Basta moschee, è un culto fondato sull'inganno
Clemente Salvatore
• L'islam è incompatibile con le nostre leggi, con la nostra cultura e con la nostra Costituzione. E dovrebbe essere vietato in tutta Europa, come è vietato da noi il fascismo, in Germania il nazismo, etc etc. È inutile che i devoti si appellino alla libertà di culto.
• L'islam moderato non esiste, possono solo esserci islamici moderati. Se esistesse un islam moderato, dovrebbero esistere anche un Corano moderato e un Maometto moderato, il che è ovviamente impossibile. L'islam in sé è solo un'ideologia, un partito politico camuffato da religione, il cui "programma elettorale" è tutto scritto nel Corano, immutato e immutabile da almeno 1300 anni, e come tutti i partiti politici mira al potere, un potere simile al nazismo in quanto ideologia totalitaria.
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Considerato nella sua essenza complessiva, l'islam è anticostituzionale perché è in contrasto con gli art.8, 19 e 20 della Costituzione.
Art.8: "Tutte le confessioni religiose sono egualmente libere davanti alla legge. Le confessioni religiose diverse dalla cattolica hanno diritto di organizzarsi secondo i propri statuti, in quanto non contrastino con l'ordinamento giuridico italiano. I loro rapporti con lo Stato sono regolati per legge sulla base di intese con le relative rappresentanze."
È in antitesi con l'art.8 in quanto, attraverso la sharia, contrasta con l'ordinamento giuridico italiano che non prevede che una legge esterna, pur se divina perché dettata da Allah, possa essere al di sopra delle nostre leggi. E non accettando la pari dignità di altre religioni è già di per sé anticostituzionale (vedi Corano*).
Art.19: "Tutti hanno diritto di professare liberamente la propria fede religiosa in qualsiasi forma, individuale o associata, di farne propaganda e di esercitarne in privato o in pubblico il culto, purché non si tratti di riti contrari al buon costume."
L'esercizio in strada di questo culto, cioè la preghiera, dovrebbe essere vietato in quanto si tratta di un rito contrario al buon costume (art.19).
Art.20: "Il carattere ecclesiastico e il fine di religione o di culto d'una associazione od istituzione non possono essere causa di speciali limitazioni legislative, né di speciali gravami fiscali per la sua costituzione, capacità giuridica e ogni forma di attività."
È in antitesi con l'art.20 in quanto, attraverso la sharia, può essere causa di speciali limitazioni legislative (ad esempio con l'istituzione del reato di islamofobia, già approvato in Canada), o di speciali gravami fiscali (ad esempio perché contrario agli interessi bancari, che per l'islam sono sempre una forma di usura), o di capacità giuridica (ad esempio con l'istituzione di tribunali islamici, già esistenti in Inghilterra).
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Un culto autoreferenziale che si autoproclama religione di pace, ma che nello stesso tempo dichiara di essere l'unica vera religione (vedi Corano*) e superamento di tutte le religioni monoteiste, è evidente che sia un culto basato sull'inganno. È evidente perché se fosse religione di pace, le altre religioni non sarebbero trattate come illecite e superate, ma avrebbero pari dignità, ognuna nel suo proprio atto di fede. Mentre invece in ogni parte del mondo, con l'unica eccezione forse della Siria di Bashar al-Assad, quando vi è una presenza massiccia di adepti devoti di questo culto, gli adepti di altre religioni sono spesso bersaglio di maltrattamenti e atti di violenza, come se avessero un'origine inferiore e spregevole. Questo avviene sia in Occidente che nei luoghi di origine degli adepti di questo culto.
Al contrario, gli adepti di altri culti (cristiani, ebrei, etc.) non nutrono affatto questo particolare disprezzo verso gli islamici, con l'unica eccezione forse degli adepti del culto praticato in Giappone dove non accettano volentieri rifugiati islamici, piuttosto sono disposti a dare aiuti in denaro pur di non mettere a rischio la propria cultura.
La Svezia ha aperto le porte all’immigrazione islamica, oggi è la capitale degli stupri dell'Occidente. Il Giappone no di James Zumwalt, 23 ottobre 2015
La massima aspirazione di questo culto è quella di diffondersi in tutto il mondo per coronare il sogno espresso dal loro profeta. Attraverso la hijra (l'emigrazione) e, successivamente, la dawa (il proselitismo), questo culto ha lo scopo di diffondersi come si diffonde, ad esempio, la gramigna in un campo incolto, fino a coprirlo del tutto. Senz'altro ci saranno anche i fedeli moderati e pacifici tra gli adepti, ma il culto in sé è per sua natura un'ideologia di conquista e di dominio politico. Attraverso questa ideologia inevitabilmente alla fine potranno essere coinvolti, volenti o nolenti, anche i fedeli moderati, pena le accuse di apostasia con il rischio di venire uccisi. Oltretutto questo culto, essendo nella sua essenza un'ideologia politica camuffata e non accettando nessun'altra religione, è come se fosse un partito unico totalitario, quindi non molto dissimile dal fascismo e dal nazismo.
Dawa: Spargere i semi dell'odio di Judith Bergman, 13 novembre 2017
Mentre l'Occidente si preoccupa di combattere "i discorsi di incitamento all'odio", "l'islamofobia" e i gruppi suprematisti bianchi, sembra più che disposto a ignorare l'istigazione ai discorsi d'odio da parte dei musulmani e gli atteggiamenti suprematisti nei confronti dei non musulmani.
Un'istigazione che ha luogo soprattutto in seno al processo della dawa, l'azione musulmana di propaganda e proselitismo i cui frutti si sono visti nell'attacco terroristico del 31 ottobre scorso a New York. L'autore dell'attentato, Sayfullo Saipov, originario dell'Uzbekistan, pare si sia radicalizzato negli Stati Uniti. La moschea che frequentava in New Jersey era sotto sorveglianza del Dipartimento di polizia di New York dal 2005. Secondo un report del 2016 del Dipartimento di Stato americano, i cittadini uzbeki sono "a rischio di radicalizzazione dopo che si recano all'estero come migranti".
Papa Francesco: “Urge un’autorità politica mondiale” di Davide Consonni, 16 ottobre 2015
Alla propaganda di questo culto si è aggiunto persino il capo della cristianità Bergoglio, dicendo che il Corano non si differenzia dal Vangelo, perché è anch'esso un libro profetico e di pace. Si vede che da certi poteri forti mondiali è arrivato l'ordine di facilitare la diffusione di questo culto, attraverso le accuse di fobia e di razzismo contro gli oppositori per zittirli. E questo spiegherebbe perché abbiamo due papi. L'antirazzismo è l'inganno principale che i poteri forti del mondialismo utilizzano, come una forma di lavaggio del cervello, per raggiungere i loro scopi personali, a discapito dei popoli e della democrazia. Un'altra strategia per diffondersi utilizzata da questo culto è ovviamente quella di minimizzare e denigrare la cultura e le tradizioni del popolo ospitante: così vengono tolti i crocefissi dalle scuole, vengono svilite e ridotte le celebrazioni del Natale e della Pasqua, viene richiesta ossessivamente la costruzione di più moschee, etc etc. Nelle moschee avviene il maggiore indottrinamento, e così viene tenuto vivo nei secoli un culto da medioevo.
Dopo la moschea, la donna è un altro importante strumento di indottrinamento essendo il genitore che ha maggiori contatti con i figli durante la loro crescita; perciò sarà la mamma a insegnare le prime norme coraniche ai suoi bambini, maschi ma soprattutto femmine, per impedire che si possano integrare. Spesso le figlie femmine vengono ritirate dalla scuola appena adolescenti proprio per impedire loro di assorbire la nostra cultura. Allo stesso tempo, il velo islamico costituisce un mezzo per giustificare gli stupri commessi verso le donne infedeli dagli uomini devoti di questo culto, che in questo modo cominciano ad assumere il dominio ideologico sul territorio attraverso la sharia. Oltretutto le donne infedeli secondo il Corano (4:24*) possono essere catturate e abusate sessualmente, e nell'islam per donna si intende da 9 anni in su; infatti Aisha, una delle mogli di Maometto e figlia dell'amico Abu Bakr, fu scelta all'età di 6 anni e presa in sposa a 9 anni (vedi Sahih Muslim/Book-8/Hadith-3310).
Europa: La rapida espansione della dhimmitudine di Judith Bergman, 7 aprile 2018
Sebbene l'Europa non faccia parte del mondo musulmano, molte autorità europee sembrano tuttavia sentirsi obbligate a sottomettersi all'Islam in modi più o meno sottili. Questa sottomissione volontaria sembra essere senza precedenti: storicamente parlando, dhimmi è un termine arabo che designa un non musulmano conquistato, il quale accetta di vivere come un cittadino "tollerato" di seconda classe, sotto il dominio islamico, sottomettendosi a un insieme di leggi speciali e umilianti e di richieste degradanti da parte dei suoi padroni islamici.
Germania: La crisi delle violenze sessuali commesse dai migranti continua a seminare terrore e distruzione di Soeren Kern, 23 aprile 2018
L'ondata di reati sessuali commessi dai migranti in Germania non conosce tregua. Le statistiche preliminari mostrano che nel 2017 gli immigrati hanno commesso più di una dozzina di stupri o di aggressioni sessuali al giorno, reati che si sono quadruplicati dal 2014, l'anno in cui la cancelliera Angela Merkel ha consentito a più di un milione di migranti, per lo più maschi, provenienti dall'Africa, Asia e dal Medio Oriente di entrare nel paese.
Belgio: Il primo Stato islamico in Europa? di Giulio Meotti, 22 maggio 2018
L'acronimo francese del partito belga ISLAM sta per "Integrità, Solidarietà, Libertà, Autenticità, Moralità". I leader di questo partito sembrano voler trasformare il Belgio in uno Stato islamico. La chiamano "democrazia islamista" ed è stata fissata una scadenza: il 2030.
Il settimanale francese Le Point spiega che il partito vorrebbe "prevenire i vizi vietando le case da gioco (casinò, sale da gioco e agenzie che si occupano di scommesse) e le lotterie". Oltre ad autorizzare l'uso del velo islamico a scuola e a firmare un accordo sulle festività religiose islamiche, il partito vuole che le scuole di ogni ordine e grado del Belgio introducano la carne halal nei menù delle loro mense. Redouane Ahrouch, uno dei tre fondatori del partito, ha inoltre proposto posti separati per uomini e donne sui mezzi di trasporto. Ahrouch, faceva parte negli anni Novanta del Centro islamico belga, un covo del fondamentalismo islamico dove venivano reclutati i candidati per il jihad in Afghanistan e in Iraq.
Svezia in caduta libera di Judith Bergman, 5 giugno 2018
Le lezioni da trarre dagli anni sotto l'islamismo di Majid Rafizadeh, 10 giugno 2018
In Iran, la mia generazione, la prima dopo che l'islamismo è giunto al potere, viene definita "Generazione bruciata" (in persiano: Nasl-e Sukhteh). La nostra generazione si è guadagnata questo nome per aver subito la brutalità del regime islamista e teocratico da quando siamo nati fino all'età adulta. Questa brutalità comprendeva gli implacabili sforzi del regime, come le esecuzioni di massa, per affermare il proprio potere, imporre le sue regole barbare e restrittive e fare il lavaggio di cervello ai bambini nonché indottrinare le generazioni più giovani con la sua ideologia estremista in vari modi fra cui attraverso le scuole elementari, le università, i media controllati dallo Stato, gli imam e le moschee locali, e promuovendo slogan come "Morte all'America" e "Morte a Israele".
Uomini e donne andavano tenuti separati. Agli adolescenti è stato impedito di svolgere attività quotidiane considerate innocue nella maggior parte del mondo. È stato vietato ogni tipo di attività sociale ricreativa e piacevole, come ascoltare musica, ballare, bere alcolici, avere appuntamenti galanti; le donne non potevano partecipare a un campionato di scacchi a meno che non indossassero un hijab né potevano assistere a una partita di calcio o ad altri eventi sportivi se vi giocassero degli uomini. Se fare sorridere e infondere speranza probabilmente era illegale, allora occorreva stare attenti a cosa indossare, con chi parlare, cosa ascoltare, a pregare o a digiunare durante il Ramadan. Le forze del regime finirono per avere ingerenza anche nelle questioni più personali e private.
(...)
La mia generazione dovrebbe essere vista come una lezione per l'Occidente. Quasi tutti gli Stati (e gli attori non statali) hanno sottovalutato il potere che questi islamisti sapevano esercitare. I segnali d'allarme sono stati trascurati. Nessuno pensava che si sarebbe potuto verificare e messo in atto un cambiamento così imponente. Molti hanno sottovalutato i crimini che questi islamisti erano disposti a compiere per mantenere il loro potere una volta assunto il controllo del Paese. Fino ad oggi, continuano a dimostrare che non ci sono limiti alla crudeltà e alla mancanza di umanità che esercitano, come compiere esecuzioni di massa, giustiziare bambini e donne incinte, compiere lapidazioni, amputazioni, impiccagioni pubbliche, fustigazioni, torture e stupri solo per mantenere questo potere.
Molti hanno sottovalutato la strategia delle parole melliflue utilizzata per decenni dagli islamisti per conquistare il potere. Il gruppo radicale dell'ayatollah Khomeini ingannò molti iraniani e la comunità internazionale facendo loro credere di essere persone pacifiche e divine. Una volta al potere, la verità fu rivelata e a quel punto era troppo tardi per impedire gli abusi che furono perpetrati.
(...)
Gli islamisti si presentarono come leader del popolo, come persone pacifiche e spirituali. Ma una volta al potere, si scatenò l'inferno. Non appena misero le mani sul Paese, cambiarono marcia per diventare uno dei regimi più spietati della storia. Giunti al potere, rivelarono la loro vera faccia e a quel punto era impossibile tornare indietro.
Migliaia e migliaia di persone furono giustiziate soltanto perché avevano espresso la loro opinione. Molti morirono anche per crimini che probabilmente non avevano commesso. La legge islamica (la sharia) del partito sciita al governo fu imposta a tutti. Le donne furono costrette a indossare l'hijab e private dei loro diritti. Non potevano più lasciare il Paese senza il permesso dei loro mariti né potevano lavorare se i loro coniugi non erano d'accordo. Secondo la sharia, la testimonianza di una donna in tribunale vale la metà di quella di un uomo. Alle donne è vietato svolgere alcune professioni come essere magistrati. Le donne non possono entrare negli stadi né possono guardare gli sport maschili. Le donne hanno diritto a ricevere la metà della parte di eredità che ricevono i loro fratelli o altri parenti maschi.
(...)
Vedendo queste strategie astute e calcolatrici, gli islamisti di altri paesi, anche in Occidente, perseguono gli stessi metodi nel cammino verso la conquista del potere. È un processo silenzioso e subdolo fino al momento in cui ci si risveglia senza diritti, con una cultura della paura e senza alcuna sicurezza di vivere liberi o perfino di riuscire a vedere un nuovo giorno.
(...)
Ora, questi islamisti, che quasi tutti hanno sminuito, non sono soltanto al potere da quasi quattro decenni; hanno propagato la loro ideologia espansionista in altre nazioni e hanno vinto il primo premio come principale sponsor mondiale del terrorismo e per essere tra i suoi maggiori esecutori.
Questa è una lezione di storia che i paesi occidentali e non islamisti non possono permettersi di ignorare. Non si tratta soltanto del passato, ma di cosa può accadere in qualunque momento, in qualsiasi paese. Riguarda ciò che sta accadendo proprio ora, sotto i nostri occhi – in Asia orientale, in Canada, in Sudamerica e in Europa. L'unica difesa è riconoscere il problema e affrontarlo alle radici, prima che abbia l'opportunità di conquistare i vostri politici. Una volta che loro si preoccuperanno di più della loro popolarità tra gli elettori che del futuro del paese in cui vengono eletti, voi sarete finiti. Una volta che verrà esercitato il controllo sulle urne, ogni aspetto della vostra vita sarà sempre più controllato, distruggendo ogni futuro che avevate programmato e riducendo in rovina il paese che un tempo amavate.
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È chiaro che alle sinistre mondialiste fa comodo questo culto, perché lo potranno usare come un cavallo di Troia per raggiungere il loro scopo, cioè realizzare il nuovo ordine mondiale, con il probabile passaggio intermedio degli Stati Uniti d'Europa, o qualcosa di simile. Nello stesso schema si inserisce logicamente anche l'ossessione di voler approvare la legge sullo ius soli. Questo perché così gli adepti in Italia potranno aumentare di numero più facilmente e, visto il loro più alto tasso di natalità, poter diventare presto maggioranza. Così potranno arrivare al governo nazionale e magari proporre attraverso un referendum l'applicazione e la legittimazione della sharia, ed attuare pacificamente la loro massima aspirazione, cioè islamizzare lo stato.
I governi servi come quello di centrosinistra, sostenuti dai poteri forti e dalle élites finanziarie, così potranno dominare e arricchirsi, mentre il popolo, ridotto a semplice massa di consumatori e schiavi del capitalismo globalizzato, non potrà più nemmeno eleggere i suoi rappresentanti o, se glielo faranno fare, sarà una farsa. Alla democrazia potrà sostituirsi la teocrazia, e così il loro piano di mondializzazione sarebbe compiuto; ai musulmani devoti basta dargli la sharia e loro sono felici.
La democrazia è un lusso che i poteri forti non si possono più permettere. La direzione intrapresa più di 30 anni fa con lo SME è sempre stata quella. L'Unione europea oggi è la massima espressione di questo lento e inesorabile declino della democrazia. L'antropologa Ida Magli aveva già intuito tutto dopo la lettura del trattato di Maastricht e denunciato l'inganno nel 1997 con il suo libro "Contro l'Europa", e poi ribadito nel 2010 con il suo libro "La dittatura europea". Questi politici praticamente si sono venduti ai poteri forti del mondialismo e del capitalismo finanziario, che vogliono prendere il potere su scala globale. Uno di questi è Gentiloni che nel maggio 2017 ha cordialmente ricevuto a Palazzo Chigi il boss mondiale dell'immigrazione clandestina, ovvero George Soros.
Il vizietto di Soros, lo Shelob del Nuovo Ordine Mondiale di Giampaolo Rossi, 22 agosto 2016
L'islam è come la mafia - https://youtu.be/m-6BTV4mz_k
L'islam in Svezia, come in tutto l'Occidente, quando è presente in forma massiccia, si rivela quello che è, cioè un culto fondato sull'inganno e l'arroganza, creando le c.d. "no-go zones" dove vige la sharia (La7, 13/04/2017)
Intervista-choc all'imam di Londra - https://youtu.be/KXbmG7fjdYU
Intervista-choc all'imam di Londra: i fatti di Parigi? Chiunque insulta il Profeta deve morire! È l'islam il futuro dell'umanità. E Roma un giorno sarà nostra (La7, 12/01/2015)
(*) Corano:
3:85, Chi vuole una religione diversa dall'Islam, il suo culto non sarà accettato, e nell'altra vita sarà tra i perdenti.
4:24, Vi sono ancora illecite le donne coniugate, fatta eccezione per quelle cadute nelle vostre mani come schiave. Così vi prescrive Allah; a parte queste, vi è lecito procurarvi col vostro danaro, a fine matrimoniale, non fornicatorio, ogni altra donna.
4:100, Chi emigra per la causa di Allah trova sulla terra grande spazio pronto a ospitarlo e abbondanza; chi, uscito dal suo paese per emigrare alla volta di Allah e del suo Messaggero, è colto dalla morte, Allah, che è perdonatore e misericordioso, prende su di sé il compito di ricompensarlo.
9:33, È Lui [Allah] che ha mandato il suo Messaggero con la buona direzione e la vera religione, per farla trionfare, a dispetto degli associatori, su ogni altra religione.
48:28, Egli è colui che ha mandato il suo Profeta con la buona direzione e la vera religione, per far trionfare questa sopra ogni religione. E come testimone basta Allah.
61:9, Egli è colui che ha inviato il suo Messaggero con la buona direzione e la vera religione, per farla prevalere su ogni forma di religione, a dispetto dei pagani.
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