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03/01/18

Militari italiani in Niger, altro che lotta ai jihadisti.,il governo delle balle, dai sacchetti bio obbligatori , alle miniere in Niger, il governo che racconta palle sino all'ultimo respiro

Militari italiani in Niger, altro che lotta ai jihadisti.,il governo delle balle, dai sacchetti  bio obbligatori , alle miniere in Niger, il governo che racconta palle sino all'ultimo respiro perchè poi il piddì te lo scordi,dopo 5 di di merda chi lo voterà se non il suo indotto,il popolo degli 80 euro e la chiesa , e le lobby sono grandi numeri,ma noi siamo di più e il piddì deve sparire.
Un governo sinistro,cioè maligno, poi si lamentano  perchè ha perso la Clinton in america, perchè la sinistra è in mano alle lobby, in tutto il mondo è così e le lobby non sono democrazia, in america non c'era alternativa, non ci sono i 5 stelle in Italia si ed è il momento di fare sparire la merda dalla politica e si comincia dall'Italia, si da noi, siamo sempre stati l'inizio per il mondo e con il m5s si ricomincia, tutto inizia quì

Alleati  –  Paolo Gentiloni ed Emmanuel Macron, presidente della Francia, partner dell’azione in Niger   –  Ansa

Militari italiani in Niger, altro che lotta ai jihadisti. In ballo miniere della Francia e risorse del Sahel

La missione dei 500 soldati - Dietro l’intento di combattere il traffico di esseri umani ci sono ragioni geopolitiche che i governi tacciono

Tutto molto persuasivo, lineare, morale, rassicurante. I buoni e i cattivi, le frontiere dell’Europa che si spostano in Africa, noi che andiamo in Niger per fermare incauti migranti diretti verso la trappola libica e per “combattere il terrorismo”Un unico dubbio: considerando il labirinto nel quale ci stiamo per affacciare, per una volta non sarà il caso, invece, di spiegare agli italiani che la realtà è ambiguacontortacomplicata?
Non che le motivazioni ideali cui il governo si appella siano fasulle, ma quantomeno dovranno farsi strada dentro dilemmi acuminati che non andrebbero taciuti. Per cominciare: il contingente italiano sarà complementare alle forze che la Francia ha schierato in Niger non tanto per “combattere il terrorismo” quanto per difendere i propri interessi – soprattutto le miniere di uranio vitali per il fabbisogno energetico francese, che per l’80 per cento è soddisfatto da centrali nucleari. Le concessioni relative alle miniere – prevedano o no, come si sospetta, clausole segrete – hanno arricchito una classe dirigente sovrabbondante di militari, non certo la popolazione, che è agli ultimi posti in tutte le classifiche mondiali sullo sviluppo umano. Parigi, che in Niger dal 1890 fa e disfa, non è riuscita a costruire un’economia in salute né un sistema politico stabile.

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