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Elenco blog personale

19/06/18

per i rom perchè no?A noi è stato fatto anni fa il censimento,mentanaandocazzovivi

voglio ricordare a mentana che già anni fa avemmo un censimento, compilammo chi eravamo e cosa avevamo,quanti in famiglia che casa , se avevi il telefono ecc ecc, l'abbiamo fatto,siamo ancora tutti quì, per capire dove sto io si fa in fretta si va in comune e io risulto iscritta, sono cittadina ecc, per i rom perchè no?
Il direttore del TgLa7 Enrico Mentana ha mostrato durante l’edizione serale del suo telegiornale un documento del febbraio 1939 in cui il padre della senatrice a vita Liliana Segre è costretto a dichiararsi ‘di razza ebrea’. Lo ha fatto per commentare le ultime dichiarazioni di Matteo Salvini sul censimento dei rom (poi parzialmente ritrattate dallo stesso ministro). “Questo documento – ha commentato Mentana – è il ricordo di tante cose. Anche del fatto che se si comincia con una schedatura non si sa mai dove si fa a finire”

ILFATTOQUOTIDIANO.IT
Il direttore del TgLa7 Enrico Mentana ha mostrato durante l’edizione serale del suo telegiornale un documento del febbraio 1939 in cui il padre della senatrice a vita Liliana Segre è costretto a dichiararsi ‘di razza ebrea’. Lo ha fatto per commentare le ultime dichiarazioni di Matteo Salvini...

AIDS, E’ BOOM DI MIGRANTI INFETTI NEI CENTRI PROFUGHI

AIDS, E’ BOOM DI MIGRANTI INFETTI NEI CENTRI PROFUGHI

Si è parlato della situazione socio-sanitaria dei migranti nel nostro Paese nel corso del convegno “Le malattie infettive del Migrante e del Viaggiatore”, giunto alla sua quinta edizione, tenutosi ieri, venerdì 18 novembre, presso l’Azienda Ospedaliero-Universitaria S. Anna a Cona, Ferrara.
Organizzato dal professore Carlo Contini, direttore dell’Unità Operativa Complessa di malattie infettive universitarie di Unife, il convegno si focalizza anche sugli aspetti epidemiologici e clinici delle nuove malattie infettive emergenti e riemergenti che hanno un impatto considerevole sulla salute pubblica.
“In Italia, negli ultimi vent’anni, la popolazione immigrata è cresciuta di quasi 20 volte, subendo, nell’ultimo decennio, un incremento pari a oltre il 150%, con rilevanti differenze tra le regioni – afferma Contini -. Al patrimonio di salute dell’immigrato che appariva giovane, forte, con maggiore stabilità psicologica e spirito d’iniziativa e quindi più sano (effetto migrante sano), si è contrapposto, al suo arrivo in Italia o in altri paesi ospitanti, un patrimonio che si sta dissolvendo sempre più rapidamente (effetto migrante esausto), per malessere psicologico, mancanza di lavoro e reddito, degrado abitativo, assenza di supporto familiare. La nuova organizzazione della vita conseguente al totale sradicamento dall’ambiente di origine e dalle proprie sicurezze è divenuta e diviene così ogni giorno fonte di stress e pericoli per la salute”.
“In tale contesto le malattie infettive rappresentano un importante f






focus del fenomeno migratorio, anche se spesso identificano il migrante quale untore da bonificare e da cui difenderci. E’ innegabile che l’emergere di nuove patologie infettive e la ricomparsa di altre che sembravano destinate a ridursi o ad estinguersi, rappresentano argomenti attuali nella società in cui viviamo e sono quindi riportate all’attenzione in questa edizione del Convegno. Il rischio di contrarre la tubercolosi è pari a 10-15 volte in più tra gli immigrati rispetto alla popolazione italiana, per la fragilità sociale legata al processo migratorio e al paese ospitante, in cui l’incidenza è assai bassa e stabile (5-7 casi/100.000 abitanti). L’infezione da HIV/AIDS, evidenzia un costante e rapido aumento nel tempo dei casi notificati in stranieri, con un tasso di incidenza di quasi 4 volte superiore a quella italiana. A questa si aggiungono le altre malattie sessualmente trasmesse, facilitate anche dalle condizioni di sfruttamento sessuale cui sono sottoposte donne e uomini immigrati. La salute dei migranti è divenuta una delle sfide in Sanità Pubblica e riguarda la necessità di garantire percorsi di tutela a coloro che per vari motivi si trovano a vivere ai margini del sistema. Le caratteristiche interdisciplinari del convegno permetteranno ai partecipanti di interagire con tutte le professionalità presenti, stimolando la collaborazione e migliorando il network di assistenza”.
Ma forse bisognerebbe pensare a proteggere i cittadini tenendo lontano chi può infettarci. No?

APPREZZAMENTO DEL PRESIDENTE DELLA REGIONE PUGLIA SU DI MAIO X IL CASO ILVA.RIMARCANDO LA DELUSIONE SU CALENDA E IL SUO MODO DI FARE. UN FUTURO DELLA ILVA CHE INQUINA DI MENO E RISPETTO X I CITTADINI DI TARANTO X LA LORO SALUTE

APPREZZAMENTO DEL PRESIDENTE DELLA REGIONE PUGLIA SU DI MAIO X IL CASO ILVA.RIMARCANDO LA DELUSIONE SU CALENDA E IL SUO MODO DI FARE. UN FUTURO DELLA ILVA CHE INQUINA DI MENO E RISPETTO X I CITTADINI DI TARANTO X LA LORO SALUTE

Emiliano: “Con Di Maio sono rinato, prima su Ilva solo mortificazioni per me”

“Chiederemo fondi Ue per inclusione sociale, reddito cittadinanza riforma fondamentale.

Migranti, Conte incontra Merkel. La Cancelliera: “Collaboriamo con l’Italia. Rafforzare le frontiere esterne”

Migranti, Conte incontra Merkel. La Cancelliera: “Collaboriamo con l’Italia. Rafforzare le frontiere esterne”

Dopo l’intesa con il presidente francese Macron, il premier incassa l’ok della Cancelliera: “Lotta a scafisti”. Poi la proposta: “Chiederemo fondi Ue per inclusione sociale, reddito cittadinanza riforma fondamentale. Trattato di Dublino superato, senza soluzione europee sui migranti Schengen è a rischio". E Merkel offre aiuto sui centri per l'impiego

editoriale di Marco Travaglio. “Ballusti”

Marco Travaglio: “Ballusti”


(pressreader.com) – di Marco Travaglio – Il Fatto Quotidiano del 19 Giugno 2018 – Tenetevi forte, notizia sensazionale: Sallusti ha scoperto la vergogna. Scrive proprio così: “vergognarsi”. Solo che il verbo non è coniugato alla prima persona singolare, come sarebbe doveroso, almeno da quando la grazia presidenziale di San Re Giorgio gli risparmiò gli arresti domiciliari e quella di San Bruti Liberati la galera. No, è coniugato alla terza persona singolare e riferito al sottoscritto e, per estensione, al Fatto. Che, diversamente dal fu Giornale fondato da Montanelli e affondato da Sallusti, ha il brutto vizio di dare notizie. Su tutti. Sabato il sindaco di Livorno Filippo Nogarin ci ha raccontato come arrivò Luca Lanzalone a contatto con i 5Stelle: Lanzalone non era lo stalliere di Grillo e Casaleggio, né l’igienista dentale della Raggi, non si riuniva con Di Maio in una loggia eversiva, e pare non allestisse per loro cene eleganti o gare di burlesque. Era un professionista affermato che la giunta di Livorno scelse fra una quindicina di civilisti esaminati in un vasto scouting, in base alle competenze e ai progetti per salvare una municipalizzata (non tutti i presunti corrotti sono anche incapaci). Per le stesse ragioni fu chiamato a Roma, come consulente gratuito per lo stadio (di cui contribuì a dimezzare le cubature) e poi come presidente retribuito di Acea (dove nessuno eccepì sul suo operato). Ora è agli arresti con l’accusa di corruzione che, come abbiamo scritto subito, è incompatibile con la sua permanenza in carica. Infatti gli è stato intimato di dimettersi e l’ha fatto.
Ora, potete immaginare la reazione di Sallusti dinanzi a un oggetto volante non identificato detto “notizia”: quella del vampiro davanti alla luce o all’aglio. Sono anni che cerca invano qualcuno da paragonare ai suoi due padroni: quello finto, Paolo B., più volte arrestato e pregiudicato per corruzione; e quello vero, Silvio B., pregiudicato per frode fiscale (“delinquente naturale”), 9 volte prescritto, tuttora imputato per corruzione di testimoni e induzione a mentire e indagato per strage, nonché descritto dalla Cassazione come un finanziatore ventennale di Cosa Nostra. Ai tempi d’oro del bunga-bunga, provò ad apparentarlo con Kennedy, ma poi, sommerso dalle risate dei presunti lettori, capì che era meglio lasciar perdere. Ultimamente è ossessionato dai 5Stelle e dal loro maledetto vizio di non rubare. Gli è andata maluccio con la Raggi, la Muraro e le polizze di Romeo. Ma ora crede di aver trovato il suo uomo in Lanzalone. E, siccome si crede garantista ma non sa cosa vuol dire, addossa le eventuali tangenti del consulente M5S a Grillo, Casaleggio, Di Maio e Raggi.
Per arguirne – doppio salto mortale carpiato con avvitamento – che, se rubano tutti, il suo padrone è innocente. Tutti uguali e tutti ladri: che, per la malavita, è una bella consolazione. Però, anziché accontentarsi di sguazzare giulivo nel letamaio, Ballusti esagera. Pretende pure di passare per un giornalista, per giunta libero e financo coerente. Solo che per quell’impresa titanica gli mancano proprio le basi. E allora se la prende con noi, non parendogli possibile un giornale senza padroni che non prende ordini da nessuno. Omnia munda mundis, omnia sozza sozzis (Massimo Fini). Da quando siamo nati, ci hanno affibbiato variati mandanti occulti: da Di Pietro a Ingroia, dal Partito dei Giudici alla sinistra radicale, per qualche tempo persino Renzi, ora i 5Stelle. Poi però le nostre cronache e i nostri commenti si sono sempre incaricati di smentire quelle panzane. Per limitarci al M5S: lo scoop sull’incarico dimenticato dalla Raggi che le procurò la prima indagine penale, quello sulle polizze di Romeo, giù giù fino al ritratto al vetriolo di Spadafora che gli è costato un ministero. Ora, noi siamo vicini a Ballusti e capiamo la sua angoscia. Dev’essere terribile specchiarsi la mattina e vedere quella faccia. Specie da quando B. è fuori di testa e oggi ordina di sparare sul governo e domani di difenderlo. Come diceva Guzzanti nei panni di Fede, “nulla è peggio che leccare culi in movimento”.
Pertanto abbiamo deciso di aiutarlo con un consiglio gratuito. Per essere coerenti, gioia mia, devi sceglierti una posizione (un’idea, non un partito) e poi tenerla ferma nei confronti di chiunque. Se, puta caso, uno viene scoperto (da un’indagine penale o da un’inchiesta giornalistica) a compiere fatti gravi e infamanti, oggettivamente riscontrati a prescindere dalla loro rilevanza penale, devi decidere: il tizio deve dimettersi o no? Noi abbiamo sempre detto di sì, beccandoci orgogliosamente di “giustizialisti”. E abbiamo applicato questo principio a B. (i perché son noti), alla Boschi (conflitto d’interessi), alla sindaca M5S di Quarto (omessa denuncia di ricatti), ai deputati grillini indagati per le firme false (rifiuto di rispondere ai pm), a Lotti (accuse di altri renziani su Consip), alla Muraro (bugia, su un’indagine poi peraltro finita nel nulla), a Lanzalone (arresto e conflitto d’interessi). In che senso dunque saremmo “giustizialisti con i nemici e garantisti con gli amici”? E quali amici, poi? Se emergeranno prove che Raggi, Di Maio, Grillo, Casaleggio & C. erano complici in corruzioni, dovranno ritirarsi ipso facto. […]

18/06/18

SPIEGARE A FIANO COSA è UN SOCIAL LUI CHE VUOLE LA COMMISSIONE D'INCHIESTA SUI SOCIAL ,DOPO CHE IL PD HA MESSO TROLL OVUNQUE SUI SOCIAL

SPIEGARE A FIANO COSA è UN SOCIAL LUI CHE VUOLE LA COMMISSIONE D'INCHIESTA SUI SOCIAL ,DOPO CHE IL PD HA MESSO TROLL OVUNQUE SUI SOCIAL


SPIEGARE A fIANO COSA è UN SOCIAL è DIFFICILE ,LUI CHE VIVE SOTTO LA CAMPANA DELLA POLITICA NON DI VETRO MA DI CEMENTO ARMATO,OSSIA COL CERVELLO CHE SI RITROVA CHE VUOI CHE CAPISCA UN FIANO O PIDDINO DI FEDE, DUNQUE IL SOCIAL è UNA PIAZZA,COSA SI FA IN UNA PIAZZA, SI CHIACCHIERA, E SI PARLA DI TUTTO E ANCHE DI POLITICA, PUOI TAPPARE UNA BOCCA CHE PARLA IN PIAZZA,NON LO PUOI FARE, FIANO ABITUATO A GESTIRE LE TV CHE DICONO QUELLO CHE FA COMODO ALLA CASTA E DUNQUE ALLA POLITICA, CON LA PIAZZA RESTA SPIAZZATO,E SICCOME DA SEMPRE LA PIAZZA NON LA PUOI CONTROLLARE, MANEGGIARE, AL MASSIMO PUOI METTERE GENTE CHE MAGARI SI MISCHIA ALLA FOLLA PER FOMENTARE E SPIARE E QUESTO SUCCEDE SUL WEB, OSSIA PARLO DEI TROLL, MA NOI DELLA PIAZZA COME LI SCOPRIAMO LI BANNIAMO,OSSIA NON DIAMO LORO Visibilità E SICCOME NEI NUMERI NOI SIAMO MILIONI DI LIBERI CITTADINI E I TROLL PIDDINI SONO MIGLIAIA CAPIRAI CHE CARO FIANO FATTENE UNA RAGIONE NOI A TE NON TI AMIAMO,ANZI NON TI FILIAMO,ANZI VAFFANCULO


Fiano, Commissione inchiesta sui social

Commenti feroci contro chi critica M5s o Lega sul web,verificare © ANSA


(ANSA) - ROMA, 18 GIU - "Servirebbe una commissione d'inchiesta sui social per capire cosa succede in Italia". A chiederlo è il deputato del Pd Emanuele Fiano, ai microfoni di ECG in onda su Radio Cusano Campus. "Oggi, al di là del prezioso lavoro che fanno i mezzi d'informazione, molto della disputa politica si svolge sui social - continua - e ogni volta che si criticano M5S o Lega fioccano commenti, critiche, violenze, che arrivano da decine di account sul cui profilo non c'è nulla e con 4 o 10 follower al massimo. Vorrei togliermi il dubbio che tutto questo possa dipendere da qualcuno che questi account li organizza per opporsi alle critiche in maniera coordinata.
    Vorrei semplicemente verificare questo".

noi non siamo violenti e rispettiamo tutti, chi è vilento dal m5s è bandito e ho detto tutto

Cathy La Torre, minacce di morte su Facebook all’avvocata Lgbt di Bologna. Lei: “Le istituzioni fomentano odio”

Cathy La Torre, minacce di morte su Facebook all’avvocata Lgbt di Bologna. Lei: “Le istituzioni fomentano odio”

Il messaggio è stato firmato da un utente registrato come Bonifacio Ferrari che ha commentato un post sulla vicenda Aquarius: "Pedala", si legge, "che presto mentre pedali ti arriverà un colpo di pistola sulla fronte. Nessun compromesso con le lesbiche". In allegato la foto di una pistola

la famiglia ad immagine di un Dio che ho mai visto e che non fa parte della mia vita, però chi lo rappresenta pretende di comandare la mia vita

la famiglia ad immagine di un Dio che ho mai visto e che non fa parte della mia vita, però chi lo rappresenta pretende di comandare la mia vita di atea e laica, le religioni in specie la cristiana e la musulmana sono da 2000 anni la cristiana e 1400 la musulmana  le principali responsabili di guerre e disfacimento sociale.
Io che vengo da una famiglia che meglio non fosse esistita con un padre padrone e violento non solo non credo in Dio perchè dov'è cos'è e se c'è allora è responsabile della merda del mondo,ma credo che famiglia sia quella che è formata da esseri umani e ognuno come crede, basta che ci sia rispetto,amore ,per i piccoli affetto e dedizione, basta che non ci sia pedofilia quella che tanto piace ai preti,per il resto chi e come può dire cosa è famiglia e cosa no, importante è volersi bene, importante è essere solidali, essere aperti al mondo,il resto è il delirio religioso,io penso che le religioni stanno facendo una brutta fine e pretendono anche senza fedeli di comandare il mondo,che poi non le segue più, in italia i fedeli, quelli cristiani di fede sono pochissimi, lo deve capire il papa e la politica e anche questo è scollamento dalla politica e da chi comanda con la realtà della popolazione che finisce in un solo modo ,non li vota più e non va più in chiesa.

Papa Francesco, le sue parole sulle famiglie gay non stupiscono. Rassegniamoci


Papa Francesco, le sue parole sulle famiglie gay non stupiscono. Rassegniamoci


rifare la legge sulle intercettazioni è un obbligo morale,fatta dal governo piddino solo per pararsi il culo

rifare la legge sulle intercettazioni è un obbligo morale,fatta dal governo piddino solo per pararsi il culo

Intercettazioni, il procuratore Antimafia De Raho: “Chi ascolta non può valutarne la rilevanza. La riforma va rivista”

Intercettazioni, il procuratore Antimafia De Raho: “Chi ascolta non può valutarne la rilevanza. La riforma va rivista”
"Il rischio con la nuova legge è che una parte significativa delle registrazioni non venga considerata", ha detto il numero uno della Dna, partecipando a Bari alla conferenza stampa sul blitz contro i clan dei carabinieri del Ros. Un'indagine comicniata nel 2006 che si basa fondamentalmente proprio sulle intercettazioni telefoniche e ambientali

Germania, Merkel aspetta Conte e lavora a un vertice speciale sui migranti con Italia per i migranti l'europa deve fare una cosa sola, respingerli e certamente non basta,bisognerebbe e urge farlo dare possibilità agli africani di vivere una vita decente

per i migranti l'europa deve fare una cosa sola, respingerli e certamente non basta,bisognerebbe e urge farlo dare possibilità agli africani di vivere una vita decente vuol dire anche non appoggiare più dittatori e uomini demmerda perchè di questo si tratta, cominciando a tenere stretti i cordoni con Erdogan ed Emirati, bisogna che in Africa si possa vivere e in pace,bisogna fare una campagna pubblicitaria massiccia dove si spiega agli africani che in europa non è pacchia e non siamo l'eldorado, che abbaiamo pure noi problemi economici e che i criminali vengano da tutto il mondo abbattuti, uno è eclatante , Soros, abbiamo tutti diritto di vivere con dignità, non è che se tiu sposti prendi dignità, non possiamo ospitare e rendere cittadini europei, milioni d'africani,però possiamo e lo dobbiamo fare, aiutarli, aiutare vuol dire lì investire e dare una mano a loro,non ia dittatori,per la Libai fare il bello e il cattivo tempo è ora di finirla, abbiamo noi anche se l'Italia era contraria bombardato gheddafi,mica possiamo reggerli ancora gli si dice che o la finiscono o si torna a bombardare, hanno rotto i cabassisi
https://www.ilfattoquotidiano.it/2018/06/17/germania-merkel-aspetta-conte-e-lavora-a-un-vertice-speciale-sui-migranti-per-risolvere-i-guai-con-il-ministro-seehofer/4432652/

Germania, Merkel aspetta Conte e lavora a un vertice speciale sui migranti con Italia, Grecia e Austria

Germania, Merkel aspetta Conte e lavora a un vertice speciale sui migranti con Italia, Grecia e Austria

17/06/18

risposta di Virginia Raggi a Padellaro

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Roma è la città dove sono nata e che ho l'onore di amministrare. È una sfida difficile e non passa momento della giornata che non mi impegni con tutte le mie forze per renderla più bella, più vivibile e più vicina a noi cittadini.
Roma non è perfetta e deve migliorare ma non è certo l'inferno che viene descritto.
Ecco la mia lettera al Fatto Quotidiano in risposta ad Antonio Padellaro e, di seguito, la sua replica.
Caro Antonio Padellaro, ho letto la sua lettera aperta con la quale ha lanciato un grido di dolore per la città di Roma. Lo stesso sentimento che condivido e che mi ha spinto due anni fa ad accettare una sfida difficilissima: provare a invertire il declino che ha investito la mia città e restituire normalità alla vita di tutti noi romani. Tutti i giorni vivo sulla mia pelle quanto descritto da lei e soffro. Lei dice che sorrido, come se fossi indifferente. Si sbaglia, si sbaglia di grosso. I problemi di Roma li sento talmente miei che non passa ora del giorno e della notte che non impegni per trovare soluzioni. Il mio è un sorriso di non rassegnazione e di sfida. Io non mi arrendo ma reagisco.
Ha citato il mio intervento in tv. La scorsa settimana sono andata a Piazza Pulita a difendere la mia città che ogni giorno è sottoposta a un attacco mediatico continuo: Roma non è perfetta ma non è l'inferno come si vuol far credere. Non ci sto a questa narrazione a senso unico. Così come non ci sto alle critiche di coloro che riducono le mie sacrosante lamentele a "dare la colpa a chi c'era prima". Dovrei fare finta di nulla? Le fornisco un dato. Quelli che ci hanno preceduto hanno scavato un buco da 13 miliardi che paga anche lei ogni giorno con la mancanza di servizi ai cittadini: penso a un autobus che ritarda, agli asili che non sono stati costruiti, ai mezzi pubblici vecchi di 18 anni. Mi spiego meglio. I "capaci" andavano al ristorante, addirittura invitavano i loro amici a sbafo e al momento del conto dicevano: "Paga quello che viene dopo". "Quello che viene dopo" sono i cittadini e l'amministrazione che ho l'onore di guidare. Se credono di ridurmi al silenzio con la filastrocca che non devo parlare del passato, si sbagliano. Non faccio sconti a nessuno. Ricordo quando sono andata all'inaugurazione della Nuvola all'Eur: volevano che sorvolassi sugli oltre 400 milioni spesi per realizzarla. Invece, all'inaugurazione ho detto quello che tutti i romani pensavano: un'opera con costi ingiustificabili. I "capaci" non la presero bene e mi fischiarono. Qualche mese dopo la Corte dei Conti mi ha dato ragione. E noi che abbiamo fatto? Intanto, abbiamo invertito la rotta: abbiamo ridotto di 200 milioni il debito di Roma e abbiamo chiuso due bilanci senza creare nuovi buchi. Significa che i nostri figli non dovranno pagare al posto nostro. Per avere un'idea di ciò che possiamo fare con 200 milioni, consideriamo per praticità questa informazione: con un milione si può aprire un nuovo asilo, oppure acquistare tre autobus o ancora riasfaltare chilometri di strade. Potrò lamentarmi del fatto, ad esempio, che negli ultimi decenni invece di rifare l'asfalto hanno sperperato i soldi dei cittadini? E non lo dico io, ma la magistratura che ha arrestato imprenditori e amministratori disonesti nelle inchieste su "asfalto e mazzette". Per rimediare alla mancanza di manutenzione degli ultimi decenni sono necessari almeno 250 milioni l'anno per i prossimi cinque anni: a bilancio noi ne abbiamo 30 ogni anno perché il Comune di Roma può permettersi soltanto questo per colpa dei "capaci" di prima.
Ogni anno dobbiamo pagare 200 milioni per ripianare il debito di chi ci ha preceduto. Se avessi quei 200 milioni l'anno non avrei problemi a rifare tutte le strade della città o realizzare i tanti progetti che aspettano soltanto di essere finanziati. Ma quei soldi non ci sono. Questa è la realtà che provo a raccontare in tv. E le assicuro che non sorrido ma sono davvero arrabbiata. Gli autobus in fiamme? Faccio parlare i numeri. Abbiamo ereditato un'azienda, l'Atac, reduce dallo scandalo delle assunzioni di "parentopoli" e con 1 miliardo e 300 milioni di debiti. Appena arrivati abbiamo trovato 900 autobus marcianti su 2000; pezzi di ricambio pagati il doppio del prezzo di mercato. Ci siamo rimboccati le maniche: abbiamo licenziato gli assunti di “parentopoli”; abbiamo rimesso ordine nell'acquisto dei pezzi di ricambio; abbiamo sbloccato l'acquisto di 150 autobus nuovi e ne abbiamo acquistati altri 15 con i fondi del Giubileo; abbiamo messo in strada 45 filobus nuovi che da anni giacevano in un deposito (chi li comprò è stato condannato a 5 anni per un presunto giro di mazzette); abbiamo stanziato 167 milioni per acquistare altri 600 autobus; abbiamo avviato attività di controllo dei sistemi anti-incendio su tutta la flotta a rischio. Anche io avrei voluto rottamare gli autobus che hanno oltre 15 anni, come quello che è andato in fiamme in via del Tritone. Abbiamo fatto tutto ciò che si può per sostituirli ma per cambiare 2000 autobus ci vogliono anni e non pochi mesi. Chi pretende che la flotta di mezzi dell'azienda pubblica più grande d'Europa si rinnovi in un anno sta mentendo ed è in malafede. Non entro nel merito del concordato preventivo con il quale punto a far rimanere pubblica e comunale questa azienda, e non svenderla ai privati. I privati non investirebbero mai sulle tratte periferiche dove, invece, c'è più bisogno di servizi per i cittadini. Io non voglio servizi di serie A per il centro e servizi di serie B per le periferie. E non cambio idea.
In tv ho lottato per preservare l'immagine della mia città. Nessun sorriso ma tanta determinazione. Altro che "atarassia"! Lei scrive che "Roma pare incurabile". Non lo è. Roma sta ripartendo. Da quando mi sono insediata ho subito attacchi mediatici incredibili ma, anche in questo, ho cercato di trovare un aspetto positivo: non si è mai parlato così tanto di Roma e dei suoi problemi. Così facendo si è creata una coscienza civica che alla mia città mancava. E questo malgrado le accuse violentissime e spesso infondate nei confronti miei e della mia squadra - è un bene perché sono e resto la sindaca di tutti i romani. Lei parla di "atarassia", io le rispondo con "l'empatia" che provo perla mia città e per tutti i miei concittadini. Non chiedo sconti ma pretendo coraggio da parte di tutti coloro che hanno l'immenso potere di raccontare: possibile che non ci sia mai nulla di positivo su cui scrivere? Non credo. Io non chiedo sconti, come non ne faccio neanche io. Roma la amo fin da quando sono nata. Sto lottando con tutte le mie forze per cambiare un sistema e per portare normalità nella mia città.
La replica di Antonio Padellaro:
Gentile Virginia Raggi, la migliore risposta alle cose da lei scritte la daranno i cittadini di Roma quando finalmente vedranno i frutti del vostro lavoro. Non capita spesso che chi amministra la cosa pubblica tra tante difficoltà e critiche sappia mettersi in gioco con trasparenza rilanciando la sfida. È ciò che leggo nelle sue parole. Le auguro (e mi auguro da romano come Lei) di poterle presto dare ragione. Con accresciuta stima. Antonio Padellaro

Più chiaro di così Ma continuate pure a fare le vostre belle figure da ....

JACOPO FO FIGLIO DI DARIO FO MOLLA IL M5S: “PORTI CHIUSI? TORNERÒ A NON VOTARE”un'altro radical chic, ma non capite più il popolo perchè non siete popolo

un'altro radical chic, ma non capite più il popolo perchè non siete popolo, non vi manca nulla, siete sempre sulla scena del comando anche se nel tuo caso è da intellettuale, adesso in Italia c'è che il proletariato di una volta siamo noi,e voi che cercate di gestire una cosa che conoscete per sentito dire, per avere una cultura di gente che vedete in tv nei tg, tutta roba edulcorata, non è così,la gente sta male,il disagio economico non porta solo alla fame,ma anche all'incultura, al degrado, adesso poi a questo aggiungi gente che arriva dall'Africa indottrinata dalle tv e che crede quì ci sia l'eldorado,non è che non c'è l'eldorado,non c'è nulla e quando un popolo ha carenza non integra è guerra.
Io anni fa mi presi pure la scabbia, a parte il minimizzare che non si piglia che ci vuole il contatto,tutte balle io abito da sola e non ho avuti contatti con nessuno,e dunque l'ho presa fuori casa e per di più avendo una pelle delicatissima la scabbia l'ho debellata,ma è rimasto il resto,una malattia la mia che con la scabbia è peggiorata, così adesso sono lì a comperare farmaci e tutti a pagamento,compreso il trattamento scabbia,mentre pago tasse perchè l'immigrato abbia tutto gratis, se fossi benestante oddio la scabbia non piace ma i farmaci li comperi perchè hai i soldi,ma se sei un poveraccio quei farmaci ti rovinano,o mangi o comperi il farmaco,questo è solo un piccolo esempio, è successo a me,
Poi c'è l'operaio che prendeva magari in nero 10 euro l'ora e adesso con l'immigrato che gira se vuole piglia 5 e altrimenti non scassare a minchia e chi ha benessere questo non lo può capire perchè lo devi provare per capire, con governi di sinistra con personaggi tutti radical chic ,ma annate a fare in culo,andò cazzo vivete, scendete dai vostri quartieri alti e vivete con 500 euro al mese e poi ne riparliamo.

MIGRANTI? JACOPO FO FIGLIO DI DARIO FO MOLLA IL M5S: “PORTI CHIUSI? TORNERÒ A NON VOTARE”

http://www.ilgiornale.it/news/politica/jacopo-fo-molla-lm5s-sui-migranti-porti-chiusi-torner-non-1540310.html

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Spiccano due nomi illustri nell’inchiesta della Procura di Roma su appalti e corruzione delle grandi opere. Uno è l’imprenditore Giandomenico Monorchio (figlio dell’ex ragioniere generale dello Stato Andrea Monorchio)

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sabato 16 giugno 2018
TANGENTI SULLA TAV, ARRESTATI FIGLI DI POLITICI E DI ALTI PAPAVERI. ECCO CHI SONO I PARASSITI DI QUESTO STATO INFAME E PARASSITA
Spiccano due nomi illustri nell’inchiesta della Procura di Roma su appalti e corruzione delle grandi opere. Uno è l’imprenditore Giandomenico Monorchio (figlio dell’ex ragioniere generale dello Stato Andrea Monorchio) arrestato stamattina dai carabinieri del Comando Provinciale di Roma. L’altro, che risulta indagato a piede libero, è invece Giuseppe Lunardi, anch’egli imprenditore, nonché figlio dell’ex potente ministro Pdl ai Trasporti e alle Infrastrutture del governo Berlusconi, Pietro Lunardi.
Sono in totale ventuno gli arrestati tra Lazio, Lombardia, Piemonte, Liguria, Toscana, Abruzzo, Umbria e Calabria nell’indagine condotta dai carabinieri di Roma e denominata «Amalgama» (per simboleggiare i legami stretti). Ipotizza la corruzione per ottenere contratti di subappalto nell’ambito dei lavori per la realizzazione della tratta Tav «Av./A.C Milano-Genova-Terzo Valico Ferroviario dei Giovi» (Alta Velocità Milano-Genova), del 6° Macrolotto dell’Autostrada A3 Salerno-Reggio Calabria e della People Mover di Pisa. Agli indagati i procuratori aggiunti Paolo Ielo e Michele Prestipino contestano, a vario titolo, i reati di associazione a delinquere, corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio e tentata estorsione.
Uno scambio di favori tra dirigenti e imprenditori. Falsi certificati sui lavori in cambio di subappalti. Ruolo «chiave» era quello del direttore lavori, l’ingegner Giampiero De Michelis, considerato il «promotore e organizzatore» della banda insieme all’imprenditore calabrese Domenico Gallo. Era proprio lui che, incaricato della direzione dei lavori dal «contraente generale», svolgeva compiacenti controlli di qualità e rilasciava certificati dove si affermava il falso, ottenendo come contropartita «commesse per beni e servizi» fatturati a ditte riferibili a parenti o amici.
Il complesso meccanismo è spiegato dalle intercettazioni telefoniche con le quali i carabinieri, agli ordini del generale Antonio De Vita, hanno incastrato i due principali protagonisti e gli altri indagati coinvolti, a vario titolo, nell’inchiesta. Tantissime le telefonate ascoltate dagli inquirenti. C’è ad esempio quella dell’aprile 2015, nella quale Gallo dice a un coindagato: «Chi fa il lavoro… la stazione appaltante… i subappaltatori… deve crearsi l’amalgama, mo’ è tutt’uno… Perché se ognuno tira e un altro storce non si va avanti… Quando tu fai un lavoro diventi… parte integrante di quell’azienda là… E devi fare di tutto perché le cose vadano bene… è giusto?».
I carabinieri annotano nel verbale, poco dopo, lo stupore dello stesso Gallo nell’apprendere che il suo interlocutore credeva che i controlli sui lavori venissero svolti secondo le regole: «Ah, perché pensavi che erano…». Quello risponde: «Io sì», e Gallo chiarisce: «Nooo… non pensare…. Chi pensa male fa peccato ma non sbaglia mai».

Marco Travaglio: “Meglio, dunque peggio” Lanzalone Lo chiama il sindaco M5S Filippo Nogarin

Marco Travaglio: “Meglio, dunque peggio”

(pressreader.com) – di Marco Travaglio – Il Fatto Quotidiano del 17 Giugno 2018 – Abbiamo scritto che il caso Lanzalone dimostra ancora una volta due dei vizi d’origine dei 5Stelle: la mancanza di una classe dirigente affidabile e la disinvoltura nella scelta dei collaboratori. Non è così: magari lo fosse, ma purtroppo non lo è. È molto peggio: è la prova dell’inquinamento endemico e sistemico della “società civile”. Ci eravamo fidati della vulgata dominante sui media: il genovese Lanzalone deve per forza essere amico di Grillo, e dunque dei Casaleggio, che per forza devono averlo piazzato prima a Livorno come consulente della giunta Nogarin e poi, tramite le loro marionette Fraccaro e Bonafede, a Roma come consulente della giunta Raggi, su su fino alla presidenza di Acea. Invece è tutto sbagliato. Lanzalone non è amico né di Grillo né dei Casaleggio, che non conosce fino a quando approda a Livorno. E come approda a Livorno? Lo chiama il sindaco M5S Filippo Nogarin, che ci racconta tutto a pagina 3. La procedura è improntata a imparzialità e meritocrazia, in linea con i principi dei 5Stelle: curriculum e competenza. Avendo ereditato la municipalizzata dei rifiuti Aams sull’orlo del fallimento, Nogarin e gli assessori Lemmetti e Martini avviano uno scouting fra decine di studi legali specializzati in diritto societario. Ascoltano avvocati su avvocati sulle soluzioni per salvare l’Aams. E alla fine scelgono chi propone quella che pare la migliore (una versione moderna e un po’ ardita del concordato preventivo in continuità): Lanzalone, affiancato da un civilista, un amministrativista e un giuslavorista.
La scelta si rivela azzeccata: oggi l’Aams fa utili annui per 8,8 milioni (anche se il sindaco è ancora indagato per la fantomatica bancarotta fraudolenta di una società che non solo non è fallita, ma è in attivo). Nogarin chiede che all’ultimo colloquio con i quattro professionisti partecipino Di Maio e Bonafede, che con Fraccaro formano lo staff “Enti Locali” del Movimento. Saranno infatti Bonafede e Fraccaro, quando esploderà a Roma la bomba dello stadio, a indicare Lanzalone alla Raggi. Anche lì, con buoni risultati. Una querelle che pareva destinata comunque al disastro – o lo stadio-ecomostro con le tre torri e le speculazioni intorno, o niente stadio con i tifosi sotto il Campidoglio e la casa della sindaca e magari qualche penale milionaria da pagare al costruttore Parnasi – viene risolta con un onorevole compromesso: via le torri e la speculazione, cubature dimezzate. È con quel curriculum che Lanzalone viene incaricato di scrivere il nuovo statuto 5Stelle (Di Maio capo al posto di Grillo) e di seguire le cause con gli espulsi.
E fu nominato presidente di Acea (dove nessuno eccepisce sulla sua competenza). Poi i pm scoprono – dalle intercettazioni – ciò che nessuno può sapere: Lanzalone ha avuto incarichi per 100 mila euro da Parnasi. Secondo la Procura è corruzione, ma già fin d’ora si può parlare di conflitto d’interessi. Il resto – i traffici di Lanzalone per diventare presidente di Cassa Depositi e Prestiti e il suo turbillon di cene, telefonate e millanterie con questo o quel politico per acquisire meriti agli occhi del M5Stelle e dei possibili alleati (sia Lega sia Pd) – non è reato: è solo la prova del delirio di onnipotenza e di Mr.Wolf, che non vuol perdere l’occasione della vita.
Ecco perché dicevamo “magari” e “purtroppo”. Se Lanzalone fosse sbarcato a Livorno e a Roma grazie alle spintarelle a catena di Grillo, Casaleggio, Bonafede, Fraccaro e Raggi, saremmo di fronte all’ennesima puntata della commedia all’italiana, o dell’eterna Comédie humaine. Potremmo associarci al coro dei giornaloni: i 5Stelle sono come gli altri, mandano avanti gli amici con tanti saluti alla trasparenza e meritocrazia. Dunque il rimedio sarebbe facile: sfumata anche quest’occasione, non resta che affidarsi ad altri che in futuro sappiano scegliere finalmente collaboratori competenti in una casa di vetro (non certo a chi oggi dà lezioni, dopo aver scelto i Buzzi, i Carminati, gli Odevaine, gli Alemanno, giù giù fino a Civita che sistema il figlio).
Invece Mr.Wolf esce da una procedura di selezione più che corretta. Tutto si può rimproverare a Nogarin e Raggi fuorché di aver scelto un incompetente o un manigoldo. Aveva un curriculum all’altezza, Lanzalone? Sì. Ha superato la concorrenza di altri esperti? Sì. Aveva la fedina penale pulita? Sì. Aveva indagini in corso? No. Aveva mai dato adito a sospetti? Mai. Eppure ora è agli arresti domiciliari. Nessuno intellettualmente onesto poteva dire, fino a una settimana fa, che fosse una mela marcia o bacata. Ora col senno di poi si può dire che la mela s’è guastata dopo. Ma non c’è fedina penale né curriculum che possa garantire l’impermeabilità alla corruzione, ai conflitti d’interessi o ad altre tentazioni. Come si seleziona, allora, la classe dirigente? Col metodo Nogarin. Ma affiancato da nuove leggi sui conflitti d’interessi, sui soldi ai partiti e sui redditi di chi ricopre incarichi pubblici o semi-pubblici. E da agenti sotto copertura a testare l’integrità di chi maneggia denaro dei contribuenti. Un anno fa Franco Bechis, su Libero, andò a spulciare i finanziamenti di Parnasi a decine di consiglieri comunali di Roma e regionali del Lazio. Soprattutto Pd e FI, nessun M5S. Tutti finanziamenti leciti (come quelli emersi ora a Lega e Pd), ma solo grazie a una legge criminale e criminogena che consente di occultare le stecche fino a 100 mila euro (per non parlare di fondazioni e onlus legate a partiti e singoli politici). E non vieta ciò che dovrebbe proibire: chi amministra Comuni, Regioni, ministeri non può prendere soldi da aziende che contrattano appalti. Perché quelli non sono contributi elettorali: sono mazzette mascherate in cambio di favori passati o futuri.