il mio canale you tube

il mio canale you tube
musica e video amatoriali fatti da me

Elenco blog personale

07/07/18

Marco Travaglio: “Peli superflui”



di Marco Travaglio – Fatto Quotidiano del 7 luglio 2018 – Leggo sempre Michele Serra, perché siamo un po’ amici e perché lo trovo intelligente anche quando non lo condivido. Cioè quasi sempre, specialmente nell’ultima fase depresso-bartaliana (è tutto sbagliato, è tutto da rifare). Ieri Serra ha ricordato sul Venerdì qual era la sua posizione, tanto sacrosanta quanto solitaria in casa Repubblica, dopo il 4 marzo: “Il rischio, evidente, di una paradossale alleanza tra Pd e 5S mi sembrava preferibile all’orribile inverarsi dell’alleanza pentaleghista, che raccoglie in un solo fascio alcuni dei peggiori istinti in circolazione, tra l’altro neanche nuovi: dalla renitenza al fisco all’assistenzialismo, dal mito delle maniere forti al disprezzo per ‘la casta’…”. Anche noi, dopo il voto, ci eravamo battuti per un contratto di governo fra un Pd profondamente rinnovato e i 5Stelle. Non tanto perché riteniamo la Lega il ricettacolo di tutti i mali (abbiamo visto persino di peggio, nella Seconda Repubblica, e anche nella Prima), quanto perché il programma M5S ci pareva meno incompatibile con un nuovo centrosinistra che ovviamente non fosse il Pd renziano. Purtroppo il rinnovamento, applicato al Pd, diventa un ossimoro, infatti Renzi ha subito sabotato i primi vagiti di dialogo avviati con l’incarico esplorativo di Mattarella a Fico, mentre chi avrebbe dovuto sedare il Bullo Perditutto – Martina, Orlando, Franceschini, Gentiloni e altre anime morte – pigolava tremebondo frasi senza senso, facendo un passo avanti e tre indietro.
Così divenne inevitabile il governo che Serra definisce “orribile” e che, per ora, è solo molto strano e contraddittorio, con un programma “centrista” (Istituto Cattaneo dixit) che contiene un bel po’ di cose buone e alcune pessime, poi peggiorate dalle sparate quotidiane di Salvini. Quanto ai “peggiori istinti” raccolti dal Salvimaio, avevano già fatto tutto quelli di prima: nemmeno Salvini in overdose da condonismo potrà mai eguagliare i regali fatti agli evasori fiscali da B.&Renzi. E il disprezzo per “la casta” e i suoi privilegi unici al mondo è un sentimento nobile. Così come la voglia di fare qualcosa per 5 milioni di poveri assoluti e 3,5 milioni di lavoratori precari (due record del 2018, dopo 7 anni di Pd al governo). Che non è “assistenzialismo”, ma un Welfare – dal reddito di cittadinanza al salario minimo – previsto in tutta l’Ue fuorché nell’Italia del fu “più grande partito di centrosinistra d’Europa”. Serra prevede che “il governo non durerà” per le troppe differenze fra i due alleati e anche fra i loro elettorati: “Salvini si mangerà metà dell’elettorato grillino, e l’altra metà tornerà in libera uscita”.
È quel che spera pure Renzi, con la geniale strategia “Aventino&pop-corn”, versione riveduta e corretta del motto cinese: “Siediti sulla riva del fiume e prima o poi vedrai passare il cadavere del tuo nemico”. Può darsi che un giorno, davanti a un Renzi gonfio come un tacchino di pop-corn, passi la salma di Luigi Di Maio. Ma può darsi pure che accada l’opposto. Come dice Gigi Proietti, “se vuoi veder passare il cadavere del tuo nemico, prima devi ammazzarlo”. Noi, per dire, non saremmo così sicuri che questo governo duri poco. Perché è vero che Salvini, dal 4 marzo, ha giocato su due tavoli (5Stelle e centrodestra con B.&Meloni) nella certezza di vincere su entrambi e può continuare a farlo anche in futuro: se resta col M5S guadagna voti, se rompe tutto e torna alle urne con quel che resta del centrodestra può guadagnare voti. Ma è pur vero che l’elettorato è liquido e fluido come non mai, e chi ora stravede per Salvini perché sta al governo potrebbe non seguirlo se lo rovesciasse. La tentazione di andare all’incasso, scambiando i sondaggi per voti veri e buttando giù un governo molto popolare per farne un altro ancor più popolare non ha mai portato bene agli autori dell’azzardo: per informazioni, rivolgersi a Chirac, che nel ’97 ci provò nella certezza di stravincere e ci rimise le penne. Siccome però Salvini potrebbe commettere questo errore, un centrosinistra degno di questo nome (quindi non quello di Renzi) dovrebbe prepararsi per tempo.
Come? Incuneandosi nelle crepe della maggioranza per approfittare delle contraddizioni fra 5Stelle e Lega. Pronto anche a votare leggi positive e “progressiste” come il decreto Dignità o eventuali riforme su prescrizione, corruzione, Rai ecc. per far capire a Salvini che, in caso di ritorno al voto, si ritroverebbe contro non i soliti polli di Renzo (anzi di Renzi) da ingoiare in un sol boccone; ma un patto 5Stelle-centrosinistra per sbarrargli la strada di Palazzo Chigi. Il che, nell’immediato, aumenterebbe il potere contrattuale del M5S dentro la maggioranza. Ma, in prospettiva, rimetterebbe in gioco un centrosinistra che, sull’Aventino coi pop-corn, è ormai sparito anche dalla mente dei suoi elettori. Oggi chi teme Salvini non pensa, come salvatore, a Martina o a Gentiloni, e nemmeno a Zingaretti. Spera che Fico e/o Di Maio riescano a frenare le pulsioni leghiste. La dialettica maggioranza-opposizione s’è trasferita tutta nell’alveo del governo, mentre le minoranze sono viste come peli superflui irrilevanti e ininfluenti. Se oggi il Pd indicesse una manifestazione contro questo o quell’atto del governo, non ci andrebbe quasi nessuno..[…]

Nessun commento: