Genova - Il dramma è cominciato non appena Simona, studentessa di 14 anni (il nome è di fantasia) ha saputo che la mamma il giorno successivo l’avrebbe accompagnata alla visita ginecologica. Ha pianto e ha chiesto scusa.
Con la voce strozzata dalla commozione ha raccontato quel segreto che si portava dietro da tempo. Che aveva tenuto nascosto a tutti per settimane. «Mamma - ha spiegato Simona in lacrime - se il medico non mi troverà più vergine è perché sono stata violentata».
Un’affermazione choc che ha gettato nel panico l’intera famiglia che risiede in una località della Valpocevera (omettiamo altri riferimenti per tutelare il minore). Mamma e papà, a quel punto, hanno perso la testa. Prima hanno preteso che Simona raccontasse quanto le era capitato. Poi dopo aver avuto il nome del ragazzo che avrebbe abusato della figlia hanno deciso di farsi giustizia da soli. Senza avvisare carabinieri e polizia.
Hanno “assoldato” un amico di famiglia e in tre hanno girato il paese alla ricerca del giovane, uno studente di 17 anni, amico di Simona. Una spedizione punitiva in piena regola. Lo hanno trovato davanti a un bar. E lo hanno malmenato. Calci, pugni e morsi, secondo il racconto dello stesso giovane.
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