L'imputato era già stato più volte condannato per diversi reati sia in Austria che in Francia, Paese dove si trovava precedentemente, senza che però fosse possibile rimpatriarlo a causa dell'assenza di un accordo in materia tra l'Alegria e l'Unione europea. Il suo ultimo processo per stupro - in passato era già stato sentito dalla giustizia per reati di questo tipo - è iniziato con il giudice che gli ha chiesto di dire il suo nome. Esso è infatti stato a lungo un mistero, dato che l'imputato avrebbe utilizzato diverse identità a seconda delle situazioni un cui si trovava.
L'imputato ha poi giurato su Allah di non aver mai visto la persona, una ragazza, che ha sporto denuncia per stupro e che ha riconosciuto in lui l'autore. La vittima ha riportato diverse ferite sul volto e si è detta in stato di shock, tanto che non ha voluto partecipare al processo ed è intervenuta solo via conference call.
Il clandestino non ha mai riconosciuto la sua colpevolezza, ha ammesso invece il motivo per cui ha deciso di stabilirsi in Europa. ""Sono venuto in Europa per scop..mi le donne". Cosa che gli era stato assicurato che in Europa fosse cosa facile. Infine ha invocato l'aiuto di Allah perché non lo facesse condannare.
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