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22/12/17

“AAA Di Maio cercasi”: editoriale di Marco Travaglio Chissà se i 5Stelle si rendono conto del surplus di responsabilità che grava sulle loro spalle con la rapida e forse irreversibile dissoluzione del Pd renziano



(pressreader.com) – di Marco Travaglio da Il Fatto Quotidiano del 22 Dicembre – Chissà se i 5Stelle si rendono conto del surplus di responsabilità che grava sulle loro spalle con la rapida e forse irreversibile dissoluzione del Pd renziano. A giudicare dalle loro spensierate (nel senso di assenza di pensiero) reazioni alla catastrofe politica, etica e mediatica del Giglio Magico sul caso banche, si direbbe di no. L’esultanza per le disgrazie altrui è comprensibile: siamo in campagna elettorale. Ma gioire non basta, se contemporaneamente non si dà subito agli elettori in fuga dal Pd un valido motivo per votare 5Stelle. Conosciamo l’obiezione: ma noi abbiamo rinunciato a 50 milioni di finanziamenti pubblici, ci siano ridotti diarie e indennità per devolvere quasi 100 milioni alle piccole imprese, abbiamo proposto questo e votato o impedito quest’altro, non rubiamo, abbiamo un programma meraviglioso sul web, decidiamo i candidati online, Di Maio presenterà la squadra di governo prima delle elezioni ecc. Ma tutto questo non basta più. Se sono veri i sondaggi che danno il Pd prossimo al 20%, il M5S vicino al 30, FI e la Lega a contendersi la terza piazza attorno al 15, i 5Stelle non sono più soltanto il primo partito, ma molto di più. Col vuoto che c’è dietro di loro, ora saranno guardati con grande attenzione da tutti gli italiani (perlopiù non “grillini”) che non vogliono ritrovarsi al governo B.&C. E visti come il primo “voto utile” per risparmiare all’Italia il ritorno agli anni più bui della storia repubblicana.
Cos’ha da dire Luigi Di Maio a questi milioni di italiani di centrosinistra che fino all’altroieri mai avrebbero immaginato di sperare nei 5Stelle e ora vi si vedono costretti da un’evoluzione politica così rapida e inaspettata? Il suo tour nel Lombardo-Veneto ha dato segnali contraddittori e talvolta preoccupanti. Almeno nella proiezione mediatica, che poi è l’unica che conta, perché è quella che si vede a occhio nudo. Prima la promessa di non cancellare gli 80 euro del governo Renzi – misura demagogica e ben poco produttiva in rapporto ai suoi altissimi costi – in totale contraddizione con anni di campagne contrarie. Poi il gran casino sui tagli alle “pensioni d’oro”, cioè superiori ai 2.500 euro netti al mese. Infine l’apoteosi della confusione sul referendum pro o contro l’euro: un giorno si fa, un altro non si fa più, oggi si usa per minacciare l’Europa e riportarla a più miti consigli (sai che paura), domani magari si fa e Di Maio vota per l’Italexit. Anche qui conosciamo l’obiezione: con tutte le buone idee che abbiamo, dal reddito di cittadinanza alle leggi anti-prescrizione e anti-corruzione, i giornalisti cattivi ci chiedono sempre dell’euro.
Ora, che i giornalisti siano cattivi è normale. E che usino due pesi e due misure con i 5Stelle e con gli altri partiti non è normale, ma è stranoto. Nell’ultima settimana i giornaloni hanno dedicato più titoli alle disavventure di “Spelacchio”, l’albero di Natale del Comune di Roma in piazza Venezia (9 il Corriere, 8 il Messaggero, 7 la Repubblica), che alle intercettazioni del boss Graviano su B. e le stragi o alla requisitoria dei pm al processo sulla Trattativa. Per non parlare dei tg. Ma questa è l’“informazione” che passa il convento e forma l’opinione pubblica, e bisogna farci i conti. Possibilmente senza fornirle argomenti polemici gratis. Cosa che invece Di Maio fa spesso e volentieri, e non per colpa della stampa, ma sua. Eppure non è difficile selezionare i punti programmatici sui quali insistere e quelli da accantonare. Tantopiù che, dopo le elezioni, dovrà trovare o almeno cercare qualche partner in Parlamento per tentare di avere la maggioranza. Se non dice prima del voto con chi vuole governare, non è colpa sua, ma del Rosatellum, che istiga i partiti a formare finte alleanze prima del voto per poi ribaltarle l’indomani. Ma l’idea di ricevere l’incarico da Mattarella e presentarsi alle Camere per vedere “chi ci sta” è roba da fumetti per ragazzi: se ci starà qualcuno, o non ci starà nessuno, dipenderà dalle cose che Di Maio dirà di voler fare. Se ne dirà alcune, potrebbero starci la Lega e FdI (nel qual caso, auguri con una delegazione parlamentare eletta in gran parte nel Centro-Sud). Se ne dirà altre, potrebbe starci la sinistra di Liberi e Uguali e chissà, magari un pezzo del Pd (sempreché si sia liberato di Renzi). Specie se avrà ministri di quell’area.
Noi continuiamo a pensare che l’interlocutore naturale del M5S sia la sinistra di Grasso & C. (a patto che abbia voti e seggi a sufficienza): sia per la disponibilità espressa da Bersani, sia per le sintonie già emerse su diversi punti, a partire dalle politiche sociali e del lavoro. Se poi Di Maio uscisse finalmente dalla lunga ambiguità pentastellata su temi cruciali come l’evasione fiscale e l’economia in nero, roba da 200 miliardi all’anno, e dicesse qualcosa di chiaro su nodi irrisolti dei conflitti d’interessi e dei rapporti politica-affari (che stanno dannando pure i Renzi boys), potrebbe parlare credibilmente non solo con Grasso e Bersani, ma anche con i tanti elettori pronti a tutto pur di non farsi governare da B., anche a votare 5Stelle. Se quella che ora pare una mission impossible diventerà possibile dipenderà in gran parte da Di Maio: se metterà giù una lista di dieci cose concrete e fattibili, affidando al libro dei sogni (o degli incubi) quelle impraticabili (il referendum sull’euro, se è consultivo, non serve a nulla e attira solo speculazione sull’Italia; se è effettivo, è vietato dalla Costituzione). Per conquistare astenuti e pidini in fuga, non c’è bisogno di indossare il doppiopetto e andare in giro a rassicurare l’establishment rinunciando al proprio bagaglio di idee e proposte “anti-sistema”. Basta spiegare chiaramente come si intende ribaltare o almeno riformare profondamente un sistema che nessuno – salvo i ladri – vuole conservare.

Oggi, #Saccomanni buffone in #commissionebanche ha l’ardire di affermare che lui era contrario al #bailin.




#240RESe volevate un po' di solidarietà potevate dissociarvi dalla linea oggettivamente violenta del vostro giornale



Hanno ritirato la querela. (Forse Franceschini ha ricordato loro che Ferrara è il suo collegio...?)

“Sei birichina, ti sculaccerei”. Ecco tutte le chat hot di Palazzi, cioè ci mancava pure questa, certo che nulla si fanno mancare la casta non casti ,insomma

“Sei birichina, ti sculaccerei”. Ecco tutte le chat hot di Palazzi

Luci di Natale e aria ghiacciata. Mantova si addobba a festa, discreta, forse distratta. Da via Roma a piazza Sordello, la vita di provincia consuma le giornate. Eppure qualcosa c’è che scava dietro le apparenze. Qualcosa che si insinua nei palazzi del potere. Che li mette a nudo, mostrando segreti inconfessabili e rapporti opachi. C’è la politica, c’è il sesso e favori scambiati. È un’acqua carsica, non uno tsunami. Ma l’erosione è evidente. A cadere per primo, il sindaco Mattia Palazzi, 39 anni, molto legato a Matteo Renzi. Palazzi è indagato. L’accusa: tentata concussione continuata. Sul tavolo, favori sessuali chiesti senza pudore per sbloccare fondi pubblici. I messaggi hot del sindaco danno il via al sexgate di provincia. Il mondo è quello delle associazioni culturali. Mondo ricco qui a Mantova, capitale italiana della cultura nel 2016. Il sindaco finisce nel tritacarne mercoledì 22 novembre, quando i carabinieri gli perquisiscono casa e ufficio. La notizia viene data dalla Gazzetta di Mantova il 24. Da lì in poi, il sindaco Pd tenta di arginare lo scandalo. Finisce in Procura interrogato per oltre quattro ore, dopodiché va in consiglio comunale e non si dimette.

nigeriano con decreto di esplusione,aggredisce capotreno in Friuli. mi chiedo se hai un decreto di espulsione perchè stai in Italia, perchè la legge è sbagliata


mi chiedo se hai un decreto di espulsione perchè stai in Italia, perchè la legge è sbagliata, è ambigua è fatta perchè restino quì, se sei espulso hai fatto qualche cosa che non va, e dunque  criterio vuole che ti accompagni alla frontiera e fora dai ball, invece siamo il paese di pinocchio, intendo i balocchi,il gatto e la volpe e dobloni da seppellire sotto l'albero,ossia siamo il paese della cuccagna, adesso così avanti non si può andare, o si cambiano le leggi e che diventino leggi,non balle ,oppure siamo tutti liberi di delinquere

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Aveva un decreto di espulsione, nigeriano aggredisce capotreno in Friuli. Libero


Gemona del Friuli, 22 dic – Ancora un’aggressione, l’ennesima, ai danni di un capotreno, un altro immigrato, l’ennesimo, che si è reso protagonista. Il copione è più o meno lo stesso. L’immigrato in questione è un nigeriano che ha sulle spalle un decreto di espulsione mai concretizzato. Ha aggredito il controllore del treno che gli chiedeva il biglietto, di cui l’africano era sprovvisto, e ora è libero.
Il fatto, sulla scia di una serie di episodi analoghi che da quest’estate stanno interessando le ferrovie italiane e mettendo a serio rischio la sicurezza di capotreni e viaggiatori, è avvenuto sul treno che da Udine era diretto a Villaco, all’altezza di Gemona del Friuli. Il convoglio, che è sempre affollato di immigrati che si dirigono a nord, nella tratta italiana demanda la sicurezza solo al capotreno e a un assistente, mentre appena arriva in Carinzia, spiega il Messaggero Veneto, viene scortato da una pattuglia mista di agenti italiani e austriaci frutto di un accordo transfrontaliero finalizzato al controllo dei migranti attraverso il confine.
Quello di ieri era un normalissimo controllo dei biglietti, che però è finito a botte. Il capotreno, forse memore di quanto accaduto al suo collega cremonese che si è visto licenziare, ha mantenuto la calma e ha proposto all’immigrato di regolarizzare la sua posizione di passeggero abusivo. Niente da fare, l’africano non ha voluto sentire ragioni e la sola proposta di pagare il biglietto ha scatenato la sua ira, al punto che anche un poliziotto libero dal servizio ha dovuto intervenire per cercare di calmarlo. Tutto inutile. Il nigeriano non si è limitato a inveire, minacciare e picchiare il capotreno. No, ha picchiato anche l’hostess di supporto, che è finita in ospedale con una prognosi di 2 giorni e una mano sanguinante.
La Polfer, una volta che il treno è arrivato a Tarvisio, ha arrestato l’immigrato e ha constatato, verificando le sue generalità, che a suo carico c’era un decreto di espulsione mai eseguito. Lo hanno arrestato e processato per direttissima, ma l’africano non è stato intimorito neppure dalla giuria e si è scagliato con invettive anche contro di essa. Risultato: quella sera stessa era già tornato libero.
Anna Pedri

l'europa è un matrimonio multiplo distrutto dall'interno,ossia da se stesso, e la Catalogna ne è la massima espressione.

l'europa è un matrimonio multiplo distrutto dall'interno,ossia da se stesso, e la Catalogna ne è la massima espressione.

Tenere insieme paesi perchè la Germania comandi con i poteri forti,fortini e finanza internazionale non paga più, la gente ne è stufa,se una regione della Spagna come la Catalogna è traino economico e la super tassi per mantenere i parassiti spagnoli , chiaramente la gente non gradisce.
che fare, io penso che i programmi del m5s sia valido pure per la Spagna, snellire tutto,essere umani e tagliare gli sprechi,ade  esempio perchè l'europa deve avere due parlamenti con mi pare più di 200 milioni l'anno di costo,quei 200 milioni li puoi investire nella zona dove togli il parlamento ,ad esempio in francia in cose produttive, perchè la Germania deve comandare come fa ,lo sappiamo lo spirito tedesco non è democratico nel DNA e danneggia e ci sono state pure due guerre a dimostrarlo,insomma o si è Europa e unita, oppure è meglio che ognuno vada per la sua strada.


Catalogna, la disfatta di Madrid: trionfo degli indipendentisti, scomparso il Partito Popolare. Puigdemont: “Tocca a noi”

Catalogna, la disfatta di Madrid: trionfo degli indipendentisti, scomparso il Partito Popolare. Puigdemont: “Tocca a noi”

A due mesi dalla proclamazione della Repubblica, la Regione conferma - con un'affluenza record - una maggioranza secessionista. I popolari al minimo storico: solo 4 seggi. Il primo partito è Ciudadanos con l'astro nascente Inès Arrimada. Ma resta da capire cosa accadrà ai detenuti politici e soprattutto nella prima votazione del presidente, il 10 febbraio

21/12/17

Nel disinteresse generale i pm di Palermo hanno iniziato le conclusioni del processo a politici, ufficiali e boss

 Silvio Berlusconi, Adriano Galliani e Marcello Dell’Utri fotografati  a cena nel 1989
Nel deserto dell’aula bunker di Palermo e nel quasi disinteresse della stampa nazionale e delle tv, un gruppo di magistrati sta tentando di ricostruire un tornante fondamentale…
ILFATTOQUOTIDIANO.IT

non solo Milano è così ovunque Milano, nel degrado della periferia dove l'ultradestra cerca (e trova) consensi: "Non ero razzista ma lo sono diventata"

non solo Milano è così ovunque, si diventa razzisti per poi fare la fortuna delle destre oltre al fatto che si sa i partiti mirano a una cosa sola, fare soldi, dunque ci si aspettava dalla sinistra umanità,ma anche vivibilità,ossia se metti cani e porci assieme per poi dire se la cavino fra loro,metti la guerra in città o altro luogo, devi regolamentare, essere presente, dare  assistenza a chi ha bisogno e mandare via chi del luogo fa turpi affari, come lo spaccio di droghe e  commercio di sesso, ma non lo fanno,la  sinistra non lo fa,ma manco la destra che prima c'era a milano l'ha mai fatto,e allora proviamo il m5s, cioè inutili discorsi, i partiti fin'ora hanno dato prova che si fanno solo gli affari loro,ossia altrimenti che li chiami a fare casta, motivo c'è ed è così ,da sempre


“Qui si stava bene, poi sono arrivati gli zingari”. E ancora: “Non ero razzista, ma lo sono diventata”. Sono solo alcuni degli sfoghi dei residenti di via Bolla, una delle periferie popolari di Milano, che da qualche anno lamentano l’aumento delle occupazioni abusive, con gli alloggi Aler subaffittati a cifre tra i 300 ai 2500 €, e l’aumento di degrado e sporcizia.
Il malcontento diffuso ed il senso d’abbandono da parte delle istituzioni ha portato i comitati della zona a riunirsi nel coordinamento “Zona 8 Rialza la Testa“, gestito dall’associazione di estrema destra Lealtà Azione che, visto il successo del corteo in ottobre, cui hanno preso parte centinaia di cittadini, ha “esportato” il modello di approccio alla popolazione anche ad altri quartieri problematici della città.

E quando ai residenti di via Bolla si chiede se non temano una strumentalizzazione da parte delle destre, la risposta è sempre la stessa: “Non importa chi sia, basta che qualcuno risolva la situazione”

Gli affondati”: dirige l’orchestra #CommissioneBanche....”canta”....#Ghizzoni...

Gli affondati”: dirige l’orchestra ....”canta”........😂😂😂😂😂.............pur sempre..........

ecco il perchè difende le pensioni d'oro, se la cantano e se la suonano come vogliono,tanto paghiamo noi

ma quale caccia alla donna io donne non mi riconosco di certo in Boschi o Boldrini, me ne guardo bene.Etruria, Renzi: “Boschi? Caccia alla donna. No al passo indietro, decideranno elettori”

ma quale caccia alla donna io donne non mi riconosco di certo in Boschi o Boldrini, me ne guardo bene.Etruria, Renzi: “Boschi? Caccia alla donna. No al passo indietro, decideranno elettori”

per ,poi dire la balla che decideranno gli elettori sapendo benissimo che le liste sono blindate,Renzi ha rottamato i cabassisi di tutti gli italiani e non offenda le donne, noi abbiamo altri problemi, non certo quello di avere i padri che amministrano banche e imbrogliano i correntisti, siamo donne, con i nostri affanni,i nostri desideri,con figli da allevare, e cercare di difendere i nostri diritti che un partito si sinistra sta distruggendo, altro che , vergogna, vergogna,vergogna 



Etruria, Renzi: “Boschi? Caccia alla donna. No al passo indietro, decideranno elettori”. Lei inaugura la difesa semantica

Etruria, Renzi: “Boschi? Caccia alla donna. No al passo indietro, decideranno elettori”. Lei inaugura la difesa semantica
Il segretario del Pd difende a spada tratta l’ex ministra. Ma omette che basta un posto nel listino per evitare guai. La sottosegretaria tenta con le preposizioni: "Non sono stata io a chiedere a Ghizzoni di acquisire. Io mi sono informata sul se, non ho chiesto di. É una informazione, non una pressione". Ma i sondaggi fanno crescere i malumori tra le varie correnti dem

Berlusconi paga i boss di Cosa nostra”. Ecco l’appunto di Falcone ritrovato nel suo ufficio




Berlusconi paga i boss di Cosa nostra”. Ecco l’appunto di Falcone ritrovato nel suo ufficio via

“Lo Stato vuole che continuiate a fumare”. Una ricarica d’acqua costerà più del doppio di un pacchetto. Governo e Parlamento si sono piegati alle ragioni del ministero dell’Economia e alle multinazionali del tabacco che vogliono dare il colpo finale al settore della sigaretta elettronica

una classica associazione e io aggiungo a delinquere

questo non è un governo è mafia, è peggio della diccì, non votateli più.Legge di Bilancio, regalo del governo Pd ai signori delle autostrade: gestiranno il 40% dei lavori senza gare d’appalto

poi ci meravigliamo se siamo pieni di debiti,stiamo mantenendo una classe imprenditoriale parassita, sono sempre loro, sia per i debiti alle banche che per l'arrembaggio ai soldi dello stato,ossia i nostri,noi italiani super tassati per mantenere dei parassiti che sono sistema, io volgarmente la chiamo classe in associazione a delinquere, io non faccio politica, sono una cittadina come tanti,però stanca di vedere un paese marcio, e un Gentiloni dopo un renzi è sempre la stessa cosa, sa  r

Legge di Bilancio, regalo del governo Pd ai signori delle autostrade: gestiranno il 40% dei lavori senza gare d’appalto

Legge di Bilancio, regalo del governo Pd ai signori delle autostrade: gestiranno il 40% dei lavori senza gare d’appalto

Con un emendamento alla manovra viene congelata la riforma del nuovo Codice degli appalti, che regolava in maniera nuova la spinosa questione stabilendo che le concessionarie avrebbero potuto riservare in house solo una quota del 20 per cento delle opere da realizzare senza bandi. Felici i 3mila dipendenti. Ma altrettanti, se non di più, lavorano in aziende tagliate fuori dal mercatoI signori delle autostrade se le ricorderanno a lungo e con estremo piacere le feste di Natale 2017. Dopo aver ricevuto il regalo miliardario dell’allungamento delle concessioni, ora i padroni del casello, i Benetton, i Gavio, i Toto e gli altri, si vedono recapitare sotto l’albero un altro bel pensiero dal governo di Paolo Gentiloni, dal segretario del partito di maggioranza, Matteo Renzi, e dal ministro dei Trasporti, Graziano Delrio. Il nuovo cadeau è l’approvazione di un emendamento alla legge di Bilancio che permette ai concessionari di moltiplicare ulteriormente gli strepitosi guadagni ottenuti al casello facendosi in casa, con le proprie aziende, una bella quota dei lavoridi manutenzione senza dover ricorrere alle gare, cioè senza dover competere con altri, circostanza che per gli stessi concessionari è come il drappo rosso per il toro.

20/12/17

Quirinale, Raggi si addormenta mentre parla Mattarella ed è fortunata perchè io quando parla spengo la tv, che mi uccide


Mentre dal palco del Salone dei Corazzieri il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, si rivolge alle alte cariche dello stato facendo loro gli auguri di Natale nel tradizionale incontro...
VIDEO.ILMESSAGGERO.IT

Ecco il primo treno alimentato solo da energia solare. L'idea è nata in Australia dove hanno deciso di trasformare un vecchio treno, sostituendo i motori diesel con motori elettrici.

Ecco il primo treno alimentato solo da energia solare.
L'idea è nata in Australia dove hanno deciso di trasformare un vecchio treno, sostituendo i motori diesel con motori elettrici.
Il treno viene alimentato da pannelli solari sul tetto ed altri installati presso la stazione.
Per ora è solo una breve tratta, visto che questo treno percorre un breve tratto di 3 km dal paese alla spiaggia.
Ma quante situazioni di questo tipo (brevi tratti e turistici) abbiamo in Italia? Tantissime!
Potremmo diventare l' Arabia Saudita del solare e primeggiare nella mobilità elettrica. Basta volerlo!

L'immagine può contenere: sMS

Oggi Etruria, ieri Mps: le banche sono il vizietto del Pd

tivo e nazionale. Qui ci sono responsabilità personali, ma soprattutto politiche. Dopo Mps, distrutta dal vecchio corso del Pd, ora Banca Etruria. Le banche sono il vizietto del Pd. Ed è impossibile che nessun altro all'interno del partito sapesse nulla di quello che è andato avanti per anni. Ma tutti sono stati zitti, omertosi e complici.
di Luigi Di Maio Maria Elena Boschi ha mentito a tutti gli italiani e lo ha fatto davanti a tutto il Parlamento. Il 18 dicembre 2015 alla Camera disse:
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il segreto di pulcinella:Strage di Ustica, la verità del militare Usa: «Due Mig libici abbattuti dai nostri caccia la sera dell’esplosione»

Strage di Ustica, la verità del militare Usa: «Due Mig libici abbattuti dai nostri caccia la sera dell’esplosione»

La nuova testimonianza ad «Atlantide», su La7. Torna l’ipotesi del volo colpito per errore

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ROMA — Trentasette anni dopo, una nuova testimonianza riaccende la speranza di raggiungere la verità sull’esplosione in volo del Dc-9 che uccise 81 persone sui cieli di Ustica. Brian Sandlin, all’epoca marinaio sulla Saratoga destinata dagli Usa al pattugliamento del Mediterraneo, intervistato (questa sera ad Atlantide su La7) da Andrea Purgatori, autore della prima ricostruzione sulla vicenda, racconta i fatti di cui fu testimone. È la sera del 27 giugno 1980. Dalla plancia della nave che staziona a poche miglia dal golfo di Napoli, il giovane Sandlin assiste al rientro da una missione speciale di due Phantom disarmati, scarichi. Aerei che sarebbero serviti ad abbattere altrettanti Mig libici in volo proprio lungo la traiettoria aerea del Dc-9: «Quella sera — racconta l’ex marinaio — ci hanno detto che avevamo abbattuto due Mig libici. Era quella la ragione per cui siamo salpati: mettere alla prova la Libia».