Dopo l'indagine penale adesso arriva anche quella contabile. Il San Raffaele è finito nell'occhio del ciclone dopo che i magistrati milanesi hanno aperto un'inchiesta con nove indagati e una contestazione per falso e truffa che riguarda nove persone e due società (la Monte Tabor e il San Raffaele in quanto persona giuridica).

Ora anche i colleghi della Procura della Corte dei Conti della Lombardia ipotizzano un "ingente danno patrimoniale alla sanità pubblica, superiore ai trenta milioni di euro". La vicenda è quella della presunta truffa su circa 4 mila interventi chirurgici per la quale la Procura di Milano, nei giorni scorsi, ha chiuso le indagini penali. Tra gli indagati ci sono anche Alberto Zangrillo (primario e direttore dell'unità operativa di Anestesia e Rianimazione, nonché medico personale di Silvio Berlusconi) e Nicola Bedin, amministratore dell'ospedale di Segrate a partire dal 2012.

Adesso i magistrati contabili spiegano che è stato "avviato un procedimento di responsabilità erariale che scaturisce dagli oltre 4 mila interventi chirurgici eseguiti presso l'ospedale San Raffaele". Interventi "in violazione delle norme di accreditamento riguardanti la regolare costituzione delle equipe chirurgiche che, pur se formalmente certificata, è risultata di fatto non rispondente a quanto previsto dalla legge stante la presenza di un numero minimo di personale specializzato inferiore a quello contemplato dalle norme, con un uso improprio degli specializzandi".