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27/03/17

Marco Travaglio: - Ma mi faccia il piacere - Editoriale di Marco Travaglio da Il Fatto Quotidiano del 27 marzo




Marco Travaglio:
- Ma mi faccia il piacere -
Editoriale di Marco Travaglio
da Il Fatto Quotidiano del 27 marzo
Black à porter. “Sotto attacco: 48 ore di paura a Milano”, “Sotto attacco: 48 ore di paura a Roma” (Tg Mediaset, 23.3), “La devastazione di Roma è annunciata” (Giorgia Meloni, deputato FdI, La7, 24.3). “Un terrorista tira l’altro. Contagio jihadista, Roma, allarme rosso” (il Giornale, 24.3). “A Roma la parata dei peggiori… Sono attesi 30mila violenti pronti a menare le mani. Non si esclude l’intervento di qualche passo attentatore islamico. E pure la Raggi torna dalla montagna”, “La calata dei barbari. Dio salvo Roma da leader Ue e no global” (Libero, 24.3), “Roma, scatta l’allerta terrorismo, ma fanno più paura i black bloc. In campo anche Scoland Yard” (La Stampa, 24.3). “Pronti i mezzi anti-attacchi chimici” (Il Messaggero, 24.3). “Allarme terrorismo e l’incubo dei black bloc” (la Repubblica, 24.3). “In piazza la galassia antagonista. Timori per i duri e puri del Nord-Est. Comitati, sindacalisti di base e centri sociali si organizzano nei forum: ‘Pronti alla lotta’” (La Stampa, 25.3). “Roma, il giorno più caldo, già bloccati 170 anarchici”, “antagonisti spaccati, incognita ‘cani sciolti’”, “Paura a Testaccio” (Il Messaggero, 25.3), “Roma blindata, timori per i monumenti”, “Testaccio, la grande paura”, “L’allarme tosso scatta alle 8: settemila agenti contro i black bloc” (Corriere della sera, 25.3). Poi purtroppo gli jihadisti e i black bloc non sono arrivati: non ci sono più i fornitori di una volta.
E ti vengo a cercare. “Nasce Alternativa popolare. Alfano: ‘Ci verranno a cercare’” (Corriere della sera, 19.3). Soprattutto i carabinieri.
L’invasione degli ultràboss. “Ultrà e criminalità, Agnelli attacca: ‘Non infangate il nome della Juve’” (Corriere della sera, 19.3). E nemmeno quello della ‘ndrangheta.
Abolizioni. “Attaccare @matteorenzi per ciò che fanno i senatori è assurdo. Fosse stato per noi il senato andava abolito!” (Alessandra Moretti, consigliere regionale Pd del Veneto, Twitter, 17.3). Ora si accontentano di abolire la lingua italiana.
Scilipeti. “Sconvolgono le dichiarazioni sulla possibilità scientifica di portare a termine una gravidanza nell’addome di un uomo invece che nell’utero della madre. Si tratta di un attacco alla morale cristiana su cui si fonda l’Occidente e attacco pretestuoso alla decenza umana” (Domenico Scilipoti, deputato FI, 11.3). Il famoso stomaco in affitto.
Il maestro e Margherito. “Ne ho parlato nei giorni scorsi con Matteo Renzi e l’ho trovato molto cambiato… Lui nel frattempo (fino alle elezioni del 2018, ndr) penserà a riformare il partito… studierà e che cosa? La struttura territoriale e culturale del nostro Paese nelle sue varie espressioni. Mi ha anche detto di aver letto i libri che in precedenti occasioni gli avevo suggerito: quelli su Cavour, e quelli di Giustino Fortunato, di Salvemini, di Antonio Labriola. Lui ne ha letti alcuni e li leggerà tutti ed altri ancora… Mi ha risposto che quando ci rivedremo mi farà un resoconto dei libri letti come prova che non mi stava prendendo in giro… Ci siamo salutati con la parola Ventotene” (Eugenio Scalfari, la Repubblica, 19.3). “Ventotene, Matteo!”. “Ciaone, Eugenio!”.
Incidenti stradali. “É impossibile rispondere in breve alle centinaia di messaggi arrivati sul crimine di Londra… Un solo esempio tra i mille che si potrebbero fare: ci sono troppi camion, pullman, auto nel centro delle nostre metropoli; contro la strategia dell’Isis dei macro-attentati, sarebbe utile limitare gradualmente la circolazione ai mezzi pubblici” (Aldo Cazzullo, Corriere della sera, 24.3). Come a Palermo nel film “Johnny Stecchino”, anche a Londra il problema è il traffico.
Fierezze. “Chiamateci pure articolouno. Noi ne siamo fieri. Noi siamo articolouno Movimento democratico e progressista. Quindi chiamateci pure a vostro piacere democratici progressisti o solo progressisti. Va benissimo anche articolouno. Ciao articolouno… come stai articoloun? Cosa pensi articolouno?” (Enrico Rossi, governatore articolouno o democraticoprogressista o soloprogressista della Toscana, 21.3). Lo portano via.
Allenamenti. “Eh l’ho rotto… oggi ho fatto una vecchietta per allenarmi… gli ho cacciato dentro ‘sta protesi e ho visto che era rotto… Invece dei punti gli ho messo una cerniera così la apro più facile… Se va in mano a un altro collega sono finito” (Norberto Confalonieri, primario di ortopedia all’ospedale Pini di Milano, intercettato prima dell’arresto, dai giornali del 14.3).Fatto Quotidiano,27.03.2017

se avessimo governi in europa che fossero al servizio del popolo le banche sarebbero sotto controllo e sarebbero dello stato

se avessimo governi in europa che fossero al servizio del popolo le banche sarebbero sotto controllo e sarebbero dello stato,magari dell'europa,ma non di certo degli speculatori,invece è così, siamo in mano a strozzini internazionale e  i governi loro servi,di conseguenza noi schiavi.E' il motivo del perchè voto m5s, perchè non voglio essere schiava di merdosi finanzieri senza anima e manco amore di se,perchè chi distrugge l'altro distrugge pure se stesso anche se non lo sa

Paradisi fiscali, da lì un quarto dei profitti delle prime 20 banche europee. Tra le italiane, Intesa e Unicredit

Paradisi fiscali, da lì un quarto dei profitti delle prime 20 banche europee. Tra le italiane, Intesa e Unicredit
LOBBY

Il rapporto di Oxfam "Aprite i caveau" quantifica in 25 miliardi di euro i profitti ottenuti nel 2015 dai principali istituti in Paesi a tassazione agevolata. Il caso estremo dei 628 milioni incassati in luoghi dove non è presente neppure un dipendente. Lussemburgo, Irlanda e Hong Kong le "mete" principali. Tutto legale, ma a rimetterci sono le casse pubbliche dei Paesi dove gli istituti operano davvero

faceteve na ragione, u sindaco è' virginia

DI FALSO C'E' SOLO IL SERVIZIO DELLE IENE. TUTTO E' REGOLARE. VIRGINIA - IENE 3-0

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DI FALSO C'E' SOLO IL SERVIZIO DELLE IENE.
TUTTO E' REGOLARE.
VIRGINIA - IENE 3-0

Tutte le firme raccolte a Roma per la presentazione della lista di Virginia Raggi sono autentiche e autenticate.
Il servizio de Le Iene riferisce di una presunta irregolarità formale su un atto (chiamato atto principale) redatto dai delegati di lista, ma è bene chiarire subito che non sono le firme a essere irregolari. Ma anche ipotizzando che ci sia un errore formale questo non inficia la regolarità e la legittimità della lista.
A tal proposito il TAR del Friuli Venezia Giulia 28 giugno n. 450/2006 ha avuto modo di rimarcare che "è del tutto inconferente, ai fini della regolarità delle operazioni elettorali, che l'autenticazione delle firme dell'atto principale sia antecedente a quella delle firme contenute negli atti separati".” e che "Questa discrasia, però, non è sanzionata dalla legge: e non potrebbe essere altrimenti, dato che non impinge su nessun principio in materia di operazioni elettorali".
Mettetevi l'animo in pace: la Raggi è legittimamente sindaco di Roma votata da più di due terzi degli elettori romani.
(MoVimento 5 Stelle Roma)

TUTTE LE FALSITA' DEL SERVIZIO:
1) Data sul modulo.
Si tratta di un atto a "formazione progressiva".
Sentenza Consiglio di Stato 7 novembre 2006 nr. 7544 e 6 aprile 2007 nr. 1553, oltre alla sentenza del TAR del 28 giugno nr. 450
2) Numero dei Cancellieri.
Il M5S ha raccolto il 23 aprile 2016 oltre 3.500 firme. ma ne erano sufficienti 1.200.
Ne ha presentate 1352 (per sicurezza) in 90 atti separati, per i quali sono stati usati 10 cancellieri (che compaiono sugli atti indicati). Si devono indicare solo i cancellieri che compaiono sugli atti presentati, non si devono indicare quelli presenti negli atti non consegnati.
3) Atto principale.
Nell'atto principale presentato dal M5S è indicato il numero complessivo delle firme presentate. L sentenza recita: "...nessuna norma stabilisce che nell'atto principale debba essere indicato il numero complessivo delle sottoscrizioni raccolte a sostegno della lista, né il numero complessivo degli atti separati sui quali sono state raccolte le sottoscrizioni a favore della medesima lista, con la conseguenza che l'eventuale irregolarità commessa dai sottoscrittori dell'atto principale nell'indicare il numero complessivo delle firme raccolte a sostegno della lista non comporta nullità della dichiarazione di presentazione della lista stessa, rappresentando quella indicazione un contenuto non necessario della medesima dichiarazione."
Virginia Raggi M5S ROMA

#firmeregolari #bastafangosuVirginia

TUTTE LE FALSITÀ DEL SERVIZIO DELLE IENE "C’è un falso nella candidatura del sindaco Raggi?"

TUTTE LE FALSITÀ DEL SERVIZIO DELLE IENE "C’è un falso nella candidatura del sindaco Raggi?"


Ieri sera è andato in onda un servizio delle Iene che sosteneva che il modulo principale della presntazione della lista di Virginia Raggi riportava un falso sulla data e inoltre che aver utilizzato 10 cancellieri per 20 banchetti era un altro ipotetico falso.

Dato che nel 2008 ho curato personalmente, insieme a due avvocati, la presentazione della lista del MoV romano, posso dire che:

DATA SUL MODULO: lo hanno spiegato nell'intervista i due avvocati delegati di lista del M5S che si tratta di un atto a "formazione progressiva". Le sentenze a cui hanno fatto riferimento, ma che non ricordavano, sono la sent. Cons. di Stato, V, 7 novembre 2006, n. 7544 e la sentenza del Cons. di Stato, V, 6 aprile 2007, n. 1553 e la sentenza del TAR 28 giugno 2006, n. 450.

NUMERO DEI CANCELLIERI; il M5S ha raccolto il 23 Aprile 2016 più di 3.500 firme, ma ne bastavano 1200. Così ha presentato 1352 firme (1200 più una tolleranza) su 90 atti separati, per i quali sono stati utilizzati 10 cancellieri. Vanno indicati solo i cancellieri che compaiono sugli atti presentati, e non vanno indicati quelli presenti negli atti non consegnati.

PER CHI VOLESSE SAPERNE DI PIÙ:

1. Nell'atto principale presentato dal M5S sono indicati il numero complessivo delle firme presentate, ma la sentenza dice testualmente ".... nessuna norma stabilisce che nell'atto principale debba essere indicato il numero complessivo delle sottoscrizioni raccolte a sostegno della lista, né il numero complessivo degli atti separati sui quali sono state raccolte le sottoscrizioni a favore della medesima lista, con la conseguenza che l'eventuale irregolarità commessa dai sottoscrittori dell'atto principale nell'indicare il numero complessivo delle firme raccolte a sostegno della lista
NON comporta alcuna nullità della dichiarazione di presentazione della lista stessa, rappresentando
quella indicazione un contenuto non necessario della medesima dichiarazione"

P.S.: Mi hanno stupito molto le dichiarazioni degli "esperti" intervistati, giacché sono oggetto di verifica gli atti contenti le firme, non il modulo che li accompagna.
Roberto Viscione.

si può fare, cioè usare il proprio cervello e anche se il padre è musulmano slegarsi e essere normale

si può fare, cioè usare il proprio cervello e anche se il padre è musulmano slegarsi e essere normale, che non vuol dire credere o non credere a una religione,ma essere nel tempo,essere ora, donna dei nostri giorni.

Essere,vivere, rispettarsi, ma vuol dire anche che la sorella s'è messa il burqa, e che l' integrazione in europa non c'è, Inghilterra in questo caso  ecc,ma integrazione che vuol dire? Non è togliere la libertà e la cultura d'origine,ma dare informazioni,dare cultura, spiegare cosa sono le religioni,a che servono, qual'è la loro funzione oggi, se ci fosse questo nelle scuole di tutta Europa l'integralismo islamico e anche di altre religioni sparirebbe.

certo che anche lo strapotere in Italia del clero sparirebbe,ma sarebbe tutta salute per la nazione, pensiamo a tutti quei soldi dati a preti ecc, investiti appunto per i giovani, non preghiere ,ma opere di bene e solo per uno scopo la vita e che sia decente per tutti


Teegan “non ha rinunciato allo stile occidentale” e “ha rinnegato le idee del padre jihadista”. La ragazza è la figlia 18enne di Khalid Masood, l’attentatore che il 22 marzo ha provocato la morte di quatto persone a Londra. Masood ha avuto due figlie dal matrimonio con l’ex moglie Jane Harvey. La 24enne Andi ha deciso di convertirsi alla religione del genitore, indossando tra l’altro il velo integrale e andando a vivere con lui, al contrario Teegan non ha mai voluto. A scrivere del rifiuto di obbedire agli ordini del padre, che voleva che lei si convertisse all’Islam e indossasse il burqa, è il quotidiano britannico Sunday Times.

Teegan, in polemica con il 52enne killer di Westminster nato nel Kent, si è presentata ad una serata per studenti con un abito scollato. La foto, pubblicata sul suo profilo Facebook, è stata utilizzata anche dai principali media locali. Due scelte opposte quelle effettuate dalle due sorelle. Secondo quanto racconta Sunday Times, Masood incontrò l’ex moglie nel 1991, e la loro relazione durò fino al 2002. Nel 2004 l’attentatore sposò una giovane musulmana e si trasferì in Arabia Saudita fino al 2009. Masood, noto alla polizia con diversi nomi, era finito nei radar dei servizi segreti per contatti con terroristi islamici, sostengono fonti dell’Independent. Le stesse fonti precisano che l’indottrinamento sarebbe iniziato al momento dell’incontro con estremisti islamici in prigione.
(Foto presa da Facebook)

Londra, no al burqa: così la figlia 18enne dell’attentatore Khalid Masood “ha rinnegato il padre jihadista”

Londra, no al burqa: così la figlia 18enne dell’attentatore Khalid Masood “ha rinnegato il padre jihadista”
MONDO

Teegan, secondo quanto ha scritto il Sunday Times, si è rifiutata di obbedire agli ordini del padre: convertirsi all'Islam e indossare il burqa. In polemica con il 52enne killer di Westminster, la ragazza si è presentata ad una serata per studenti con un abito scollato

26/03/17

Gianna Nannini America/Ottava vita - Cologne '99, 13/16



Io razzista, io fascista
stupratore di bambine
spia tiranno comunista
dittatore di regime
Io ruffiamo corruttore capo mafia
spacciatore
grande figlio di puttana
io bastardo traditore
Vita tremenda vita disperata
chi 'un l'ha provata 'un lo può immaginare
neanche all'inferno un'anima dannata
che così tanto possi tribolare
Io pentito inginocchiato
non ho palpiti nel cuore
sanguinario della pace
sotto il segno dell'amore
io cattolico ad oltranza per paura rinnegato
sono polvere di lager - urla d'uomo torturato
Vita tremenda vita disperata
chi 'un l'ha provata 'un lo può immaginare
neanche all'inferno un'anima dannata
che così tanto possi tribolare
Vita stupenda vita innamorata
Vita stupenda vita innamorata
Vita stupenda vita innamorata
Una botta in mezzo al petto
una corda che si tende
una voce dal silenzio
una mano che mi prende
ritornare ai sette cieli a carpire meraviglie
bere chiare acque di fonte
respirare nuovamente
Vita tremenda vita disperata
chi 'un l'ha provata 'un lo può immaginare
neanche all'inferno un'anima dannata
che così tanto possi tribolare
Vita stupenda vita innamorata
Vita tremenda vita disperata
Vita stupenda vita innamorata
chi 'un l'ha provata 'un lo può immaginare
neanche all'inferno un'anima dannata
che così tanto possi tribolare
Vita stupenda vita innamorata
Vita tremenda vita disperata
neanche all'inferno un'anima dannata
credo sì tanto possi tribolare

a me piacciono

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Gianna Nannini :Contaminata video e testo



La tua pelle è la mia pelle 
che colore più non ha 
sono sangue nel tuo sangue 
una sola anima 
la tua storia è la mia storia 
i miei occhi sono i tuoi 
la mia ora è la tua ora 
il destino che non hai 
vola vola vola vola vola la testa 
vola vola vola chi mi porta via 
vola vola vola 
mi hai dimenticata 
tu non mi conosci sono appena nata 
contaminata 
sono contaminata 
ora che sono nata 
io non so dove sono 
io non so da dove vengo 
l'infinito vaga dentro 
io non ho nemmeno un segno 
vola vola vola vola vola la testa 
vola vola vola chi mi porta via 
vola vola vola 
mi hai dimenticata 
tu non mi conosci sono appena nata 
non importa più chi sono io 
rassomiglio ad una goccia d'acqua 
fa che nel deserto piova io 
goccia d'acqua che fa traboccare il mare 
contaminata 
sono contaminata 
ora che sono nata 
polvere di luna che si perde nel tempo 
voce radioattiva della civiltà 
fuoco nucleare che respiro nel vento 
anima ribelle che si libera 
come una canzone che si perde nel tempo 
voce radioattiva della civiltà 
fuoco nucleare che respiro nel vento 
anima ribelle che si libera 
non importa più chi sono io 
rassomiglio ad una goccia d'acqua 
fa che nel deserto 
piova io 
goccia d'acqua che fa traboccare il mare 
contaminata 
sono contaminata 
ora che sono nata 
vola vola vola vola vola la testa 
vola vola vola chi mi porta via 
vola vola vola 
mi hai dimenticata 
tu non mi conosci sono appena nata 
contaminata

a roma la Virginia Raggi funziona,ma per i politici no perchè non magnano chiù



Io sono nato a Napoli, ma sono 15 anni che vivo a Roma per lavoro. E sempre per lavoro giro molto in citta', con la mia auto, con i bus, con la metro. E devo dire che ultimamente e' diventato faticoso girare per la capitale.Voi direte per le buche? Per il traffico ... i cinghiali? NO ! Perche' non si era mai vista a Roma tanta gente per strada a lavorare. A rifare strade, a tagliare piante, a bonificare terreni. UNA COSA MAI VISTA A ROMA.
E questa cosa sta facendo SCHIATTARE gli avversari politici PD della Raggi e fa FELICI i 5 stelle ! Ma la cosa piu bella sapete qual e'? I ROMANI CHE PENSANO AL BENE DELLA LORO CITTA' e che se ne fregano dei colori politici, giorno dopo giorno stanno vedendo RINASCERE ROMA come mai era accaduto prima.
E Virginia Raggi (dopo qualcuno che storceva il naso influenzato dalle tv) sta entrando nel cuore del popolo romano.
Mi fermo nei bar e ascolto persone dire " pero' a Raggi sta a fa le strade, ma quanno mai l'amo viste"....
E mi rendo conto di come sia alla fine sempre la gente a giudicare.
Non Myrta Merlino o qualche altro leccapiedi del potere.
Si, Roma sta tornando ad essere una citta' DIGNITOSA.
Grazie Virginia Raggi !
Alessandro Bertone

Valerria ci ringrazia per averla difesa dagli insulti di un debosciato,perchè questo è il lui che l'ha insultata

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il sindaco di Torino ha le palle, forza Appendino, donna donna e con le palle,sei il nostro orgoglio

“A Torino il Comune ha una situazione di cassa molto difficile. Ritengo inaccettabile che i Comuni si debbano sobbarcare l’incapacità di un governo, in questo caso il governo Gentiloni, che non trova le risorse che sono loro dovute. Nel caso di Torino si tratta di 61 milioni di euro“. Sono le parole del sindaco di Torino, Chiara Appendino, ospite di Maria Latella ne “L’Intervista”, su SkyTg24 (canali 100 e 500 di Sky e canale 50 del digitale terrestre). “Ho annunciato questa azione legale contro il governo e l’ho fatto con grande convinzione” – continua – “Se alla luce di due sentenze che ci danno ragione, il governo non le rispetta, allora siamo pronti a nominare un commissario ad acta per recuperare questi soldi. Quindi, farò tutto il possibile perché sono dovuti alla comunità torinese. Non si può pensare di stare attenti alle fasce deboli e ai servizi essenziali, se i Comuni non sono rimessi al centro, anche dal punto di vista del supporto economico”

brianza popolo di paolotti,di tangenti e del credo a modo mio,ossia il papa è al posto giusto,ossia il peggio che c'è

io nata in una famiglia cristiana battezzata ecc ecc, oggi sono atea e ferrea nemica della chiesa, ossia rispetto il credo altrui e vorrei che loro facessero la stessa cosa, invece a nome di un Dio che nessuno mai ha visto,ossia di un delirio,di una fantasia,anche io posso credere a chi voglio se nella mia mente c'è,ma poi devo fare i conti con la realtà, e un dio mai nessuno l'ha visto.Adesso cosa chiedo io ai credenti, che rispettino i  non credenti,ad esempio che rispettino chi vuole porre fine alla propria vita per evitare dolori ,che ci possa essere un matrimonio fra componenti dello stesso sesso, se si vogliono bene e se vogliono vivere assieme chi lo deve impedire un dio che non c'è?Che la chiesa rispetti el famiglie e anche non le famiglie,ma la gente, che non entri in casa mia a comandare tramite politici prezzolati e che paghi le tasse, che punisca i pedofili che come tutti sappiamo nella chiesa ha grande numero di schifosi che la praticano ecc ecc, cioè la chiesa per me fa solo una cosa, fa imperare il male sul pianeta terra, certo non solo lei,l'islam è pure peggio.

La lunga giornata di Papa Francesco nella diocesi di Milano – compreso il bagno di folla al parco di Monza con un milione di persone – è terminata con il saluto dello stadio San Siro. Dopo le Case bianche in periferia, piazza DuomoMonza, il pontefice ha saluto i ragazzi pronti per la cresima o già cresimati. A loro un appello forte contro la violenza: “Per favore, state attenti al bullismo” e gli 80mila applaudono. “C’è qualcuno che prendete in giro perché è grasso, magro, per questo o per l’altro? E vi piace farli vergognare e anche picchiarli per questo? Questo si chiama bullismo. Per il sacramento della cresima, promettete al Signore di non farlo mai e di non permettere mai che si faccia nella vostra scuola o nel vostro quartiere? Mi promettete di non prendere mai in giro un compagno?” Dagli spalti un boato: “!”, ma Francesco invita i bambini ad alzare ulteriormente la voce.

film completo,oggi me lo vedo, lo si può vedere pare integralmente,cliccate Un thriller intrigante, un regista coraggioso, una indimenticabile protagonista: Elle – il nuovo film di Paul Verhoeven con una magnetica Isabelle Huppert – è al cinema. I motivi per non perderlo? Scoprili nelle entusiastiche recensioni della stampa italiana.



film completo,oggi me lo vedo, lo si può vedere pare integralmente,cliccate
Un thriller intrigante, un regista coraggioso, una indimenticabile protagonista: Elle – il nuovo film di Paul Verhoeven con una magnetica Isabelle Huppert – è al cinema. I motivi per non perderlo? Scoprili nelle entusiastiche recensioni della stampa italiana.
IL FASCINO AMBIGUO E IRRESISTIBILE DI ISABELLE HUPPERT
Per i critici la Huppert – premiata ai Golden Globe e ai César come miglior atrrice – avrebbe meritato l’Oscar: certo è che questa interpretazione fuori dagli schemi poteva essere resa così eccezionale solo da una vera fuoriclasse come lei.

Funeral Party di Marco Travaglio La scena della Capitale d’Italia deserta, con gli elicotteri delle forze dell’ordine che sorvolano il nulla e i mastodontici blindati dell’Esercito che presidiano il vuoto per proteggere capi di stato e di governo che firmano

Funeral Party
di Marco Travaglio

La scena della Capitale d’Italia deserta, con gli elicotteri delle forze dell’ordine che sorvolano il nulla e i mastodontici blindati dell’Esercito che presidiano il vuoto per proteggere capi di stato e di governo che firmano risme di fogli bianchi citando indegnamente statisti passati che per decenza non dovrebbero neppure nominare, contrariamente agli annunci-auspici dei politicuzzi e dei telegiornaloni, giornaloni e giornalini al seguito sul nuovo certissimo sacco di Roma a opera dei black bloc “populisti”, è il miglior funerale per quest’Europa ridotta a un gigantesco bancomat per soliti noti. I tanto sperati scontri, incidenti, devastazioni e contestazioni dovevano garantire un minimo di attenzione a queste istituzioni vuote e ignote ai più, a questi noti frequentatori di se stessi in cerca di legittimazione, se non dagli amici, almeno dai nemici. E invece, se si eccettuano poche migliaia di manifestanti pacifici di destra e di sinistra che presenziavano alle esequie chiedendo invano un’altra Europa, hanno avuto dal popolo che dovrebbero rappresentare quello che si meritavano: l’assenza e l’indifferenza. Intanto, a Milano, andava in scena un altro paradosso, speculare al primo: Papa Francesco, cioè l’ultimo monarca assoluto d’Europa eletto a vita (salvo dimissioni) da un conclave segreto di cardinali con procedure medievali, faceva il bagno di folla dicendo con la consueta semplicità a milioni di persone quello che tutti pensano e sanno ma nessuno sa come tradurlo in pratica: invece di menarla contro i populismi come se fossero funghi nati per caso qua e là da una misteriosa epidemia di rancori, paure e fake news, le classi dirigenti provino a rileggersi ciò che dicevano i padri fondatori dell’Europa, che non parlavano di alta finanza, ma di democrazia, solidarietà, eguaglianza, partecipazione e libertà dei popoli.
Sublime ironia della storia: il continente che ha inventato la democrazia (e proprio nella nazione che ne è appena uscita) è costretto a prendere lezioni (addirittura di “laicità”) dal sovrano assoluto di uno staterello confessionale. E, almeno stavolta, le oligarchie non hanno nemmeno qualche barbaro a portata di mano per giustificare la propria esistenza in vita. Lo scriveva l’altro giorno, sul Fatto, Barbara Spinelli partendo da un piccolo fatterello di ordinaria impunità all’italiana, il salvataggio di Minzolini: “La mia impressione è che in tutta Europa la classe dirigente politica faccia quadrato attorno alla propria impunità, con la scusa di dover arginare la cosiddetta ondata di populismo da cui si sente minacciata”.
E ancora: “L’accusa di populismo giustifica ogni sorta di malefatta, e in primis la sospensione della democrazia costituzionale e della rule of law. La disinvoltura dei politici che infrangono non solo le leggi ma anche le regole della decenza penalmente non perseguibili –in Francia, in Italia, in Romania– si comprende solo in questo quadro. Se arrivano i barbari tutto è permesso, e ‘questa roba fa impressione ai barbari’. Nella poesia di Kavafis gli antichi senatori romani scoprono alla fine che le orde non sono affatto arrivate e si chiedono, tutti sgomenti: ‘E adesso, senza barbari, cosa sarà di noi?’…”.
Naturalmente la lezione di ieri non insegnerà niente a nessuno: le élite tecnopolitiche, sempre più cieche, sorde e autistiche, continueranno a pensare di legittimarsi non allargando gli spazi di democrazia e partecipazione, ma restringendoli e soffocandoli, senz’accorgersi di ingrossare così le file dei barbari populisti che dicono di combattere. Eppure, se non vogliono dar retta al Papa, potrebbero almeno dare un’occhiata a quel che accade negli Stati Uniti. Lì il barbaro populista per eccellenza, Donald Trump, è andato al potere con gli strumenti della democrazia rappresentativa e la forza d’inerzia della guerra che gli muovevano tutti gli establishment tradizionali. E ora quella democrazia, fondata su una Costituzione vecchia anzi giovane di quasi 230 anni, si sta rivelando il miglior antidoto a un presidente che si crede padrone e vorrebbe comandare anziché governare. The Donald vieta per decreto l’ingresso negli Usa ai cittadini di alcuni paesi islamici, e un giudice gli boccia la legge in nome della Costituzione. Allora lui ripresenta il decreto riveduto e corrotto, e altri due giudici glielo mandano in fumo, sempre facendosi scudo della Costituzione. Lui attacca la stampa, rea di fare il cane da guardia sul (suo) potere, e il watchdog reagisce azzannandogli le caviglie e i polpacci e sbugiardando le sue menzogne (che peraltro non sono una sua invenzione, anche se adesso si chiamano post-verità o fake news). Lui continua a mentire, sostenendo che Obama l’ha fatto spiare, e l’Fbi (tacciata di parzialità filo-Trump in campagna elettorale per le indagini sulle email private di Hillary Clinton, e ora di partigianeria anti-Trump) lo sbugiarda.
Non solo, ma il capo dell’Fbi annuncia al Parlamento che sta indagando sugli appoggi elettorali che gli avrebbe fornito una potenza straniera tutt’altro che raccomandabile, la Russia del suo amico e compare Putin: accusa che, se confermata, potrebbe condurlo all’impeachment. Lui marcia a tappe forzate con la controriforma sanitaria per smantellare, come promesso in campagna elettorale, l’Obamacare. Ma qui entra in scena, dopo la magistratura, l’informazione e l’Fbi, un altro potere di controllo sulla Casa Bianca: il Congresso. I parlamentari dello stesso partito repubblicano (il suo) impongono l’altolà al presidente, costringendolo a battere in ritirata per evitare una trumpata sul naso. Cose che càpitano dove lo Stato liberale di diritto, fondato su una netta divisione dei poteri, è una cosa seria e non uno slogan propagandistico. Nemmeno l’uomo più potente del mondo può fare tutto quel che gli pare, anche se è stato appena eletto dal popolo, perché c’è qualcosa di più importante dell’investitura dal basso e dei capricci di chi sta in alto: la legge. A noi, abituati a sentir sproloquiare lorsignori di “primato della politica” e di lavacro delle urne non appena la Corte costituzionale o la magistratura intervengono a sanzionare leggi illegittime o condotte illegali, sembrerà strano. Ma il primato della politica non esiste, e neppure l’ordalia elettorale. Esiste un solo primato, a cui tutti devono inchinarsi: il primato della legge. È quello, nelle democrazie vere e funzionanti, l’unico argine a tutti gli arbitrii, soprattutto a quelli che piovono dall’alto e non incontrano altri ostacoli. A protezione dei ceti più deboli, cioè del popolo. Il quale popolo, se non vede sanzionati i soprusi dei potenti da una legge uguale per tutti, imbocca le scorciatoie che le oligarchie terrorizzate tentano di esorcizzare agitando il “populismo” e altri spauracchi che non spaventano nessuno.
Per questo, il 4 dicembre, l’abbiamo scampata bella. Rischiavamo, ubriacati dalla propaganda mainstream, di approvare una controriforma costituzionale fatta su misura delle oligarchie morenti per concentrare tutti i poteri in pochissime mani, perlopiù straniere e mai elette da nessuno. Ci dicevano che, così, “chi vince decide”, a mani libere dagli intralci e dagli impacci (i poteri di controllo: la Costituzione, il Parlamento, la Consulta, i territori, i magistrati, la stampa e – tramite questi – il popolo). Cioè comanda. Noi – almeno il 60% dei votanti che ha detto No – non ci siamo lasciati abbindolare. E proprio il caso americano dimostra quanto avessimo ragione: chi vince deve governare, ma non può comandare. Sopra di lui c’è sempre la legge e, se la calpesta, c’è sempre qualcuno che gliene impone il rispetto. In Italia non è purtroppo così (altrimenti, per dire, il pregiudicato interdetto Minzolini non siederebbe in Senato abusivamente da 15 mesi), e lo sarebbe ancor meno se fosse passata la controriforma. Se una riforma urge, è proprio quella opposta alla boiata che abbiamo respinto il 4 dicembre: una riforma che rafforzi i poteri di controllo e allarghi gli spazi di partecipazione popolare. Anche perché, l’abbiamo visto col referendum e rivisto ieri, il popolo ha mille difetti. Ma è sempre un po’ più maturo di chi vorrebbe comandarlo.

Non finisce qui di Marco Travaglio Il Fatto Quotidiano, 22 marzo 2017.


Non finisce qui di Marco Travaglio
Il Fatto Quotidiano, 22 marzo 2017.

Il caso Minzolini, che poi è il caso “Parlamento fuorilegge e sedizioso”, è rapidamente scomparso dalle prime pagine dei giornali. Ma non può finire così. E i rappresentanti delle istituzioni che ne hanno a cuore il buon nome, a cominciare dal garante supremo della Costituzione Sergio Mattarella e dai presidenti delle Camere Piero Grasso e Laura Boldrini, possono fare molto perché non finisca così. Il 12 novembre 2015, ben 15 mesi fa, l’ex direttore Augusto Minzolini viene condannato in via definitiva a 2 anni e 6 mesi di reclusione (pena principale) e all’interdizione dai pubblici uffici della stessa durata (pena accessoria), per il reato di peculato. La sentenza comporta tre conseguenze.

1) Minzolini deve scontare la pena principale di 2 anni e mezzo in carcere o, se ne fa richiesta, in affidamento in prova ai servizi sociali (come B. all’ospizio di Cesano Boscone).

2) Minzolini deve scontare la pena accessoria con la perdita dei diritti all’elettorato attivo e passivo, cioè non può più votare né essere eletto, né tantomeno esercitare il pubblico ufficio per eccellenza, quello di parlamentare: dunque deve decadere dal seggio di senatore che occupa abusivamente da 15 mesi (con indennità, diarie e contributi pensionistici) al posto del primo dei non eletti che dovrebbe sostituirlo.

3 ) Minzolini, oltreché per la pena accessoria dell’interdizione, non può più restare senatore per gli effetti della pena principale fissati dalla Severino: decadenza e ineleggibilità per i condannati a più di 2 anni.

Il punto 3 è stato illegalmente cancellato dal voto di giovedì al Senato, ma i punti 1 e 2 restano: il Senato deve votare al più presto (è già in ritardo di 15 mesi) la decadenza del senatore interdetto e affidarlo al giudice dell’esecuzione penale, il Pg della Cassazione, perché inizi a scontare la pena. Quel voto, prima in giunta per le elezioni e immunità e poi in aula, può essere evitato solo se in caso di dimissioni. I precedenti più recenti di parlamentari pregiudicati e interdetti sono quattro: Filippo Drago (interdetto per 2 anni e 9 mesi), Silvio Berlusconi (2 anni), Cesare Previti e Salvatore Cuffaro (a vita). In nessuno dei quattro casi il Parlamento ha votato la decadenza per l’interdizione: o perché si erano dimessi prima (Previti, Cuffaro e Drago), o perché erano già decaduti in virtù della Severino (Berlusconi). Nel caso di Drago, prima che si dimettesse, la Giunta discusse a lungo nel 2009 se farlo decadere o no, perché alla fine della legislatura mancavano 4 anni e l’interdizione durava solo 2 anni e 9 mesi e l’interessato piagnucolava per il vulnus di non poter rientrare per i mesi restanti.

Qualche frescone ipotizzò addirittura la figura di un “senatore supplente” che gli tenesse in caldo lo scranno e poi si facesse da parte per il suo gran rientro a fine interdizione. Ma per fortuna le dimissioni del pregiudicato ci risparmiarono almeno questa vergogna. Ora la scena potrebbe ripetersi con Minzolini, ma le sue dimissioni, per ora solo annunciate, non hanno alcuna possibilità di essere accolte prima di fine legislatura: la prassi vuole che alla prima votazione siano regolarmente respinte. Dunque il presidente del Senato, per una questione di decenza oltreché di legalità, dovrebbe sollecitare la Giunta a contestare subito il diritto di Minzolini a restare, passando poi la parola all’aula per la presa d’atto dell’interdizione. Se no Minzolini potrebbe iniziare a scontare la pena in carcere o in comunità di recupero mentre è ancora senatore, stipendiato e pensionato a spese nostre. Una scena che farebbe il giro del mondo, contribuendo alla nostra già altissima reputazione internazionale.

Il presidente Mattarella dovrebbe fare di tutto per scongiurare quest’ennesimo scempio. Gli basterebbe ricordare ciò che disse da deputato nel 2007 quando la Camera traccheggiava sulla cacciata di Previti: “Un cittadino interdetto in perpetuo dai pubblici uffici non è più titolare dei diritti elettorali, non può più votare e di conseguenza non può più essere eletto, e se è già stato eletto ed è parlamentare decade dal mandato ai sensi dell’art. 66 della Costituzione... sopra la quale non vi è null’altro... L’on. Previti è divenuto ineleggibile... È sempre la Costituzione all’art. 56 che dispone che può essere deputato solo chi può votare, e ciò non è più consentito all’on. Previti per effetto dell'interdizione. La funzione di deputato è indiscutibilmente un pubblico ufficio, e non gli è più consentito di ricoprirlo. Solo la Camera può disporne la decadenza o accettarne le dimissioni, e noi siamo chiamati a farlo, salvo violare le regole della Costituzione e della legge”.

Per molto meno, un suo illustre predecessore minacciò addirittura di sciogliere il Parlamento: quando, il 23 settembre 1993, la Camera salvò dall’arresto l’ex ministro della Sanità Francesco De Lorenzo, indagato per corruzione e associazione per delinquere, Oscar Luigi Scalfaro tuonò: “È un suicidio del Parlamento, una rottura tra la gente e il Parlamento, una lesione del principio della pari condizione: dopo quel voto intollerabile vi giuro che, se gli adempimenti fossero già stati completati, la giornata sarebbe finita con lo scioglimento delle Camere”. Eppure allora, anche se spesso e volentieri ne abusavano, le Camere avevano la facoltà di bloccare un arresto per fumus persecutionis, mentre oggi non possono violare la Severino né ignorare un’interdizione.

Se nessuno interverrà, il Senato verrà trascinato davanti alla Corte costituzionale con un conflitto di attribuzioni sollevato dal Pg della Cassazione (per la mancata interdizione di Minzolini) o più improbabilmente – come chiedono alcuni ex 5Stelle – dai presidenti delle Camere (per violazione di una legge). E sarebbe un pessimo spettacolo. L’ennesimo.

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25/03/17

la colpa del debito pubblico sono loro, ingordi e stronzi

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In italia non lo faranno mai

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#UE :4 cortei e un "funerale"..quello dell'Europa..e il Papa dà l'estrema unzione:"Tradita storia per la finanza":#TrattatiRoma #RomaUE2017

Patrizia Cirulli, la cantautrice che reinterpreta Gabriele D'Annunzio



“Dormo” è una poesia di Fausto Mesolella musicata e interpretata da Patrizia Cirulli. L’avvolgente voce di Fausto Mesolella si intreccia alla voce di Patrizia in modo poetico e sognante, regalando un momento di grande emozione.
Il brano è contenuto nell’album “Mille Baci” di Patrizia Cirulli in cui la cantautrice ha musicato in forma canzone testi di grandi poeti.

Torniamo a parlare di letteratura e canzone: dopo il Premio Nobel a Dylan sembra…
ILFATTOQUOTIDIANO.IT|DI PAOLO TALANCA

Crozza-Cannavacciuolo prende a sberle Gentiloni: "Sembri il cameriere della Merkel"


Dopo “Giunte da incubo” in cui Crozza-Cannavacciuolo ha tentato di risollevare le sorti di Virginia Raggi e la sua giunta,  in  “Europa da incubo” lo chef  ha un nuovo…
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la rai servizio pubblico de sta minchia,ha censurato la Raggi,ma io devo mantenere ste pantegane in rai?

Il mio saluto ai 27 capi di Stato e governo giunti in Campidoglio per 60esimo anniversario Trattati di Roma

Ottava Vita con testo, gianna nannini



Io razzista, io fascista
stupratore di bambine
spia tiranno comunista
dittatore di regime
Io ruffiamo corruttore capo mafia
spacciatore
grande figlio di puttana
io bastardo traditore
Vita tremenda vita disperata
chi 'un l'ha provata 'un lo può immaginare
neanche all'inferno un'anima dannata
che così tanto possi tribolare
Io pentito inginocchiato
non ho palpiti nel cuore
sanguinario della pace
sotto il segno dell'amore
io cattolico ad oltranza per paura rinnegato
sono polvere di lager - urla d'uomo torturato
Vita tremenda vita disperata
chi 'un l'ha provata 'un lo può immaginare
neanche all'inferno un'anima dannata
che così tanto possi tribolare
Vita stupenda vita innamorata
Vita stupenda vita innamorata
Vita stupenda vita innamorata
Una botta in mezzo al petto
una corda che si tende
una voce dal silenzio
una mano che mi prende
ritornare ai sette cieli a carpire meraviglie
bere chiare acque di fonte
respirare nuovamente
Vita tremenda vita disperata
chi 'un l'ha provata 'un lo può immaginare
neanche all'inferno un'anima dannata
che così tanto possi tribolare
Vita stupenda vita innamorata
Vita tremenda vita disperata
Vita stupenda vita innamorata
chi 'un l'ha provata 'un lo può immaginare
neanche all'inferno un'anima dannata
che così tanto possi tribolare
Vita stupenda vita innamorata
Vita tremenda vita disperata
neanche all'inferno un'anima dannata
credo sì tanto possi tribolare