nazionalizzare conviene basta mettere gente onesta ai vertici e lasciare fuori la politica e i parenti e amici e vassalli e vassallini della politica, poi il resto è guadagno assicurato , con il miliardo,quasi 2 di guadagni fai la manutenzione a tutto il territorio nazionale e dai lavoro decente e viaggi in sicurezza, bisogna capirla,al privato interessano i soldi,a noi cittadini che paghiamo interessa il servizio,la sicurezza, anche pagare meno il pedaggio
20/08/18
Le “perle” della settimana editoriale di travaglio.Flop. “Migranti, flop delle espulsioni: in due mesi solo 866 rimpatri” (Repubblica, 14.8). Questo Salvini non è abbastanza razzista.
Le “perle” della settimana
Viva forza. “Berlusconi passa al contrattacco con la tv. Così Rete4 ‘smonterà la retorica populista’… Il giovedì Gerardo Greco con ‘W l’Italia’” (La Stampa, 12.8). “‘I fatti prima dei politici nel Tg4. E Viva l’Italia…’. Gerardo Greco, il nuovo direttore, condurrà un talk ‘ottimista’” (Libero, 14.8). Ma non si chiamava Forza Italia?
Pacate riflessioni. “L’ideologia anarchica M5S porterà alla catastrofe come in Venezuela. Possiamo ridurci alla fame” (Francesco Alberoni, il Giornale, 12.8). “Di Maio teorizza un Paese da socialismo reale” (Alessandro Sallusti, ibidem, 17.8). “Casaleggio e Grillo hanno fatto un partito anarchico-comunista che ha come meta distruggere la classe dirigente e la democrazia parlamentare e produrre un regresso economico… capi fanatici che attaccano i ricchi, fanno promesse mirabolanti come Lenin in Russia, Castro a Cuba, Chavez in Venezuela” (Alberoni, ibidem, 19.8). Ora, va bene tutto: ma è davvero offensivo dimenticare Pol Pot. Metti che s’incazzi: poi chi lo sente?
Flop. “Migranti, flop delle espulsioni: in due mesi solo 866 rimpatri” (Repubblica, 14.8). Questo Salvini non è abbastanza razzista.
Il maestro e Margherito. “Io non parlo mai di politica con Berlusconi. Ne sa più di me. Da Silvio c’è sempre da imparare” (Flavio Briatore, Corriere della sera, 14.8). Tipo come non finire in galera.
L’ideona/1. “Il governo vuole introdurre il reato di accattonaggio molesto. L’annuncio del sottosegretario Molteni (Lega): vogliamo inserirlo nel Codice penale” (Libero, 14.8). Giusto: siccome abbiamo 5 milioni di poveri, mandiamoli a chiedere l’elemosina in carcere.
L’ideona/2. “Un partito monarchico? Emanuele Filiberto ci sta pensando, Già adesso il 15% degli italiani lo vorrebbe in politica” (Libero, 17.8). Com’è noto, le disgrazie non vengono mai sole.
Il Partito d’Azioni. “Consob avverte Palazzo Chigi: ‘Pericoloso turbare i mercati’” (La Stampa, 17.8). “Qualcuno sarà chiamato a rispondere di aggiotaggio” (Michele Anzaldi, deputato Pd, sugli attacchi del governo ad Autostrade, 16.8). “La Consob raccoglie l’appello di Forza Italia: verifiche su Autostrade. Brunetta: ‘Attenzione a chi turba i mercati’” (il Giornale, 18.8). Ecco il crollo che li angoscia: non quello del ponte con 43 morti sotto, ma quello del titolo dei Benetton.
Salici piangenti. “Intanto mi faccia dire che sono rattristato per quanto accaduto a Genova. Sono però anche costernato per l’atteggiamento del governo… le loro affermazioni possono distruggere un titolo in Borsa… La revoca della concessione fa danni incalcolabili… Tanti imprenditori iniziano a guardare all’estero per trovare luoghi più sicuri” (Paolo Scudieri, Advisory Board di Confindustria, La Stampa, 17.8). Ehi, guarda che si chiama latitanza.
I veri criminali. “E poi c’è un partito che è venuto meno ai suoi doveri. Al pari di Erdogan… c’è un movimento politico che proclama da sempre che ‘è contro le grandi opere’… c’è un movimento e uno solo, quindi, che si è opposto, fino all’ultimo minuto, alla costruzione di questa deviazione autostradale che oggi, si sa, era l’unica alternativa al viadotto… E’ il Movimento 5Stelle… Possa l’Italia ricordarsene oltre il tempo che occorrerà per seppellire e piangere i suoi morti. Possiamo, tutti noi, valutare correttamente gli errori di valutazione, possibilmente criminali, ai quali conduce talvolta la demagogia populista” (Bernard-Henry Lévy, La Stampa, 19.8). L’intellettuale francese parla, senza sapere cosa dice, della “Gronda”, in ballo dagli anni 80, sempre bloccata non dal M5S (che mai governò Genova, né l’Italia), ma da destra e sinistra, che costerebbe 5 miliardi, sarebbe pronta nel 2029 e soprattutto – “si sa” – non si porrebbe in “alternativa al viadotto”, ma in aggiunta, lasciando il ponte in funzione. Però La Stampa è fatta così: quando finisce i cazzari italiani, li importa dall’estero.
La parola all’esperto. “Senatore Luigi Grillo, lei conosce bene la storia delle infrastrutture liguri…” (il Giornale, 17.8). In effetti è stato processato e prescritto per truffa allo Stato su appalti in Liguria, ha patteggiato 2 anni e 8 mesi per corruzione e turbativa d’asta sugli appalti Expo ed è indagato in Aemilia su appalti e ‘ndrangheta in Lombardia. Un intenditore del ramo.
Caldarrosta. “Non bisogna aver paura di tornare a odiare… Di Maio, con Beppe Grillo e Grillo Travaglio, hanno spinto all’odio verso chiunque facesse politica fuori dai loro canoni di giustizialismo e incompetenza. Odiarli non significa nulla di violento… un odio pacifico, fatto di parole, di sentimenti” (Giuseppe Caldarola, ex direttore l’Unità, Lettera 43, 17.8). Brrr che paura. Noi però lo preferivamo quando chiudeva l’Unità.
“Ma mi faccia il piacere”, di Marco Travaglio sul Fatto Quotidiano del 20 agosto 2018
la colpa per la situazione della nave diciotti è del comandante che doveva riportarli in Libia
la colpa per la situazione della nave diciotti è del comandante che doveva riportarli in Libia, ossia mica siamo fessi per capire, adesso la gente in mare in pericolo va salvata, se è in pericolo, poi va riaccompagnata in Libia, chi va in Libia per poi essere imbarcato su gommoni sgonfi lo sa che è così e se non li riporti in libia la cosa non si ferma, il solo modo per fermare la tratta degli schiavi che di questo si tratta è rimandarli in libia, siccome anche in Africa sono provvisti di cellulari e internet, la cosa si viene a sapere in un baleno e in libia non ci vanno più, bisogna collaborare con la libia, non capisco il perchè la UE per salvare la Germania dall'immigrazione spende 6 miliardi che da a Erdogan, mentre se si tratta dell'italia i 6 miliardi li spendiamo noi per avere gente africana che ciondola e dà da magnà alle mafie che si fanno pomposamente chiamare cooperative.
Così noi paghiamo due volte, una volta con la UE, e poi per gli africani,visto che siamo ridotti al debito perpetuo, questa situazione a chi fa comodo?deve finire, è una situazione di merda, sia per noi che oramai non ne vogliamo più di migranti sia per i migranti che si sentono rifiutati.
Salvini: "La Diciotti può sbarcare in Italia a patto che i migranti siano suddivisi tra i Paesi dell'Ue"
Un luogotenente della Guardia costiera avverte: "Se le persone a bordo sapessero che qualcuno le vuole portare in Libia sarebbero pronte anche al suicidio"
Dopo aver tuonato "intervenga l'Ue altrimenti porteremo i migranti in Libia", Salvini apre allo sbarco dei 177 migranti che sono da giorni a bordo della nave Diciotti, a largo di Lampedusa. Il ministro dell'Interno, però, impone una condizione: dopo l'approdo le persone dovranno essere suddivisi tra i Paesi dell'Unione europea. "La Diciotti può anche sbarcare in Italia a patto che i 177 migranti a bordo siano suddivisi tra i Paesi della Ue secondo quello spirito di solidarietà europea sin qui affermato solo a parole", ha affermato nel corso della trasmissione Agorà su Rai 3. "Noi in questi anni abbiamo accolto oltre 700 mila migranti, è ora che anche gli altri facciano la loro parte.
Sulla nave, intanto, sale la tensione: intervistato dal Corriere della Sera il luogotenente della Guardia costiera italiana Antonio Ciavarelli, che è in costante contatto con il personale a bordo della Diciotti, ha definito "ingiusti" gli attacchi che stanno subendo i militari che si occupano, tra l'altro, del salvataggio di migranti in mare. Sulle 177 persone che si trovano sull'imbarcazione in attesa di approdare in Europa dice:
"Per ora sono tranquilli e i colleghi a bordo mi scrivono su whatsapp che tutto va bene. È risaputo però che se le stesse persone capissero che li vogliamo riportare in Libia o trasbordare su un'altra nave diretta in Libia, ecco che sarebbero disposti a tutto, anche al suicidio".
Ieri, 19 agosto, il ministro dell'Interno di Malta aveva respinto, con una serie di tweet, la richiesta fatta dall'Italia di individuare un porto maltese sicuro per lo sbarco. Il ministro Toninelli aveva definito "inqualificabile" l'atteggiamento di Malta, mentre il ministro degli Esteri Moavero Milanesi già sabato 18 agosto aveva chiesto aiuto all'Ue.
Guardate attentamente.......Voi che vedete?
Guardate attentamente.......Voi che vedete?
IO VEDO UN PONTE CHE CROLLA IN SEGUITO A DELLE ESPLOSIONI DI DEMOLIZIONE CONTROLLATA........APRITE GLI OCCHI, GENTE!
io spero non sia vero,perchè se è vero quì si mette male noi non siamo l'america, noi quelli che ... li abbiamo appesi
19/08/18
Piero Pelù contro Salvini: «È un neonazista». Il leader della Lega: «Lo querelo» … Quando mai Piero Pilù è stato sobrio? Questa è solo l’ennesima caxxata
Piero Pelù contro Salvini: «È un neonazista». Il leader della Lega: «Lo querelo» …
Quando mai Piero Pilù è stato sobrio? Questa è solo l’ennesima caxxata
Piero Pelù contro Salvini: «È un neonazista». Il leader della Lega: «Lo querelo» https://www.ilmessaggero.it/primopiano/politica/pelu_salvini_neonazista_querela-1216729.html …
Quando mai Piero Pilù è stato sobrio? Questa è solo l’ennesima caxxata
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Ponte Morandi Genova verità nascoste. Cosa non ci dicono
Ponte Morandi Genova verità nascoste. Cosa non ci dicono
video Crollo ponte Genova, la testimone: "Ho visto tiranti e stralli accartocciarsi"
La testimonianza a Fanpage.it di Claudia Grottin, architetto dell'Ikea di Genova, che si trovava a pochi metri di distanza dal ponte Morandi, crollato lo scorso 14 agosto: "Ho visto un'immagine apocalittica: i tiranti sciabolare nell'aria, via, come se fossero state delle grandi fruste nere, e allo stesso tempo gli stralli accartocciarsi, spezzarsi in due, piegarsi sulla parte sinistra. Venendo giù hanno travolto la carreggiata".
anche la7 data a Cairo con 1 euro era di telecom che era dello stato,gira che ti rigira tutto regalato e io pago Autostrade: così una ricchezza pubblica è finita nelle tasche di alcuni privati. Intervista a Mario Giordano
anche la7 data a Cairo con 1 euro era di telecom che era dello stato,gira che ti rigira tutto regalato e io pago, manco le vacanze posso fare, adesso è ora di finirla, tutta questa imprenditoria mantenuta da noi, gli agnelli si sono magnati più di 10 miliardi e poi se ne sono andati in america, dove hanno preso i soldi da Obama,ma glieli hanno restituiti, per forza che siamo pieni di debiti invece di un re ne manteniamo almeno un milione, fra piccoli re e grandi re del cazzo, l'Italia è da rifare tutta e si deve premiare il lavoro non i parassiti
https://www.ilblogdellestelle.it/2018/08/autostrade_cosi_una_ricchezza_pubblica_e_finita_nelle_tasche_di_alcuni_privati_intervista_a_mario_giordano.html
https://www.ilblogdellestelle.it/2018/08/autostrade_cosi_una_ricchezza_pubblica_e_finita_nelle_tasche_di_alcuni_privati_intervista_a_mario_giordano.html
Autostrade: così una ricchezza pubblica è finita nelle tasche di alcuni privati. Intervista a Mario Giordano
Sul caso Autostrade, il BlogdelleStelle ha intervistato il giornalista e scrittore Mario Giordano, autore del libro "Avvoltoi" che già qualche mese fa aveva sollevato dubbi sulle concessioni.
Lo Stato italiano incassa il 2,4 per cento netto dei pedaggi autostradali, che peraltro sono in costante aumento e da tempo i più cari d'Europa. Come vengono utilizzati quei soldi di automobilisti e autotrasportatori?
La maggior parte dei ricavi al casello, come è noto, vanno a finanziare i guadagni delle società concessionarie (per la maggior parte gruppi privati). Non è un caso che i due principali concessionari (i Benetton e i Gavio) figurino regolarmente tra i Paperoni della Borsa e che stiano facendo, proprio in questi mesi, shopping di società all’estero. Semplificando, potremmo dire che i pedaggi (che ormai sono diventata una vera e proprio tassa occulta e salatissima a carico degli automobilisti) finiscono per finanziare l’espansione dei gruppi privati, le loro acquisizioni, oltre che l’arricchimento personale dei principali azionisti attraverso la distribuzione dei dividendi.
La maggior parte dei ricavi al casello, come è noto, vanno a finanziare i guadagni delle società concessionarie (per la maggior parte gruppi privati). Non è un caso che i due principali concessionari (i Benetton e i Gavio) figurino regolarmente tra i Paperoni della Borsa e che stiano facendo, proprio in questi mesi, shopping di società all’estero. Semplificando, potremmo dire che i pedaggi (che ormai sono diventata una vera e proprio tassa occulta e salatissima a carico degli automobilisti) finiscono per finanziare l’espansione dei gruppi privati, le loro acquisizioni, oltre che l’arricchimento personale dei principali azionisti attraverso la distribuzione dei dividendi.
Chi deve stabilire se un concessionario come Autostrade per l'Italia, che fa acquisizioni all'estero e distribuisce dividendi molto elevati, gestisce in maniera corretta i soldi dei pedaggi e investe abbastanza per la manutenzione?
Spetta al ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. E’ quest’ultimo, infatti, che gestisce le concessioni dello Stato. Ed è inspiegabile l’ostinazione con cui negli ultimi anni, sotto la gestione dei precedenti governi, il ministero delle Infrastrutture abbia autorizzato aumenti delle tariffe a volte davvero esorbitanti, a tutto vantaggio dei privati, e insieme il prolungamento delle concessioni, anche a fronte di investimenti, da parte dei concessionari, inferiori a quelli previsti dal piano economico e finanziario. Perché permettere di aumentare le tariffe e insieme prolungare la durata della concessione, se il concessionario non fa tutto quello che deve? In alcuni casi (si veda per esempio quello che è successo sulla Livorno-Civitavecchia) il ministero ha sfidato l’Europa, incappando in un deferimento alla Corte di giustizia per violazione del diritto Ue, pur di prolungare, ostinatamente, la concessione al gruppo dei Benetton...
Spetta al ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. E’ quest’ultimo, infatti, che gestisce le concessioni dello Stato. Ed è inspiegabile l’ostinazione con cui negli ultimi anni, sotto la gestione dei precedenti governi, il ministero delle Infrastrutture abbia autorizzato aumenti delle tariffe a volte davvero esorbitanti, a tutto vantaggio dei privati, e insieme il prolungamento delle concessioni, anche a fronte di investimenti, da parte dei concessionari, inferiori a quelli previsti dal piano economico e finanziario. Perché permettere di aumentare le tariffe e insieme prolungare la durata della concessione, se il concessionario non fa tutto quello che deve? In alcuni casi (si veda per esempio quello che è successo sulla Livorno-Civitavecchia) il ministero ha sfidato l’Europa, incappando in un deferimento alla Corte di giustizia per violazione del diritto Ue, pur di prolungare, ostinatamente, la concessione al gruppo dei Benetton...
Come si è arrivati ad affidare la gestione di questo monopolio a privati come le imprese dei Benetton? Che risultati ha prodotto questa scelta compiuta negli anni Novanta?
E’ stato nel 1999, all’epoca delle privatizzazioni, volute dal governo Prodi. Secondo alcuni esperti, per altro, la privatizzazione delle Autostrade (la “gallina delle uova d’oro”) fu fatta quando non erano più necessarie dismissioni frettolose per tappare le falle dei conti pubblici e a condizioni a tutti gli effetti assurde per lo Stato. A guidare le operazioni, come presidente dell’Iri, c’era il professor Gian Maria Gros Pietro, il quale poi, subito dopo la privatizzazione, è stato assoldato dai Benetton come presidente della loro società di gestione delle Autostrade. Il risultato complessivo di questa operazione è che lo Stato ha ceduto un proprio asset importante senza riuscire a strappare condizioni particolarmente vantaggiose per sé (si poteva imporre un prezzo più alto? O almeno canone più oneroso?) e nemmeno per gli utenti/automobilisti (si potevano imporre condizioni più stringenti per i concessionari? O almeno aumenti limitati?). Di fatto si è permesso che una ricchezza pubblica transitasse nelle tasche di alcuni privati.
E’ stato nel 1999, all’epoca delle privatizzazioni, volute dal governo Prodi. Secondo alcuni esperti, per altro, la privatizzazione delle Autostrade (la “gallina delle uova d’oro”) fu fatta quando non erano più necessarie dismissioni frettolose per tappare le falle dei conti pubblici e a condizioni a tutti gli effetti assurde per lo Stato. A guidare le operazioni, come presidente dell’Iri, c’era il professor Gian Maria Gros Pietro, il quale poi, subito dopo la privatizzazione, è stato assoldato dai Benetton come presidente della loro società di gestione delle Autostrade. Il risultato complessivo di questa operazione è che lo Stato ha ceduto un proprio asset importante senza riuscire a strappare condizioni particolarmente vantaggiose per sé (si poteva imporre un prezzo più alto? O almeno canone più oneroso?) e nemmeno per gli utenti/automobilisti (si potevano imporre condizioni più stringenti per i concessionari? O almeno aumenti limitati?). Di fatto si è permesso che una ricchezza pubblica transitasse nelle tasche di alcuni privati.
Che giudizio dà di un sistema in cui i concessionari si arricchiscono con i soldi dei cittadini, gestendo un servizio regolato da un contratto secretato e finanziando giornali e politica che dovrebbero controllarne e regolarne l'operato?
Dico non da ora che è un sistema folle che va completamente scardinato. Spiace che ci siano volute decine e decine di vittime perché il Paese si accorgesse di questa assurda anomalia. Ma se vogliamo dare un senso alla tragedia, occorre che il sistema delle concessioni sia profondamente rivisto e modificato, in primo luogo per quanto riguarda i concessionari privati (Benetton, Gavio, Toto) ma anche per i concessionari pubblici (si veda il caso Autobrennero). Ovviamente, mentre si procede alla revisione totale del sistema, sarebbe importante fin da subito procedere con il blocco degli aumenti tariffari (che meraviglia se il prossimo Capodanno fosse il primo della storia “No Aumento Pedaggio”) e dei prolungamenti delle concessioni
Dico non da ora che è un sistema folle che va completamente scardinato. Spiace che ci siano volute decine e decine di vittime perché il Paese si accorgesse di questa assurda anomalia. Ma se vogliamo dare un senso alla tragedia, occorre che il sistema delle concessioni sia profondamente rivisto e modificato, in primo luogo per quanto riguarda i concessionari privati (Benetton, Gavio, Toto) ma anche per i concessionari pubblici (si veda il caso Autobrennero). Ovviamente, mentre si procede alla revisione totale del sistema, sarebbe importante fin da subito procedere con il blocco degli aumenti tariffari (che meraviglia se il prossimo Capodanno fosse il primo della storia “No Aumento Pedaggio”) e dei prolungamenti delle concessioni
18/08/18
in breve #Unicef scarica i parenti di #Renzi ma... NON li denuncia! Non li denuncia!!! Risultato? Nessuna denuncia penale! Nessuna indagine! Tutto finisce in nulla! I milioni distratti? Pazienza! Grazie a Leggina PD di #Gentiloni e #Orlando non si procederà
in breve
#Unicef scarica i parenti di #Renzi ma... NON li denuncia! Non li denuncia!!!
Risultato? Nessuna denuncia penale! Nessuna indagine! Tutto finisce in nulla! I milioni distratti? Pazienza!
Grazie a Leggina PD di #Gentiloni e #Orlando non si procederà
EDITORIALE DI TRAVAGLIO, SE NON è CHE C'è DA PIANGERE, SI RIDE DI SICURO,LA GIUSTIZIA ITALIANA CHE PER UNA CAUSA DI INFILTRAZIONI CI METTE 10 ANNI PER UN PONTE NE METTERà CENTO E A QUEL PUNTO TUTTO PRESCRITTO
EDITORIALE DI TRAVAGLIO, SE NON è CHE C'è DA PIANGERE, SI RIDE DI SICURO,LA GIUSTIZIA ITALIANA CHE PER UNA CAUSA DI INFILTRAZIONI D'ACQUA CI METTE 10 ANNI PER UN PONTE NE METTERà CENTO E A QUEL PUNTO TUTTO PRESCRITTO, DUNQUE QUESTO GOVERNO DEVE METTERE MANO ALLE PRESCRIZIONI CHE NON CI DEVONO ESSERE PUNTO, E POI METTERE MANO AL CONTROLLO DI COME LAVORANO I GIUDICI, COME è POSSIBILE CHE CI METTANO COSì TANTO TEMPO, POI PER PROCESSI IMPORTANTI DOVE PERSONAGGI ECCELLENTI LA FANNO SEMPRE FRANCA, UNO A CASO è STATO ANDREOTTI CHE è RISULTATO SI MAFIOSO,MA PRESCRITTO. ALTRO CASO BERLUSCONI CHE è RIUSCITO A NON PAGARE 250 MILIONI PURE LORO PRESCRITTI, E POI HA PRESO ANNI DI GALERA A CASA E IN MODO VERGOGNOSO, CIOè NON HA FATTO UN GIORNO DI GALERA E OGGI PUò ESSERE CAPO POLITICO, DEVONO METTERE MANO A QUESTE COSE CHE SONO UNA VERGOGNA OLTRE A UN'INGIUSTIZIA , LEGGI CHE IL POTERE S'è CONFEZIONATO ADDOSSO.
Atribuire qualsivoglia colpa per il ponte crollato a chi doveva tenerlo in piedi e controllare che fosse tenuto in piedi è sintomo di gravissime patologie: populismo, giustizialismo, moralismo, giustizia sommaria, punizione cieca, voglia di ghigliottina, ansia da Piazzale Loreto, sciacallaggio, speculazione, ansia vendicativa, barbarie umana e giuridica, cultura anti-impresa che dice “No a tutto”, pericolosa deriva autoritaria, ossessione del capro espiatorio, esplosione emotiva, punizione cieca, barbarie, pressappochismo, improvvisazione, avventurismo, collettivismo, socialismo reale, decrescita, oscurantismo (Repubblica, Corriere, Stampa, il Giornale).
Atribuire qualsivoglia colpa per il ponte crollato a chi doveva tenerlo in piedi e controllare che fosse tenuto in piedi è sintomo di gravissime patologie: populismo, giustizialismo, moralismo, giustizia sommaria, punizione cieca, voglia di ghigliottina, ansia da Piazzale Loreto, sciacallaggio, speculazione, ansia vendicativa, barbarie umana e giuridica, cultura anti-impresa che dice “No a tutto”, pericolosa deriva autoritaria, ossessione del capro espiatorio, esplosione emotiva, punizione cieca, barbarie, pressappochismo, improvvisazione, avventurismo, collettivismo, socialismo reale, decrescita, oscurantismo (Repubblica, Corriere, Stampa, il Giornale).
United Leccons of Benetton
di Marco Travaglio | 18 agosto 2018
Impreparati come siamo in fatto di modernità, di progresso, ma soprattutto di Stato di diritto, ci eravamo fatti l’idea che il crollo di un pontenotoriamente pericolante fosse responsabilità anzitutto di chi (la società Atlantia della famiglia Benetton) l’aveva in gestione e si faceva pagare profumatamente per tenerlo in piedi ma non aveva fatto nulla; e poi anche di chi (i governi di destra e di sinistra degli ultimi 19 anni) si faceva pagare profumatamente per controllare che ciò avvenisse ma non faceva nulla; e che, dopo 40 morti e rotti, il governo avesse il diritto-dovere di revocare il contratto al concessionario inadempiente. Ma ieri per fortuna abbiamo letto il Giornalone Unico e scoperto che sbagliavamo di grosso. Attribuire qualsivoglia colpa per il ponte crollato a chi doveva tenerlo in piedi e controllare che fosse tenuto in piedi è sintomo di gravissime patologie: populismo, giustizialismo, moralismo, giustizia sommaria, punizione cieca, voglia di ghigliottina, ansia da Piazzale Loreto, sciacallaggio, speculazione, ansia vendicativa, barbarie umana e giuridica, cultura anti-impresa che dice “No a tutto”, pericolosa deriva autoritaria, ossessione del capro espiatorio, esplosione emotiva, punizione cieca, barbarie, pressappochismo, improvvisazione, avventurismo, collettivismo, socialismo reale, decrescita, oscurantismo (Repubblica, Corriere, Stampa, il Giornale).
Prendiamo nota e ci scusiamo con i Benetton e i loro compari politici se li abbiamo offesi anche solo nominandoli invano o pubblicando loro foto senz’attendere che, fra una quindicina d’anni, la Cassazione si pronunci sui loro eventuali reati. D’ora in avanti, ammaestrati da tanta sapienza giuridica che trasuda da giornaloni, tg e talk show, ci regoleremo di conseguenza nella vita di tutti i giorni. E invitiamo caldamente i nostri lettori e gli altri italiani contagiati dai suddetti virus, a fare altrettanto. Se, puta caso, acquistate o affittate un appartamento e, dopo qualche settimana sull’intonaco ancora fresco del soffitto compare una simpatica crepa, seguita magari dal gaio precipitare di calcinacci sulla vostra testa, evitate di farvi cogliere dalla classica cultura del sospetto, tipica del peggiore populismo grillino, e di protestare col proprietario o l’amministratore del condominio perché intervenga a riparare. Vi basterà la sua parola rassicurante sul fatto che nelle abitazioni moderne la crepa arreda e non c’è da preoccuparsi, perché la casa è “sotto costante monitoraggio e non presenta alcun pericolo di crollo”.
Nel malaugurato caso in cui la casa dovesse sbriciolarsi e voi doveste sopravvivere, astenetevi dalla classica tentazione giustizialista di rinfacciare a chi di dovere i vostri allarmi inascoltati; o, peggio, di attribuirgli qualsivoglia colpa, cedendo al peggior populismo; o – Dio non voglia: sarebbe giustizia sommaria indegna di uno Stato di diritto – di chiedergli i danni prima che un Tribunale, una Corte d’appello e la Cassazione abbiano confermato irrevocabilmente la sua penale responsabilità. C’è anche il caso che alcune circostanze infauste (tipo i funerali dei vostri cari o le fratture multiple che vi paralizzano in un letto d’ospedale) vi inducano a cedere all’emotività al punto di pretendere almeno la sostituzione dell’amministratore inadempiente, specie se doveste scoprire che costui (come l’Ad di Atlantia-Autostrade, Castellucci, sotto processo per la strage di Avellino) era già imputato per omicidio colposo plurimo per disastri precedenti: ecco, resistete a questi barbari istinti di giustizia sommaria. E, se vi chiedono ancora l’affitto della casa crollata, tenete a bada le mani e continuate a pagarlo, per non precipitare nel gorgo della cultura anti-impresa che dice “No a tutto” e porta dritto al socialismo reale.
Ci siamo fin qui barcamenati nella metafora della casa per non ricadere nel tragico errore di citare i Benetton e i governi degli ultimi 20 anni, cioè i concessionari e i concessori di Autostrade che credevamo responsabili politico-amministrativi del Ponte Morandi. Ora sappiamo dai giornaloni che essi non solo non vanno incolpati, ma neppure nominati. Al massimo – ci insegna Ezio Mauro – si può parlare di “una delle più grandi società autostradali private del mondo” che, “in attesa che la magistratura faccia luce”, non può diventare “il capro espiatorio di processi sommari e riti di piazza”, “tipici del populismo”. E guai a dire, come fa Di Maio, “a me Benetton non pagava campagne elettorali”: questo non l’avrebbe detto “nemmeno Perón”, forse perché a Perón i Benetton non pagavano le campagne elettorali, mentre Autostrade le pagò al centrosinistra e al centrodestra almeno nel 2008 (vedi Report).
E guai soprattutto ad annunciare, come fa Conte, “la sospensione della concessione” senza aspettare “i tempi della giustizia”. Chi pensa che ai governi spetti accertare le responsabilità politico-amministrative e ai giudici quelle penali, perché un conto è revocare un contratto e un altro e mettere uno in galera, è un lurido “populista” e “pifferaio della decrescita”. Se c’è di mezzo Atlantia, che sponsorizza La Repubblica delle Idee e nel cui Cda siede la vice presidente del gruppo Repubblica Monica Mondardini, la responsabilità politico-amministrativa non esiste più: le concessioni si danno subito, anche in una notte, pure senza gara, ma per revocarle bisogna aspettare la Cassazione. Anzi, nemmeno quella, perché la revoca sarebbe – ammonisce Daniele Manca del Corriere – “una scorciatoia”, “un errore” e “un indizio di debolezza”: uno Stato forte viceversa lascia le sue autostrade in mani private, e che mani. Nemmeno Manca fa nomi, anche se sembra sul punto di farli: quando scrive “chi quelle società guida e controlla…”, par di vederlo mordersi la lingua e torturarsi le dita per impedire loro di scrivere “Benetton”. Poi, per non pensarci più, si scaglia contro i veri colpevoli: “Chi ha alimentato e salvaguardato l’interesse di minoranze a scapito del benessere del Paese, ostacolando nuove opere” (la famigerata “Gronda”, che avrebbe mantenuto in funzione il Ponte Morandi, e ci costerebbe 5-6 miliardi).
Sistemati i veri colpevoli, restano da accertare le vere vittime: provvede Giovanni Orsina su La Stampa, lacrimando inconsolabile per i poveri Benetton (mai nominati), “sacrificati” come “capro espiatorio contro cui l’indignazione possa sfogarsi”. Roba da “paesi barbari”, soprattutto dinanzi “a una questione complessa come il crollo del Ponte Morandi”. Talmente complessa che ora Atlantia è pronta a ricostruirlo “in cinque mesi”. Un solo giornalista – il sempre spiritoso Luca Bottura – fa nomi e cognomi, con grave sprezzo del pericolo, su Repubblica: “Bagnai”, “Toninelli”, “i grillini” che “serbano nell’armadio lo scheletro della Gronda che forse avrebbe allungato la vita al Ponte Morandi” (mai fatta per colpa di chi non ha mai governato) e dicono “No tutto”, perfino al balsamico Tav “tra Torinoe Lione” (che non c’entra nulla e infatti Bottura lo cita ma non si “arrischia” a citarlo “per paura di finire nel mirino” dei No Tav padroni di tutti i giornali, compreso il suo), “Salvini”, “Grillo”, la “Casaleggio”, “l’ansia vendicativa del governo… che sparge la calce viva della bassa politica su decine di vittime”, e “soprattutto Di Maio” perché osa attaccare “Autostrade per l’Italia (che certo non se la passa bene, ma devono dirlo i giudici)”. Ecco: per incolpare chi non c’entra nulla basta il Tribunale di Repubblica; ma per incolpare chi c’entra bisogna attendere la Cassazione.
Questi eterni Tartuffe italioti, usi a negare anche l’evidenza, IndroMontanelli li ritraeva con un apologo: “Un gentiluomo austriaco, roso dal sospetto che la moglie lo tradisse, la seguì di nascosto e la vide entrare in un albergo. Salì dietro di lei sino alla camera e dal buco della serratura la osservò spogliarsi e coricarsi insieme a un giovanotto. Ma, rimasto al buio perché i due a questo punto spensero la luce, gemette a bassa voce: ‘Non riuscirò dunque mai a liberarmi da questa tormentosa incertezza?’”.
LA SOCIETà AUTOSTRADE Atlantia HA AVUTO UTILI PER 10 MILIARDI LO STATO LE HA REGALATE A QUESTA SOCIETA' CHE MANCO HA AVUTO L'ACCORTEZZA DI INVESTIRE E MANTENERE IL BENE IN EFFICIENZA
LA Società AUTOSTRADE Atlantia HA AVUTO UTILI PER 10 MILIARDI,MI CHIEDO DOVE HA FATTO L'AFFARE LO STATO,HA DATO LE AUTOSTRADE PAGATE DA NOI, LE HA REGALATE A QUESTA SOCIETÀ' CHE MANCO HA AVUTO L'ACCORTEZZA DI INVESTIRE E MANTENERE IL BENE IN EFFICIENZA, S'è MESSA A MUNGERE LA VACCA SINO A FARLA MORIRE, POI PRODI SAREBBE UOMO DI STATO è OMMEMERDA , CIOè BASTA PRIVATIZZAZIONI,BASTA REGALARE A STRONZI I NOSTRI BENI E SE LA UE HA DA RIDIRE SE ANNASSE A FARE IN CULO, NOI CI RIPRENDIAMO IL NOSTRO PAESE.
Da 15 anni, da quando la società si chiama Autostrade per l'Italia ha raccolto quasi 9,5 miliardi di euro di utili. Dai numeri contenuti nei bilanci societari - consultati dall'Ansa a pochi giorni dal crollo del ponte Morandi di Genova - si evince che il gruppo ha incassato 10 miliardi, a partire dalla privatizzazione nel 1999. La gran parte dei quali affluiti sotto forma di dividendi nella holding Atlantia, che li ha utilizzati per remunerare i suoi soci e finanziare l'attività di diversificazione della società infrastrutturale, controllata al 30% dalla famiglia Benetton.
Dalla privatizzazione Autostrade per l'Italia ha ottenuto oltre 10 miliardi di utili
La gran parte degli introiti è affluta, sotto forma di dividendi, nella holding Atlantia, controllata al 30% dalla famiglia Benetton
Un piano di investimenti per ricostruire l'Italia
Un piano di investimenti per ricostruire l'Italia
Il premier Conte annuncia l'avvio della procedura di revoca della concessione di Autostrade. I ministri Tria e Savona stanno preparando un piano di investimenti pubblici e privati. Vale oltre trenta miliardi. Il paese di fronte alla necessità di una svolta su innovazione e crescita economica.
Che cosa sta succedendo? Una parte del governo è impegnata a gestire la crisi del crollo del Ponte Morandi a Genova, un'altra sta preparando una strategia per la crescita da presentare a Bruxelles. Palazzo Chigi è tra due fuochi: quello di un paese che ha un sistema di infrastrutture vecchio e un disperato bisogno di investimenti, e quello di una crescita debole che a questi ritmi non assicura un futuro agli italiani, combinato con un altissimo debito pubblico che ha bisogno di essere finanziato e sorvegliato. L'Italia è una grande economia con i piedi d'argilla, esposta alla speculazione.
Sul primo fronte, quello dell'emergenza a Genova, ci troviamo di fronte a un caso duplice: da una parte la battaglia legale che si è aperta tra il governo e la concessionaria Autostrade (controllata dalla famiglia Benetton attraverso la sua catena societaria che va va Edizione a Atlantia); dall'altra un problema di viabilità che potrebbe impattare sulla crescita del Paese perché il passaggio del Ponte Morandi rappresentava uno snodo strategico per le merci da e per il porto di Genova. C'è infine da tener presenta l'impatto del crollo sull'immagine dell'Italia, una nazione la cui tenuta del sistema di infrastrutture è messa in discussione dagli investitori internazionali. Siamo fermi agli anni Sessanta. Si tratta di un quadro grave e delicato. C'è un evidente bisogno di (ri)costruire il Paese attraverso la programmazione di investimenti pubblici e privati. Servono miliardi di euro, una concertazione con l'Europa e la liberazione del dibattito pubblico dalle tossine dei no-tutto, dalla sindrome del Nimby (Not In My Back Yard, non nel mio cortile) che blocca ogni tentativo di sviluppo con una serie di veti incrociati tra Stato e enti locali. Il Movimento 5Stelle in passato ha sposato questa posizione e oggi che è al governo si ritrova...
VIDEO Genova, Funerali di Stato. La gente accoglie i Ministri di questo Governo con un grande e caloroso applauso. Evento più unico che raro! E’ ora che i precedenti Governi, in particolare quelli di sinistra, facciano una seria riflessione.......
Genova, Funerali di Stato. La gente accoglie i Ministri di questo Governo con un grande e caloroso applauso. Evento più unico che raro! E’ ora che i precedenti Governi, in particolare quelli di sinistra, facciano una seria riflessione.......
mio commento sul blog del m5s, ci censurano suai social ,fate qualche cosa, punite la censura, sui social comandano i pariti,ma governate voi e dunque svegliatevi
parlate di giornali ma la rai fa sempre più schifo e adesso ci siamo noi e la lega, l'ad può nominare i direttori di rete e tg e lo deve fare adesso,non fra mesi, poi telecomunicazioni è anche internet, noi grillini boicottati e censurati peggio di prima, non vi puzza la cosa?come mai internet censura noi che sosteniamo il governo , vi sta testando ed è in mano alla sinistra ,svegliatevi, mettete multe pure a chi gestisce i social se censurano sena ragione,ossia siamo grillini non terroristi.
anna quercia
https://www.ilblogdellestelle.it/2018/08/autostrade_i_benetton_e_quei_soldi_mai_investiti_in_manutenzione_il_libro_di_mario_giordano_diceva_gia_tutto_ma_nessuno_ne_parlo.html
fonte: Dagospia
IL CAPITOLO DEL LIBRO DI MARIO GIORDANO, ''AVVOLTOI'' DEDICATO ALLE AUTOSTRADE E AI BENETTON (CHE LA GRAN PARTE DEI QUOTIDIANI SI GUARDO' DAL CITARE QUANDO USCÌ IL LIBRO)
MA LÌ BENETTON DOVEVA INVESTIRE E NON L' HA FATTO
Mario Giordano per ''la Verità'' del 15 agosto
Dov' è sono i Benetton? Dov' è Oliviero Toscani? Stanno scattando altre foto choc? O, per oggi, si accontentano dello choc del ponte crollato? Perché non parlano? Perché non spiegano? Lo scarno comunicato con cui Autostrade per l' Italia, la società che fa capo all' impero di Treviso e che è responsabile del viadotto crollato, ha commentato la tragedia di Genova, è una vergogna che non si potrà cancellare nemmeno con tutte le campagne pro immigrati dell' Oliviero bollito: «In relazione al crollo la società comunica che sulla struttura erano in corso lavori di consolidamento della soletta. I lavori erano sottoposti a costante attività di osservazione. Le cause saranno oggetto di approfondita analisi».
Tutto qui. Non una lacrima, una parola di umanità, un pensiero alle vittime. Solo formule burocratiche. Il comunicato è stato pubblicato sul sito aziendale ufficiale in mezzo alle notizie di viabilità, fra la chiusura della stazione di Modena Nord e quella dello svincolo di Sesto San Giovanni. Ci sono oltre 30 morti? Pazienza. L' importante è che riapra l' allacciamento dell' A1 con Nola.
Eppure i Benetton, oggi, avrebbero tante cose da spiegare. Per esempio: perché ogni anno la loro società ottiene dal ministero la possibilità di aumentare abbondantemente le tariffe autostradali anche se non ha fatto gli investimenti previsti (e che sono il motivo per cui vengono concessi gli aumenti)? I dati: fra il 2008 e il 2016, secondo l' ultimo rapporto, le tariffe nelle tratte gestite da Autostrade per l' Italia sono aumentate del 25%. Cifra che non trova giustificazione nell' inflazione. Perché quell' aumento? Per fare gli investimenti, per l' appunto. Che però Autostrade per l' Italia non fa.
O, almeno, non come promesso. Mancano almeno 1,5 miliardi di euro sull' intera rete che gestisce. E qui arriva il bello, uno dei punti dove la società ha investito meno è proprio il tratto ligure: qui erano previsti 280 milioni (280.354.000 per l' esattezza), ne sono stati spesi solo 76 (76.013.000). Cioè il 27,11% di quanto avrebbero dovuto e per cui si sono fatti lautamente pagare in anticipo.
E allora sarà pur vero che sul viadotto, come dice il comunicato, «erano in corso lavori di consolidamento». Ma è altrettanto vero che sulle autostrade, che risalgono agli anni Sessanta, non vengono fatti gli investimenti che dovrebbero essere fatti.
È un meccanismo perverso: noi paghiamo sempre di più, ogni passaggio al casello è ormai un salasso, una tassa nascosta. E dove finiscono questi soldi? È chiaro: nelle casse degli azionisti che hanno vinto la lotteria della concessioni. Autostrade per l' Italia ha generato nel 2017 ricavi per 4 miliardi di euro (3,94) con quasi un miliardo di utile (972 milioni). Anche negli anni della crisi, i guadagni non sono mai diminuiti. Calava il traffico? Aumentavano le tariffe.
Nelle classifiche dei Paperoni di Borsa la famiglia Benetton figura sempre ai primi posti (8,1 miliardi di euro di patrimonio, +20% l' anno scorso).
Chi mi ama mi segua, diceva un loro vecchio slogan. Ma prima paghi il pedaggio. C' era una volta l' impresa delle magliette colorate: ora l' impero si basa tutto sull' asfalto. Più semplice, no? Mentre per vendere abbigliamento bisogna superare la concorrenza, le autostrade sono un monopolio. Gestito in concessione. Perché, poi, lo Stato abbia voluto fare questo regalo ai signorotti di Treviso, non l' ha mai capito nessuno.
È successo nel 1999. L' Iri sapeva di avere per le mani, con le autostrade, una gallina delle uova d' oro, ma pensò bene di cederla. Uno degli affari peggiori che si ricordi per lo Stato, uno dei migliori che si ricordi per i Benetton, che da quel momento campano di rendita. A gestire l' operazione fu l' allora presidente dell' Iri, Gian Maria Gros Pietro, gran frequentatore di salotti che contano e amico di Romano Prodi. Subito dopo la privatizzazione delle autostrade, Gros Pietro fu assunto dai Benetton per presiedere le autostrade. Stipendio: un milione di euro l' anno.
Così va l' Italia. Con i Benetton siamo sempre stati molto generosi. E loro ne hanno approfittato per costruirsi un impero: dove c' era il maglioncino, c' è un colosso delle infrastrutture che gestisce la metà della rete autostradale italiana (3.020 chilometri di 5.886), con 2 miliardi di transiti al casello ogni anno (5 milioni e mezzo al giorno, 230.000 l' ora, 63 al secondo).
Colosso che si è allargato nelle gestione degli aeroporti (da quello di Roma a quelli della Costa Azzurra), nelle società di ingegneria, ha inventato e controlla il monopolio del Telepass e si è espanso in tutto il mondo, dal Cile all' India, dal Brasile alla Polonia. Di recente alla Spagna, dove ha appena comprato il colosso Abertis. Del resto una società che ogni secondo incassa 63 pedaggi non ha certo problemi di contanti.
Si sa che i Benetton godono di un pregiudizio positivo. Sarà per le provocazioni in salsa buonista. Sarà che comprano spazi pubblicitari su giornali e sulle tv. Eppure bisognerebbe che qualcuno cominciasse a dire loro che una parte dei soldi che incassano grazie alla concessione dello Stato andrebbero usati per rendere le autostrade un po' più sicure.
Non le pare, signor Luciano?
Perché non fate gli investimenti previsti? E perché, anche se non li fate, le tariffe aumentano? E perché, oltre ad aumentare le tariffe, vi prolungano anche le concessioni (fino al 2042, e senza le previste gare europee)? Perché lo Stato a volte preferisce farsi deferire alla Corte di giustiziaper violazione del diritto dell' Unione (vedi Livorno-Civitavecchia) pur di continuare ad aiutarvi?
Perché tanta ostinata gentilezza nei vostri confronti?
«Torno a colorare il mondo e a difendere i diritti», ha detto pochi mesi fa, quando, a 82 anni, è tornato a gestire in prima persona l' azienda. Ma quelle sue parole ora suonano particolarmente stonate. Sarebbe stato sufficiente mantenere gli impegni presi con uno Stato fin troppo generoso con voi, non crede, signor Benetton?
Non era difficile: un po' meno utili e un po' più investimenti.
Un po' meno di shopping in giro per il mondo, un po' più di sicurezza per i viaggiatori. Ma ora mi sembra tardi. E allora, di fronte alla disumana freddezza di quel vostro comunicato, chiedo al ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli, responsabile della pratica: ma è proprio necessario che metà delle nostre autostrade siano gestite da questi signori? Il cambiamento non dovrebbe passare di qui? Mettendo fine all' impero dell' United Colors of Pedaggio?
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