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21/11/22

ESTICAZZI, patròn di Porta a Porta remunerato per le sue "prestazioni" a quanto si dice con un cachet di 100mila euro al mese (altre voci parlano di 1,7 milioni di euro) al netto di collaborazioni editoriali e vendite di libri - parli con questi toni di poveri cristi. Ma perchè questa è l'informazione in Italia.

 ESTICAZZI





"Io credo che la Meloni, se non cambia il reddito, perde la faccia. E siccome non è una che perde la faccia, lo cambierà. Poi siccome molte di queste persone non hanno formazione, lei prende i soldi europei e fa la formazione. Io pensavo fosse solo un problema del Sud, ma se vai al Nord ci sono le fabbriche disperate per il lavoro, per via del reddito di cittadinanza. È una storia che deve finire, perché non è dignitoso per le persone in grado e perfettamente in salute, ma anche per la loro crescita morale. Che roba è uno che deve essere mantenuto a 30 anni, a 40 anni dallo Stato. Ma stiamo scherzando? Un Paese che punta tutto sul reddito di cittadinanza è un Paese morto".
Parole non di un politico di Fratelli d'Italia, o della Lega ma del più noto giornalista italiano, Bruno Vespa, ospite di "Non è l'Arena".
Parole che lasciano di sasso.
E non solo e non tanto perchè il famoso giornalista e intrattenitore tal dei tali finga bellamente di non sapere che si può essere abilissimi al lavoro e non riuscire ugualmente a trovarne uno.
E non solo e non tanto perchè il medesimo ricco patròn di Porta a Porta - remunerato per le sue "prestazioni" a quanto si dice con un cachet di 100mila euro al mese (altre voci parlano di 1,7 milioni di euro) al netto di collaborazioni editoriali e vendite di libri - parli con questi toni di poveri cristi.
Ma perchè questa è l'informazione in Italia.
Il paese delle banane in cui può accadere che il giornalista più celebre, eterno e strapagato del servizio pubblico, che dovrebbe astenersi da giudizi di parte, diventi invece egli stesso parte della contesa, sposando apertamente e pubblicamente una posizione.
Che è poi quella dei padroni del vapore, di quella ristretta cerchia che, in proprio o per interposta persona, potrebbe decidere, in un amen, di congedarlo alla scadenza del contratto dalla condizione della sua trasmissione e del piccolo schermo, magari per favorire un turn over e dare spazio a qualcun altro.
Come fece un Cavaliere al grandissimo Enzo Biagi che pagò l'intemperanza di far bene il suo mestiere, che non è compiacere i potenti, nè i "padroni".
E che per questo rimane ai miei occhi uno splendido 'esempio di cosa significhi l'indipendenza di un giornalista.
Per il resto, come dicevano a Roma: "O tempora, o mores".
Come diremmo noi, semplicemente: "Esticazzi".

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