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16/07/18

Boeri deve fare il suo lavoro e invece sta facendo politica e dunque venga licenziato,poi lui è uno che ha già una pensione d'oro,ossia è namerda


Dall'immigrazione alla legge Fornero, passando per le politiche sul lavoro. Tito Boeri non ha perso occasione per far presente che il nuovo governo gialloverde proprio non è compatibile col suo modo di pensare.
E ora Matteo Salvini sembra aver perso la pazienza: "Se il presidente dell'Inps non è d'accordo su niente delle linee politiche del governo, si dimetta", lo avverte.
DI MAIO E SALVINI PENSANO DI SOSTITUIRE BOERI- Il PD LO ASPETTA Quello che ne resta
“Il presidente dell'Inps Tito Boeri non è in linea con le idee di questo Governo". #Diffondete
Dall'immigrazione alla legge Fornero, passando per le politiche sul lavoro. Tito Boeri non ha perso occasione per far presente che il nuovo governo gialloverde proprio non è compatibile col suo modo di pensare.
E ora Matteo Salvini sembra aver perso la pazienza: "Se il presidente dell'Inps non è d'accordo su niente delle linee politiche del governo, si dimetta", lo avverte.
L'ultimo terreno di scontro è il decreto Dignità, che - stando ai conti Inps - farebbe perdere 8mila posto di lavoro all'anno. "Non so se qualcuno dalla sera alla mattina ha tolto dei numeri o aggiunto dei numeri", ha detto il vicepremier a Mosca per la finale dei Mondiali, "So che è un decreto che mira a creare nuovi posti di lavoro e so per certo che ci sono alcuni organismi, penso all'Inps, con cui non ho da fare polemiche personali, perché non mi interessano, che però hanno una visione della realtà che è assolutamente lontana da quella degli italiani, da quella del mondo del lavoro, del mondo delle pensioni".
Ma dalle parole di Salvini è chiaro che l'irritazione deriva dalle critiche precendenti più che dall'ultimo attacco: "Il presidente dell'Inps continua a dire, la legge Fornero non si tocca, gli immigrati ci servono, perché ci pagano le pensioni, questo decreto crea disoccupazione...", ha sottolineato il ministro dell'Interno, "In un mondo normale se non sei d'accordo con niente delle linee politiche, economiche e culturali di un governo e tu rappresenti politicamente (perché il presidente dell'Inps fa politica) un altro modo di vedere il futuro, ti dimetti. Così non è e vabbè... Noi siamo al governo e mi dispiace per chi ha perso le elezioni".
Frena però Luigi Di Maio: "Non possiamo rimuovere Boeri ora: quando scadrà terremo conto che è un presidente dell'Inps che non è minimamente in linea con le idee del governo", ha spiegato il ministro del Lavoro, "Non perché il presidente dell'Inps la debba pensare come noi, ma perchè noi vogliamo fare quota 100, quota 41, la revisione della legge Fornero. L'Inps ci deve fornire i dati, non un'opinione contrastante, perché se permette i soldi li troviamo noi".
APERTA LA CACCIA ALLA "MANINA"
A caccia della "manina" nel Decreto Dignità, tutti accusano il presidente dell'Inps deluso soprattutto dal ministro Tria. Ma M5S non vuole affrettare l'addio
Se mi vogliono cacciare, mi caccino. Io però resto al mio posto". È il pensiero che i principali quotidiani nazionali attribuiscono a Tito Boeri, presidente dell'Inps finito sotto accusa per la "manina" che avrebbe corretto la relazione tecnica del Decreto Dignità, inserendo la tabella in cui si preveda la perdita di 8 mila posti di lavoro l'anno per effetto delle misure previste nel provvedimento.
Boeri è determinato a resistere, ma è offeso soprattutto per le considerazioni sulle stime dell'Inps definite "prive di basi scientifiche". Deluso soprattutto dal ministro dell'Economia, "incredibile, da Tria non lo aspettavo" avrebbe commentato con i suoi collaboratori. Ed ancora: "Se la Ragioneria avesse avuto delle perplessità su quelle stime, poteva contestarle, chiederci un approfondimento, come avviene spesso. E invece ha proceduto alla bollinatura, facendole proprie". Boeri è un fiume in piena, secondo quanto riporta il Corriere della Sera: "Se uno studente impreparato viene promosso, la responsabilità non è solo dello studente che non ha studiato ma anche del professore che lo promuove". Insomma se l'errore c'è, è della Ragioneria come dell'Inps. Ma l'errore, secondo Boeri, non c'è, anzi quella stima di 8 mila posti persi è "relativamente ottimistica".
Ora il tema è il futuro più prossimo di Tito Boeri. A febbraio 2019 scadrà il suo mandato e un rinnovo è fuori da ogni orizzonte. Ma cacciarlo prima? Matteo Salvini è decisamente favorevole a farlo subito, Luigi Di Maio no: "Non possiamo rimuovere Boeri ora, quando scadrà terremo conto che è un presidente dell'Inps che non è minimamente in linea con le idee del governo, non perché il presidente dell'Inps la debba pensare come noi, ma perché noi vogliamo fare quota 100, quota 41, la revisione della legge Fornero, l'Inps ci deve fornire i dati, non un'opinione contrastante". E Boeri per ora resta presidente dell'Inps.
Un abbraccio da Ferrari Daniele Attivista M5S

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