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26/04/16

i dipendenti delle camere che pigliano un stipendio di valore come la regina Elisabetta lo stipendio, vanno pagati e chi li difende? Amato

Ci vuole un Giuliano Amato per fare certe cose, ad esempio togliere ai poveri e dare ai ricchi,lui lo sa come fare, l'ha sempre fatto, ad esempio per le tangenti Craxi se ne scappò, ma Amato restò, lui le incassava le tangenti e chissà perchè ne uscì pulito e diventò Presidente del consiglio, insomma fu pure fu premiato,ossia in una notte fece sparire dai nostri conti correnti,libretti ecc, lo 0,6% delle somme , ma perchè mi chiedo io, ma per finanziare lo stato, ossia i privilegi della casta, chi è la casta?Lui è il fulgido esempio di casta, sempre presente a fare cassa coi soldi dei poveracci per i privilegi loro.
Adesso a chi posso rivolgersi i commessi e personale delle camere per l'ingiustizia che a loro si paventa, ossia prendere uno stipendio normale e non gonfiato da leggi e leggine fatte apposta per tenerli buoni,al guinzaglio, che certe cose si pagano, bene ci si rivolge al fulgido Amato , nominato dall'altro , chiamasi Napolitano, l'uomo fascista diventato comunista, diventato riformista,diventato liberista,diventato presidente e mò sta ancora lì a fare l'emerito scassacazzo, oibò  loro due con altri hanno rovinato l'Italia ma non mollano,stanno disperatamente con i vari personaggi fantocci messi lì apposta, l'ultimo è Renzio per finire l'opera, farla fallire e donarla alle multinazionali ammerriccane, che stanno lì con piacere aspettando la fine dell'opera, chi è un Amato,uno che in un paese normale starebbe in galera e in Italia è giudice costituzionale, per meriti di leccaggio estremo e servilismo mafio/politico a tutto quello che di marcio c'è nel mondo , e così che fai,un o così lo paghi, che ti fa un lavoro gratis?Quelli che stanno vicini al potere pure, dunque i dipendenti delle camere che pigliano un stipendio di valore  come la regina Elisabetta lo stipendio, vanno pagati e chi  li difende? Amato 



Giuliano Amato salva i dipendenti della Camera: e ora il taglio degli stipendi è a rischio

Per protestare contro le sforbiciate, in 175 hanno fatto ricorso alla giustizia ordinaria. Montecitorio sosteneva non potessero. Il tribunale si è rivolto alla Consulta. E l'ex premier, ora giudice costituzionale, ha ritenuto il quesito fondato. Ora la Corte dovrà stabilire a chi spetta decidere. In ballo, 47 milioni di risparmi


Giuliano Amato salva i dipendenti della Camera: e ora il taglio degli stipendi è a rischio




Giuliano Amato salva i dipendenti della Camera: e ora il taglio degli stipendi è a rischio 
Ma quale autodichia, sbandierata ogni volta che il Parlamento ha trovato il modo per aggirare le leggi valide per i comuni mortali: anche i dipendenti di Camera e Senato sono dipendenti come tutti gli altri e hanno diritto di fare ricorso in tribunale contro il loro datore di lavoro. Sebbene pure loro, proprio come i politici, abbiano sentito ardere dentro questo impetuoso desiderio di uguaglianza soltanto quando i loro dorati privilegi, spesso mascherati dietro la formula dei "diritti acquisiti", sono stati intaccati. E mai, invece, quando c'era da adeguarsi alle regole imposte a tutti gli altri lavoratori dipendenti. Come nel caso delle ricorrenti riforme del sistema pensionistico, iniziate nel 1992 con quella varata da Giuliano Amato.

Ecco, per una strana ironia del destino è proprio l'ex presidente del Consiglio, che in Parlamento ha trascorso una vita e oggi è giudice costituzionale, ad aver "salvato" (per ora) i dipendenti di Montecitorio da sforbiciate alle buste paga che altrimenti sarebbero diventate definitive. Questa la vicenda: a settembre 2014 l'Ufficio di presidenza della Camera decide unilateralmente nuovi tetti e sotto-tetti agli stipendi del personale. Una sforbiciata consistente, visto che da solo questo intervento vale 47 milioni di risparmio su 60 previsti fra il 2015 e il 2018.

Come mai Montecitorio agisce senza accordo coi sindacati? In virtù dell'autodichia, ovvero il principio secondo cui i due rami del Parlamento, quali organi costituzionali, hanno la facoltà di amministrare per conto proprio la giustizia tramite appositi organi giurisdizionali , senza ricorrere a quella ordinaria. Un'autonomia che rappresenta un caso unico nel panorama delle democrazie moderne e che, estesa al trattamento economico, ha trasformato le Camere in un El Dorado a sé, con condizioni di assoluto privilegio sotto il profilo retributivo e pensionistico tanto per gli onorevoli quanto per i dipendenti , come ha raccontato più volte l'Espresso.

Solo che 175 dipendenti di Montecitorio hanno deciso di fare ricorso contro i tagli e si sono rivolti al Tribunale del lavoro. Che a ottobre, quando si è trovato fra le mani il caso, ha chiamato in causa la Corte costituzionale per farle stabilire a chi toccasse decidere , sostenendo che "alla Camera non spettava" invocare l'autodichia perché i suoi regolamenti interni "precludono" ai dipendenti "l'accesso alla tutela giurisdizionale".
Giuliano Amato
Giuliano Amato

La risposta l'ha vergata, come relatore, Giuliano Amato, che ha ritenuto il quesito non infondato. Insomma, se non proprio una vittoria dei dipendenti, quanto meno un riconoscimento che il problema si pone: se infatti fosse stato dichiarato inammissibile, i tagli sarebbero divenuti definitivi. In realtà nulla è ancora detto: la Consulta dovrà pronunciarsi nel merito nelle prossime settimane. E anche se dovesse optare per il Tribunale del lavoro, è lì che si giocherà la vera partita.

Solo che la decisione della Consulta potrebbe trasformarsi in un boomerang. In base alla presunta insindacabilità delle decisioni prese, infatti, l'autodichia è da tempo immemore la foglia di fico del Parlamento per mantenere i propri privilegi, dalla possibilità di accedere dopo pochi anni di mandato al vitalizio (calcolato fino al 2011 col sistema retributivo abolito nel 1995) all'erogazione per i dipendenti di stipendi più alti di quelli del presidente della Repubblica (240 mila euro l'anno).

Una speciale autonomia che, finché ha fatto comodo, non ha mai portato a strascichi legali. E che adesso potrebbe rendere controproducente metterla in discussione. Perché o vale sempre o, anacronistica com'è, non ha più senso lasciarla in piedi: togliere anche un solo mattone può avere ripercussioni sulla stabilità di tutto un Palazzo.

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