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18/06/17

Neo-Schiavismo di matrice Romantica. «Guerra e questioni economiche fanno entrambe parte di un piano.

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Neo-Schiavismo di matrice Romantica.
«Guerra e questioni economiche fanno entrambe parte di un piano. Come faccio ad abbattere i diritti di 300 milioni di lavoratori europei? Se ho 100 milioni di giovani africani disponibili per necessità a farsi sfruttare e immetto questa forza lavoro nel mercato europeo ottengo lo scioglimento di tutte le tutele sindacali, gli ultimi diritti sono belli che finiti. La nostra è una visione di classe. La visione di questa sinistra, invece, è romantica, politicamente corretta, ma totalmente inefficace per gli immigrati e per il popolo italiano».

Marco Rizzo P.C.

personalmente Facci mi sta sulle palle,però in questo caso è censura, io non sono contro le religioni,ma contro l'islam si, perchè religione razzista

personalmente Facci mi sta sulle palle,però in questo caso è censura, io non sono contro le religioni,ma contro l'islam si,perchè  religione  razzista alle origini,per di più contro i gay, i diversi e la donna e io sono donna,cosa voglio dire, che ogni giorno islamici del cacchio dicono cose che sono contro la legge italiana e europea ,nessuno gli fa nulla,manco una multa, un giorno di prigione,non dicono pareri,ma giudizi che in famiglia attuino e sono  pesanti, la donna ci rimette di brutto e tutto in nome del loro dio e di Maometto, siccome siamo in europa e siamo liberi di professare o non religioni, siccome siamo paesi laici,se  loro non si adeguano , se ne devono andare via, tornare  nel loro paese se immigrati se cittadini italiani devono andare in galera.
detto questo facci non mi piace e non lo leggo,perchè se amo la libertà ognuno è libero di dire quello che vuole, tranne se commette reato, e per gli islamici che dicono e in piazza e in tv che la donna deve essere così, sottomessa, con il velo, deve stare in casa ecc ecc, è il razzismo più grave, cioè è nazismo

Chi si scaglia contro l'Ordine dei giornalisti «da abolire», chi si indigna per la decisione «illiberale» e ci vede un attacco «alla libertà d'espressione». E chi invece quella sentenza con cui il consiglio di disciplina della Lombardia che ha condannato Filippo Facci a due mesi di sospensione, la difende. I social network si dividono sul caso del giornalista di Libero punito per un articolo pubblicato il 28 luglio 2016 in cui, sulla scia degli attentati di matrice islamica in Europa, rivendicava il diritto personale all'odio nei confronti della religione di Allah. Centinaia di commenti e condivisioni e messaggi di solidarietà sono apparsi sulla bacheca Facebook di Facci per la «sospensione vergognosa», insieme a quelli di critica all'Ordine «che dovrebbe pensare a cacciare gli autori di notizie false». Quanto al contenuto, scrive un utente, «hai messo nero su bianco quello che pensa la maggioranza di noi». «Il linguaggio era durissimo, volutamente - ha commentato Facci - e questo come reazione all'impossibilità di esprimersi liberamente sull'islam con lo stesso comune linguaggio che si riserverebbe ad altri temi senza dover porre tremila distinguo ogni volta». Per questo, aveva spiegato il giornalista nel «processo» davanti al consiglio di disciplina, «ho esagerato consapevolmente e lucidamente». Spiegazioni non sufficienti, visto che il contenuto è stato comunque bollato come «razzista» dai giudici disciplinari. Ora è arrivata la sanzione, che non ha smosso dal silenzio generale intellettuali e classe politica. Una voce contro la «mannaia del politicamente corretto» si erge solo dall'eurodeputato di Forza Italia Stefano Maullu: «Anziché sospendere uno dei propri iscritti per aver espresso un parere, l'ordine dovrebbe schierarsi dalla parte di chi esercita la libertà d'espressione». Il deputato di Ala-Scelta Civica, Massimo Parisi, su Twitter condanna la «grave e illiberale decisione dell'inutile dis-ordine dei giornalisti». Durissimo Francesco Storace in un video su Facebook: «Quello che ha fatto l'Ordine è inqualificabile». «Già che ci siete - è la provocazione del leader del Mns - cancellate post mortem pure la Fallaci».

L'impossibile esiste: scoperto un fondamentale collegamento tra cervello e sistema immunitario

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Uno studio condotto da ricercatori della University of Virginia School of Medicine, negli USA, ha determinato, dopo meticolose ricerche durate anni, che il c...
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PIER LUIGI BOSCHI: “BANCHE? NE PARLO CON MIA FIGLIA E CON RENZI”



PIER LUIGI BOSCHI: “BANCHE? NE PARLO CON MIA FIGLIA E CON RENZI”
Alle 19.34 del 3 marzo 2015 il direttore generale di Veneto Banca Vincenzo Consoli chiama sul cellulare il vicepresidente della Popolare dell’Etruria Pier Luigi Boschi. Dieci giorni prima il governo Renzi ha varato per decreto legge la riforma delle banche popolari, che impone la trasformazione in società per azioni alle più grandi, compresa Etruria. Una settimana dopo la banca aretina sarà commissariata dal ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan su proposta del governatore di Bankitalia Ignazio Visco.
La telefonata è calma nei toni, drammatica nella sostanza. Boschi è in cerca di un salvatore per la sua banca. Consoli manifesta disponibilità, verosimilmente desideroso di acquisire benemerenze presso Palazzo Chigi che gli valgano da tutela contro la persecuzione di cui si sente oggetto da parte del capo della Vigilanza di Bankitalia Carmelo Barbagallo. A un certo punto Consoli fa una domanda e Boschi gli risponde: “Domani in serata se ne parla, io ne parlo con mia figlia, col presidente domani e ci si sente in serata”. La figlia è Maria Elena Boschi, ministro delle Riforme. Il presidente è Matteo Renzi.
Questa telefonata è il terzo pesante indizio che il ministro Boschi, nonostante abbia sempre giurato di non essersi mai occupata della banca di cui il padre era vicepresidente, ha fatto i suoi bravi tentativi di togliere qualche castagna dal fuoco al suo papà.
Il primo è contenuto nel libro di Ferruccio de Bortoli Poteri forti (o quasi), uscito all’inizio di maggio, dove si riferisce che il ministro Boschi, nel 2015, avrebbe chiesto al numero uno di Unicredit Federico Ghizzoni di intervenire per salvare Etruria. Ghizzoni non ha mai smentito, Boschi ha smentito e affidato all’avvocato Paola Severino l’incarico di querelare De Bortoli, la querela non è ancora arrivata.
Il secondo indizio è stato pubblicato dal Fatto l’11 maggio scorso, riferendo della riunione che nel marzo del 2014, a pochi giorni dalla nascita del governo Renzi e della nomina di Maria Elena Boschi a ministro delle Riforme, si è svolta a Laterina nel salotto di casa Boschi: Boschi padre (non ancora vicepresidente ma semplice consigliere), il presidente di Etruria Giuseppe Fornasari, il presidente di Veneto Banca Flavio Trinca e l’ad Consoli hanno spiegato alla ministra i problemi drammatici delle rispettive banche, alle prese anche allora con gli interventi ritenuti scorretti del solito Barbagallo. La Boschi non ha smentito né commentato in alcun modo.
Adesso c’è la telefonata del 3 marzo 2015. È passato un anno dall’incontro di Laterina. Consoli si dà del tu con Boschi e il rapporto sembra oliato, ma il direttore generale di Veneto Banca non si fida più tanto della Boschi come interlocutore. Poco prima di chiamare suo padre si consiglia con Vincenzo Umbrella, capo della sede di Firenze di Bankitalia, e gli dice: “Io chiamo Pier Luigi e vedo se mi fa, mi fissa un incontro, anziché con la figlia, direttamente col premier”.
Poco dopo chiama davvero Boschi, e l’esordio dimostra che il dialogo è ormai fitto e oliato: “Novità sul nostro fronte?”. Boschi gli risponde che è stato fatto un “passaggio sulla Capitale” e che gli è stato detto che per unire gli istituti di credito serve un aumento di capitale garantito dal consorzio, così la Bce dà l’ok. Si parla di una fusione tra Etruria e Veneto Banca. Boschi infatti teme che un altro possibile salvatore, la Popolare dell’Emilia Romagna (Bper), “ci vogliano prendere dal commissariamento”.
Il padre del ministro aggiunge pure che “lui”, cioè Renzi, non sarebbe contrario ma crede che le banche non abbiano il tempo di organizzarsi. Consoli chiede da chi ha avuto queste informazioni: dalla vigilanza di Banca d’Italia? No, ribatte Boschi, da ambienti “un pochino più sopra”. Il problema è quindi il tempo a disposizione. Consoli dice che deve vedere qualche giorno dopo un esponente importante della Popolare di Vicenza. È la banca di Gianni Zonin, a cui un anno prima Barbagallo voleva che sia Veneto Banca che Etruria si consegnassero. Adesso il vento è cambiato, a Vicenza stanno entrando gli ispettori della Bce, anche Zonin è alle corde. Consoli chiede a Boschi se con quelli di Vicenza deve affrontare l’argomento. È qui che Boschi gli dice di aspettare: “Domani in serata se ne parla, io ne parlo con mia figlia, col presidente domani e ci si sente in serata”.
Consoli insiste: “Devi lavorare perché ci diano più tempo, ma anche perché, cosa fanno, aprono un altro fronte?”. Boschi replica: “Ma infatti noi si sta lavorando però ora il problema è il periodo difficile della storia.. è difficile parlare, ecco… sennò figurati”. Consoli ribadisce la sua disponibilità: “Noi siamo a disposizione… ma io lo faccio anche con spirito di servizio eh, anche perché questo sistema bancario ce lo stanno ammazzando”.
È qui che Boschi avanza il sospetto che Bper si voglia prendere Etruria dal commissariamento, cioè a prezzo di saldo. Consoli gli chiede se Roma glielo consentirebbe, Boschi dice che si tratta solo di un suo pensiero (in effetti non Bper ma Ubi alla fine si è presa Etruria per 1 euro). Alla fine Consoli dice la cosa per cui aveva chiamato, prega Boschi di far presente a Renzi, che è al governo da un anno e non è mai riuscito a incontrare in nessun modo, che gli vorrebbe parlare. Boschi lo rassicura.
Adesso resta solo da capire se Maria Elena Boschi continuerà a giurare di non essersi mai occupata di Banca Etruria.
di Giorgio Meletti e Davide Vecchi | 18 giugno 2017

17/06/17

Musulmano shock:"Se non ti sottometti, meriti il terrorismo"e in studio scoppia il putiferio.


1 h
CONDIVIDI SU FACEBOOKEsiste l’Islam radicale? E’ questa la questione più dibattuta degli ultimi tempi, sulla quale si fatica a trovare un accordo. Per chi…
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virginia non ha cuore, ma solo palle

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rischio desertificazione per l'italia perchè siamo coglioni,abbiamo tolto tutte le cisterne ritenute antiche ecc

rischio desertificazione per l'italia perchè siamo coglioni,abbiamo tolto tutte le cisterne ritenute antiche ecc, ma erano un fiore per tutto l'apparato idrico,acqua buona e gratis naturalmente, io pugliese di nascita vedevo che in estate l'acqua non mancava, c'era la cisterna che dava acqua pulita e fresca, nella fattoria di mio nonno, tutto il cortile interno era una cisterna ed era grande il cortile, insomma l'acqua in estate c'era,in inverno con le piogge si riempiva, adesso siamo moderni,ossia coglioni e manco che a un politico possa venire in mente di rimetterle in uso e di farne nuove


http://www.ilfattoquotidiano.it/2017/06/17/siccita-nella-giornata-contro-la-desertificazione-e-allerta-in-tutta-italia-a-rischio-un-quinto-del-paese/3665780/

Siccità, nella Giornata contro la desertificazione è allerta in tutta Italia. “A rischio un quinto del Paese”

Siccità, nella Giornata contro la desertificazione è allerta in tutta Italia. “A rischio un quinto del Paese”

AMBIENTE & VELENI
La temperatura massima è più alta della media e le piogge inferiori anche del 50% rispetto agli ultimi decenni. Le amministrazioni regionali corrono ai ripari: in Toscana stato di emergenza, in Sardegna turni per l'acqua, in Veneto stop alla costruzione di piscine private

dimettiti pirlone, cretino e ignorante, non sei degno di essere italiano

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La Corte di Strasburgo gela Berlusconi: non sarà candidabile alle elezioni


13/05/2017 - Silvio Berlusconi non sarà candidabile sia che si vada a votare…
LONESTO.IT

li vanno a prendere sti criminali, lo sanno pure le pietre, hanno un disegno ed è popolare l'europa con gente che secondo il loro cervello bacato costerà meno,poi mettono le bombe a noi,perchè se le mettessero a loro sarebbe giustizia, dunque c'è solo una cosa da fare, non votarli più sti stronzi. Oltre al fatto semplice che è anni che lo dicono,lo scrivono, fanno saggi,trattati ecc, la popolazione mondiale deve diminuire non aumentare, e l'italiano sta facendo questo, certo che con una popolazione minore non puoi mantenere milioni di fancazzisti come la Lorenzin,sono criminali, sono solo persone senza etica e senza umanità

li vanno a prendere sti criminali, lo sanno pure le pietre, hanno un disegno ed è popolare l'europa con gente che secondo il loro cervello bacato costerà meno,poi mettono le bombe a noi,perchè se le mettessero a loro sarebbe giustizia, dunque c'è solo una cosa da fare, non votarli più sti stronzi.
Oltre al fatto semplice che è anni che lo dicono,lo scrivono, fanno saggi,trattati ecc, la popolazione mondiale deve diminuire non aumentare, e l'italiano sta facendo questo, certo che con una popolazione minore non puoi mantenere milioni di fancazzisti come la Lorenzin,sono criminali, sono solo persone senza etica e senza umanità

che schifo,criminali ci governano

l'immigrazione è e sarà sempre di più un problema

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non si fanno mancare nulla, sempre loro ,fanno solo schifo

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Incendio Londra Il sindaco Khan attacca il governo May, invece lui con il suo Maometto ando stava?

la politica sinistroide internazionale che da le colpe a chi manco c'era ai tempi, cioè uno sciacallo, altro che multiculturalismo,il sindaco di Londra se la prende con l'antipatica Mery,ma c'era ai tempi della ristrutturazione dell'edifico, e lui il sindaco c'era? Per me uno che si presenta con moglie velata e si spaccia per democratico puzza e basta, non che io abbia qualche cosa contro le religioni,ma per gli uomini che sfoggiano la moglie velata si, mi sa che siamo arrivati al momento cruciale, dire basta e via, una donna velata vuol dire sottomissione e un uomo che la sfoggia è uno stronzo,punto 


Incendio Londra, Farnesina: “La lista dei dispersi è ormai quella delle vittime”. Il sindaco Khan attacca il governo May

Incendio Londra, Farnesina: “La lista dei dispersi è ormai quella delle vittime”. Il sindaco Khan attacca il governo May
MONDO
I morti potrebbero superare i 100. La polizia ha escluso che la causa del rogo sia dolosa. Il primo cittadino in una lettera denuncia che l'amministrazione non ha fatto abbastanza. Proteste anche davanti ai municipi. La premier contestata nel centro di accoglienza per i superstiti. Guardian: "L'azienda che ha ristrutturato ha scelto l'opzione più economica: materiale infiammabile"

EDITORIALE di. MARCO TRAVAGLIO 17.06.2017 Salvini brutto. B. Bello

EDITORIALE di. MARCO TRAVAGLIO
17.06.2017
Salvini brutto. B. Bello 



Avevamo deciso di catalogare la polemica sul presunto incontro Casaleggio-Salvini nell’ampio file “Chissenefrega”, visto che quasi tutti i politici parlano con quasi tutti e che molti giornali raccontano un sacco di balle (si attendono ancora le scuse di Repubblica a Di Maio per il famoso messaggio tagliuzzato dalla sua chat con la Raggi).
Poi però abbiamo notato che la decisiva questione continua ad appassionare chi non ha di meglio da fare e l’altra notte ne discutevano impettite su Rainews24 Claudia Fusani della fu Unità e una giornalista del “servizio pubblico”. Venivano trasmessi una videodichiarazione a Rainews24 del direttore di Repubblica Mario Calabresi, che confermava il tête-à-tête Casaleggio-Salvini in base a “due fonti” che – com’è giusto – non rivelava; e un videomessaggio su Facebook di Davide Casaleggio, che giurava di non aver mai parlato col leader leghista in vita sua e sfidava il direttore di Repubblica a precisare il luogo, il giorno e l’ora del presunto incontro (dettagli che non è difficile chiedere alle fonti, senza svelarne l’identità), così da poter dimostrare dov’era e che faceva in quel mentre.
La Fusani sosteneva che: non c’è motivo per dubitare di Repubblica (da cui fu allontanata per i suoi legami col Sisde); è molto più credibile un direttore che parla a Rainews24 che un Casaleggio che parla su Facebook; e i 5Stelle non possono credere a De Bortoli sulla telefonata della Boschi a Ghizzoni di Unicredit per salvare banca Etruria e smentire Repubblica sul summit Casaleggio-Salvini.
Se la memoria non ci inganna, un mese fa la Fusani andava per tv a intimare a De Bortoli di esibire le prove della telefonata Ghizzoni-Boschi, mentre di Repubblica si fida sulla parola: affari suoi.
Ma, per quanti sforzi facciano lei e gli altri avvocati d’ufficio del Pd, i due casi non sono paragonabili. La telefonata Boschi-Ghizzoni è stata smentita solo dalla Boschi, ma non da Ghizzoni. Il quale non solo non l’ha negata, ma ha detto che i banchieri sono abituati alle telefonate dei ministri e che (essendo vincolato da un patto di riservatezza con la sua ex banca) potrà parlare della faccenda (che dunque esiste, sennò di che parlerebbe?) solo a un magistrato (o a una commissione parlamentare con poteri giudiziari). Cosa che potrebbe accadere solo se la Boschi querelasse De Bortoli, come ha promesso di fare e non ha fatto (intanto la strombazzatissima commissione d’inchiesta sulle banche langue sul binario morto). Nel presunto caso Casaleggio-Salvini, invece, entrambi i protagonisti smentiscono categoricamente di essersi mai visti né sentiti.
E Casaleggio e Di Maio annunciano querela (anche se, di per sé, non c’è nulla di diffamatorio nel fatto attribuito a Casaleggio, vero o falso che sia). Quindi potrebbero mentire sia Repubblica, sia Casaleggio e Salvini. Ciascuno, in mancanza di prove e in presenza di sole smentite, è libero di credere a chi vuole. Noi, al momento, pensiamo che l’incontro non ci sia stato: Casaleggio è tipo ancor più prudente e riservato di suo padre, a malapena dice buonasera a chi conosce, e ben difficilmente fa vertici clandestini con leader sconosciuti; per prendere accordi sulla legge elettorale, gli bastavano e avanzavano Di Maio e Toninelli; e soprattutto incontrare un chiacchierone come Salvini, che col M5S cerca contatti e alleanze da anni (invano), vorrebbe dire mettersi nelle sue mani, visto che sarebbe stato l’unico interessato a divulgare la notizia, diversamente dal leader di un Movimento che fa della trasparenza e delle non-alleanze le sue bandiere.
Chi non ha l’anello al naso capisce bene a che servono le continue voci sulle prossime nozze Lega-M5S: a intaccare la trasversalità dei grillini, che finora pescano voti dappertutto perché non fanno accordi con nessuno (salvo su singoli provvedimenti in Parlamento: testamento biologico, legge elettorale “tedesca”, giudici della Consulta e membri laici del Csm). Ora, in aggiunta, si crea un alone di mistero e di scandalo su “Casaleggio che incontra Salvini” (sottinteso: “ma solo perché Hitler è morto”). Ora, tutti sanno quanto siamo vicini a Salvini (che infatti ci querela un giorno sì e l’altro pure). Ma non siamo affatto certi che nessuno sia peggiore di lui. Un nome a caso: Silvio B., il pregiudicato pluriprescritto. L’uomo delle leggi vergogna e dei conflitti d’interessi che hanno devastato l’Italia per quasi 20 anni. L’uomo che pagò Cosa Nostra per quasi 30 anni. L’uomo che sedeva fra Previti e Dell’Utri. L’uomo che tuttoggi riceve messaggi cifrati da Giuseppe Graviano. Bene, quest’uomo nel 2013 fu ricevuto al Quirinale dal bispresidente Giorgio Napolitano per entrare nel governo di Enrico Letta. E il 18 gennaio 2014 incontrò al Nazareno, sede del Pd, Matteo Renzi per scrivere con lui la legge elettorale, la riforma costituzionale e chissà cos’altro (“profonda sintonia”, disse Renzi all’uscita); dopodiché lo rivide altre 12 volte in un anno. E di recente l’ha risentito per l’ennesima legge elettorale e, tramite Gianni Letta, per il nuovo dg Rai Mario Orfeo.
In che senso Salvini sarebbe infrequentabile e B. no? E perché (non) incontrare Salvini sarebbe più scandaloso che votare con Salvini e B. i voucher-truffa, dopo aver finto di abolirli per mandare in fumo i referendum, 3,3 milioni di firme e alla Costituzione?
Ah, dimenticavo: l’altroieri a Otto e mezzo, mentre smentiva la notizia di Repubblica, Salvini ne ha data una fresca fresca: “Con Casaleggio non ho mai parlato, ma con Renzi sì”. Abbiamo atteso la smentita e la querela di Renzi e cercato la notizia su Repubblica: invano. A quando una bella prima pagina sul “patto occulto Renzi-Salvini” e la “doppia morale” del Pd? Attendiamo a pie’ fermo.
FQ

Ieri c'è stata a Trastevere, l'inaugurazione di un progetto bellissimo. Un ristorantino sequestrato alla ndrangheta e affidato agli studenti di un istituto alberghiero che lo gestiranno a rotazione. La Raggi presenzia in qualità di sindaco,

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Ieri c'è stata a Trastevere, l'inaugurazione di un progetto bellissimo. Un ristorantino sequestrato alla ndrangheta e affidato agli studenti di un istituto alberghiero che lo gestiranno a rotazione. La Raggi presenzia in qualità di sindaco, come sempre in questi casi, come è giusto che sia, per mostrare la vicinanza della massima autorità cittadina a chi, coraggiosamente si riappropria di un pezzo della città. E che ti fa Trastevere app, la nota pagina facebook che posta le fotine, quelle belle di Trastevere? Un lungo post polemico contro la Raggi perché non "ha portato una corona per ricordare Alberto Sordi" - Una polemica ridicola, assurda, degna di romafaschifo. Poi guardo in alto e leggo la localizzazione geografica dell'autore del post: "Chiusi della Verna, Toscana" Un trasteverino che posta dalla Toscana?? Niente niente, fosse un amico del rignanese?

italiani sveglia perchè abbiamo al governo la mafia, vergogna,vergogna vergogna

Consip, al Senato il Pd chiede di cacciare l’ad Marroni: è il grande accusatore dell’indagato Lotti. Che resta ministro

Consip, al Senato il Pd chiede di cacciare l’ad Marroni: è il grande accusatore dell’indagato Lotti. Che resta ministro
POLITICA
Il gruppo dem a Palazzo Madama firma la mozione per neutralizzare quelle delle opposizioni su cui la maggioranza rischia. Proprio la scorsa settimana il manager aveva confermato ai pm di Roma la sua testimonianza che aveva portato a indagare sull'ex sottosegretario renziano, sospettato di violazione di segreto. La procura capitolina, intanto, sta sentendo come persona informata sui fatti Luigi Ferrara, il presidente della prima stazione appaltante italiana

Il ministro indagato per violazione di segreto resta al suo posto. Il dirigente testimone che lo accusa, invece, deve essere rimosso. Per non cadere nella trappola delle mozioni che chiedono di rimuovere Luigi Marroni da amministratore delegato diConsip, il Partito democratico prova ad uscire dall’impasse. Il capogruppo a Palazzo Madama, Luigi Zanda, ha depositato un suo testo sottoscritto da tutti i senatori dem per chiedere di azzerare i vertici della centrale acquisti della pubblica amministrazione, al centro dell’inchiesta della procura di Napoli sull’imprenditore Alfredo Romeo, ora finita per competenza a Roma. Proprio in questi istanti a piazzale Clodio il procuratore aggiunto Paolo Ielo e il sostituto Mario Palazzi stanno sentendo come persona informata sui fatti Luigi Ferrara, il presidente dei Consip citato nelle testimonianze davanti ai pm dallo stesso Marroni.

16/06/17

Il tesoro del Vaticano vale almeno 10 miliardi Investimenti in immobili, azioni, oro, valute pregiate. Dall’Apsa allo Ior, la prima mappa della holding pontificia che gestisce in Italia e in Europa il tesoro della Santa Sede. Per la quale si è scatenata un’altra guerra di potere

siamo italiani noi

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La separazione tra banche d’affari e istituti commerciali è una necessità primaria se si vuole ridare fiducia al settore del credito.

noi con i nostri risparmi stiamo finanziando la criminalità e i centri di potere, danno prestiti a chi non ha garanzie e poi le banche non possono fallire e allora interviene lo stato ossia noi, senza che ne sia al corrente chi mette i suoi soldi in una banca.
Invece se le banche sono chiaramente indicate come o per il risparmio,ossia io deposito e chido prestito, oppure per giocare al casinò, perchè con i derivati si gioca e perdi sempre tu che non sei un criminale
Il MoVimento 5 Stelle punta a instaurare un sistema bancario in cui operi una netta separazione tra banche d’affari che speculano sull’economia finanziaria e banche commerciali, le uniche autorizzate a raccogliere i depositi per finanziare famiglie e imprese.
Gli Stati Uniti risposero alla grande depressione del 1929 con il Glass-Steagall Act del 1933, poi abolito da Bill Clinton alla fine del suo secondo mandato. Pure in Italia esisteva una legge bancaria, datata 1936, che separava nettamente banca e industria e ribadiva la funzione pubblica dell’attività degli intermediari. Anch’essa fu smontata dalle riforme del 1993 e, dopo decenni di sostanziale stabilità del nostro sistema del credito, è accaduto quello che è sotto gli occhi di tutti.#ProgrammaBanche: separazione bancaria 2.0

un uomo semplice dice lui

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Ius soli, Rizzo (Pc): “La sinistra cancella i diritti. Sarà una guerra tra poveri” - Intelligo News – notizie, ultima ora e gossip

«L’Occidente e l’Europa fanno le guerre; l’abbiamo visto in Libia, Siria, Iraq… e queste guerre causano grandi spostamenti. Guerre, fra l’altro con alleanze contradditorie. Diciamo di voler attaccare l’Isis ma per farlo bisognerebbe appoggiare Assad, ma quest’ultimo viene considerato reietto da Bruxelles e Washington nella totale contraddizione. Poi c’è la questione, come dimostrano anche alcune recenti dichiarazioni della Merkel, di voler usare questi esodi biblici come esercito industriale di riserva di marxiana memoria. Nel momento in cui tu fai le guerre imperialiste, per impadronirti materie prime, poi di fatto obblighi la gente a scappare. Ti trovi gente che arriva disperata, quindi disposta a fare qualsiasi lavoro, a qualsiasi salario, senza diritti perché sempre meglio della guerra e della morte. Questo esercito industriale abbatte totalmente le condizioni dei lavoratori e i loro diritti».QUESTO IUS SOLI E' UN CAVALLO DI TROIA - PAROLA DI COMUNISTA !
“Lo Ius soli è un provvedimento irrilevante, questo flusso immigratorio serve solo a creare un esercito industriale di riserva”. Il segretario del Partito Comunista, Marco Rizzo, commenta con IntelligoNews l’accordo raggiunto nella maggioranza di governo per dare la cittadinanza italiana ai figli degli immigrati nati nel nostro Paese. “La sinistra ha una visione romantica delle migrazioni – avverte - in realtà stiamo per cancellare gli ultimi diritti dei lavoratori europei”.
La maggioranza ha trovato un accordo sullo Ius soli. Come cambieranno le politiche migratorie italiane?
«Le iniziative del governo italiano, come quelle di tutti gli altri governi europei, non valgono praticamente nulla perché gli effetti sulle ‘immigrazioni’ sono pari allo zero. E mi permetto di chiamarle immigrazioni e non migrazioni per evitare di dare un’accezione romantica ad un fenomeno drammatico. Migrano le antilopi, gli uccelli, non gli uomini. Gli esseri umani migrano per questioni economiche o per la guerra, quindi per colpa di altri uomini. Questa visione sinistrorsa non ci appartiene. Detto questo le politiche sull’immigrazione sono europee, quindi gestite dalla Troika. Sarebbe da interrogarsi sulle motivazione di quello che sta avvenendo».
Quindi secondo lei lo Ius soli è un palliativo rispetto alla drammaticità delle cause che generano l’immigrazione di massa?
«L’Occidente e l’Europa fanno le guerre; l’abbiamo visto in Libia, Siria, Iraq… e queste guerre causano grandi spostamenti. Guerre, fra l’altro con alleanze contradditorie. Diciamo di voler attaccare l’Isis ma per farlo bisognerebbe appoggiare Assad, ma quest’ultimo viene considerato reietto da Bruxelles e Washington nella totale contraddizione. Poi c’è la questione, come dimostrano anche alcune recenti dichiarazioni della Merkel, di voler usare questi esodi biblici come esercito industriale di riserva di marxiana memoria. Nel momento in cui tu fai le guerre imperialiste, per impadronirti materie prime, poi di fatto obblighi la gente a scappare. Ti trovi gente che arriva disperata, quindi disposta a fare qualsiasi lavoro, a qualsiasi salario, senza diritti perché sempre meglio della guerra e della morte. Questo esercito industriale abbatte totalmente le condizioni dei lavoratori e i loro diritti».

RENZI SOGNA L'ABOLIZIONE DEGLI SCIOPERI ! - E ATTACCA LA RAGGI SUL CAOS MEZZI PUBBLICI PER LO SCIOPERO A ROMA. LA REPLICA : "LO SCIOPERO PROVOCATO DA LEGGE VOLUTA DAL PD CHE TOGLIE DIRITTI" !

RENZI SOGNA L'ABOLIZIONE DEGLI SCIOPERI ! - E ATTACCA LA RAGGI SUL CAOS MEZZI PUBBLICI PER LO SCIOPERO A ROMA. LA REPLICA : "LO SCIOPERO PROVOCATO DA LEGGE VOLUTA DAL PD CHE TOGLIE DIRITTI" !
ROMA - Nel giorno nero dei trasporti in Italia a causa dello sciopero nazionale, il segretario Pd Matteo Renzi, nella sua ormai quotidiana diretta su Facebook, ha criticato i sindacati e soprattutto ha attaccato la giunta M5s di Roma. “Nella Capitale serve un bando, non funivie”, ha scritto poi in un post sintetizzando il suo pensiero. Poco dopo hanno naturalmente replicato i grillini: “Ricordiamo a Renzi che la protesta è nazionale ed è contro una norma voluta dal suo governo e dal Pd”.
“Uno scandalo e fatto ancora una volta di venerdì. A Roma serve un bando, altro che funivie”. Nel giorno nero dei trasporti in tutta Italia è stato il segretario dem Matteo Renzi a intervenire su Facebook e a mettere sotto accusa la protesta. A lui hanno replicato i grillini: “Vorr...
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Migranti, Travaglio contro la sinistra fighetta: "Oltre alle parole servono i fatti. Dove sono gli stanziamenti per i rimpatri?"

Marco Travaglio - Quod non facerunt Berluscones .Per chi ancora si domandasse come mai Renzi e B., dopo una lunga relazione clandestina,

Marco Travaglio - Quod non facerunt Berluscones 16 giugno 2017


Per chi ancora si domandasse come mai Renzi e B., dopo una lunga relazione clandestina, si apprestano a convolare a giuste nozze nella prossima legislatura, giunge a proposito il “ddl penale” approvato dalla Camera col solito ricatto della fiducia. Una salama da sugo con 95 commi insaccati in un unico articolo sugli argomenti più disparati che, se portasse la firma di B., avrebbe scatenato rivolte in Parlamento, girotondi in piazza, alti lai dalle federazioni della stampa e degli editori, campagne di Repubblica a base di post-it gialli e bavagli sul volto di artisti e intellettuali. Invece è targata Pd, e tutti zitti. Ma, oltre alle non-reazioni dell’intellighentija, c’è un’altra differenza fra le porcate di centrosinistra e quelle di centrodestra. B. scriveva nero su bianco che non lo dovevano processare, che i suoi reati non lo erano più e che i suoi processi erano già prescritti, per cui di solito la Consulta respingeva tutto al mittente. Il Pd è più astuto: nasconde le peggiori boiate dietro appositi specchietti per le allodole (cioè per gli elettori), fingendo di difendere la legalità per devastarla meglio. Sono le famose “leggi-spaventapasseri”: da lontano spaventano i delinquenti, da vicino li fanno ridere.
Prescrizione. La soluzione è stranota: farla decorrere non da quando il reato viene commesso, ma da quando viene scoperto, per evitare che scatti già durante le indagini (come nel 70% dei casi); e interromperla definitivamente al rinvio a giudizio o alla condanna di primo grado, per evitare che il colpevole la faccia franca durante il processo e levare agli imputati e agli avvocati ogni interesse ad allungare i tempi con ricorsi infondati e cavilli pretestuosi. Invece no. Si sospende la prescrizione per 18 mesi dopo la condanna di primo grado (dopo l’assoluzione no, come se fosse ribaltabile in appello) e per altri 18 dopo quella di secondo. Una barzelletta. Non solo: se il pm non ce la fa a chiedere il rinvio a giudizio o l’archiviazione entro 3 mesi dalla fine dell’indagine, la Procura generale deve avocare il fascicolo. Pare una norma per accelerare, invece serve a rallentare: il fascicolo passa dall’ufficio del pm a quello del pg, che di solito è ancor più oberato del pm (a Roma, 23 pg che non conoscono gli atti dovranno fare il lavoro che non riescono a smaltire 100 pm): così sarà ancor più probabile che il processo si prescriva.
Notifiche. Gran parte dei tempi morti dipendono dalle notifiche fatte a mano dagli ufficiali giudiziari al domicilio delle parti, con molti imputati che si divertono a non farsi trovare in casa.
Nell’èra di Internet, sarebbe ora di passare alle notifiche telematiche, sull’e-mail degli avvocati difensori. Ma così avremmo processi più rapidi e meno prescrizioni: non sia mai.
Corruzione. Su richiesta dell’Ocse, per quel reato la prescrizione è allungata. Ma intanto si rende ancor più difficile scoprirlo, per cui il problema della prescrizione non si porrà proprio, visto il ridicolo numero di processi per corruzione che si riusciranno a celebrare. Il Trojan, l’intrusore informatico che s’intrufola negli i-phone, nei tablet e nei pc, sarà utilizzabile soltanto per mafia e terrorismo, non di corruzione, concussione, peculato, truffa ecc. I magistrati chiedevano premi speciali per chi denuncia e collabora, e infiltrati, agenti provocatori e sotto copertura per fare il test di integrità ai pubblici amministratori. Ma l’idea ha comprensibilmente seminato il panico a palazzo: i politici più corrotti del mondo non sono mica matti.
Intercettazioni. Avevano garantito che non avrebbero posto limiti ai poteri della magistratura di utilizzare l’unico strumento rimasto per penetrare nel sancta sanctorum delle nuove Tangentopoli, ma anche questa era una balla: il Parlamento delega in bianco il governo perché imponga ai giudici “prescrizioni che incidano anche sulle modalità di utilizzazione cautelare dei risultati delle captazioni”. Cioè sarà il governo a decidere quali prove potranno usare o meno per arrestare i ladri.
Bavaglio. Quod non fecerunt berluscones, fecerunt renzini. Passa la norma, più volte tentata invano da B., di far distruggere o nascondere nella cassaforte delle Procure le intercettazioni penalmente irrilevanti, ma eticamente e politicamente magari rilevantissime. Così i giornalisti e dunque i cittadini non potranno più conoscerle (con tanti saluti al garantismo e ai diritti degli avvocati difensori e di parte civile, che potranno al massimo leggerle, ma non fotocopiarle). Dicevano di ispirarsi alle circolari di autoregolamentazione, già molto discutibili, di alcune Procure: altra balla. Le circolari parlano di espungere dagli atti depositati e non più segreti quelli “manifestamente irrilevanti e non pertinenti” alle accuse penali, mentre una sapiente manina ha cancellato dal ddl l’avverbio “manifestamente”: così il concetto di irrilevanza e impertinenza sarà così generico che i pm, temendo punizioni, escluderanno anche gli atti che aiutano a inquadrare il contesto del delitto. Così sarà vietato pubblicare conversazioni di grande interesse pubblico: come quelle dei due imprenditori che sghignazzano la notte del terremoto dell’Aquila, tra B. e Saccà sulle attricette raccomandate a Raifiction, fra B. e un commissario Agcom su come far chiudere Annozero, tra Fassino e Consorte sulla scalata Unipol-Bnl, tra Moggi e i giornalisti al suo servizio, e naturalmente fra Renzi e babbo Tiziano su Consip.
Naturalmente noi del Fatto, se riusciremo ancora a procurarcele, continueremo a pubblicare tutte le intercettazioni rilevanti per l’opinione pubblica, anche a rischio di farci processare e condannare.
Si chiama obiezione di coscienza.