Questa mattina alle 8, alla frazione San Martino di Fiastra, si è presentato l’ufficiale giudiziario per intimare alla Signora Peppina, lo sgombero della casetta di legno che i suoi familiari le avevano costruito, di fronte alla sua casa inagibile.
Già una volta, dopo il terremoto, una delle due figlie l’aveva portata con se a Civitanova per impedirle di vivere ... o di morire, nel caldo rovente di un container. Però la Signora Peppina ha fatto di tutto per tornare alla sua c...asa, ai suoi boschi, a quella terra dove i suoi genitori hanno costruito casa, dove si è sposata, messo al mondo le figlie e dove ha diritto di terminare i suoi giorni.
Davanti a una volontà così determinata, legittima e sacrosanta, pensando al terremoto come variabile imprevista ed eccezionale, i familiari hanno costruito la casetta di legno, con tutte i permessi eccezion fatto per quello del Parco dei Sibillini, che avrebbe comportato tempi lunghi per una persona che a 94 anni di tempo ne ha poco.
Così quando questa mattina sono arrivato davanti a quella casetta, la figlia che abita a Civitanova mi ha detto che sua madre, quando è arrivato l’ufficiale giudiziario, ha raccolto tutte le sue cose per andare a Castelfidaro a casa dell’altra figlia.
“Addio, monti sorgenti dall'acque, ed elevati al cielo; cime inuguali, note a chi è cresciuto tra voi, e impresse nella sua mente, non meno che lo sia l'aspetto de' suoi più familiari” scriveva Manzoni per descrivere il dolore di Lucia costretta ad abbandonare la sua casa per sfuggire alle angherie di Don Rodrigo. Così la Signora a 94 anni viene costretta dalle angherie di questi politica cialtrona, forte con i deboli e debole con i forti, ad abbandonare i suoi monti e subire questo strappo insopportabile. Vergogna! –gianni maggi-
Già una volta, dopo il terremoto, una delle due figlie l’aveva portata con se a Civitanova per impedirle di vivere ... o di morire, nel caldo rovente di un container. Però la Signora Peppina ha fatto di tutto per tornare alla sua c...asa, ai suoi boschi, a quella terra dove i suoi genitori hanno costruito casa, dove si è sposata, messo al mondo le figlie e dove ha diritto di terminare i suoi giorni.
Davanti a una volontà così determinata, legittima e sacrosanta, pensando al terremoto come variabile imprevista ed eccezionale, i familiari hanno costruito la casetta di legno, con tutte i permessi eccezion fatto per quello del Parco dei Sibillini, che avrebbe comportato tempi lunghi per una persona che a 94 anni di tempo ne ha poco.
Così quando questa mattina sono arrivato davanti a quella casetta, la figlia che abita a Civitanova mi ha detto che sua madre, quando è arrivato l’ufficiale giudiziario, ha raccolto tutte le sue cose per andare a Castelfidaro a casa dell’altra figlia.
“Addio, monti sorgenti dall'acque, ed elevati al cielo; cime inuguali, note a chi è cresciuto tra voi, e impresse nella sua mente, non meno che lo sia l'aspetto de' suoi più familiari” scriveva Manzoni per descrivere il dolore di Lucia costretta ad abbandonare la sua casa per sfuggire alle angherie di Don Rodrigo. Così la Signora a 94 anni viene costretta dalle angherie di questi politica cialtrona, forte con i deboli e debole con i forti, ad abbandonare i suoi monti e subire questo strappo insopportabile. Vergogna! –gianni maggi-
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