Copyright?Il web va regolato,c'è lo strapotere di chi gestisce forum, pagine e che sono per la maggiore Facebook,Twitter e google, perchè io stessa sono stata parecchie volte abusata, alcuni miei blog oscurati perchè non avevo violato nessuna norma,ma avevo scritto di personaggi politici fatti sgraditi, lo avevano fatto tutti,ma i miei scritti avevano avuto risonanza e dunque chi moderava il sito, cioè parlo di chi gestisce il sito dove io avevo il blog, uno di libero,l'altro di Virgilio, ebbene in uno mi è stato tolto l'accesso all'entrare nel mio blog che è tutt'ora lì, da una moderatrice che era pure una vicina di paese perchè avevo parlato male di bossi e il post da me fatto aveva avuto più di mille interventi, l'altro è di Virgilio, con uno stratagemma io non posso più vedere il mio blog e questo senza comunicarmi il perchè, ecco magari legiferare che fare ste cose è reato e che paghino per la censura che fanno poi per fini politici.
Questo il piddino non lo dice, loro i radical chic fanno solo caciara per difendere i loro privilegi e non la libertà, che è successo che io li votavo i piddini e poi visto il trattamento non ho più votato e nel 2013 ho rivotato,ma il m5s, cioè se vuoi governare per difendere i privilegi tuoi,poi il risultato è questo,la gente diventa populista, perchè noi siamo popolo, e dobbiamo pagare perchè tu abbia privilegi,ma va a cagare stronzo, tutto quì, il web va regolato e lo strapotere dei politici va fermato.
Chiunque pubblica un contenuto online, se lo vede rimuovere, deve poter contestare la decisione e ottenere giustizia in un tempo non superiore rispetto a quello che occorrerà garantire a chi ritiene che quel contenuto sia stato pubblicato in violazione dei propri diritti.Copyright, la partita non è finita. Quattro punti irrinunciabili perché la prossima proposta sia seria
1. Nessuna deroga in fatto di giurisdizione: quando la pubblicazione di un contenuto è lecita e quando viola i diritti di qualcuno lo decide solo e sempre un giudice e un’autorità anche nell’ambito di procedimenti sommari, cautelari, urgenti, veloci e, eventualmente, persino basati sull’utilizzo di tecnologie di intelligenza artificiale moderne, terze e imparziali.
2. Chiunque pubblica un contenuto online, se lo vede rimuovere, deve poter contestare la decisione e ottenere giustizia in un tempo non superiore rispetto a quello che occorrerà garantire a chi ritiene che quel contenuto sia stato pubblicato in violazione dei propri diritti.
3. Nessuna concessione a filtri o sistemi automatici gestiti da soggetti privati.
4. Nessuna concessione all’idea secondo la quale decidere se esiste o non esiste una violazione dei diritti d’autore è questione binaria o algoritmica che possa essere risolta nella verifica della circostanza che un pezzo dell’opera di tizio sia stata usato senza il suo consenso. Le libere utilizzazioni sono un pezzo essenziale della disciplina autorale, ne rappresentano una gamba e non un orpello, un optionalo un accessorio. Si chiameranno anche eccezioni ai diritti d’autore ma sono eccezioni necessarie perché il diritto d’autore resti un ecosistema giusto, equo, rispettoso dei diritti di tutti e, soprattutto, il cui fine ultimo sia massimizzare la produzione e circolazione dei contenuti creativi, culturali e informativi e non semplicemente le rendite di posizione di pochi.
Per i tanti altri vincoli – da una parte e dall’altra – c’è ora un’intera estate che, speriamo, sia di riflessione, dialogo e confronto ma non di scontro, non più.
È il momento della prova di serietà, quello nel quale è fondamentale fare appello alle nostre coscienze perché restino al loro posto, vigili e attente ma capaci di suggerirci di rinunciare, in parte, a qualcuna a cui pure teniamo, nell’interesse degli altri membri della comunitàunica digitale che è il vero irrinunciabile e unico presupposto del mercato unico digitale.