«La potenziale acquisizione delle attività commerciali di Banca Monte dei Paschi di Siena, con un perimetro accuratamente definito e un’adeguata mitigazione dei rischi, è un’opportunità»: così, qualche giorno fa, l’amministratore delegato di Unicredit, Andrea Orcel, probabile acquirente della banca senese.
"Perimetro accuratamente definito", "adeguata mitigazione dei rischi", sono espressioni che hanno un preciso significato: Unicredit vuole acquisire Mps senza accollarsi gli Npl, ossia i crediti deteriorati in pancia a qualsiasi banca, né gli esiti del contenzioso prodotto dagli aumenti di capitale sociale del 2011, 2014 e 2015, né altro problema di alcun tipo!
Bella roba comprare solo ciò che piace, solo ciò che funziona, e gettare alle ortiche ciò che non aggrada! Soprattutto se a prepararsi alle ortiche è un esercito di dipendenti della banca, stimandosi in una forchetta fra 5000 e 6000 i soggetti che dovrebbero essere sacrificati dall'operazione che si sta preparando.
Sindaco di Siena e Governatore della Toscana stanno già, ovviamente, preparando la battaglia.
Ma sapete a chi dobbiamo, fra gli altri, tale scempio, perché comunque vada a finire MPS è già costata a noi contribuenti italiani tanti miliardi di euro a causa dei plurimi interventi già compiuti per salvare la banca più antica d'Italia? A tal Mario Draghi, responsabile di un placet ad un'operazione mefitica di cui stiamo pagando ancora oggi i costi!
Mps è stata annichilita proprio da Draghi che, da Governatore di Banca d’Italia, autorizzò l’acquisto da parte della banca senese di Banca Antonveneta ad un prezzo così folle e spropositato da affossarne per sempre i bilanci.
Successivamente, perché certe schifezze sono figlie di strategie economicamente decerebrate, è stata strapagata (e poi mal gestita) dall’allora Ministro dell’economia del PD Padoan, ora Presidente, guarda caso, proprio di Unicredit, che si propone di acquisire Monte dei Paschi per come affermato dall'amministratore delegato Orcel.
Ora MPS è pronta per essere fatta a pezzi e pezzettini, per poi essere svenduta, o meglio regalata, ancora una volta a prezzi di saldo agli “amici”, come già avvenuto in passato con le popolari venete e con tante BCC e Popolari.
Ancora una volta un regalo ad una banca privata, ad azionisti privati, a gruppi di potere privati, a tutto danno dello Stato, cioè di noi tutti, della comunità politica e culturale che antepone il bene comune agli interessi dei singoli!
Ma adesso ci penserà Draghi!
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