Corre l'obbligo, purtroppo, di riproporre la questione visto il ripetersi, a breve distanza di tempo, di eventi sismici di pari violenza di quelli verificatisi ad agosto scorso, anche per la mancanza di qualsivoglia riscontro rispetto ad un tema che, evidentemente, non allarma solo la sottoscritta visto anche l'articolo di Manuela Fontana del Giornale e del giornalista /blogger ambientale Jacopo Diliberto dei cui articoli ho postato i link. E peraltro anche nell'articolo comparso nel magazine Sabinafutura, di cui, pure, ho postato il relativo link, vengono allertate la autorità e gli enti locali a diversi livelli sul rischio rappresentato dalla mancata vigilanza e l'assenza di interventi di tutela sull'enorme patrimonio idrogeologico del reatino.
Peraltro il tema implica una particolare attenzione da quando l'ENEL, governata dal governo di Massimo D'Alema e Ministro competente in merito Pierluigi Bersani (dai cui vertici insediati da quella gestione sono stata brutalmente licenziata proprio per averne denunciate le nequizie), ha provveduto, in modo quasi ossessivo, alla dismissione proprio della gestione di quegli ambiti idroelettrici del Salto e del Turano le cui relative dighe furono edificate ormai quasi un secolo fa! Prima fu ceduta alla Endesa, una società privata di produzione di energia elettrica spagnola, salvo, alcuni anni dopo, l'uomo introdotto da quel governo, Fulvio Conti (per sminuzzare quella ENEL in una miriade di oltre 300 società - come scrisse un ispettore centrale ENEL ed alto esponente sindacale FLAEI/CISL - anche off shore/scatole cinesi delle quali anche chi ci lavorava nulla sapeva, mediante le quali sarebbe stata drenata una notevole quantità di valore dal gruppo elettrico) ricomprare la stessa Endesa con notevolissimo esborso economico (non a caso l'ENEL, nonostante il costo delle bollette energetiche più alte d'Europa, è gravata da un debito-monstre di circa 35/38 miliardi di euro!). In seguito l'ossessione privatizzatoria proprio di quell'ambito idroelettrico (PERCHE'?!) sul quale, peraltro, ancora oggi pende la questione mai risolta dei crediti insoluti ENEL verso quelle popolazioni a seguito della costituzione dei bacini del Salto e del Turano (questione che fu oggetto di una interrogazione parlamentare di Loredana De Petris e recentemente dei parlamentari dei 5 stelle su input del gruppo 5 stelle di Rieti) avrebbe portato a vendere tutto prima alla EON, che poi avrebbe rivenduto il tutto alla ERG una piccola azienda di produzione energetica genovese! Tanto che a rispondere della solidità delle dighe fu proprio un dirigente di quella società! Pare incredibile dunque che ambiti tanto complessi e delicati anche dal punto di vista della sicurezza non sia più lo stato e/o aziende ancora di proprietà del Tesoro come l'ENEL ma società private! Va da sé che è inimmaginabile cosa potrebbe succedere se con una prevedibile nuova scossa di terremoto si producesse anche solo una fessurazione in una delle due dighe del Salto e Turano e/o in altre realtà analoghe di quel territorio così sensibile al verificarsi di fenomeni sismici ed alla presenza di faglie sismiche di particolare pericolosità! Ma pare che a problemi di quest gravità questo governo, tutto preso a propagandare un SI ad un referendum per delle modifiche costituzionali delle quali la maggioranza degli italiani probabilmente non sentiva alcuna necessità, non trovi il tempo di rispondere benché rappresentino motivo di grande preoccupazione da parte di chi abita quelle realtà e di quelle limitrofe vista la distanza esigua che le separa dalla stessa Capitale d'Italia!
Peraltro il tema implica una particolare attenzione da quando l'ENEL, governata dal governo di Massimo D'Alema e Ministro competente in merito Pierluigi Bersani (dai cui vertici insediati da quella gestione sono stata brutalmente licenziata proprio per averne denunciate le nequizie), ha provveduto, in modo quasi ossessivo, alla dismissione proprio della gestione di quegli ambiti idroelettrici del Salto e del Turano le cui relative dighe furono edificate ormai quasi un secolo fa! Prima fu ceduta alla Endesa, una società privata di produzione di energia elettrica spagnola, salvo, alcuni anni dopo, l'uomo introdotto da quel governo, Fulvio Conti (per sminuzzare quella ENEL in una miriade di oltre 300 società - come scrisse un ispettore centrale ENEL ed alto esponente sindacale FLAEI/CISL - anche off shore/scatole cinesi delle quali anche chi ci lavorava nulla sapeva, mediante le quali sarebbe stata drenata una notevole quantità di valore dal gruppo elettrico) ricomprare la stessa Endesa con notevolissimo esborso economico (non a caso l'ENEL, nonostante il costo delle bollette energetiche più alte d'Europa, è gravata da un debito-monstre di circa 35/38 miliardi di euro!). In seguito l'ossessione privatizzatoria proprio di quell'ambito idroelettrico (PERCHE'?!) sul quale, peraltro, ancora oggi pende la questione mai risolta dei crediti insoluti ENEL verso quelle popolazioni a seguito della costituzione dei bacini del Salto e del Turano (questione che fu oggetto di una interrogazione parlamentare di Loredana De Petris e recentemente dei parlamentari dei 5 stelle su input del gruppo 5 stelle di Rieti) avrebbe portato a vendere tutto prima alla EON, che poi avrebbe rivenduto il tutto alla ERG una piccola azienda di produzione energetica genovese! Tanto che a rispondere della solidità delle dighe fu proprio un dirigente di quella società! Pare incredibile dunque che ambiti tanto complessi e delicati anche dal punto di vista della sicurezza non sia più lo stato e/o aziende ancora di proprietà del Tesoro come l'ENEL ma società private! Va da sé che è inimmaginabile cosa potrebbe succedere se con una prevedibile nuova scossa di terremoto si producesse anche solo una fessurazione in una delle due dighe del Salto e Turano e/o in altre realtà analoghe di quel territorio così sensibile al verificarsi di fenomeni sismici ed alla presenza di faglie sismiche di particolare pericolosità! Ma pare che a problemi di quest gravità questo governo, tutto preso a propagandare un SI ad un referendum per delle modifiche costituzionali delle quali la maggioranza degli italiani probabilmente non sentiva alcuna necessità, non trovi il tempo di rispondere benché rappresentino motivo di grande preoccupazione da parte di chi abita quelle realtà e di quelle limitrofe vista la distanza esigua che le separa dalla stessa Capitale d'Italia!
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