Non è vero, come molti pensano, che i giornalisti italiani siano troppo spesso pavidi e servili. Non è vero. Anzi, quando ci sono cene piene di politici di destra e sinistra (purché non 5 Stelle: gli unici, come noto, ad aver la lebbra), i giornalisti italiani non accettano mai l’invito. Mai. O se lo accettano stanno in disparte, per amore della notizia e della sobrietà. Stare culo e camicia con chi - in via teorica - dovresti controllare e criticare, sarebbe deontologicamente riprovevole. Ce lo insegna qui, durante la cena dei “Cambianiente” tra una Boschi e un Salvini inframezzati da qualche giglio in fior (tipo Cerasa), il solitamente libero e coraggioso Parenzo, sempre indipendente e per nulla prono al potere. Lui, libero e bello, paladino indomito con la sua fiera schiena dritta. Ora e sempre refrattario a moine e civetterie, astuta zanzara garrula nonché stentoreo cane da guardia della democrazia. Daje David!
(Sai che ti stimo, David. Proprio per questo scene simili mi mettono un po’ tristezza, perché temo siano proprio ciò che contribuisce a sputtanare ulteriormente la categoria dei giornalisti. Ma magari sbaglio io)
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