EBBENE SI : ho una ambizione ...quella di lasciare ai posteri ..qualche ammaestramento spicciolo: voi potete farne l’uso che credete .....ma io mi sono documentata.
Dovete sapere che mia madre era nata nel 1910 ..e si sposò, come voleva l’uso dell’epoca ...a 20 anni ..nel 1930....
In quel tempo........ la famiglia reale viveva poco distante da casa sua .e non deve meravigliare, se anche mia madre, come tutte le ragazze NAPOLETANE sue coetanee, fosse romanticamente innamorata di un principe che , probabilmente, aveva visto ..qualche volta girare in carrozza.... o magari, solo nelle foto ufficiali .
Io ricordo che al momento del plebiscito, mia madre votò per la monarchia, mentre suo marito, votò decisamente a favore della repubblica.
MA NON RICORDO SOLO QUELLO.....ricordo che mio marito, nato nel 1926 , da ragazzo, fu, per un anno o due, compagno di scuola di Giorgetto Napolitano: ma non solo ...qualche volta, .fu anche invitato a casa sua ( un casa antica ......piena di libri e mobili antichi ...) GIORGETTO .....” aveva un padre ... anziano .... avvocato ” e un cognome stranamente differente , ma pur sempre uguale e indicativo di una condizione: “ napolitano “ !
LA COSA PIU’ IMPORTANTE, POI E’ QUESTA: un famosissimo fotografo napoletano aveva una vetrinetta ben nota a via Carducci, in cui ...... PER MOLTI ANNI SI E’ POTUTA AMMIRARE .........UNA FOTO DI UN BIMBETTO IN FASCE ......e la didascalia .. diceva chiaramente: ‘O FIGLIO ‘RO RE ! Ovviamente non si trattava del mio coetaneo primo figlio di UMBERTO....quel bel tipetto conosciuto come VITTORIO EMANUELE ...QUELLO CHE SPARO’ AD UNA PERSONA CHE DORMIVA ...NELL’ISOLA DI CAVALLO se ricordate la storia..... ma del figlio della signora poi contessa .... CAROLINA BOBBIO...
Sono certa che voi ricordiate che UMBERTO DI SAVOIA, FU RE SOLO PER POCHISSIMO : UN MESE ....E FU PER TANTO CHIAMATO DALLA GENTE :“ IL RE DI MAGGIO” ....ORA VI PREGO DI SEGNARVI.... QUESTA DATE:
“La contessa di Napoli, Carolina Bobbio, figlia di piemontesi, si "intrattiene" col principe Umberto molto prima che LUI si sposasse e prima che LUI diventasse LUI (che, poi, re, lo fu solo per pochi mesi nel 1946). Ma il fattaccio era già avvenuto da un pezzo.... e Giorgio era già un bimbetto di 5 anni e mezzo .....alla data delle nozze del Principe Umberto.
Infatti il piccolo Giorgio , nasce il 29 giugno 1925 , per cui la tresca risalirebbe al 1924....
Quindi sapendo che Umberto si fidanza con Maria Josè il 24 ottobre del 1929, si capisce benissimo che la relazione risale ai tempi in cui il principe, scapolo e libero, imperversa tra la nobiltà con le sue avventure galanti......
( Quindi le collere e le fughe di Maria Josè tradita c'entrano nulla.
Anzi, presumibilmente, solo dopo che sposa Maria Josè (8 gennaio 1930) avviene che Carolina Bobbio ....diventi una delle sue dame di compagnia.)
Ma il fattaccio era già avvenuto da un pezzo.... e Giorgio era già un bimbetto di 5 anni e mezzo .......alla data delle nozze del Principe Umberto.
Ora, la prova del DNA non ce l'abbiamo, ma abbiamo alcuni elementi sui quali riflettere. Si noti la somiglianza-fotocopia... o meglio la "clonazione" tra Umberto e Giorgio, e si pensi che, come si diceva negli ambienti aristocratici napoletani, i due sono uguali anche nel portamento, nei modi di fare e nello "stile regale". ( Il piccolo Giorgetto, qualcuno, addirittura, lo chiamava Umberto, per la somiglianza al re.
A norma transitoria cancellata, e con i Savoia rientrati in italia, il buon Giorgio, Capo di uno Stato repubblicano, rende platealmente omaggio, con preghiere, commozione e corone di alloro, al Pantheon, alle tombe dei Savoia.
Una scena stucchevole, dove un presidente repubblicano onora quelli che dovevano essere i suoi peggiori nemici: i monarchici. Teoricamente, tra monarchici e repubblicani, ci sono sempre state forche e ghigliottine per lo mezzo, ma tra Giorgio e i Savoia c'è emozione e celebrazione. E come stanno le cose, è certo che i Savoia non siano mai, del tutto, andati via da questo Paese; infatti, nel periodo in cui i Savoia dovevano, per norma costituzionale, risiedere in esilio all'estero, Giorgio era la "propaggine savoiarda" inserita nello Stato italiano; una garanzia e una presenza politica nello Stato, che i loro avi avevano creato. Una presenza strategica, pronta a "funzionare", seppur con la dovuta discrezione, per promuovere eventuali interessi... di famiglia. )
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E, notizia dell'ultim'ora (1° gennaio 2015), il massone, radicale Marco Pannella rivolge queste parole a Giorgio Napolitano: «Siccome la storia del nostro Presidente della Repubblica è la storia di chi ha notoriamente sangue dei Savoia e avrebbe potuto diventare Re.»
Pannella sgama in modo inequivocabile Napolitano, attribuendogli sangue dei Savoia nelle vene. «Pochi lo sanno, anzi in Italia sono in molti ma tacciono, ma quando la gente scherzando allude al fatto che il Presidente Napolitano sembra il figlio di Re Umberto II, tanto ne è il sosia, sbaglia. Nel senso che ....Napolitano non sembra... È il figlio naturale del nostro ultimo Re.
Giorgio Napolitano e' figlio di re Umberto II di Savoia . In quanto tale, avrebbe a suo tempo dovuto essere esiliato, sulla base della allora vigente Costituzione? __________________________
NAPOLITANO È FIGLIO DI RE UMBERTO II DI SAVOIA Articolo di Cristiano Lovatelli Ravarino - lunedì, 5 marzo 2012 ..
Sua madre, contessa di Napoli (titolo che da buon comunista ha sempre accuratamente nascosto come Berlinguer faceva con il suo titolo di marchese) era una delle dame di compagnia della regina Maria Josè che, a volte, esasperata dalla folla di amanti del Re (in genere donne) gli piazzava rappresaglie gigantesche e se ne andava (notoriamente innamorandosi forse una sola volta: di Indro Montanelli che da grandissimo signore si è sempre rifiutato anche solo di discutere l'argomento). In una di queste prolungatissime assenze la dama di compagnia di Maria Josè lo divenne anche del Re, al punto che ne nacque il prestigioso pargolo. Questo accadimento, confermatomi in una intervista registrata che ancora conservo da uno dei comunisti più informati, e anche per bene, che abbia mai conosciuto, Ciro Soglia (grande giornalista, grande partigiano), costò l'elezione a segretario del PCI al nostro attuale Presidente. Quando Berlinguer morì, anche un focomelico avrebbe capito che il PCI disponeva di due sofisticati, colti, rassicuranti fuoriclasse per scalare, fin da allora, le paure della borghesia: l'ex sindaco di Bologna, Renato Zangheri, e il nostro attuale primo cittadino.
Invece si suicidarono eleggendo l'ultima raffica di Stalin all'interno del PCI: Natta, pedante, tardoleninista, gufaceo, impresentabile.
Come fu possibile? È molto semplice. L'ex sindaco di Bologna aveva da tempo una incredibile storia segreta (preberlusconiana osiamo dire) con la nobile moglie di uno dei più rampanti industriali italiani, ...
Napolitano, invece, era il figlio genetico del Re.
Due giganteschi scheletri nell'armadio che il partito temeva sarebbero saltati fuori se la stampa internazionale avesse iniziato a scavare a fondo nelle loro vite se eletti segretario. Quindi elessero la continuità perbenista, una continuità ideologicamente già incartapecorita, quasi grottesca, come nel caso di Natta. Un errore di valutazione che ritardò forse di vent'anni la loro trasformazione in forza governativa.»
Ci sono delle imprecisioni nella storia raccontata da Lovatelli Ravarino.
-----------------------------------Le cronache ci dicono che Napolitano era figlio di re Umberto II di Savoia, nei fatti ha restaurato la monarchia distruggendo la costituzione.
La madre di Napolitano era la contessa di Napoli Carolina Bobbio, una delle tante dame di compagnia della regina Maria Josè, moglie del Re Umberto II.
Che Giorgio Napolitano, sia tra i mandanti della distruzione della costituzione è ormai cosa nota a tutti, un po’ meno le ragioni di questa sua vera e propria “ossessione”.
Re Giorgio durante il suo mandato, ha spinto il parlamento a fare in fretta e spesso ha rilasciato dichiarazioni ufficiali che a parere di molti, hanno prevaricato il suo ruolo istituzionale di “super partes” e custode della costituzione di cui era il garante, spingendo perché il testo si approvasse senza modifiche, che peraltro è una grave violazione delle prerogative dei parlamentari che sono stati eletti per legiferare senza vincoli di mandato.
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