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20/07/18

caro Davigo manco tu puoi decidere, il governo farà quello che ha promesso per essere eletto e la legittima difesa e le manette ai migranti il parlamento legifererà e tu magistrato devi applicare la legge

pure tu hai rotto abbastanza, con l'esempio che avete dato di essere corrotti e manovrabili, questo a cominciare dalle morti di falcone e borsellino e con i processi guidati,ma va a cagare pure te, salvini c'è è stato eletto e ve lo tenete, sempre meglio del pd è questo è scontato,la magistratura applica leggi che il parlamento fa, sappilo e spero che questo governo metta mano a leggi dementi fatte in questi anni per appunto proteggere criminali,i  migranti se fossero qualche migliaio l'anno li regeremmo,ma così è impossibile, vuol dire trasferire le guerre africane in europa e dobbiamo difenderci e anche4 fare in modo che in Africa le cose cambino, che la gente non crepa di fame,ma chi paga migliaia di euro per venire in italia non crepa di fame, semplicemente vuole fare affari,migliorare la sua situazione e siccome noi non abbiamo più nulla da dare i migranti si fermano e si fanno leggi perchè la cosa finisca.
per la legittima difesa la legge va cambiata, se uno in casa mia entra e io ne ho paura ho diritto a difendermi, come se uno mi aggredisce in strada io ho diritto a difendermi,noi non abbiamo le scorte, abbiamo solo la nostra persona
https://www.ilfattoquotidiano.it/2018/07/20/nave-diciotti-davigo-salvini-e-le-manette-ai-migranti-un-ministro-non-puo-dare-ordini-alla-magistratura/4505706/

Nave Diciotti, Davigo: “Salvini e le manette ai migranti? Un ministro non può dare ordini alla magistratura”



Salvini e il suo tweet in cui invoca le manette per ‘i violenti’ della nave Diciotti? L’ho già detto in una intervista al Fatto Quotidiano: escludo che un ministro possa dare ordini alla magistratura. Non è previsto dalla nostra Costituzione“. Sono le parole pronunciate a In Onda (La7) dal magistrato Piercamillo Davigo, che si sofferma sul ddl leghista relativo alla legittima difesa: “Il testo della legge veramente è stato già cambiato in passato. Però prima di dire che si tratta di una norma dissennata, bisogna tener conto di chi l’ha scritta. Voglio infatti ricordare che la norma iniziale della legittima difesa del codice Rocco non era stata scritta da un pericoloso sovversivo, ma da Alfredo Rocco, il Guardasigilli di Mussolini. Ma c’è di più e di peggio: noi viviamo in un mondo integrato dove ci sono autorità sovranazionali, una delle quali è la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo“. Davigo spiega: “Dopo che fu riunificata la Germania, furono messi sotto processo i dirigenti della Grenzpolizei, che avevano dato ordine di sparare coloro che tentarono di oltrepassare il muro di Berlino. E furono condannati per omicidio. Questi poi fecero ricorso alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo, affermando che era stato violato il principio di divieto di retroattività in materia penale. La Corte Europea ha detto che, innanzitutto, secondo la convenzione dei diritti dell’uomo sono fatti salvi da quel divieto di retroattività i comportamenti considerati criminali dalle leggi dei Paesi civili. Cioè” – continua – “sparare a persone disarmate è considerato un crimine dalle leggi dei Paesi civili. In secondo luogo, secondo la Convenzione dei diritti dell’uomo, la vita delle persone è protetta dalla legge, quindi anche quella del ladro. Il problema è che tutte le questioni relative alla cronaca sulla legittima difesa in Italia riguardano persone che sono state colpite alla schiena mentre fuggivano, cioè non c’era più l’offesa in corso”. E commenta lo slogan coniato dal ministro leghista della Pubblica Amministrazione, Giulia Bongiorno (“la difesa è sempre legittima”): “La difesa è legittima quando è difesa. Se non è più difesa, non è mai legittima”. Davigo risponde a una domanda di Luca Telese che, a proposito della recente elezione del magistrato a consigliere del Csm, gli chiede se la sua corrente è vicina al governo M5s-Lega: “Non esistono governi amici, né nemici. La separazione dei poteri è questa. Quello che a me ha sempre inquietato, invece, è la carriera trasversale, cioè quella di chi sta in organi associativi e di auto-governo e poi va a ricoprire incarichi politici. Trovo che violi il principio di indipendenza della magistratura

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