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22/07/18

se i migranti muoiono in mare la colpa non è dell'italia,ma dei trafficanti di uomini e delle ong, la verità è questa

se i migranti muoiono in mare la colpa non è dell'italia,ma dei trafficanti di uomini e delle ong, la verità è questa,questo traffico di persone che poi adesso fanno una brutta fine anche in italia, cioè lavoro non ce n'è, soldi non ne abbiamo però dobbiamo diventare un campo profughi perchè ce lo ordinano le ong,ma che vadano a fare in culo loro e Soros ommo e merda, spero che lo prendano e lo mettino in galera a sto stronzo.


migranti in libia, lo dice la frase"in libia " noi italia dovremmo secondo le ong prendere tutti i migranti che fanno la traversata, che non la fanno manco la traversata, prendono il largo su dei gommoni e aspettano che il taxi ong li prelevi e li porti in italia il paese del bengodi,sapendo che solo in italia possono venire in quanto l'europa non ne prende più, quì siamo al delirio e le ong devono sparire.



I piedi in foto, sono di una persona che è stata in acqua per 48 ore LE MANI CON SMALTO ANNESSO,sono di "quella"che dice che è stata in mare a bagnomaria per 48 ore e vorrebbe denunciare l'Italia per mancato soccorso(politica)

Migranti, “in Libia barconi affondati con le persone a bordo”Migranti, “in Libia barconi affondati con le persone a bordo”


Barconi affondati mentre i migranti sono ancora a bordo. È questo che accade nelle acque del Mediterraneo quando la Guardia costiera libica interviene per i soccorsi. Il motivo: quando le motovedette libiche si avvicinano ai barconi, i migranti, che non vogliono essere riportati in Libia, rifiutano di essere trasportati sulle imbarcazioni della Guardia costiera. E a quel punto, per convincerli ad accettare il soccorso, è ormai prassi che i militari libici inizino le operazioni per affondare la barca. Una prassi disumana, che s’è ripetuta in parecchi salvataggi, rivelata al Fatto, con la promessa dell’anonimato, da più fonti militari. Che i barconi vadano affondati è un dato acquisito. La Procura di Trapani, per esempio, contesta alla Ong tedesca Iugend Rettet di non aver distrutto le barche per impedirne il riutilizzo da parte di trafficanti, durante un salvataggio del 18 giugno 2017. Qui siamo paradossalmente alla dinamica opposta: il barcone viene affondato, ma con i migranti a bordo, per costringerli a salire sulle motovedette libiche.
Il governo ha invece smentito la ricostruzione della Ong Proactiva sul salvataggio, avvenuto il 17 luglio, di Josefa, la camerunense di 40 anni soccorsa dalla Open Arms a circa 80 miglia dalla costa libica. Accanto a lei, aggrappati al relitto di un gommone, i cadaveri di una donna e di un bambino di circa 5 anni. Il Viminale ha bollato come una fake news la dichiarazione dei volontari spagnoli: “I libici hanno lasciato morire quella donna e quel bambino. Sono assassini arruolati dall’Italia”. La prova evocata dal Viminale consisteva nel video-reportage di una giornalista tedesca che aveva filmato i soccorsi. La cronista ha escluso che, durante i soccorsi ai quali aveva assistito, in mare fossero rimasti dei migranti. Ma poi ha aggiunto che, nelle stesse ore e nella stessa area, le motovedette libiche avevano effettuato un altro soccorso. La prova quindi non provava nulla se non che, nel soccorso registrato dalla cronista, non risultavano cadaveri o superstiti rimasti in acqua. Nulla poteva escludere, invece, che il relitto con le due vittime e la superstite fosse collegato invece al secondo soccorso di quella notte.https://www.ilfattoquotidiano.it/premium/articoli/libia-barconi-affondati-con-i-migranti-a-bordo/

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