è SBAGLIATO DARE IN CONCESSIONI E ALTRO,LO STATO FA L'OPERA E LA DEVE GESTIRE, NELL'INTERESSE COMUNE E CON I COSTI,VERI,IL PRIVATO VUOLE IL PROFITTO E LA COSA PUBBLICA NON DEVE ESSERE PROFITTO,MA SEMPLICEMENTE SPESA, PER PUBBLICA UTILITà NON CI DEVE ESSERE IL PRIVATO A GESTIRE, PERCHè POI SE C'è IL GUADAGNO è DEL PRIVATO,SE C'è PERDITA MAGARI PER ERRORI DEL PRIVATO PAGA LO STATO,ANCHE LE BANCHE CI DEVE ESSERE QUELLA PUBBLICA, CHE DEVE FARE UN LAVORO SEMPLICE, GESTIRE I DEPOSITI E FARE PRESTITI SENZA STROZZINAGGIO, INVECE LE BANCHE INVESTONO IN DERIVATI CHE SAPPIAMO TUTTI CHE FINE FANNO ESSENDO SOLDI DI FANTASIA E POI AL PATATRAC PAGA IL CONTRIBUENTE ,TUTTO QUESTO DEVE FINIRE E SE LA UE NON CI STA, BENE ABBIAMO VISSUTO 2000 ANNI SENZA LA UE, POSSIAMO FARLO PER ALTRI 2000
DELLA DIFFERENZA TRA SPRECO PUBBLICO E CRESTA PRIVATA
di Beppe Grillo - Ieri sera l’ex Ministro Di Pietro si affannava a mostrare il contratto di concessione fra lo Stato ed Autostrade per l’Italia. Quasi sorrideva mentre ricordava quanto sarà difficile revocare la concessione ai Benetton. Così, come se nulla si possa più giudicare dai risultati.
Di Pietro, come moltissime persone per bene, sembrava essersi completamente dimenticato del concetto economico/finanziario di “cresta”.
Quando lo stato dà in concessione la gestione di un certo servizio, spesso di vitale importanza, è forse logico che non si preoccupi di quale percentuale dei profitti verrà reinvestita nell’interesse pubblico e quanto resterà nelle mani del privato?
Di Pietro, come moltissime persone per bene, sembrava essersi completamente dimenticato del concetto economico/finanziario di “cresta”.
Quando lo stato dà in concessione la gestione di un certo servizio, spesso di vitale importanza, è forse logico che non si preoccupi di quale percentuale dei profitti verrà reinvestita nell’interesse pubblico e quanto resterà nelle mani del privato?
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