Adesso tutti stanno discutendo dell’elevato rischio che la struttura delle paratie mobili possa collassare, a causa degli effetti dell’ambiente marino sugli acciai, le vernici e i sofisticati meccanismi che sono posti nel cuore del Mose, ovvero le due cerniere per ciascuna delle 78 paratie che formeranno la diga capace di contrastare l’innalzamento dell’Adriatico. In totale le cerniere sono 156 e costano la bellezza di un milione e mezzo ciascuna. In totale fanno circa 250 milioni di euro, un appalto che dal 2010 al 2016 è stato realizzato dalla società Fip di Selvazzano, impresa del gruppo Mantovani che fa capo alla famiglia di Romeo Chiarotto. Mantovani significa Piergiorgio Baita, l’ex amministratore delegato che ha fatto grande l’impresa di costruzioni, ma che è anche rimasto invischiato nello scandalo Mose, come più di vent’anni fa era stato coinvolto nella Mani Pulite veneta che aveva portato all’incriminazione dei ministri Gianni De Michelis e Carlo Bernini.
http://www.ilfattoquotidiano.it/2017/02/11/mose-spesi-250-milioni-di-euro-in-affidamento-diretto-per-le-cerniere-a-rischio-di-corrosione/3380630/
Mose, spesi 250 milioni di euro in affidamento diretto per le cerniere a rischio di corrosione
CRONACA
L'appalto, all'epoca in cui imperversava il sistema del Consorzio Venezia Nuova di Giovanni Mazzacurati, fu assegnato al gruppo Mantovani senza gara. Nonostante la Ue avesse aperto una procedura d'infrazione contro l'Italia contestando l'assenza di procedure ad evidenza pubblica nella costruzione delle dighe mobili. Non solo: l'Anac ha scoperto che a fronte dell'obbligo di appaltare una percentuale di opere il Cvn le affidò - sempre con affido diretto - a una società costituita ad hoc
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