Era fuggito in Nord Africa dopo le truffe milionarie e le estorsioni con la sua Rimini Yacht, con un coté di militari della Finanza, residui di P3 e briciole di ‘ndrangheta. Era finito latitante prima in Tunisia, poi in Algeria, infine in Libia. Qui fu anche arrestato, ma quando cadde Gheddafi, fu liberato dai ribelli alle quali poi si è unito per qualche tempo. Infine, da comandante di una motovedetta anti-scafisti, discettava sui giornali dispensandoconsigli all’Italia sulle misure più giuste per bloccare i flussi migratori. Alla fine Giulio Lolli, imprenditore bolognese, da 7 anni ricercato dalla giustizia italiana per via di due mandati di cattura internazionale, è stato arrestato dalle forze speciali di deterrenza Rada, militari che dipendono dal ministero dell’Interno libico per il quale in teoria Lolli lavorava.