Cresce ancora il numero delle vittime dopo l’attacco con armi chimiche a Khan Sheikhun, nella provincia di Idlib in Siria. E oggi l’Osservatorio siriano per i diritti umani – ong con sede a Londra e considerata vicina alle milizie ribelli – parla di almeno 72 morti, e non più 58. Tra loro ci sono anche 20 bambini e 17 donne. Numeri che, però, potrebbero continuare a salire nelle prossime ore perché i feriti sono decine e ci sono anche alcuni dispersi. L’Unione delle organizzazioni di soccorso e cure mediche (Uossm), ad esempio, già ieri parlava di “100 morti per soffocamento e 400 feriti”. Una strage raccontata al fatto.it anche da alcuni testimoni e documentata dalle immagini, comparse già ieri sui social, che ritraevano bambini e adulti morti soffocati dal gas.
Secondo l’osservatorio sono le forze governative i responsabili dell’attacco, ma per il ministero della Difesa russo, la contaminazione con sostanze chimiche è stata la conseguenza di un raid aereo delle forze governative su un deposito di armi chimiche dei ribelli. “Ieri, dalle 11.30 alle 12.30 ora locale, l’aviazione siriana ha condotto un attacco su un grande deposito di munizioni dei terroristi e una concentrazione di materiale militare alla periferia orientale di Khan Sheikhoun”, ha dichiarato il portavoce del ministero di MoscaIgor Konoshenkov, su YouTube. “Sul territorio del deposito c’erano officine che producevano munizioni per armi chimiche”, ha affermato il portavoce. E ha aggiunto che le armi chimiche sono state usate dai ribelli ad Aleppo lo scorso anno.