LA FONDAZIONE - MATTEO ACCUSATO DI FINANZIAMENTO ILLECITO
LE MAIL DI BIANCHI “SOLDI DI TOTO SCHERMATI”
(di Antonio Massari e Valeria Pacelli | 10 GENNAIO 2021)
L’inchiesta sulla Fondazione Open resta a Firenze. Lo ha stabilito la Corte di Cassazione ai quali si erano rivolti anche i legali di Matteo Renzi, indagato nel capoluogo toscano per concorso in finanziamento illecito con gli ex ministri Luca Lotti e Maria Elena Boschi, con l’ex presidente della Fondazione Alberto Bianchi e con l’imprenditore Marco Carrai. Nei mesi scorsi i legali di Renzi e Boschi avevano sollevato la questione di competenza sostenendo che l’indagine dovesse essere trasferita a Roma o anche a Pistoia. La procura ha sostenuto che la compentenza fosse fiorentina e così anche la Cassazione.
Intanto un’altra novità arriva dal Tribunale del Riesame che ha confermato la legittimità della perquisizione e del sequestro di documenti a carico di Marco Carrai che la Cassazione aveva invece annullato con rinvio degli atti alla procura. Nell’ordinanza, depositata il 24 dicembre, i giudici del Riesame parlano anche del finanziamento alla Open da parte della “Toto costruzioni”. Contributo che definiscono “schermato” con un incarico all’avvocato Bianchi. L’incarico riguardava una accordo transattivo tra la Toto e la società Autostrade, finite in un contenzioso che si trascinava da anni. Nell’ordinanza dunque si fa riferimento a quanto ritrovato dalla Finanza durante la perquisizione a Bianchi del 26 novembre 2019. Si tratta di una dichiarazione dattiloscritta risalente al 4 aprile 2018, con la quale Bianchi comunica ai suoi colleghi di studio “le modalità con cui ha schermato l’operazione di finanziamento della ‘Toto costruzioni’ in favore della Open” e indica “la nuova procedura” che intende “seguire per schermare ulteriori finanziamenti in favore della Fondazione, provenienti ancora da ‘Toto Costruzioni’ e dalla srl ‘Utopia’”. Scrive Bianchi: “Come ricorderete, allo scopo di consentire a taluni soggetti lo svolgimento del loro desiderio di contribuire in una forma peculiare alle attività della Fondazione Open, convenimmo che figurasse un incarico di un nostro cliente direttamente a me senza ovviamente sottrarre alcunché allo studio, sia perché trattavasi di compenso ‘ulteriore’, sia perché il netto rilevato dal nostro commercialista Busi fu direttamente da me versato a Fondazione Open e al Comitato per il Sì al referendum (vi allego la scrittura che all’epoca firmammo, relativa ad un compenso lordo di euro 750.000 (…) e la copia dei due bonifici da me effettuati del relativo netto, pari a Euro 400.838 (…)”. Poi Bianchi spiega che “la questione si ripropone adesso” con “due soggetti”: “uno è lo stesso Toto, l’altro è la società romana ‘Utopia S.r.l.’”. E aggiunge: “Nel caso di Toto, mi ha espresso il desiderio di versare a Open (…) un importo pari al netto del 2% di quanto, a seguito della nostra attività professionale (attualmente in corso) sarà ricavato dai contenziosi/trattative con Anas s.p.a. relative a riserve presentate nel corso dell’appalto della variante SS Aurelia a La Spezia, e di corrispondere a noi 1% dello stesso ricavato. Trattasi di somme evidentemente incerte, visto che sia il contenzioso che le trattative sono in corso. Incerti sono anche i tempi, considerato che se definiamo un accordo con Anas è pensabile esso si chiuda nel corrente anno, mentre se dobbiamo far conto sul contenzioso i tempi sono significativamente più lunghi”. Per quanto riguarda Utopia srl, Bianchi aggiunge che esistono “due fondamentali differenze: la prima è che la somma complessiva per due pareri (già redatti e inviati, ma si tratta di semplice rielaborazione lessicale di pareri già destinati ad altri clienti) è in questo caso già stata definita ed è complessivamente pari a 30.000 euro. La seconda è che in questo caso il ‘cliente’ vuole versare tutto (il netto) a Open, dunque come studio non c’è alcun incasso (così come non c’è stata nessuna prestazione, dato che ho semplicemente rielaborato mutatis mutandis pareri già esistenti)”. Il Riesame annota: “Emerge che Toto Costruzioni ha ritenuto di schermare il finanziamento in favore della Open per 400.838 euro mediante un incarico professionale a Bianchi”.
“La decisione del Riesame (…) ripete gli argomenti della prima ordinanza che era già stata oggetto di annullamento da parte della Cassazione. Verrà di nuovo proposto ricorso”, spiegano i legali di Carrai.
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