia, lui era felice , mi disse, mai sposarti con una che è sempre con te, diventa un rapporto pietoso, come i pensionati, che ne sapeva lui dei pensionati poi! Ma per me se fosse al mio fianco Maria, ci sarei appiccicato a cozza, altro che consigli di Marco, glielo dissi, lui mi chiese: ti piace ancora, non riesci a vederla diversamente, magari come una cugina, risposi : che certe cugine se fossero come Maria me le farei tutte, Marco rise e disse: invece è mia, vai a caccia altrove bambino, ma che bambino, io oramai sono uomo fatto, che dico , fatto e fornito bene, ridiamo assieme per un bel po’, parliamo di ricordi di famiglia e figuracce di entrambi con l’altro sesso. Dopo manco un mese, dall’America, precisamente da Philadelphia arriva la notizia che fa felice mia zia, l’ex ragazza di marco è incinta, dunque c’è solo una cosa da fare, sposarsi e via, lui non si tira indietro e vola, va , si sposa, a Maria raccontò una sera una serie di cazzate, e quella giustamente lo mandò a fare in culo e sparì, andò a Brera e lì con Gianni bevvero e si misero assieme per un po’, il rapporto con Marco finì ma non per me, che la seguivo passo, passo, passavo sempre per caso, la invitavo a bere, al cinema, a cena ecc. lei mi sopportava, diceva ancora qua scassa cazzo, non mi parlare di tuo cugino, altrimenti fila , non farti più vedere, io obbedii, gli raccontai un po’ di cose essenziali ma per il resto eravamo in compagnia, mai soli, se capitava durava poco, mi innamorai di più, sempre di più, me la sognavo, la volevo, mi faceva semplicemente impazzire, potendo l’avrei pure rapita, torturata, segretata era una cosa che stava andando verso misere solitudini mie e sempre alla ricerca di lei, che mica stava sempre a Milano, andava spesso a Marina, lì lavorava con i suoi soci, Milano era per il riposo, compere, affari, andai anche a Marina, mi disse: scassa cazzo che ci fai qui , io dissi che la mia famiglia stava a Venezia, tutte balle, mia madre lasciò la divisa di generale e si preoccupò, cucinò piatti appetitosi per me, arrivò a farmi pure l’uovo sbattuto, la odiai in quel momento mi disse: se hai le palle tirale fuori che ti stai distruggendo. Mi lavai usci, gironzolai fino a sera e poi vidi la sua finestra illuminata, dunque era in casa suonai il citofono, salii le scale, entrai in casa, stava affettando i pomodori, mi chiese se volevo cenavamo assieme, volevo? Io la guardai, le misi le mani sul viso e le dissi sono innamorato di te, poi le mie mani toccarono i capelli, la fronte, fino al mento che presi e avvicinai a me e la baciai, mi aspettavo sberle, invece ricambiò il bacio e poi noi, le nostre mani ovunque a togliere vestiti, a cercare il corpo dell’altro, spogliati, finimmo sul pavimento, la bloccai che si muoveva troppo, che stesse ferma e la penetrai con forza, avevo anni di desiderio, e lei corrispose e non solo, insieme ci dicevamo parole ed erano di rabbia e amore, parole d’amore che io sognavo da anni di dirle, le mie erano soltanto parole d’amore. La notte fu abbastanza movimentata, eravamo un corpo solo, eravamo spaventati, mi chiedeva: quando mi ero innamorato? Lei di se non lo sapeva, ma adesso capiva e mi voleva, mi voleva ed io ero dentro lei, eravamo una cosa sola.AL mattino dopo una buona colazione le dissi che mi trasferivo da lei e di non scappare, lei mi diede le chiavi di casa. Andai a casa dissi a mia madre che mi trasferivo dalla mia ragazza
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