Un paese di anziani a rischio di miseria nera e un paese di giovani senza un lavoro e senza un domani, ecco cos'è attualmente l'Italia. Poi che vengano ancora a parlarci dei vantaggi del mercato globalizzato, della genialata che abbiamo fatto ad entrare nell'€ e nell'UE, e della bontà delle ricette economiche neo liberiste per produrre ricchezza, si per chi però? Ma per quel 10% di popolazione che da sempre possiede già tutto naturalmente. Sono ormai vent'anni e passa che i poteri forti ci stanno facendo fessi tutti quanti con i vari Prodi, Berlusconi, Alfano, Veltroni, Franceschini, Monti, Renzi... ecc, e sono anche vent'anni e passa che giornalisti come Marco Travaglio e comici come Beppe Grillo cercano faticosamente di farci aprire gli occhi in merito. Spero quindi che il loro impegno non sia stato vano, e che il prossimo 4 Dicembre ci sia un numero sufficiente di italiani con gli occhi ben aperti che vada a votare NO per sbarrare la strada all'ennesima truffa dei poteri forti, ossia a quest'assurda modifica del senato progettata da Giorgio Napolitano e attuata dal suo menestrello di fiducia Matteo Renzi.
02/11/16
Migranti gettano la spesa per la strada, scoppia l’ira dei residenti -
..le persone fanno salti mortali...ce gente che non riesce a mettere insieme pranzo e cena!perché questo spreco?
Migranti gettano la spesa per la strada, scoppia l’ira dei residenti - Cronaca - Corriere delle Alpi
I nigeriani hanno rifiutato il cibo consegnato dagli operatori. Un affronto per i vicini che hanno segnalato il grave episodio
CORRIEREALPI.GELOCAL.IT
Questo ponte si trova in Abruzzo a pochi km da casa mia..a quando la prossima tragedia?
Questo ponte si trova in Abruzzo a pochi km da casa mia..a quando la prossima tragedia?#MovimentOnesti #NonRubo #IOVotoNO
A FOLIGNO CI SONO 320 CASETTE IN LEGNO, ALCUNE SONO LIBERE. CASETTE DA 40MQ. PER MONTARLE A CASTELLUCCIO E A NORCIA BASTANO DIECI GIORNI !!
A FOLIGNO CI SONO 320 CASETTE IN LEGNO, ALCUNE SONO LIBERE.
CASETTE DA 40MQ.
PER MONTARLE A CASTELLUCCIO E A NORCIA BASTANO DIECI GIORNI !!
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da noi li promuovono a incarichi prezzolati,l'Italia è mafia
Londra, la banca fallisce? Il manager va in galera. Proprio come da noi…
LAPILLOLAROSSA15.ALTERVISTA.ORG
Un'immagine in movimento di come terzo mondo immigrazione musulmana arricchisce il nostro tessuto sociale. Cuori di Parigi 2016 e una deliziosa scena di strada per godere...
Un'immagine in movimento di come terzo mondo immigrazione musulmana arricchisce il nostro tessuto sociale. Cuori di Parigi 2016 e una deliziosa scena di strada per godere...
se fossi lì, sceglierei Assad, se all'America poi la cosa non piace ,lo dico con il cuore la mente e il corpo che se si fotta
La guerra in Siria spacciata per la voglia di democrazia e che invece è per l'egemonia dei poteri forti della terra, ossia Stati Uniti,emirati, Arabia, è non solo assurda,manipolata e fratricida,ma anche da vigliacchi, mi devono spiegare se è meglio un'Arabia e emirati dove c'è la pena di morte, dove non c'è libertà di culto,dove le donne sono di fatto oggetti alla mercé dell'uomo, e poi c'è Assad che ha diretto,governato un paese laico, pur con difetti,pur con soprusi,ma gli altri paesi al nord Africa e medio oriente cosa fanno,sono una democrazia, l'unico pare sia la Tunisia,il resto è in mano a dittature che sono democratiche a secondo le alleanze con gli Usa, detto questo che è lampante, lampeggia notte e giorno che gli Usa vogliono solo comandare e continuare e fare pubblicità ingannevole dove i mali della Siria è Assad e il suo governo.
E' da criminali, dare all'Arabia la patente di democrazia quando poi le donne non solo sono sottomesse, ma non contano nulla, io sono donna e se fossi lì, sceglierei Assad, se all'America poi la cosa non piace ,lo dico con il cuore la mente e il corpo che se si fotta, perchè non combatte per i diritti,ma per i soldi e potere e allora fottiti america
http://www.huffingtonpost.it/2016/11/01/assad-guerra-siria_n_12753352.html?utm_hp_ref=italy
Bashar al-Assad al Nyt: "Mi aspetto di rimanere in carica fino al 2021". Per Onu "crimini da guerra" da Damasco e ribelli
"Mi aspetto di rimanere in carica almeno fino al 2021, quando scadrà il mio terzo mandato". Lo afferma il presidente siriano Bashar al-Assad in un'intervista con il New York Times e altri giornalisti americani e britannici a Damasco. Assad ha escluso cambiamenti politici fino a quando le sue forze non vinceranno la guerra e sostiene che il tessuto sociale del suo Paese - dove metà della popolazione è stata costretta a fuggire, centinaia di migliaia di cittadini sono stati uccisi e altri imprigionati - era "molto meglio prima della guerra".
Vede @robertapinotti di militari disponibili per aiutare i Comuni del #Terremoto ne abbiamo, ma preferite mandarli a far innervosire #Putin
Vede @robertapinotti di militari disponibili per aiutare i Comuni del #Terremoto ne abbiamo, ma preferite mandarli a far innervosire #Putin
IN SETTIMANA È ATTESA LA DECISIONE DEL TRIBUNALE DI MILANO: SE MANDA GLI ATTI ALLA CONSULTA, IL 4 DICEMBRE PUÒ SALTARE.
Il ricorso di Onida: il destino del voto passa da una giudice
IN SETTIMANA È ATTESA LA DECISIONE DEL TRIBUNALE DI MILANO: SE MANDA GLI ATTI ALLA CONSULTA, IL 4 DICEMBRE PUÒ SALTARE.
Il destino del referendum dipende da una donna. Ogni residua possibilità di fermare la corsa verso il voto del 4 dicembre passa per Loreta Dorigo, giudice della prima sezione civile del tribunale di Milano: cattolica praticante, mai iscritta a correnti della magistratura. Uno dei tre giudici che nel 2009 condannò per corruzione in atti giudiziari l’avvocato inglese David Mills. Sarà lei a decidere, presumibilmente entro questa settimana, sul ricorso d’urgenza del presidente emerito della Consulta Valerio Onida contro il decreto d’indizione del referendum costituzionale, emanato lo scorso 27 settembre dal Quirinale. Onida, che ha presentato l’istanza assieme alla docente di Diritto costituzionale Barbara Randazzo, ritiene il decreto incostituzionale, principalmente perché “pone un quesito unico agli elettori, mentre la legge ha oggetto e contenuti assai eterogenei tra loro”. Tradotto, agli elettori andavano posti quesiti distinti. Mentre con un quesito unico “si viola la libertà di voto degli elettori, garantita dagli articoli 1 e 48 della Costituzione”. E allora Onida chiede che il tribunale rimetta il decreto alla Consulta, affinché si esprima sull’eventuale violazione della Carta. Se il giudice accogliesse la richiesta, per il referendum sarebbe quasi automatico lo slittamento al prossimo anno.
(Luca De Carolis)
RENZI, L'ULTIMA MANOVRA PER FERMARE IL 'NO': IL RINVIO.
I sondaggi - vanno sempre peggio, il referendum diventa pericoloso e a palazzo cresce l’ipotesi di far slittare tutto alla primavera prossima. Tra gli sponsor c’è anche Napolitano.
Nonostante le smentite renziane, “il rinvio non esiste”, continua assordante e intenso il rumore di fondo su un eventuale spostamento del referendum costituzionale, complice ovviamente la decisione della giudice milanese che dovrà esprimersi sul ricorso dell’ex presidente della Consulta Valerio Onida.
La speranza di un rinvio politico, ancora prima che giudiziario, sposa infatti la tendenza di un No vincente, verificata ormai da ogni istituto di sondaggi. Così, vista l’impossibilità di ribaltare il risultato, non resta che sospendere la partita e farla disputare nel nuovo anno, il 2017.Paradossalmente, però, il pesante gioco sulla data del 4 dicembre investe anche quei settori del Sì fortemente preoccupati dalla personalizzazione di fatto impressa alla consultazione dal premier, ormai onnipresente testimonial tv del Sì. Cioè tutti coloro convinti che la trasfigurazione del referendum in plebiscito su Renzi alla fine si rivelerà catastrofica. E qui in primissima fila c’è il presidente emerito Giorgio Napolitano, che ha pure criticato pubblicamente il premier per la personalizzazione. Non solo. L’Emerito avrebbe preferito una maggiore incisività renziana sul promesso maquillage dell’Italicum. L’altro giorno, alla Camera, esponenti misti del No, sia ex democrat sia forzisti, hanno ragionato a lungo sui “mandanti” del ricorso di Onida, oggi tra i sostenitori del No alle riforme ma che vanta un antico legame con Napolitano. Non a caso fu uno dei saggi scelti dal Quirinale per prendere tempo sulle riforme durante il governo Letta. Fu lo stesso Onida ad ammetterlo in una finta telefonata di un programma radiofonico.Secondo la versione proveniente da questi ambienti eterogenei del No, il ricorso di Onida sarebbe l’unica strada che Napolitano avrebbe per impedire il disastro da lui paventato. È la logica di Sistema che ha bloccato o sospeso la democrazia dal 2011 a oggi, dall’anno cioè delle dimissioni di Silvio Berlusconi da presidente del Consiglio. In pratica, lo scenario immaginato dall’anziano Emerito, corroborato persino da alcuni settori “responsabili” del renzismo di governo, è nerissimo: il premier impegnato in una folle corsa suicida fino al 4 dicembre, indi lo schianto e il Paese consegnato ai grillini nelle successive elezioni politiche. Al contrario, un rinvio giudiziario con conseguente spacchettamento del quesito implicherebbe: a) sereno cambiamento della legge elettorale; b) messa in sicurezza delle riforme e del governo e quindi maggiori possibilità, rispetto a oggi, di vittoria del Sì.
(Fabrizio D'Esposito)
IN SETTIMANA È ATTESA LA DECISIONE DEL TRIBUNALE DI MILANO: SE MANDA GLI ATTI ALLA CONSULTA, IL 4 DICEMBRE PUÒ SALTARE.
Il destino del referendum dipende da una donna. Ogni residua possibilità di fermare la corsa verso il voto del 4 dicembre passa per Loreta Dorigo, giudice della prima sezione civile del tribunale di Milano: cattolica praticante, mai iscritta a correnti della magistratura. Uno dei tre giudici che nel 2009 condannò per corruzione in atti giudiziari l’avvocato inglese David Mills. Sarà lei a decidere, presumibilmente entro questa settimana, sul ricorso d’urgenza del presidente emerito della Consulta Valerio Onida contro il decreto d’indizione del referendum costituzionale, emanato lo scorso 27 settembre dal Quirinale. Onida, che ha presentato l’istanza assieme alla docente di Diritto costituzionale Barbara Randazzo, ritiene il decreto incostituzionale, principalmente perché “pone un quesito unico agli elettori, mentre la legge ha oggetto e contenuti assai eterogenei tra loro”. Tradotto, agli elettori andavano posti quesiti distinti. Mentre con un quesito unico “si viola la libertà di voto degli elettori, garantita dagli articoli 1 e 48 della Costituzione”. E allora Onida chiede che il tribunale rimetta il decreto alla Consulta, affinché si esprima sull’eventuale violazione della Carta. Se il giudice accogliesse la richiesta, per il referendum sarebbe quasi automatico lo slittamento al prossimo anno.
(Luca De Carolis)
RENZI, L'ULTIMA MANOVRA PER FERMARE IL 'NO': IL RINVIO.
I sondaggi - vanno sempre peggio, il referendum diventa pericoloso e a palazzo cresce l’ipotesi di far slittare tutto alla primavera prossima. Tra gli sponsor c’è anche Napolitano.
Nonostante le smentite renziane, “il rinvio non esiste”, continua assordante e intenso il rumore di fondo su un eventuale spostamento del referendum costituzionale, complice ovviamente la decisione della giudice milanese che dovrà esprimersi sul ricorso dell’ex presidente della Consulta Valerio Onida.
La speranza di un rinvio politico, ancora prima che giudiziario, sposa infatti la tendenza di un No vincente, verificata ormai da ogni istituto di sondaggi. Così, vista l’impossibilità di ribaltare il risultato, non resta che sospendere la partita e farla disputare nel nuovo anno, il 2017.Paradossalmente, però, il pesante gioco sulla data del 4 dicembre investe anche quei settori del Sì fortemente preoccupati dalla personalizzazione di fatto impressa alla consultazione dal premier, ormai onnipresente testimonial tv del Sì. Cioè tutti coloro convinti che la trasfigurazione del referendum in plebiscito su Renzi alla fine si rivelerà catastrofica. E qui in primissima fila c’è il presidente emerito Giorgio Napolitano, che ha pure criticato pubblicamente il premier per la personalizzazione. Non solo. L’Emerito avrebbe preferito una maggiore incisività renziana sul promesso maquillage dell’Italicum. L’altro giorno, alla Camera, esponenti misti del No, sia ex democrat sia forzisti, hanno ragionato a lungo sui “mandanti” del ricorso di Onida, oggi tra i sostenitori del No alle riforme ma che vanta un antico legame con Napolitano. Non a caso fu uno dei saggi scelti dal Quirinale per prendere tempo sulle riforme durante il governo Letta. Fu lo stesso Onida ad ammetterlo in una finta telefonata di un programma radiofonico.Secondo la versione proveniente da questi ambienti eterogenei del No, il ricorso di Onida sarebbe l’unica strada che Napolitano avrebbe per impedire il disastro da lui paventato. È la logica di Sistema che ha bloccato o sospeso la democrazia dal 2011 a oggi, dall’anno cioè delle dimissioni di Silvio Berlusconi da presidente del Consiglio. In pratica, lo scenario immaginato dall’anziano Emerito, corroborato persino da alcuni settori “responsabili” del renzismo di governo, è nerissimo: il premier impegnato in una folle corsa suicida fino al 4 dicembre, indi lo schianto e il Paese consegnato ai grillini nelle successive elezioni politiche. Al contrario, un rinvio giudiziario con conseguente spacchettamento del quesito implicherebbe: a) sereno cambiamento della legge elettorale; b) messa in sicurezza delle riforme e del governo e quindi maggiori possibilità, rispetto a oggi, di vittoria del Sì.
(Fabrizio D'Esposito)
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