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19/07/17

ma chi spegne gli incendi in Italia,ma una compagnia brittanica e che con che contratto,ossia siamo in mano alla mafia, altro che governi, è mafia

La Inaer Aviation e la Inaer Anfibios, entrambe società della britannica Babcock, operatore leader nei servizi di engineering nei settori della Difesa, Energia, Telecomunicazioni e Trasporti, presente in 5 continenti con oltre 28.000 dipendenti e quotata al FTSE 100 di Londra, dal 2013 si sono aggiudicate il contratto per la gestione operativa e tecnico-manutentiva della flotta dei 19 aerei impegnati nella lotta antincendio, con un ribasso dello 0,02% sul prezzo a base d'asta, a dimostrazione che erano probabilmente le uniche aziende in grado di partecipare alla gara.Risultati immagini per aerei antincendio in italia foto
Sostanzialmente i Canadair di proprietà pubblica, sono pilotati, manutenuti, riforniti di carburante e gestiti a tutti gli effetti da privati sulla base di un contratto molto articolato, che il Comando dei Vigili del Fuoco ha prorogato all'inizio del 2015 per ulteriori tre anni.
Un contratto che prevede un canone annuo totale di oltre 50 milioni di euro più Iva a carico dello Stato e che disciplina dettagliatamente tutti gli aspetti delle attività di utilizzo degli aerei, oltre che del centro operativo che li deve guidare nei loro interventi sul territorio nazionale.
Leggendo il contratto si scopre così che questo prevede un forfait di 400 ore di volo per ogni velivolo e un costo per ogni ora di volo aggiuntiva di 1.245,96 euro (+IVA)

È proprio questo tipo di gestione, con un committente pubblico e un esecutore privato, con le inevitabili rigidità contrattuali che ne derivano, che sta alla base della non perfetta efficienza di quest'arma fondamentale nella difesa del territorio.

A cominciare dai ritardi di intervento, dovuti da una parte alla previsione contrattuale che indica tempi di decollo massimi variabili tra i 30 e i 55 minuti dal momento in cui i piloti ricevono la "scheda di missione" da parte del loro centro operativo (art. 8-a del Disciplinare tecnico) a cui si devono aggiungere i tempi tecnici nei quali il centro operativo riceve la richiesta d'intervento e la elabora (come minimo un'altra decina di minuti) e, dall'altra, a una presenza non capillare sul territorio (in Sardegna i Canadair sono basati, e solo nei mesi estivi, all'aeroporto di Olbia, ad almeno 45 minuti dal sud dell'Isola), dato che il contratto prevede solo "tre basi di schieramento permanenti", Genova, Ciampino e Lamezia Terme, oltre alla possibilità di istituire, ed è il caso di Olbia, basi stagionali a fronte del pagamento di un rimborso aggiuntivo di 1.305 euro (+IVA e per ogni singolo aereo) al giorno. Ma la stessa complessità operativa imposta per la loro apertura, per quanto stagionale, renderebbe antieconomica la coesistenza in Sardegna di una base al nord (Olbia) e una sud (Cagliari). Senza considerare poi che lo stesso contratto prevede, comunque, che queste basi stagionali siano al massimo due sull'intero territorio nazionale. (Disciplinare tecnico art.11.b)

Ecco perché, purtroppo spesso, mentre il fuoco sospinto dal vento, alimentato da stoppie, macchia mediterranea e boschi, percorre chilometri seminando distruzione e, soprattutto, diventando incontrollabile da terra, i Canadair arrivano solo dopo ore, con le conseguenze che purtroppo ci sono ben note. Come visto dalle premesse, non potrebbe essere diversamente.

Così come, sempre il contratto, impone alla Inaer di utilizzare, non tutti i 19 aerei della flotta, ma di averne in efficienza e operativi soltanto 14 (e solo nei periodi estivi di punta), mentre gli altri 5 possono tranquillamente rimanere a terra. (Disciplinare tecnico art.5)

Pur non volendo mettere in alcun modo in discussione la professionalità e la dedizione ammirevole degli equipaggi dei Canadair, che hanno tutta la mia riconoscenza, e nemmeno sindacare sulla serietà ed efficienza delle aziende di proprietà della multinazionale britannica, aggiudicatarie dell'appalto, ho più di qualche dubbio sul fatto che l'assetto operativo individuato dalla a Protezione Civile prima e dai Vigili del Fuoco oggi sia quello ottimale per massimizzare l'efficacia della flotta di Bombardier Canadair CL415, sul cui acquisto lo Stato italiano ha comunque investito, anni fa, centinaia di milioni.

Perché gli stessi velivoli non sono stati affidati, per esempio, all'Aeronautica Militare (come infatti accade in Spagna), che avrebbe perlomeno garantito una maggiore flessibilità d'uso slegata dagli stretti vincoli dettati da un contratto chiuso?

Siamo assolutamente certi che, anche dal punto di vista economico, questa scelta sia la migliore, visto che ognuno dei 19 aerei (che come risulta non vengono nemmeno utilizzati in contemporanea tutti) costa, solo per la gestione ordinaria, circa 2,7 milioni all'anno?

È giusto che per la tutela dell'ambiente e, viste le ripercussioni sul turismo, della stessa immagine della Sardegna siano destinati soltanto 8 milioni di euro per la battaglia aerea contro il fuoco?

Questo senza voler poi ricordare, al di là della demagogia, che i costi d'acquisto di ognuno dei famigerati caccia F35 ordinati dallo Stato italiano, cir.

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