LA “CANTATA” AL PROCESSO – IL PADRINO DI COSA NOSTRA IGNORATO DA MEDIASET E TG2, IL TG1 DELLE 20 DÀ LA NOTIZIA, MA NON NEI TITOLI. I QUOTIDIANI SI “DIMENTICANO” IL RICHIAMO
(di Giampiero Calapà – Il Fatto Quotidiano) – Madre natura canta venerdì, ma pochi lo possono ascoltare nei tg della sera e sui quotidiani di ieri non è da prima pagina. Giuseppe Graviano parla al processo ’ndrangheta stragista di Reggio Calabria, fa il nome di Silvio Berlusconi “incontrato tre volte mentre ero latitante”. E spiega: “Con Berlusconi abbiamo cenato insieme, è accaduto a Milano3 in un appartamento”. Riferisce anche la storia dei soldi del nonno materno: 20 miliardi di vecchie lire all’epoca, anni Settanta, investiti su Milano3 e televisioni private di “Sua Emittenza”.
Parole, nomi e cognomi, che avrebbero cambiato la storia d’Italia se pronunciate nel 1994, dopo la fine della latitanza per l’arresto di Giuseppe e del fratello Filippo Graviano avvenuto proprio a Milano il 27 gennaio. Due mesi esatti dopo, il 27 e 28 marzo 1994, gli italiani alle urne consegnano il Paese a Forza Italia, nuovo partito guidato da Berlusconi al debutto elettorale, e alla sua coalizione con la Lega nord di Umberto Bossi e l’Alleanza nazionale di Gianfranco Fini. Comincia così quello che sarà ricordato come il Ventennio berlusconiano. E tuttora, Berlusconi, se pur da una posizione non più di primissimo piano, è un pezzo del centrodestra, in grado di esprimere addirittura la seconda carica dello Stato: la presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati.
Quindi, se è giusto porsi interrogativi sul perché il padrino di Cosa Nostra Graviano decida di parlare proprio ora, dopo 26 anni, è altrettanto legittimo raccontare com’è stata data una notizia di questa portata dalle principali edizioni dei telegiornali di venerdì e dai quotidiani ieri in edicola.
Per il Tg1 delle 20, quelli che definisce “i misteri del boss mafioso Graviano”, non meritano di comparire nei titoli e il servizio arriva soltanto dopo ventitré minuti. Ma il meglio del servizio pubblico Rai è raggiunto dal Tg2 delle 20:30 del direttore in quota Lega Gennaro Sangiuliano: quanto accaduto nell’aula di tribunale a Reggio Calabria non solo non compare nei titoli, semplicemente non viene raccontato. La fu tele-Kabul, il Tg3, nell’edizione delle 19 inserisce la notizia come quinto titolo, penultimo, prima di Sanremo. E il servizio sulla deposizione di Graviano arriva dopo quasi mezz’ora, al minuto 26, precedendo appunto solo i collegamenti con il Festival di Amadeus e Fiorello.
Le televisioni Mediaset, ancora di proprietà della famiglia Berlusconi esattamente come nel 1994, oscurano del tutto l’accaduto. Per il Tg4 delle 19 merita titoli e servizi la storia di Mario, 92 anni, che sposa Maria, 71 anni; e ampio spazio è dedicato anche all’annoso problema dei cani italiani obesi, con tanto di ospite in studio d’eccezione: l’animalista Michela Vittoria Brambilla, berlusconiana della prima ora a cui nulla viene chiesto rispetto alle parole di Graviano mentre è impegnata a occuparsi con amore del cane portato davanti alle telecamere per l’occasione. Un’ora dopo, al Tg5 delle 20 Cesara Bonamici comincia annunciando: “Buonasera, tanti fatti importanti nella nostra prima pagina…”; di Graviano a Reggio non c’è traccia, ma non mancano gli auguri a Vasco Rossi per il compleanno del cantautore di Albachiara, con tanto di immagini della natia Zocca illuminata per l’occasione. Buio, invece, sulle parole del padrino di Cosa Nostra anche su Studio aperto delle 18,30 su Italia1.
Cambia musica soltanto sul Tg La7: il direttore Enrico Mentana già nell’anteprima annuncia che affronterà “una questione gravissima e di lunga data; le affermazioni di Graviano sono circostanziate, anche se il legale di Berlusconi, Ghedini, smentisce tutto”; nei titoli è la terza notizia e poi è il quinto servizio del telegiornale.
Su Nove a Sonoleventi Peter Gomez inserisce dieci minuti di servizi, analisi e approfondimenti su Graviano e Berlusconi nel primo piano, la notizia è seconda solo alle tensioni politiche nella maggioranza di governo.
Per quanto riguarda la carta stampata nazionale, oltre al Fatto, unico quotidiano a dedicare l’apertura al tema, la notizia è degna della prima pagina anche sul manifesto e sul Giornale di Paolo Berlusconi, fratello di Silvio, diretto da Alessandro Sallusti, che però titola così: “Da Graviano fango e deliri su Berlusconi”. Per tutti gli altri la deposizione di Reggio Calabria compare soltanto nelle pagine interne dello sfoglio.
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