Dichiarazione dopo dichiarazione, monito dopo monito, allarme dopo allarme, condizionale dopo condizionale, ci sono fortissimi probabilità che il preoccupatissimo procuratore di Catania, diventi il magistrato da copertina della primavera-estate 2017. Ossia il magistrato attivissimo a parole, molto attento a cogliere la storia del mese, lesto ad andare in tv, determinato a lanciare appelli alla politica.
La linfa del magistrato fake è vitale e ha prodotto mirabili esempi, anche recenti. In genere non è difficile riconoscerli. Lavorano a inchieste - con ottimi titoli da fiction - che fanno molto rumore e che anni dopo finiscono in archiviazioni, proscioglimenti, non sussistenza di fatti. Talvolta fanno cadere governi, poi, tanto per vedere com'è, si fanno un giro di giostra in politica. Poiché spesso la politica non perdona, talvolta tornano indietro. Talvolta cambiano mestiere, che so, diventano avvocati.
"A mio avviso alcune Ong potrebbero essere finanziate dai trafficanti e so di contatti. Un traffico che oggi sta fruttando quanto quello della droga", ha detto il procuratore Carmelo Zuccaro. "Forse la cosa potrebbe essere ancora più inquietante", ha aggiunto (prima di ammettere - dettaglio irrilevante - che mancano le prove)
Il punto non è se abbia ragione, e se debba andare avanti in un'inchiesta che per ora ha prodotto solo molto malumore contro le ong e alimentato le brame di chi fa politica sugli sbarchi. Il punto è quel "potrebbero". Il punto è quel "forse". Condizionali, congetture, allusioni a complotti internazionali che uno si aspetterebbe da un cittadino al bar e non dal capo di una procura in tv. Visto che per ora non ci sono né fascicoli né capi d'accusa, il ministro Orlando ha auspicato che Zuccaro inizi a parlare con gli atti. "Potrebbe" farlo. "Forse" lo farà.