http://www.badiale-tringali.it/2017/08/lorigine-delle-ong.html
L'origine delle ONG
(Riceviamo da Paolo Di Remigio e volentieri pubblichiamo questa traduzione del primo capitolo di un libro sulla storia delle ONG. Il testo è apparso anche su "Appello al popolo. M.B.)
L’origine delle ONG
Il libro di Engdahl, di cui traduciamo di seguito il primo capitolo, (Geheimakte NGOs, Kopp Verlag, Rottenburg giugno 2017) documenta come le principali ONG siano strumenti forgiati dalle oligarchie politiche ed economiche statunitensi, uno dei mezzi a cui esse, sulla base di un esasperato nazionalismo, ricorrono per condizionare e rovesciare i governi che ritengono non abbastanza allineati ai loro piani.
Dopo che la sequenza di destabilizzazioni, di colpi di Stato, di assassinii politici, di abusi nei confronti di cittadini stranieri e americani sollevò nell’America degli anni ’70 aspre polemiche che minacciavano di impacciare i liberi movimenti dei servizi segreti, nel 1983, durante la presidenza Reagan, il direttore della CIA, Casey, uscì dall’angolo con un colpo di genio: affidare le destabilizzazioni e i cambiamenti di regime non più a manovre coperte dietro le quinte, indifferenti se non ostili alla volontà dei popoli, dunque in contrasto con l’ideologia democratica professata dagli Stati Uniti, ma ad organizzazioni ufficialmente indipendenti dal governo che pure le aveva create e le finanziava in segreto, le quali in nome dei diritti umani, della democrazia e della lotta alla corruzione, creassero nei paesi da colpire avanguardie in grado di mobilitare la piazza contro i governi. La destabilizzazione e il cambiamento dei regimi assunsero così l’aspetto di un generoso movimento dal basso. Combatterlo avrebbe significato porsi nel campo opposto a quello della generosità, rinnegare cioè i diritti umani, la democrazia, la lotta alla corruzione, essere demonizzati come un regime paria, uno Stato canaglia, autorizzare così la ‘comunità internazionale’ al giusto intervento in difesa della popolazione angariata.
In questo modo le operazioni imperialistiche hanno assunto un aspetto tanto convincente di rivoluzione interna che molti sessantottini invecchiati non riescono ancora a capacitarsi come l’esito normale delle rivoluzioni sia la formazione di protettorati atlantici gestiti da regimi fascisti – da quello dei ‘Fratelli musulmani’ in Medio Oriente a quello dei neonazisti in Ucraina. Con un felice richiamo letterario, Engdahl suggerisce che Casey ha agito sul modello dell’abile diplomatico del racconto di Edgar Allan Poe, che sfugge alle perquisizioni ponendo la lettera rubata in un posto bene in vista anziché in un nascondiglio recondito.
Se vale l’osservazione di Hegel secondo cui il segnale della vittoria definitiva di un partito su un altro è lo scindersi del primo in una nuova opposizione, allora, dopo la vittoria sul blocco orientale, il blocco occidentale si è scisso e gli USA hanno iniziato a considerare l’Europa non più un alleato, ma un nemico virtuale da ridurre all’impotenza prima che possa formulare pensieri di autodeterminazione. Così la stessa Europa è finita nella morsa americana, stretta dalle regole della UE che ne devastano l’economia, dalla NATO che ne dirige la politica estera, dalle riforme sociali e culturali, dal terrorismo e dall’immigrazione incontrollata che ne disgregano la società.
Le esitazioni di una classe dirigente europea esecutrice dei diktat atlantici, intensificatesi con il drammatico declino della sua popolarità, sono superate dallo slancio delle organizzazioni non governative silenziosamente proliferate. Esse sembrano obbedire soltanto a un generoso idealismo impresso nella loro essenza: all’imperativo categorico di salvare vite umane, di aprire gli europei all’accoglienza, di organizzare l’integrazione, di intensificare il pluralismo, di lottare contro la corruzione e da ultimo contro i discorsi di odio. Il libro di Engdahl mostra che tutto questo è subdola ideologia, che la sensibilità delle ONG, selettiva e indifferente al valore della legalità, è la copertura del piano atlantico di destabilizzazione mondiale.
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