Se non capite il senso di una vignetta come quella delle lasagne è un vero peccato, perchè (ammesso che il problema sia una sorta di firewall emotivo e non una naturale predisposizione a non capire le cose e andare oltre la superficie) la smania di ergervi a giudici della morale vi impedisce di cogliere la devastante umana identificazione dell'autore con le vittime del sisma. Si chiama sarcasmo. E' crudo, provocatorio, e se applicato alla satira è normale che prenda di mira il potere e i suoi lacchè.
Se una delle nazioni più tormentate dai terremoti, come l'Italia, non ha messo in sicurezza i suoi centri storici, ma butta via miliardi in corruttele per opere pubbliche costosissime e demenziali come il TAV o il MOSE o il ponte sullo Stretto (che non si è mai fatto, mai si farà, ma è comunque già costato un miliardo e mezzo), è facile individuare nella classe politica imbelle e corrotta e nelle sue tifoserie il bersaglio di quella vignetta; e nelle vittime del sisma, trattate come ingredienti di un piatto all'italiana, il vero oggetto di questa strana forma non convenzionale di empatia.
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