24/03/17
M5S, Di Maio: "Ecco cosa faremo se vinceremo le prossime elezioni"
Se è ormai quasi certo che si voterà alla scadenza naturale della legislatura, non si conosce ancora la legge elettorale che consentirà agli italiani di eleggere il…
ILFATTOQUOTIDIANO.IT
23/03/17
Red Hot Chili Peppers - Under The Bridge [Official Music Video]
Qualche volta mi sento
Come se non avessi un compagno
Qualche volta mi sento
Come se la mia unica amica
Fosse la città in cui vivo
La città degli Angeli
Solo come sono
Insieme piangiamo
Guido sulle sue strade
Perché è la mia compagna
Cammino per le sue colline
Perché lei sa chi sono
Vede le cose buone che ho in me
E mi bacia piena di vento
Non mi preoccupo mai
Adesso che è una bugia
Non voglio mai più sentirmi
Come mi sono sentito quel giorno
Portami nel posto che io amo
Portami là
Non voglio mai più sentirmi
Come mi sono sentito quel giorno
Portami nel posto che io amo
Portami là (sì sì)
E' difficile credere
Che non ci sia nessuno là fuori
E' difficile credere
Che io sia tutto solo
Almeno io ho il suo amore
La città che mi ama
Solo come sono
Insieme piangiamo
Non voglio mai più sentirmi
Come mi sono sentito quel giorno
Portami nel posto che io amo
Portami là
Non voglio mai più sentirmi
Come mi sono sentito quel giorno
Portami nel posto che io amo
Portami là (sì sì)
Ooh no (no no yeah yeah)
amami, io dico sì sì
Sotto il ponte in città
E' dove ho versato del sangue
Sotto il ponte in città
Non mi bastava mai
Sotto il ponte in città
Mi sono dimenticato del mio amore
Sotto il ponte in città
Ho dato via la mia vita (sì sì)
oh no (no no sì sì)
amami, io dico sì sì
Gli ex parlamentari pronti a una class action sul "taglio" del vitalizio: "Faremo ricorso"
E GLI TOLGONO APPENA UN PELO. FORSE
Gli ex parlamentari sono pronti a fare ricorso contro il contributo di solidarietà per tre anni deciso ieri dall'ufficio di presidenza. Lo riporta l'Agi. "Siamo pronti a fare…
HUFFINGTONPOST.IT
Stuprata dal branco, è ancora ‘una puttana’ per il paese. E sui social critiche a Le Iene Stuprata dal branco, è ancora ‘una puttana’ per il paese. E sui social critiche a Le Iene
Stuprata dal branco, è ancora ‘una puttana’ per il paese. E sui social critiche a Le Iene
Stuprata dal branco, è ancora ‘una puttana’ per il paese. E sui social critiche a Le Iene
di Angela Corica | 13 marzo 2017
Stuprata dal branco, è ancora ‘una puttana’ per il paese. E sui social critiche a Le Iene
di Angela Corica | 13 marzo 2017
“Avevo tanta paura, il mio cuore batteva forte. Volevo solo che finisse presto tutto. Quando sono arrivata a casa sono entrata nel bagno ho cominciato a lavarmi, a strofinarmi e ho visto che c’era del sangue”. Queste parole sono state pronunciate ieri sera durante il servizio de le Iene da Anna Maria Scarfò, la giovane originaria di San Martino di Taurianova, un paesino in provincia di Reggio Calabria, abusata e violentata dal branco.
Il suo incubo è iniziato 18 anni fa, quando aveva solo 13 anni, una bambina, stuprata, picchiata e maltrattata da un gruppo di balordi che hanno fatto di lei quello che volevano per ben due anni. Anna Maria ha avuto paura all’inizio, non ha saputo denunciare, né raccontare il fatto ai suoi genitori. Pensava di non riuscire mai più a liberarsi ed avere una vita normale. Ad un certo punto, però, nel casolare dove la ragazza subiva ripetute violenze volevano portarci anche la sorella di Anna Maria, che era più piccola. Ed è stato in quel momento che la vittima si è ribellata, ha denunciato “per amore di un’altra donna, per amore di mia sorella” come lei stessa dice.
Il suo incubo è iniziato 18 anni fa, quando aveva solo 13 anni, una bambina, stuprata, picchiata e maltrattata da un gruppo di balordi che hanno fatto di lei quello che volevano per ben due anni. Anna Maria ha avuto paura all’inizio, non ha saputo denunciare, né raccontare il fatto ai suoi genitori. Pensava di non riuscire mai più a liberarsi ed avere una vita normale. Ad un certo punto, però, nel casolare dove la ragazza subiva ripetute violenze volevano portarci anche la sorella di Anna Maria, che era più piccola. Ed è stato in quel momento che la vittima si è ribellata, ha denunciato “per amore di un’altra donna, per amore di mia sorella” come lei stessa dice.
In quegli anni terribili per la giovane, molti sapevano ma nessuno ha fatto niente per migliorare le condizioni di questa ragazza. Neppure l’allora parroco del paese, don Antonio Scordo, come avevo raccontato in questo post, condannato a un anno per falsa testimonianza, pena sospesa e non menzione, ha aiutato la ragazza. “Anna aspetta – diceva il prete – non puoi fare uno scandalo. Nemmeno tu sai quello che è successo”. Però lui in tv ha detto che non si ricorda di aver mai sentito le confessioni sugli abusi da parte della ragazza. Lei sostiene il contrario.
I protagonisti di questa complessa e drammatica vicenda sono più di due. Certamente Anna Maria e il branco, le istituzioni completamente assenti, poi la gente del paese che ha accusato Anna Maria e non gli stupratori fino ad arrivare a oggi con qualcuno che si è sentito offeso dal servizio andato in onda in televisione.
A San Martino di Taurianova, nonostante siano passati tanti anni e quattro degli stupratori siano stati condannati in via definitiva, la gente pensa che Anna Maria sia ancora una “puttana”. La Malanova (la cattiva notizia, l’augurio di disgrazia) che, pensate, a soli 13 anni, provocava tutti: “Si alzava la gonna in piazza davanti ai vecchi”. Insomma, se le è accaduto qualcosa non è colpa degli abitanti di San Martino, ma la sua, che era un demone provocatore. Che “non lasciava in pace” nemmeno i vecchietti in piazza. E poi ci sono le donne, le madri, le mogli di quegli stupratori che ancora oggi, con forza, difendono i loro mariti e non credono alle parole di Anna Maria. La ragazza è dovuta scappare dal luogo dove è nata ed è cresciuta, per la sua incolumità fisica è rientrata in un programma di protezione speciale, quello riservato ai testimoni di giustizia. Ora vive in una località protetta lontano da tutte quelle voci che ancora quando chiude gli occhi sente dietro di lei “puttana, malanova, rovina del paese”.
Sono convinta che non bisogna mai generalizzare. Le storie di violenza e i casi di femminicidio sono un fenomeno che ha drammaticamente contagiato il mondo e non solo la Calabria e quindi non voglio fare discorsi retorici sul Sud. Certo è che sentire le parole di quella gente che difende i violentatori (per giunta indifendibili considerata la sentenza di terzo grado, che li inchioda definitivamente alle loro responsabilità) e, invece, condanna una donna che all’epoca aveva solo 13 anni, fa male. Fa molto male. Ed è uno spaccato reale, nessun filtro, nessuna invenzione. Perché Anna Maria è stata ferita più dai commenti della gente e dalle ingiustificate critiche che le muovono (ancora oggi che è una donna) che neppure dalle violenze e dei maltrattamenti subiti in doloroso silenzio per due anni e che sta superando grazie all’assistenza di professionisti che la stanno aiutando ed anche all’aiuto di associazioni come la Collettiva AutonoMIA di Reggio Calabria e alcuni sindaci dei vicini centri, come Cinquefrondi.
La Calabria è anche altro. Come molti si sono affrettati a dire. Ci sono molti uomini e donne che lavorano costantemente per cambiare le cose. Se da una parte ci sono realtà arretrate, dall’altra c’è un Sud in movimento, coraggioso e forte. Ma non si può tacere l’arretratezza per raccontare la parte migliore, come molti hanno sottolineato dopo il servizio. I nostri figli, i ragazzi più giovani, le nuove generazioni, devono conoscere ed anzi, hanno il diritto di conoscere, anche quella parte minoritaria e arretrata che pure esiste. E da questa consapevolezza devono ripartire per cambiare la città in cui vivono, affinché di fronte ad abusi e violenze incredibili non ci si volti più dall’altra parte e si faccia cerchio intorno alla vittima e non intorno agli orchi.
Ritengo per questo motivo incredibile il dibattito scatenato sui social, improntato a difendere l’immagine e la buona gente che vive in quei paesi, piuttosto che essere di condanna per chi ancora tace e di solidarietà ad Anna Maria che ha avuto la forza di un leone e il coraggio di guardare oltre, più di tutti noi. Il suo è un esempio di determinazione e grande forza di volontà. L’unico messaggio che mi è arrivato guardando la trasmissione è questo e da questo messaggio bisogna ripartire affinché ciò che è accaduto a lei non accada più a nessuna donna, né al Sud né al Nord, fa lo stesso.
DITELO ANCORA CHE LA RAGGI NON STA FACENDO NULLA finalmente operativi I mezzi, costati oltre un milione e mezzo, erano fuori uso e fermi nel terminal Gianicolo
DITELO ANCORA CHE LA RAGGI
NON STA FACENDO NULLA
I mezzi, costati oltre un milione e mezzo, erano fuori uso e fermi nel terminal Gianicolo (60 mila euro al mese d’affitto) dal 2012. L’assessora: «Le avete conosciute quando erano incomprensibilmente abbandonate. Ora in funzione 5, presto le altre 6»
NON STA FACENDO NULLA
I mezzi, costati oltre un milione e mezzo, erano fuori uso e fermi nel terminal Gianicolo (60 mila euro al mese d’affitto) dal 2012. L’assessora: «Le avete conosciute quando erano incomprensibilmente abbandonate. Ora in funzione 5, presto le altre 6»
Finalmente sono operative - spazzano, strofinano, ingoiano cartacce - cinque anni dopo la presentazione in pompa magna in Campidoglio, quand’era sindaco Gianni Alemanno. Sono i tempi della capitale, ma tant’è. L’11 febbraio 2017, nella storia minore dell’Ama, la municipalizzata rifiuti al centro di un permanente tourbillon di scandali, sarà ricordato come un giorno speciale. Di festa. Sono infatti entrate in funzione - dopo uno spreco nell’ordine delle centinaia di migliaia di euro - le spazzatrici elettriche nuove di zecca acquistate nel 2011 per pulire il centro storico e da allora custodite in garage, inattive. I 12 mezzi, agili e silenziosi, perfetti per infilarsi nei vicoli, erano costati 130 mila euro ciascuno, per un totale di un milione 560 mila euro, e oltre che il rispetto dell’ambiente garantivano un miglioramento della produttività, essendo previsto l’impiego di un singolo operatore. Peccato che, per la mancanza di uno «spinotto» adeguato, tale da garantire un’efficiente ricarica, finirono subito nel terminal Gianicolo (come denunciato nella recente inchiesta del Corriere) e lì siano rimaste per quasi un lustro. Ebbene, in queste ore i romani stanno vivendo il privilegio di rivederle in funzione. Dal vivo e sul web.
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povera tv perde spettatori,fossimo esseri intelligenti sarebbe già fallita,per me il problema è risolto,è sempre spenta
povera tv perde spettatori,fossimo esseri intelligenti sarebbe già fallita,per me il problema è risolto,è sempre spenta,cioè cosa vuoi vedere, ultimamente tutti i canali a parlare di Virginia Raggi che tanto successo ha portato al m5s, si perchè siamo popolo sempliciotto,ma scemi no, e che questo è accanimento televisivo di branco di stupratori sulla fanciulla stellina per salvare i loro privilegi lo ha capito pure un ritardato mentale. Per l'economia che ci vuole la tv che dica le balle dell'istat?Basta guardare il proprio portafoglio e la capisci,in questo periodo dove l'inflazione secondo l'istat e la politica non c'è il potere d'acquisto delle famiglie è ulteriormente diminuito,perchè il cibo costa di più, le bollette pure e siccome non siamo politici e dipendenti tv, a noi pesa questa inflazione negata e costerà altri posti di lavoro perchè se i soldi li spendo in cibo e bollette, non compero altro,spero che sia anche per loro la crisi,ossia una purga per le tv, così imparano a non raccontare balle, che l'accendo a fare la tv, per farmi raccontare menzogne e farmi venire il fegato marcio?
La Tv perde spettatori: in due anni due milioni in meno davanti allo schermo. E la pubblicità dimagrisce dell’8%
SCIÒ BUSINESS
di Stefano Balassone | 22 marzo 2017
Marzo la dice lunga su chi sale e chi scende in tv perché siamo nel pieno del “periodo di garanzia”, quando i canali televisivi esibiscono le audience che nell’autunno successivo faranno lievitare o ammosciare le tariffe degli spot e quindi i ricavi dei broadcaster.
Marzo del 2017 sta segnando, per ora, un buon successo della RAI che nel prime time, grazie alla buona tenuta dei tre canali maggiori e al piglio nuovo assunto dai canaletti sperduti nel telecomando dal 10 in su, guadagna 1 punto in percentuale (in soldoni l’equivalente di qualche decina di milioni di euro).
22/03/17
Gianna Nannini - In the Rain Testo – In the rain
Testo – In the rain
Hey sembri me come me quando parli ti
nascondi come me te ne vai, non rimani
in questo abbraccio viene a prenderci
la pioggia porta in terra l’infinito
hey siamo noi quelli che si raccontano
che è un gioco siamo noi quelli che
non
si bruciano col fuoco e per farci innamorare
se bastasse quella luna…
sai che fortuna
siamo in viaggio senza andare mi fai
bene mi fai male dimmi solo dove sei
per la vita che ci resta
ti vorrei ti vorrei ti vorrei…
e ancora
ti vorrei ti vorrei ti vorrei in tutti
i giorni miei
hey sembri me come me senti tutto e
non ascolti sembri me sai cos’è?
èil passato che commuove
ma non farlo ritornare ora lasciati
toccare…senza difenderti siamo in
pochi a far l’amore a buttarci dentro
il cuore io lo vedo che ci sei e per la
vita che ci resta ti vorrei
guardo fuori vedo dentro tutto quanto
sembra lento piove forte sul cemento
cos’è che abbiamo perso per la strada?
guardo fuori e non ci penso…
e la vita ci avvelena…
sei con me sei con me sei con me ancora
sei con me sei con me sei con me
in the rain
troppo tempo lontano da te
troppo tempo ho sbagliato
lo so in questo cielo nero
sei con me sei per me sei con me
sei per me sei con me sei per me
alla fine dei tempi e del mondo sei
per me sei per me
alla fine dei tempi e del mondo
nascondi come me te ne vai, non rimani
in questo abbraccio viene a prenderci
la pioggia porta in terra l’infinito
hey siamo noi quelli che si raccontano
che è un gioco siamo noi quelli che
non
si bruciano col fuoco e per farci innamorare
se bastasse quella luna…
sai che fortuna
siamo in viaggio senza andare mi fai
bene mi fai male dimmi solo dove sei
per la vita che ci resta
ti vorrei ti vorrei ti vorrei…
e ancora
ti vorrei ti vorrei ti vorrei in tutti
i giorni miei
hey sembri me come me senti tutto e
non ascolti sembri me sai cos’è?
èil passato che commuove
ma non farlo ritornare ora lasciati
toccare…senza difenderti siamo in
pochi a far l’amore a buttarci dentro
il cuore io lo vedo che ci sei e per la
vita che ci resta ti vorrei
guardo fuori vedo dentro tutto quanto
sembra lento piove forte sul cemento
cos’è che abbiamo perso per la strada?
guardo fuori e non ci penso…
e la vita ci avvelena…
sei con me sei con me sei con me ancora
sei con me sei con me sei con me
in the rain
troppo tempo lontano da te
troppo tempo ho sbagliato
lo so in questo cielo nero
sei con me sei per me sei con me
sei per me sei con me sei per me
alla fine dei tempi e del mondo sei
per me sei per me
alla fine dei tempi e del mondo
non sanno che vuol dire la parola dignità e onestà.Banca Etruria, Maria Elena Boschi: “Mio padre fuori dall’inchiesta”. Ma ecco perché è ancora indagato per bancarotta
http://www.ilfattoquotidiano.it/2017/03/22/banca-etruria-maria-elena-boschi-mio-padre-fuori-dallinchiesta-ma-ecco-perche-pier-luigi-boschi-e-ancora-indagato-per-bancarotta/3467618/
Banca Etruria, Maria Elena Boschi: “Mio padre fuori dall’inchiesta”. Ma ecco perché è ancora indagato per bancarotta
GIUSTIZIA & IMPUNITÀ
Tre giorni la procura ha chiesto il rinvio a giudizio di 21 persone, ma non dell'ex consigliere, perché pende un ricorso in Cassazione in merito alla liquidazione concessa all'ex direttore generale Luca Bronchi
di Davide Vecchi | 22 marzo 2017
Io sto con Davigo e voglio che la giustizia funzioni,ma leggere queste cose mi da solo nausea e furore. Torino, assolto da violenza sessuale perché “lei disse basta, ma non urlò”
Io sto con Davigo e voglio che la giustizia funzioni,ma leggere queste cose mi da solo nausea e furore, sono una donna e so che vuol dire l'insistenza del maschio in calore, perchè poi di quello si tratta, non è amore o ricerca del piacere,ma soddisfare un istinto animalesco,che tutti abbiamo è vero,però per fare sesso bisogna farlo in due e dunque averne assieme il desiderio e se uno dei due non è d' accordo è violenza.
Nel caso che leggo poi oltre alla violenza c'è pure circonvenzione di incapace perchè una donna così in quel momento è incapace di reagire e dunque uno se ne approfitta è violenza.
Se non è violenza questa cosa è la violenza secondo i giudici, la doveva ammazzare?
Perciò chiedo a Davigo di fare fare corsi di aggiornamento ai giudici, è assurdo,oggi un giudice che fa questo è lui incapace di fare il giudice.
Poi mi chiedo che chi è incapace di fare il giudice sia allontanato dalla magistratura, non come succede spostato, ecc ecc, mi chiedo oltre alla casta politica c'è quella dei magistrati, dei dirigenti del pubblico,dei quadri dirigenziali di tutto ciò che è pubblico,ossia quì paghiamo noi per avere un servizio in senso alto di incapaci.
Torino, assolto da violenza sessuale perché “lei disse basta, ma non urlò”
CRONACA
Durante il processo, alle ripetute domande di chi chiedeva perché non avesse urlato od opposto resistenza, lei aveva risposto tra le lacrime che "con le persone troppo forti io non... io mi blocco". Ma per il giudice il fatto non sussiste
di F. Q. | 22 marzo 2017
“Ha detto basta ma non ha urlato“, quindi il fatto non sussiste perché “lei non ha tradito quella emotività che pur doveva suscitare in lei la violazione della sua persona”. Sono queste le motivazioni che hanno portato il tribunale di Torino ad assolvere il 46enne accusato di violenza sessuale su una collega della Croce Rossa. E ora la donna dovrà anche rispondere delle accuse di calunnia per disposizione del giudice.
Il Corriere riporta che durante il processo, alle ripetute domande di chi chiedeva perché non avesse urlato od opposto resistenza, lei aveva risposto tra le lacrime che “con le persone troppo forti io non… io mi blocco“. Ma la testimonianza della donna, già vittima di abusi da parte del padre durante l’infanzia, era confusa, forse per la poca lucidità o per la difficoltà a ricordare fatti di ormai quasi sei anni fa. I fatti presi in esame dal tribunale risalgono infatti al 2011, quando la donna lavorava con contratto interinale alla Croce Rossa di Torino, dove l’imputato era commissario dei volontari
21/03/17
secondo me è vero,,'Gli alieni potrebbero aver programmato il nostro DNA', dicono due scienziati
Due scienziati del Kazakistan hanno individuati la ripetizione del numero 37 nel codice genetico e non credono si tratti di un processo naturale.
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