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Elenco blog personale

06/03/25

armiamoci e diamo soldi agli usa? Non strategia, è suicidio,invece facciamo una difesa ue totale ossia con pochi generali e le armi ce le costruiamo noi,

 Il progetto della presidente Von der Leyen sul riarmo nazionale non è quello che serve all'Europa.

Noi abbiamo bisogno di una difesa comune europea e non del riarmo dei 27 eserciti degli Stati membri.
Abbiamo bisogno di più Europa, di investire nel sociale per dare le risposte alla crisi economica che attanaglia il vecchio continente. La corsa al riarmo significherebbe finanziare l'industria delle armi americana. Tagliare i fondi per ridurre le diseguaglianze economiche e sociali sarebbe un errore strategico. Segnerebbe una sconfitta per tutti noi perché significherebbe consegnare l'Europa alla destra. Dunque, cessate il fuoco, costruiamo la difesa europea e rilanciamo la pace. La vera sicurezza non si basa sulle armi.



05/03/25

per me sono stati quelli come Netanyahu a fare il tutto, altrimenti non si spiega

dovrebbero scavare di più, secondo me non solo sapevano ma hanno assecondato per fare quello che hanno fatto e stanno facendo, vogliono i palestinesi fuori dalla loro terra del loro dio, maledetti da tutti gli altri dei, insomma mica ci vuole un genio per capire, penso che la cosa poi è stata più cruenta e allora le ripercussioni più crudeli,  Netanyahu è un criminale epoi amico di un trump, 

che ti aspetti, vogliono terre e soldi e l'unica coda 

da fare è isolarli, non comperare i loro prodotti

riconoscere la palestina, e aspettare che ci sia veramente dio

che li metta a morite come hanno fatto agli altri,sono

assassini,criminali,sono merde




https://www.dagospia.com/cronache/abbiamo-fallito-nell-impedire-massacro-7-ottobre-shin-bet-l-agenzia-426734 

“ABBIAMO FALLITO NELL’IMPEDIRE IL MASSACRO DEL 7 OTTOBRE” - LO SHIN BET, L'AGENZIA PER LA SICUREZZA INTERNA ISRAELIANA, SI COSPARGE IL CAPO DI CENERE: “AGENDO DIVERSAMENTE, SIA NEGLI ANNI PRECEDENTI CHE NELLA NOTTE DELL'ATTACCO, IL MASSACRO AVREBBE POTUTO ESSERE IMPEDITO” – UNO SCENARIO CHE FA INCAZZARE ANCORA DI PIÙ LE FAMIGLIE DELLE VITTIME CHE PUNTANO IL DITO CONTRO IL GOVERNO DI NETANYAHU: SI È SCOPERTO CHE, NEI GIORNI PRIMA DELL’ASSALTO DI HAMAS, ALCUNE SOLDATESSE DI BASE A NAHAL OZ, AVEVANO LANCIATO L’ALLARME AI GENERALI, MA…


20/02/25

TRUMP, PUTIN E MUSK SONO LA MORTE DELLA DEMOCRAZIA DELL'OCCIDENTE, GIOVANI SVEGLIATEVI, NE VA DELLA VOSTRA LIBERTà

 https://www.dagospia.com/cronache/in-russia-i-propagandisti-putin-sognano-riportare-alcuni-pezzi-europa-425231


DICO AI GIOVANI CHE COSì SAREBBE SCHIAVITù,TORNEREBBE LA PATRIA PODESTà CHE VUOL DIRE CHE IL PADRE COMANDA E PICCHIA CHI GLI PARE E NON COMMETTE REATI, VUOL DIRE CHE SE SEI ATEO VAI IN GALERA, VUOL DIRE PER LE DONNE TORNARE AL MEDIO EVO,NON è TANTO TEMPO FA CHE ALCUNE COSE SE LE FACEVI ERI IN CONDANNA MORALE SE TI ANDAVA BENE ,IO AD ESEMPIO A SCUOLA ,LA SUPERIORE, MI SI VIETò DI LEGGERE UN ROMANZO PERCHè PECCAMINOSO, ERA IL ROSSO E NERO DI Stendhal, ILPROFESSORE DI RELIGIONE AI MIEI 17 ANNI PROBì DI LEGGERE QUESTO ROMANZO CHE è UN CAPOLAVORO, E IO USCII DALLA CLASSE E PER L'ORA DI RELIGIONE NON CI FUI PIù, IN QUELL'ANNO APPUNTO FUI RIMANDATA IN ITALIANO PERCHè DIFESI LA MONCA DI MONZA PERCHè COSTRETTA A FARSI SUORA SENZA NESSUNA VOCAZIONE E IL PROFESSORE DI ITALIANO RELIGIOSISSIMO MI RIMANDò,GIOVANI PENSATECI BENE PERCHè LA LIBERTà NON TE LA REGALA NESSUNO, LA DEVI DIFENDERE SEMPRE

“PERCHÉ NON CREARE UNA COALIZIONE MILITARE TRA USA E RUSSIA E DIVIDERE L’EUROPA?” – IN RUSSIA, I PROPAGANDISTI DI PUTIN SONO ECCITATI DALLE SPARATE DI TRUMP ANTI-ZELENSKY E CONTRO L’UE E SOGNANO DI RIPORTARE ALCUNI PEZZI DI EUROPA SOTTO LA SFERA D’INFLUENZA DI MOSCA: “AVREMO LE NOSTRE BASI COME NEL 1814 A BERLINO E PARIGI. L’EUROPA RISPARMIERÀ DENARO SUL COMPLESSO MILITARE-INDUSTRIALE E NON DOVRÀ PREOCCUPARSI DI NULLA” (A FARE QUESTE IPOTESI SONO GLI STESSI CHE FINO A POCO TEMPO FA DISCETTAVANO SU QUALE CITTÀ AMERICANA COLPIRE PER PRIMA CON UN MISSILE NUCLEARE) - POCHI GIORNI FA, IL “MOSKOVSKIJ KOMSOMOLETS” HA PUBBLICATO UN RESOCONTO IMMAGINARIO DELLA CONVERSAZIONE TELEFONICA TRA TRUMP E PUTIN: “CIAO VLADIMIR! COSA NE DICI DI DIVIDERCI IL MONDO?”, “CARO DONALD, COSA HO SEMPRE DETTO IO? FACCIAMOLO!”



18/02/25

Giorgia Meloni e Mario Draghi sono due falliti?

 Giorgia Meloni e Mario Draghi sono due falliti?




Oggi vi dirò quello che nessuno vi dirà.
Trump, escludendo i leader europei dai colloqui con Putin, ha mandato loro il seguente messaggio: “Cari leader dell’Unione europea, siccome siete un gruppo di falliti e di mezzi scemi; siccome non avete saputo gestire la situazione con la Russia SUL VOSTRO STESSO TERRITORIO prima dell’invasione e durante la guerra; siccome AVETE SBAGLIATO TUTTE LE DECISIONI E TUTTE LE PREVISIONI; siccome l’Ucraina è distrutta e smembrata; siccome eravate certi che gli ucraini avrebbero sconfitto i russi; siccome pensavate che la NATO avesse armi infinite; allora io, trattandovi come un gruppo di falliti, di idioti e di imbecilli, prendo tutte le decisioni da solo e do a Putin le garanzie che il CENTO PER CENTO dei cittadini russi chiedeva all’Europa per la loro sicurezza”. Queste cose nessuno le dirà in Italia perché Mario Draghi e Giorgia Meloni sono tra i leader europei stra-falliti che hanno sbagliato tutto in Ucraina. Questi due grandissimi stra-falliti politici, mezza-Giorgia e super-Mario, hanno buttato i nostri soldi e le nostre armi in una guerra persa in partenza che sarà pagata soprattutto dai poveri del presente e del futuro. Non abbiate paura di parlare. Usate la cultura per difendere i deboli e gli oppressi. Lottate per un mondo migliore.
Sono arrabbiato perché l’avevo detto che sarebbe finita così.
Solidarietà con il popolo ucraino.
Affetto e vicinanza a tutti i bambini ucraini che avranno una schifosa vita da orfani a causa della guerra armata dalla stra-fallita Giorgia e dallo strafallito Mario.

https://x.com/orsiniufficiale/status/1891414737402863930...

16/02/25

)EURODELIRI Marco Travaglio



(N)EURODELIRI
Marco Travaglio FQ 16.11”25
Il problema non è se l’Ue sarà invitata ai negoziati per l’Ucraina: alla fine uno sgabello, magari dietro la porta delle cucine come quello di Peter Sellers in Hollywood Party, salterà fuori.
La vera domanda è cosa ci andrà a fare, visto che da tre anni bandisce e sabota ogni negoziato.
Eppure, fino all’invasione russa, Francia e Germania avevano fatto di tutto per scongiurarla.
Nel 2008, a Monaco, Merkel e Sarkozy si opposero all’ingresso di Kiev nella Nato: l’invitato Putin li ringraziò, mentre Condoleezza Rice scoppiò in lacrime in piena crisi isterica.
Due anni dopo, la rielezione del presidente neutralista Yanukovich – cacciato nel 2004 dal golpe bianco di piazza Maidan pilotato da Usa e Uk – confermò la bontà della loro scelta.
Ma nel 2014 Yanukovich fu di nuovo rovesciato dal secondo golpetto yankee di piazza Maidan al grido “Fuck Eu!” e iniziò la guerra civile fra Kiev e le regioni russofone di Donbass e Crimea.
E subito Merkel e Hollande patrocinarono gli accordi di Minsk 1 e 2: cessate il fuoco e ritorno del Donbass all’Ucraina in cambio dell’autonomia speciale. Impegni traditi da Poroshenko e Zelensky, che puntarono dritto alla Nato facendo precipitare la situazione.
Eppure fino al 24 febbraio 2022, mentre Biden annunciava ogni giorno l’invasione russa perché non vedeva l’ora, Macron e Scholz le provarono tutte per placare l’ira di Putin: sminando il terreno dalla Nato e insistendo su Minsk.
Ma Zelensky, ostaggio di nazionalisti e nazisti, rifiutò.
E i russi entrarono.
Da allora l’Ue ha avuto mille occasioni per riscoprire il suo ruolo naturale di mediatore anziché regalarlo a Erdogan, Bennett, Francesco, Xi, Orbán e Trump.
Poteva sostenere l’intesa russo-ucraina a Istanbul nell’aprile ’22: invece si accodò ai sabotatori Johnson&C. Poteva spingere Zelensky a trattare nell’ottobre ’22, dopo la prima controffensiva ucraina: invece lo spinse a “combattere fino alla vittoria” e a vietarsi per decreto di negoziare con Mosca.
Poteva far suo l’appello del generale Usa Mark Milley nel novembre ’22 a usare lo stallo per trattare: invece lo ignorò e si svenò per la controffensiva ucraina del ’23, che non ottenne nulla, a parte altre 100 mila vittime. Poteva appoggiare Orbán e Scholz, che riaprirono i canali con Putin prima dell’arrivo di Trump: invece li scomunicò.
E affidò la sua politica estera a Kaja Kallas, fanatica russofoba che viene dall’Estonia (1,3 milioni di abitanti) e ora vaneggia di inviare truppe a Kiev, seguitare ad armare Zelensky anche senza guerra e aumentare le spese militari mentre Trump vuol dimezzare le sue.
Mettiamo che, per carità cristiana, qualcuno le tenga libero uno strapuntino: sarebbe la prima volta nella storia che, a un tavolo di pace, uno si alza e dice che preferisce la guerra.

11/02/25

Pasquale Tridico, ex Presidente dell’INPS e europarlamentare del M5S, ha commentato con sorpresa e delusione la recente puntata di FarWest, programma condotto da Salvo Sottile,andata in onda su Rai3 e dedicata al Reddito di Cittadinanza.

 



Pasquale Tridico, ex Presidente dell’INPS e europarlamentare del M5S, ha commentato con sorpresa e delusione la recente puntata di FarWest, programma condotto da Salvo Sottile,andata in onda su Rai3 e dedicata al Reddito di Cittadinanza.

Attraverso un’analisi dettagliata, Tridico ha evidenziato a suo parere diverse criticità del programma, sottolineando la mancanza di equilibrio, il taglio ideologico e l’assenza di un reale confronto sui dati, ecco quanto dichiarato da lui stesso:
1️⃣ Intervista parziale: la mia testimonianza è stata trasmessa solo in parte, privandola del giusto contesto.
2️⃣ Nessun contraddittorio: presenti solo giornalisti apertamente contrari al Reddito di Cittadinanza
3️⃣ Scelta discutibile degli ospiti: spazio a Vittorio Feltri, privo di competenze sul tema.
4️⃣ Dati omessi: le truffe sul Reddito di Cittadinanza sono state solo l’1,7% della spesa totale, molto meno di altre misure assistenziali.
5️⃣ Nessuna analisi comparativa con altre prestazioni sociali, dove le frodi raggiungono il 6-7%.
6️⃣ Vere responsabilità ignorate: CAF e intermediari che hanno truffato non sono stati messi al centro del dibattito.
7️⃣ Controlli rigidissimi: l’INPS ha bloccato oltre 11 milioni di domande sospette prima dell’erogazione.
8️⃣ Silenzio sull’evasione fiscale, che supera i 100 miliardi l’anno, mentre i controlli sul Reddito di Cittadinanza hanno smascherato molti evasori.
9️⃣ Dimenticato il ruolo del Reddito di Cittadinanza durante il Covid, quando ha salvato milioni di famiglie in difficoltà.
🔟 Ignorato l’impatto positivo: oltre 3 milioni di persone uscite dalla povertà grazie al Reddito di Cittadinanza.
Tridico ha concluso dichiarando:
“Purtroppo, FarWest ha perso un’occasione per fare vero servizio pubblico, offrendo un racconto completo e imparziale. Un vero peccato. Pensavo che questo programma fosse diverso.”
Cosa ne pensate?

08/02/25

accordi disaccordi, bella trasmissione malgrado i sechi e i bocchino

 Guarderò Sechi, con la stessa gioia con la quale ho ammirato, la busta paga, scendere del 5% grazie ai suoi padroni.






Eh già, dal 1986, eravamo al palo con gli stipendi, poi con degli emeriti incapaci privi di cultura e istruzione, senza una visione, neanche miope, della produzione industriale, senza capire l'importanza della sanità, del welfare, favorendo quella privata e le assicurazioni, con un inflazione negli ultimi 30 anni pari almeno al 20/30% e con l'euro che ci ha dimezzato il potere d'acquisto.
Senza pensare che, uno Stato, senza istruzione, è un recinto di sub cultura, 10 milioni di poveri e stanno continuando a finanziare i camerieri del giornalismo.
Non esiste un futuro per gli italiani, per evitare pagare le pensioni, stanno facendo terra bruciata, per favorire una selezione naturale di raccomandati, parenti, mafiosi e lecchini... a discapito degli umili, degli ultimi, dei fragili e dei cittadini in generale.
Tassazione Irpef e poi Iva (doppia tassazione su unica forza lavoro è criminale per i diritti umani), benzina+ accise+ iva (imposta indirettavsu imposta su indiretta) anche sulle accise è un metodo da strozzini.
Bisogna cambiare rotta.



06/02/25

IL BUIO NELL'ANIMA

 IL BUIO NELL'ANIMA


E pensare che è considerato il popolo eletto, mentre è fatto solo di stessa misera Umanità. In uno Stato siamo TUTTI cittadini uguali senza etnie e razza, e sarebbe il caso che ognuno pagasse per le sue singole responsabilità. Il razzismo nasce dove un gruppo si fa setta religiosa, ideologica, solidale alle sue leggi, costumi, diventando un isolato enclave, alieno ad ogni integrazione col contesto sociale che lo ospita.
Per quello che hanno sofferto gli ebrei dovrebbero essere saggi e giusti, modello di virtù ed empatia, invece sono demoni come tutti gli altri perché la Storia non ha anima.
Non li giustifico per quello che fanno oggi, come per l'odio che hanno ricevuto da sempre. Leggo in chiave diversa le loro persecuzione storica dovuta, a mio avviso, alla capacità di controllare finanziariamente l'economia dei popoli che li ospitano. Oggi le maggiori istituzioni finanziarie mondiali sono guidate da ebrei.
Gesù cacciò i mercanti dal Tempio. Forse è questa la verità sulla sua morte.
USURA
E' un mal sottile a cui tutto si arrende,
e che da sempre all'uomo il ben contende.
Attacca come un microbo invadente
Perché sfrutta la fame della gente.
Si mostra amica quando ti bisogna,
E ti accompagni a lei senza vergogna.
Ma cambia faccia tutta in un momento,
Se manchi ad un suo solo appuntamento.
Lentamente ti stringe in una morsa
E il tuo debito aumenta in una corsa
Che poi non ferma più la sua salita
Con la condanna ad un inferno a vita.
Il sorriso che dà in usura il conio
Appartiene alla faccia del demonio.
Fabio Desio

Perché una bugia venga creduta, almeno dai più boccaloni, bisogna che tutti raccontino solo quella.

 IL BALLO DELLE BALLE



Marco Travaglio FQ 06.02”25
Oltreché come governanti, questi destri sono pessimi anche come bugiardi.
Perché una bugia venga creduta, almeno dai più boccaloni, bisogna che tutti raccontino solo quella.
Se ne inventano altre incompatibili, non funziona. È ciò che sta avvenendo da quando il governo ha fatto liberare e riconsegnare alla Libia il torturatore Almasri che la polizia e i giudici italiani avevano arrestato su mandato della Cpi.
Eppure, per evitare la figuraccia, non c’era nemmeno bisogno di mentire. Bastava dire la verità: il governo è ricattato da autorità e clan libici che, se non li assecondiamo, ci inondano di migranti.
Invece la Meloni s’è fissata di non essere ricattabile.
Così inizia il ballo delle balle, che però si elidono a vicenda.
Il 21 gennaio Nordio dice di aver ricevuto la richiesta d’arresto della Cpi e la sta valutando. Ma ha perso due giorni: tempo scaduto, Almasri esce e torna in Libia sul volo di Stato.
Il 22 Tajani parla di “errori” dei giudici italiani. FdI dice che “il governo è estraneo al rilascio” e la Cpi ha chiesto l’arresto “solo quando Almasri ha lasciato la Germania per giungere in Italia”.
Il 23 Tajani cambia idea: “L’Aia non è la bocca della verità, si possono avere opinioni diverse. Siamo un Paese sovrano e facciamo la nostra politica”. Quindi ha deciso il governo. Ma Piantedosi rivela in Senato che, mentre Nordio leggeva le carte, lui aveva già capito tutto, espellendo Almasri per la sua “pericolosità sociale”. Però si scorda di avvisare FdI, che continua a dare la colpa ai giudici di Roma (dovevano tener dentro Almasri) e dell’Aia (dovevano arrestarlo in Germania).
Il 27 il sen. Balboni (FdI) incolpa la “polizia giudiziaria” che “non ha avvertito Nordio e gli atti sono arrivati il 21, dopo la scarcerazione disposta dalla Corte d’appello” (che però aveva avvisato Nordio il 19).
Il 28 la Meloni viene avvertita dal pm Lo Voi della denuncia di Li Gotti al Tribunale dei ministri e dice che ha deciso il governo per la “sicurezza della nazione”.
Il 29 Donzelli (FdI) la smentisce: “Non è il governo che ha scarcerato Almasri: è la Corte d’appello. Nordio non poteva far altro perché la Cpi non gli ha inviato le carte”: quelle che Piantedosi dice di aver ricevuto.
Il 30 Tajani ammette che le ha avute pure Nordio: purtroppo “erano 40 pagine in inglese da tradurre, non è così semplice”.
Ieri Nordio dice alla Camera che la richiesta della Cpi era “in inglese e non tradotta, con allegati in arabo”, ma era pure “incoerente”, contro “le regole del diritto”, cioè “nulla”. Quindi, anche se in inglese e in arabo, l’aveva letta e pure capita, al punto di assolvere il boia: che c’entrano l’inglese e l’arabo?
Purtroppo s’è scordato di coordinare le balle con Piantedosi, che Almasri lo condanna come “pericoloso”: i suoi interpreti conoscono l’inglese e l’arabo, quelli di Nordio solo il trevigiano.

30/01/25

MENZOGNE EVERSIVE

 Editoriale di Marco Travaglio




Il Fatto Quotidiano
MENZOGNE EVERSIVE
Nel novembre 2020, mentre stava scrivendo il Pnrr e affrontando la seconda ondata di Covid e le imboscate di Renzi per rovesciare il governo, il premier Giuseppe Conte fu denunciato da Fratelli d’Italia alla Procura di Roma per peculato: l’accusa era di aver mandato la scorta che lo attendeva sotto casa a “salvare” la sua compagna assediata da una troupe delle Iene nel supermercato sull’altro lato della strada, a una decina di metri. La Procura non archiviò, ma iscrisse il premier per peculato, gli notificò l’iscrizione e, come prevede la legge, girò la denuncia al Tribunale dei ministri che, sentiti tutti i protagonisti incluso l’inviato delle Iene, la archiviò nel marzo 2021 perché era tutto falso. Conte non mostrò l’avviso dei pm a favore di telecamera, non gridò al complotto, si mise a disposizione dei magistrati e attese l’esito dell’indagine. Ne parlò il 3 dicembre rispondendo a un cronista in conferenza stampa: “Ho ricevuto attacchi personali a me e alla mia compagna, e mi spiace molto… Un’esponente di FdI mi accusa di uso improprio della scorta, ma è completamente falso: la mia compagna non ha preso l’auto di scorta, io non ho mandato la scorta, che era lì per me in attesa che scendessi. L’uomo della scorta è intervenuto perché ha visto concitazione e trambusto”. Mesi prima Conte era stato denunciato dai parenti delle vittime del Covid per la mancata zona rossa in Val Seriana: i pm di Bergamo l’avevano sentito per tre ore nel giugno 2020 a Palazzo Chigi e tre anni dopo, a fine inchiesta, l’avevano indagato con Speranza e altri 18 fra politici e funzionari per epidemia colposa aggravata e omicidio colposo plurimo: cioè per una strage di almeno 4.148 vittime. Anche allora fu avvisato dai pm prima che il fascicolo passasse al Tribunale dei ministri. E neppure allora gridò al complotto in tv. Espresse fiducia nei magistrati: “Sono assolutamente tranquillo e a disposizione: ho già fornito ai pm tutte le informazioni in mio possesso e ora, se ci sarà un’altra occasione, fornirò ancora la massima disponibilità”. Il Tribunale archiviò tutto 40 giorni dopo perché “il fatto non sussiste”.
La differenza fra un politico corretto e Giorgia Meloni è tutta qui. Nei confronti della premier i pm di Roma hanno seguito la legge e la prassi: quando arriva una denuncia circostanziata, come quella dell’avvocato ed ex sottosegretario Luigi Li Gotti contro Meloni, Nordio, Piantedosi e Mantovano per il mancato arresto di Almasri, dovendo affidarla subito e “omessa ogni indagine” al Tribunale dei ministri, non possono archiviarla. Devono iscrivere nel registro degli indagati i denunciati e informarli dell’indagine, perché possano nominare un avvocato e presentare memorie difensive.
La Meloni può non saperlo, ma lo sanno i suoi tre coindagati: i magistrati Mantovano e Nordio e il prefetto Piantedosi, che certamente gliel’hanno spiegato. Lei però ha deciso di buttarla in caciara, anzi in congiura, con quel video sgangherato ed eversivo in cui addita la Procura di Roma che compie un atto obbligato come un covo di golpisti che vogliono “ricattarla” e “intimidirla” per rovesciare il governo; e mente per la gola approfittando dell’ignoranza di molti sull’iter tecnico dei reati ministeriali. 1) Quello che sventolava non era un avviso di garanzia: al momento i pm non la accusano di nulla, la informano soltanto della denuncia e dell’indagine. 2) Nessuna inchiesta a orologeria collegata a riforme o altro. I tempi della notifica dipendono dalla denuncia di Li Gotti, che a sua volta dipende da un atto compiuto (anzi non compiuto) dal suo ministro della Giustizia: il mancato arresto dell’aguzzino libico Almasri, inseguito da un mandato di cattura internazionale della Corte dell’Aja. Che l’Italia, salvo uscire dallo Statuto di Roma che l’ha istituita, era obbligata a eseguire, anziché restituire il criminale alla Libia su un volo di Stato perché tornasse a torturare migranti e a violentare bambini. 3) Nessuna notifica dei pm può intimidire o ricattare la premier (ricattata, semmai, dalla Libia): probabilmente la denuncia sarà archiviata; se invece non lo fosse, non ci sarebbe comunque alcun processo perché per i reati ministeriali serve l’autorizzazione a procedere delle Camere, e il centrodestra non ne ha mai concessa una; se poi ci fosse un processo, i ministri imputati resterebbero al loro posto (come han fatto Salvini, Santanchè e Delmastro).
4) Li Gotti non è affatto un uomo di sinistra o di Prodi: ex esponente del Msi e di An, poi passato all’Idv di Di Pietro, assiste da sempre come avvocato pentiti di mafia (da Buscetta in giù) e rappresentanti delle forze dell’ordine, inclusa la famiglia del commissario Calabresi ucciso da un commando di Lotta continua. 5) Idem il procuratore Lo Voi, uomo di spicco di MI, la corrente togata di destra. 6) È falso che, restituendo alla Libia il torturatore, il governo abbia tutelato l’Italia: ha tutelato l’aguzzino e i suoi mandanti in barba all’articolo 378 del Codice penale, che punisce fino a 4 anni “chiunque aiuta taluno a eludere le investigazioni dell’Autorità, comprese quelle svolte da organi della Corte penale internazionale, o a sottrarsi alle ricerche effettuate dai medesimi soggetti”. E il riferimento alla Cpi fu aggiunto dalla legge n. 237 del 20.12.2012, che ne recepiva lo Statuto. Votata da tutti i partiti, inclusi quelli di destra che ora gridano al complotto riuscendo a commettere un altro reato, punito dall’articolo 668 del Codice penale: l’“abuso della credulità popolare”.
Il Fatto Quotidiano
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26/01/25

danno giudiziario

 


Mentre migliaia di magistrati con la Costituzione in mano uscivano dalle aule dell’anno giudiziario quando parlavano i rappresentanti dello sgoverno, più di tante parole colpiva un silenzio: quello del presidente Mattarella, garante supremo della Costituzione e dunque anche del potere giudiziario.

Ma forse è meglio così: l’ultima volta che ha aperto bocca è stato per elogiare un ex premier pregiudicato per corruzione e finanziamento illecito che, dopo aver vilipeso la Giustizia del suo Paese, vi si era sottratto dandosi alla latitanza in Tunisia. Non resta che rimpiangere Pertini, Scalfaro e Ciampi che, quando i governi attaccavano la magistratura, trovavano sempre il modo di farsi sentire e, quando ricevevano leggi indecenti e incostituzionali, le rispedivano indietro anziché firmarle.
Non è la prima volta che le toghe protestano: il primo sciopero fu nel 1991, contro le picconate di Cossiga; il secondo nel 2002, contro le porcate di B. e del suo ingegner ministro Castelli, che pochi mesi prima avevano indotto il grande Borrelli a lanciare il suo “resistere resistere resistere”. A riprova del fatto che oggi in Italia non c’è alcuna “svolta”, tanto meno “fascista”, “trumpiana” od “orbaniana”: solo gli ultimi cascami del berlusconismo.
L’altra differenza rispetto all’infame trentennio è che allora la società civile era viva e attiva: Girotondi, Popolo Viola, V-Day e MeetUp di Grillo. Oggi è addormentata, impotente, sfibrata, sfinita, rassegnata. Un po’ perché l’indignazione non è eterna, un po’ perché ci sono problemi di sopravvivenza più urgenti, un po’ perché la magistratura ha perso consenso per scandali veri e accuse false. Ma anche per gli errori dell’Anm, che non è riuscita a comunicare efficacemente i danni causati dalle schiforme ai cittadini. E ha perso credibilità criticando e isolando un ottimo ministro come Bonafede che realizzava le aspettative dei magistrati e delle persone perbene con le uniche serie riforme anticorruzione, antimafia e antievasione degli ultimi 30 anni, e poi balbettando sulle boiate della Cartabia, salvo scioperare tardivamente contro l’ordinamento giudiziario escogitato dalla ministra-sciagura dei sedicenti “migliori”. Poi ci sono le responsabilità della cosiddetta “sinistra” – il Pd e i suoi derivati – che oggi si batte a parole contro la separazione delle carriere dopo averla sdoganata varie volte in nome di un “garantismo” di cui ignorano financo il significato. Dalla Bicamerale del 1997 alla mozione congressuale presentata nel 2022 da Serracchiani, Delrio, Guerini, Alfieri, Malpezzi, Orfini &C.: “Il tema della separazione delle carriere appare oggi ineludibile per garantire un giudice terzo e imparziale”.
L’opposizione è una cosa troppo seria per affidarla a gente così.

Il Fatto Quotidiano, 26 gennaio. 
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25/01/25

"LA PREDIZIONE PIÙ AGGHIACCIANTE DI TUTTE"

 "LA PREDIZIONE PIÙ AGGHIACCIANTE DI TUTTE"



Il 2 febbraio 1905 nacque a San Pietroburgo la filosofa e scrittrice statunitense di origine russa Alissa Zinovievna, più conosciuta nel mondo della letteratura come Ayn Rand.
E disse:
"Quando ti accorgerai che per produrre devi ottenere il permesso di chi non produce nulla;
quando vedrai che il denaro fluisce verso chi non traffica in beni, ma in favori;
quando percepirai che molti diventano ricchi grazie alla corruzione e alle influenze più che al loro lavoro, e che le leggi non ti proteggono da loro ma, al contrario, proteggono loro da te;
quando scoprirai che la corruzione viene premiata e l’onestà diventa un sacrificio personale, allora potrai affermare, senza timore di sbagliare, che la tua società è condannata."

24/01/25

MARINA LA PURITANA

 MARINA LA PURITANA


A Marina Berlusconi ha risposto Marco Travaglio, in maniera esaustiva. Con dati di fatto, non con parole.

E poi, già il fatto che le abbia dato la solidarietà Matteo Renzi, per lei dovrebbe essere motivo di preoccupazione.
Ci sono le sentenze che parlano. C'è chi le ha lette come Ranucci e Travaglio, e chi...
"Tengo famiglia".
Due parole gliele vorrei dire anch'io, però.
E lo faccio raccontando una favola.

C'era una volta una bambina, figlia di un fabbricante di giocattoli, che non trovava più il suo giocattolo preferito. Tutto ad un tratto non lo trovava più.
Il padre gliene aveva regalati altri 100 ma niente, lei voleva quello.
"Papà, voglio quello" diceva la bimba.
"Purtroppo mi è stato portato via, me l'hanno rubato" rispondeva il padre.

Nel frattempo, un altro padre, autore del furto del giocattolo, lo portò a sua figlia e le disse: "Ecco, adesso è tuo".
La bimba chiese: "Papà, ma è quello di quella bambina che abita più avanti".
"Certo" rispose il padre "Tuo padre quello che vuole lo prende o lo compra. Sempre".
"Te l'ha venduto?"
"Non proprio. Non è stata lei a vendermelo e nemmeno il padre. Diciamo che l'ho comprato presso altri".
"Mi stai dicendo che non l'hai avuto in modo lecito?"
"Ma cosa importa? L'importante è che il giocattolo è tuo".
"No, papà, se non l'hai avuto onestamente io non lo voglio. Non voglio una cosa non mia, mi sentirei sporca".

Questa è la breve favola.
Hai capito la morale di questa favola?
Tu, cara Marina sei presidente della Mondadori, che tuo padre (quello bello e bravo) ha sottratto a De Benedetti, comprando, tramite Previti, una sentenza da un giudice.
È tutto scritto e lo sai bene perché il tuo papà (quello bello e buono) ha dovuto pagare diversi milioncini (se non ricordo male, intorno ai 500 milioni).
Capisci?
Non sei integerrima, come la bambina della favola.
Potevi rifiutare quel posto, proprio come fa la bambina della favola, col giocattolo.
Ma la mia era solo una favola, e tu sei figlia di Berlusconi.

P.s.: E la villa di Arcore? Sai bene come l'ha ottenuta. Lo sai benissimo. Sai cosa avrebbe detto la bambina della favola a tuo padre?
"Papà, restituiscila, l'hai avuta con l'inganno. I miei amici me lo ricorderebbero ogni giorno. Restituiscila a quella ragazza a cui l'hai sottratta con l'inganno. Io voglio essere pulita, non voglio essere sporca. E poi, tu non sei quello bello e buono?"
"Sempre verso cose più basse", puritana.

Rino Ingarozza (15/01/2025)