03/01/17
Mentana si batte le palle da solo, le bufale le ha pure lui stradette,Basta solo il caso della bufala riguardante la famosa Beatrice di Maio, che il tuo TG in pompa magna ci aveva scartavetrato le palle
Caro Chicco non stavi nella pelle stasera, bene spero che questa tua querela venga portata avanti, perché con questa tua mania di protagonismo ti sei tirato la zappa sui piedi.. Basta solo il caso della bufala riguardante la famosa Beatrice di Maio, che il tuo TG in pompa magna ci aveva scartavetrato le palle, come notizia principale, per diverse sere.. Ne vedremo delle belle... 😁
Due premi a Cannes, arriva Il cliente, l'Iran tra tradizione e modernità. CLIP esclusiva
(di Francesco Gallo) - Un appartamento da abbandonare perché il palazzo sta crollando; uno spazio teatrale in cui i due protagonisti, Emad (Shahab Hosseini) e Rana (Taraneh Alidoosti), sono attori dilettanti e infine una nuova casa da vivere (abitata fino a poco tempo prima da una prostituta). Si gioca su tre spazi 'Il Cliente', il film dell'iraniano Ashgar Farhadi, premiato a Cannes per la sceneggiatura e l'interpretazione maschile di Hosseini, che arriva in sala in Italia il 5 gennaio distribuito da Lucky Red. E' una storia familiare, di gelosia, di vendetta, di rapporti umani, di differenti classi sociali e di violenza che si proietta, a pieno diritto, verso gli Oscar: è infatti nella shortlist per il miglior film straniero (statuetta che Farhadi ha già vinto con Una separazione nel 2012) ed è anche nella cinquina per i Golden Globes.
Nel nuovo appartamento, appena occupato da Emad e Rana, accade una cosa intollerabile. Uno sconosciuto, cliente della prostituta, entra nell'abitazione e scambia Rana, da sola in bagno, per la sua amata escort.
Una cosa, questa, intollerabile per Emad che, nonostante sia un iraniano evoluto, ha solo voglia di vendetta, di cancellare l'onta che ha subito. Per lui questo occasionale episodio diventa un'ossessione. Si trasforma così in un detective e va sulle tracce dell'uomo che lo ha offeso. Quei rigurgiti di tradizione, di vendetta che sono montati in Emad, e che forse neppure sapeva di avere, declinano ancora di più verso le regole ancestrali più estreme della sua cultura.
Una cosa, questa, intollerabile per Emad che, nonostante sia un iraniano evoluto, ha solo voglia di vendetta, di cancellare l'onta che ha subito. Per lui questo occasionale episodio diventa un'ossessione. Si trasforma così in un detective e va sulle tracce dell'uomo che lo ha offeso. Quei rigurgiti di tradizione, di vendetta che sono montati in Emad, e che forse neppure sapeva di avere, declinano ancora di più verso le regole ancestrali più estreme della sua cultura.
Mentana che ci possiamo fare, fessi più non siamo?Allora o fai il giornalista o il giornaliaio scegli
M5s: Mentana, giuria popolare? Grillo intanto si trovi avvocato
Il direttore: "Fabbricatori di notizie false è un'offesa non sanabile".
"In attesa della giuria popolare chiedo a Grillo di trovarsi intanto un avvocato. Fabbricatori di notizie false è un'offesa non sanabile a tutti i lavoratori del Tg che dirigo, e a me che ne ho la responsabilità di legge. Ne risponderà in sede penale e civile". Lo scrive sul suo profilo facebook il direttore del tg di La7 Enrico Mentana commentando il post del comico genovese in cui accusa "i giornali e i tg sono i primi fabbricatori di notizie false nel Paese con lo scopo di far mantenere il potere a chi lo detiene".
"In attesa della giuria popolare chiedo a Grillo di trovarsi intanto un avvocato. Fabbricatori di notizie false è un'offesa non sanabile a tutti i lavoratori del tg che dirigo, e a me che ne ho la responsabilità di legge. Ne risponderà in sede penale e civile"
Il direttore: "Fabbricatori di notizie false è un'offesa non sanabile" (ANSA)
ANSA.IT
Una giuria popolare per le balle dei media
di Beppe Grillo Tutti contro Internet. Prima Renzi, Gentiloni, Napolitano e Pitruzzella, poi il ministro della Giustizia Orlando e infine il Presidente Mattarella nel suo discorso di fine anno. Tutti puntano il dito sulle balle che girano sul web, sull'esigenza di…
WWW.BEPPEGRILLO.IT
Enrico Mentana difende Internet, non i "webeti": "Bavaglio assurdo e impossibile,tutti quelli che vanno sul web diano nei profili i loro nome reali, così i troll spariscono
in effetti basterebbe vietare l'anonimato e tutti quelli che vanno sul web diano nei profili i loro nomi reali, così i troll spariscono, perchè è vero che c'è chi da notizie farlocche,ma anche chi disturba e mette scompiglio,sono i troll, hanno multi profili, e sono pagati e da chi? Basterebbe sanzionare questa gente, io ne ho parecchi che mi seguono, li banno ma risorgono dal nulla, li riconosci perchè poi lo stile nello scrivere è quello, cioè quando scrivi hai un modo di fare che è riconoscibile.
Bisognerebbe anche dare direttive ai social di non falsare i dati, lo fanno e di non censurare così a discrezione loro, ossia io ogni volta che si vota vengo non censurata nel profilo,ma nell'andare in home, su tutti i social, che vuol dire c'è lo zampino dei partiti , secondo me piazzano i loro uomini fra i moderatori dei social, questo deve essere proibito e punito.
Anche su facebook se vai bene, ossia hai popolarità ti rallentano il contatore visite, lo capisci perchè come utente hai nella pagina il contatore a sinistra in alto delle visite, poi fai il conto dei trafiletti ecc, e non corrispondono,ossia il web è da regolare,ma non censurare, via i multi profili e che sia accertata l'identità, il resto deve essere libero,io devo potere dire cioè che penso
http://www.huffingtonpost.it/2017/01/03/enrico-mentana-internet_n_13935192.html?utm_hp_ref=italy
È stato lui a coniare il termine "webeti" per indicare il populismo e l'ignoranza di alcuni utenti della rete, ma non si ritrova affatto nella campagna per regolare Internet che è stata lanciata dall'Antitrust. Secondo Enrico Mentana "su carta bianca lasciata a tutti si scrive di tutto. È come la porta del bagno dell'autogrill: ci si può trovare impresso l'appello alla pace del mondo così come "mia cugina è una prostituta". Fa parte del sacrosanto diritto della libertà di espressione". In un'intervista al Fatto Quotidiano il direttore del TgLa7 boccia l'idea di un'agenzia pubblica che monitori le notizie false sul web.
Bisognerebbe anche dare direttive ai social di non falsare i dati, lo fanno e di non censurare così a discrezione loro, ossia io ogni volta che si vota vengo non censurata nel profilo,ma nell'andare in home, su tutti i social, che vuol dire c'è lo zampino dei partiti , secondo me piazzano i loro uomini fra i moderatori dei social, questo deve essere proibito e punito.
Anche su facebook se vai bene, ossia hai popolarità ti rallentano il contatore visite, lo capisci perchè come utente hai nella pagina il contatore a sinistra in alto delle visite, poi fai il conto dei trafiletti ecc, e non corrispondono,ossia il web è da regolare,ma non censurare, via i multi profili e che sia accertata l'identità, il resto deve essere libero,io devo potere dire cioè che penso
http://www.huffingtonpost.it/2017/01/03/enrico-mentana-internet_n_13935192.html?utm_hp_ref=italy
È stato lui a coniare il termine "webeti" per indicare il populismo e l'ignoranza di alcuni utenti della rete, ma non si ritrova affatto nella campagna per regolare Internet che è stata lanciata dall'Antitrust. Secondo Enrico Mentana "su carta bianca lasciata a tutti si scrive di tutto. È come la porta del bagno dell'autogrill: ci si può trovare impresso l'appello alla pace del mondo così come "mia cugina è una prostituta". Fa parte del sacrosanto diritto della libertà di espressione". In un'intervista al Fatto Quotidiano il direttore del TgLa7 boccia l'idea di un'agenzia pubblica che monitori le notizie false sul web.
Enrico Mentana difende Internet, non i "webeti": "Bavaglio assurdo e impossibile, basterebbe vietare l'anonimato"
Il Fatto Quotidiano
Pubblicato: Aggiornato:
Il Fatto Quotidiano
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C'è chi mi dice oggi l'onestà non basta a governare e sono pienamente d'accordo!!! Illuminatemi su queste grandi personalità che ci hanno governato fino ad oggi, vi devo ricordare del trota e la sua lega al governo con Berlusconi? Dobbiamo ricordarci di Prodi e il suo pessimo governo?
C'è chi mi dice oggi l'onestà non basta a governare e sono pienamente d'accordo!!! Illuminatemi su queste grandi personalità che ci hanno governato fino ad oggi, vi devo ricordare del trota e la sua lega al governo con Berlusconi? Dobbiamo ricordarci di Prodi e il suo pessimo governo? Il bomba e le sue pessime riforme? Razzi che ancora oggi é un parlamentare di forza Italia? Sono in attesa dei nomi di questi luminari di spicco che hanno reso il nostro paese una pena totale...
Morta una ragazza in un centro d'accoglienza per mancanza di soccorso.In che paese civile ci vogliono più di 7 mesi per sapere se hai diritto o non ne hai ad avere asilo, per me è solo un affare per le cooperative ed altro che lavorano con l'accoglienza e basta.
A Venezia è morta una ragazza al centro d'accoglienza , l'ex base americana, pare si sia sentita male alle 7 ed abbia avuto i soccorsi alle 15,dopo parecchie ore e questo è da criminali, cioè possibile che accada una cosa così, poi c'è stata la protesta, bè è normale che si sia protestato,però poi dopo questo analizziamo i fatti, lei soccorsa come tanti nel canale di sicilia ,ossia in Africa, e poi in Agosto e ancora in Italia ad aspettare che si appuri se ha diritto o non ad avere asilo, mi chiedo dove accade questo?In che paese civile ci vogliono più di 7 mesi per sapere se hai diritto o non ne hai ad avere asilo, per me è solo un affare per le cooperative ed altro che lavorano con l'accoglienza e basta.
cooperative che sono organizzati benissimo, più di 8 ore per avere soccorso,manco in Africa ci mettono tutto sto tempo, mi chiedo poi l'Europa che ci sta a fare, l'unione del cacchio, si mettano delle regole per l'accoglienza ,chi ne ha diritto l'abbia e subito e chi no, vada rispedito indietro, poi basta andare sulle coste libiche a prenderli, è un incitamento a fare in modo che il mercato del bestiame umano si incrementi e non si fermi più, le mafie gestiscono questo mercato,quelle italiane e quelle africane più le cooperative che ne sono coinvolte, ossia il piddì e la chiesa che poi se vai a vedere in profondità è sempre lei la vecchia diccì
la giovane, Sandrine Bakayoko, era stata trovata priva di conoscenza in uno dei bagni della ex base militare trasformata in un centro di accoglienza che ospita un migliaio di migranti. Inutili le manovre effettuate dai sanitari del 118 per rianimarla: quando l’ambulanza è arrivata al pronto soccorso di Piove di Sacco, riferisce La Nuova Venezia, la ragazza era già morta. Era arrivata in Italia con il fidanzato il 30 agosto, dopo aver affrontato il Mediterraneo su un barcone partito dalla Libia: era ospitata nell’hub in attesa di ricevere una risposta alla sua richiesta d’asilo.
Gli ospiti del centro hanno denunciato un ritardo nei soccorsi: secondo una ricostruzione pubblicata dal Corriere del Veneto, la giovane donna si sarebbe sentita male sotto la doccia intorno alle 7 e l’ambulanza che l’ha portata via intorno alle 15 non sarebbe riuscita a salvarla. “È stata anche colpa della negligenza della cooperativa, l’ambulanza è arrivata solo 8 ore dopo”, avrebbero raccontato alcuni ospiti del centro. Ulteriore complicazione: “La prima ambulanza non ha potuto portarla via ed è dovuta arrivare una seconda ambulanza ma per lei era troppo tardi”. In una nota diramata nella serata di ieri il 118 di Padova afferma di aver ricevuto la richiesta di intervento alle 12.48.
A Venezia è morta una ragazza al centro d'accoglienza , l'ex base americana, pare si sia sentita male alle 7 ed abbia avuto i soccorsi alle 15,dopo parecchie ore e questo è da criminali, cioè possibile che accada una cosa così, poi c'è stata la protesta, bè è normale che si sia protestato,però poi dopo questo analizziamo i fatti, lei soccorsa come tanti nel canale di sicilia ,ossia in Africa, e poi in Agosto e ancora in Italia ad aspettare che si appuri se ha diritto o non ad avere asilo, mi chiedo dove accade questo?In che paese civile ci vogliono più di 7 mesi per sapere se hai diritto o non ne hai ad avere asilo, per me è solo un affare per le cooperative ed altro che lavorano con l'accoglienza e basta.
cooperative che sono organizzati benissimo, più di 8 ore per avere soccorso,manco in Africa ci mettono tutto sto tempo, mi chiedo poi l'Europa che ci sta a fare, l'unione del cacchio, si mettano delle regole per l'accoglienza ,chi ne ha diritto l'abbia e subito e chi no, vada rispedito indietro, poi basta andare sulle coste libiche a prenderli, è un incitamento a fare in modo che il mercato del bestiame umano si incrementi e non si fermi più, le mafie gestiscono questo mercato,quelle italiane e quelle africane più le cooperative che ne sono coinvolte, ossia il piddì e la chiesa che poi se vai a vedere in profondità è sempre lei la vecchia diccì
la giovane, Sandrine Bakayoko, era stata trovata priva di conoscenza in uno dei bagni della ex base militare trasformata in un centro di accoglienza che ospita un migliaio di migranti. Inutili le manovre effettuate dai sanitari del 118 per rianimarla: quando l’ambulanza è arrivata al pronto soccorso di Piove di Sacco, riferisce La Nuova Venezia, la ragazza era già morta. Era arrivata in Italia con il fidanzato il 30 agosto, dopo aver affrontato il Mediterraneo su un barcone partito dalla Libia: era ospitata nell’hub in attesa di ricevere una risposta alla sua richiesta d’asilo.
Gli ospiti del centro hanno denunciato un ritardo nei soccorsi: secondo una ricostruzione pubblicata dal Corriere del Veneto, la giovane donna si sarebbe sentita male sotto la doccia intorno alle 7 e l’ambulanza che l’ha portata via intorno alle 15 non sarebbe riuscita a salvarla. “È stata anche colpa della negligenza della cooperativa, l’ambulanza è arrivata solo 8 ore dopo”, avrebbero raccontato alcuni ospiti del centro. Ulteriore complicazione: “La prima ambulanza non ha potuto portarla via ed è dovuta arrivare una seconda ambulanza ma per lei era troppo tardi”. In una nota diramata nella serata di ieri il 118 di Padova afferma di aver ricevuto la richiesta di intervento alle 12.48.
http://www.ilfattoquotidiano.it/2017/01/03/venezia-rivolta-nel-centro-accoglienza-di-cona-25-operatori-bloccati-per-ore/3293252/
Venezia, rivolta nel centro accoglienza di Cona: 25 operatori bloccati per ore
CRONACA
E' accaduto a Cona, dopo la rivolta scoppiata in seguito alla morte avvenuta all’interno della struttura di una ragazza ivoriana di 25 anni. La protesta è terminate alle 2 della notte, quando sono intervenute le forze dell'ordine
di F. Q. | 3 gennaio 2017
Marco Travaglio FQ 3.1.2017 il giornalismo “firmato” da chi si è costruito una fama di credibilità e risulta autorevole. E infatti è l’antidoto, non il veleno, che allarma questi politici senza elettori e questi giornalisti senza lettori.
Marco Travaglio FQ 3.1.2017
" Il Web, come tutti i media, è avvelenato dai falsi, ciascuno dei quali però ha il suo antidoto: il giornalismo “firmato” da chi si è costruito una fama di credibilità e risulta autorevole. E infatti è l’antidoto, non il veleno, che allarma questi politici senza elettori e questi giornalisti senza lettori. Che, persi i contatti con la realtà e dunque con la gente, si giocano l’ultima carta per non morire. La carta più vecchia e disperata del mondo: la censura."
" Il Web, come tutti i media, è avvelenato dai falsi, ciascuno dei quali però ha il suo antidoto: il giornalismo “firmato” da chi si è costruito una fama di credibilità e risulta autorevole. E infatti è l’antidoto, non il veleno, che allarma questi politici senza elettori e questi giornalisti senza lettori. Che, persi i contatti con la realtà e dunque con la gente, si giocano l’ultima carta per non morire. La carta più vecchia e disperata del mondo: la censura."
Marco Travaglio FQ 3.1.2017
Da quando gli elettori han cominciato a votare contro il Sistema, cioè come pareva a loro disobbedendo sistematicamente agli ordini di scuderia trasmessi dai sottostanti media tradizionali, il Sistema si è ben guardato dal domandarsi perché la gente gli preferisca qualunque cosa, anche la più rischiosa: un salto nel buio come la Brexit nel Regno Unito, un miliardario a forma di banana come Trump negli Stati Uniti, un movimento fondato da un comico come i 5Stelle in Italia. Non potendo ammettere di stare sulle palle al cittadino medio per i danni che gli hanno provocato con le loro politiche demenziali, lorsignori si sono inventati una scusa autoconsolatoria: il problema non siamo noi, anzi siamo sempre i migliori; il problema sono gli elettori che, fuorviati e sviati e traviati dal Web, credono alle bufale della Rete e scelgono ciò che è peggio per loro nell’illusione che sia il meglio. Soluzione: controlliamo il Web come già controlliamo (direttamente in Italia, indirettamente in altri Paesi) le tv e i giornali, ripuliamolo dalle bugie e soprattutto dalle verità che non ci piacciono (ribattezzate “post verità” da chi ha fatto le scuole alte), così le pecorelle smarrite ritroveranno il buon pastore e torneranno docili all’ovile.
Ora, che centinaia di milioni di persone votino suggestionate da false credenze, illusioni propagandistiche e autentiche menzogne è un fatto piuttosto noto e antico. Altrimenti Mussolini e Hitler non sarebbero saliti al potere in seguito a regolari elezioni, né avrebbero goduto di tanto consenso per tanto tempo, così come Stalin e altri tiranni. Ma anche molti capi di Stato e di governo democratici. E non solo italiani. L’espressione “post verità” viene usata per spiegare la vittoria di Trump, come se fosse il primo presidente Usa eletto perché racconta balle. E le bugie della Clinton, allora (dalla polmonite ai finanziatori della sua fondazione)? E le post-verità del marito Bill ai tempi della Casa Bianca, non solo su Monica Lewinsky, ma anche sulle “guerre umanitarie” in Jugoslavia&C.? E quelle di Bush jr. & Blair per “esportare la democrazia” a suon di bombe in Afghanistan e in Iraq, in base a prove farlocche sui legami fra i talebani e Bin Laden e sulle armi di distruzione di massa di Saddam?
Veniamo a noi, che di post-verità, ma soprattutto di pre-balle, siamo primatisti mondiali. Per 40 anni, dopo il quinquennio degasperiano, gli italiani votarono un partito di corrotti e di bugiardi come la Dc, per paura che vincessero i noti mentitori del Pci, che spacciavano la tragedia del socialismo reale come il paradiso in terra.
Poi, per vent’anni, la maggioranza (sia pure molto relativa) degli italiani stravide per il più grande ballista del dopoguerra, nell’illusione di una rivoluzione liberale che non arrivò mai perché B. aveva priorità più impellenti (non fallire e non finire in galera). Dopodiché caddero in preda ad altri incantesimi: il mito napolitan-montiano dei “tecnici” di larghe intese, scesi dall’Olimpo per salvarci dallo spread. Un disastro. Vaccinati da vent’anni di berlusconismo, gl’italiani punirono quell’orrido inciucio nel 2013 e Re Giorgio dovette inventarsi una nuova menzogna – la Grande Riforma Costituzionale, panacea di tutti i mali – per ribaltare le urne, riciclare l’ammucchiata destra-sinistra e tagliar fuori gli anti-Sistema (ribattezzati “populisti” da chi ha fatto le scuole alte). Altro fiasco epocale: il governo Letta sbriciolato in nove mesi, il governo Renzi – degno erede della tradizione ballistica berlusconiana – sfanculato al referendum con Grande Riforma incorporata. Ora, siccome tra un anno le elezioni saranno proprio obbligatorie, si tenta di correre ai ripari con altre patacche. Tipo la “disomogeneità” delle leggi elettorali di Camera e Senato. Peccato che l’abbiano voluta Napolitano e Mattarella, avallando e promulgando Italicum per la sola Camera (al Senato restava il Consultellum nella speranza che gli italiani abolissero le elezioni). E questa come si chiama, se non post-verità? Solo che a raccontarla è il presidente della Repubblica che l’altra sera ci ha messi in guardia dalle “falsificazioni del web” e da quell’altro “insidioso nemico della convivenza, su cui tutto il mondo si interroga”: “L’odio come strumento di lotta politica”. Sai che novità: basta rileggere i dibattiti d’aula degli anni 50-60-70 tra Dc e Pci per fare del Parlamento attuale un convento di orsoline. Quella si chiama dialettica fra maggioranza e opposizione. L’“odio” è una ridicola categoria introdotta in politica da B., sedicente fondatore del Partito dell’Amore, per squalificare i pochi che si opponevano davvero. Oggi il presidente e il Pd la riesumano in condominio col “populismo” per screditare i pochi che si oppongono davvero. E soprattutto imbavagliarli. Infatti Mattarella ha aggiunto: “Tutti, particolarmente chi ha più responsabilità, devono opporsi a questa deriva per preservare e difendere il Web da chi vuole trasformarlo in un ring permanente, dove verità e falsificazione finiscono per confondersi”. E quando mai Mattarella è insorto contro le falsificazioni di tv e giornali? Bugie così gravi da truccare le elezioni. Se tutti i media avessero sconfessato le balle di B. sulla persecuzione giudiziaria, ce lo saremmo levato dai piedi un po’ prima. Se tutti avessero scritto la verità su Expo, Giuseppe Sala non sarebbe sindaco di Milano. E se Renzi e la stampa e le tv al seguito non avessero associato il No referendario all’Apocalisse per l’economia, le banche, gli investimenti, il Pil, lo spread, le esportazioni, l’occupazione e persino per i malati di cancro, diabete e cirrosi, quanti Sì in meno avrebbe incassato? E se non si fosse inventato il cavaliere bianco in groppa a Jp Morgan pronto a salvare Mps, quanti soldi pubblici risparmieremmo oggi che il bluff è scoperto? Forse queste erano meno bugie perché non venivano dal Web, anche se poi ci finivano?
Poi, per vent’anni, la maggioranza (sia pure molto relativa) degli italiani stravide per il più grande ballista del dopoguerra, nell’illusione di una rivoluzione liberale che non arrivò mai perché B. aveva priorità più impellenti (non fallire e non finire in galera). Dopodiché caddero in preda ad altri incantesimi: il mito napolitan-montiano dei “tecnici” di larghe intese, scesi dall’Olimpo per salvarci dallo spread. Un disastro. Vaccinati da vent’anni di berlusconismo, gl’italiani punirono quell’orrido inciucio nel 2013 e Re Giorgio dovette inventarsi una nuova menzogna – la Grande Riforma Costituzionale, panacea di tutti i mali – per ribaltare le urne, riciclare l’ammucchiata destra-sinistra e tagliar fuori gli anti-Sistema (ribattezzati “populisti” da chi ha fatto le scuole alte). Altro fiasco epocale: il governo Letta sbriciolato in nove mesi, il governo Renzi – degno erede della tradizione ballistica berlusconiana – sfanculato al referendum con Grande Riforma incorporata. Ora, siccome tra un anno le elezioni saranno proprio obbligatorie, si tenta di correre ai ripari con altre patacche. Tipo la “disomogeneità” delle leggi elettorali di Camera e Senato. Peccato che l’abbiano voluta Napolitano e Mattarella, avallando e promulgando Italicum per la sola Camera (al Senato restava il Consultellum nella speranza che gli italiani abolissero le elezioni). E questa come si chiama, se non post-verità? Solo che a raccontarla è il presidente della Repubblica che l’altra sera ci ha messi in guardia dalle “falsificazioni del web” e da quell’altro “insidioso nemico della convivenza, su cui tutto il mondo si interroga”: “L’odio come strumento di lotta politica”. Sai che novità: basta rileggere i dibattiti d’aula degli anni 50-60-70 tra Dc e Pci per fare del Parlamento attuale un convento di orsoline. Quella si chiama dialettica fra maggioranza e opposizione. L’“odio” è una ridicola categoria introdotta in politica da B., sedicente fondatore del Partito dell’Amore, per squalificare i pochi che si opponevano davvero. Oggi il presidente e il Pd la riesumano in condominio col “populismo” per screditare i pochi che si oppongono davvero. E soprattutto imbavagliarli. Infatti Mattarella ha aggiunto: “Tutti, particolarmente chi ha più responsabilità, devono opporsi a questa deriva per preservare e difendere il Web da chi vuole trasformarlo in un ring permanente, dove verità e falsificazione finiscono per confondersi”. E quando mai Mattarella è insorto contro le falsificazioni di tv e giornali? Bugie così gravi da truccare le elezioni. Se tutti i media avessero sconfessato le balle di B. sulla persecuzione giudiziaria, ce lo saremmo levato dai piedi un po’ prima. Se tutti avessero scritto la verità su Expo, Giuseppe Sala non sarebbe sindaco di Milano. E se Renzi e la stampa e le tv al seguito non avessero associato il No referendario all’Apocalisse per l’economia, le banche, gli investimenti, il Pil, lo spread, le esportazioni, l’occupazione e persino per i malati di cancro, diabete e cirrosi, quanti Sì in meno avrebbe incassato? E se non si fosse inventato il cavaliere bianco in groppa a Jp Morgan pronto a salvare Mps, quanti soldi pubblici risparmieremmo oggi che il bluff è scoperto? Forse queste erano meno bugie perché non venivano dal Web, anche se poi ci finivano?
Il 23 novembre il Parlamento europeo ha approvato una demenziale risoluzione che lo impegna a “contrastare la propaganda nei confronti dell’Ue”, delle “istituzioni Ue” e dei “partenariati transatlantici” (e da quando, di grazia, è vietato dire male dell’Ue o della Nato?). E il cosiddetto “garante” dell’Antitrust Giovanni Pitruzzella è partito lancia in resta contro la post-verità, anzi le “fake news” (anche lui ha fatto le scuole alte), “motori del populismo e minacce per le nostre democrazie” ergo “il settore pubblico deve fissare delle regole” e “intervenire rapidamente se l’interesse pubblico è minacciato”. E, di grazia, chi decide ciò che è vero e ciò che è falso, cosa è di interesse pubblico e cosa no? Pitruzzella? I suoi amici Schifani e Cuffaro? I partiti che l’hanno nominato? L’Antitrust dovrebbe combattere le concentrazioni che bloccano la libera concorrenza sul mercato e anche i conflitti d’interessi. Cioè evitare che la Rai sia controllata dai partiti e Mediaset da un partito, diffondendo carrettate di fake news e post-verità per conto terzi. Ma su questo Pitruzzella non dice una parola. In compenso, la presunta Antitrust fa muro col governo e con B. contro Vivendi che minaccia di comprare Mediaset e liberarla dalla politica: il che sarebbe “un rischio per i consumatori” (così ben informati da 20 anni di propaganda berlusconiana).
Il Web, come tutti i media, è avvelenato dai falsi, ciascuno dei quali però ha il suo antidoto: il giornalismo “firmato” da chi si è costruito una fama di credibilità e risulta autorevole. E infatti è l’antidoto, non il veleno, che allarma questi politici senza elettori e questi giornalisti senza lettori. Che, persi i contatti con la realtà e dunque con la gente, si giocano l’ultima carta per non morire. La carta più vecchia e disperata del mondo: la censura. Siccome sempre meno gente si fida dei megafoni che essi controllano proprio perché raccontano un sacco di balle, lorsignori accusano il Web che non controllano di fare ciò che han sempre fatto loro, per poterlo controllare e farcì quel che han sempre fatto altrove: mentire e fottere?
Rino Gaetano - Ahi Maria la sento ed è sempre una bella canzone, buona notte
E quando tramonta il sol
Una canzone d'amor
Da Baja a Salvador
Oh Maria, per te canterò
Una canzone d'amor
Da Baja a Salvador
Oh Maria, per te canterò
Da quando sei andata via
Da quando non ci sei più
Da quando la pasta scotta non la mangio più
Ahi Maria, chi mi manca sei tu
Da quando non ci sei più
Da quando la pasta scotta non la mangio più
Ahi Maria, chi mi manca sei tu
La mattina mi alzo tardi
E dormo finchè mi va
E il caffè me lo portan a letto
Due bionde in tutù
Ahi Maria, chi mi manca sei tu
E dormo finchè mi va
E il caffè me lo portan a letto
Due bionde in tutù
Ahi Maria, chi mi manca sei tu
La notte vado a ballare
Per cancellare i sogni miei
Da qualche tempo ho più donne del dj
Ahi Maria, ma tu non ci sei
Per cancellare i sogni miei
Da qualche tempo ho più donne del dj
Ahi Maria, ma tu non ci sei
E questo sapore strano
Che è fatto di libertà
Mi dice che oggi qualcosa è cambiato in me
Ahi Maria, non sei più con me
Che è fatto di libertà
Mi dice che oggi qualcosa è cambiato in me
Ahi Maria, non sei più con me
E quando tramonta il sol
Una canzone d'amor
Da Baja a Salvador
Oh Maria, canterò
Ahi Maria, por ti cantarè
Una canzone d'amor
Da Baja a Salvador
Oh Maria, canterò
Ahi Maria, por ti cantarè
L'acqua mi fa un po' male
La birra mi gonfia un po'
Vado avanti tristemente a champagne e bon-bon
Ahi maria, mi manca il tuo amor
La birra mi gonfia un po'
Vado avanti tristemente a champagne e bon-bon
Ahi maria, mi manca il tuo amor
Il mio caimano nero
Piangendo mi confidò
Che non approvava il progetto del metrò
Ahi Maria, da te tornerò
Piangendo mi confidò
Che non approvava il progetto del metrò
Ahi Maria, da te tornerò
L'himalaia era lontano
L'ascensore lì non c'è
Ma il vecchio saggio indiano ha predetto che
Ahi Maria, ritorni da me
L'ascensore lì non c'è
Ma il vecchio saggio indiano ha predetto che
Ahi Maria, ritorni da me
Sebbene ho più soldi in tasca
E donne ne ho troppe ormai
Sebbene il tuo cane fuori non porto più
Ahi Maria, chi mi manca sei tu
E donne ne ho troppe ormai
Sebbene il tuo cane fuori non porto più
Ahi Maria, chi mi manca sei tu
E quando tramonta il sol
Una canzone d'amor
Da Baja a Salvador
Oh Maria canterò
Ahi Maria, por ti cantarè
Una canzone d'amor
Da Baja a Salvador
Oh Maria canterò
Ahi Maria, por ti cantarè
C'era una donna a Baja
S'ubriacava di noia e sakè
Sotto una vecchia sequoia
Ballava il samba e cantava per me
S'ubriacava di noia e sakè
Sotto una vecchia sequoia
Ballava il samba e cantava per me
Un presentatore alla radio
In un armadio provava il suo show
Teneva un quiz a puntate
E chiuso tutta l'estate restò
In un armadio provava il suo show
Teneva un quiz a puntate
E chiuso tutta l'estate restò
Il caimano distratto
Imitava il gatto e faceva bau bau
Perchè studiava le lingue
E voleva alle cinque il suo tè
Imitava il gatto e faceva bau bau
Perchè studiava le lingue
E voleva alle cinque il suo tè
Mi disse un vecchio fachiro
Tu non sei un emiro in gilet
Mi consigliò senza imbroglio
Di non bere petrolio alle tre
Tu non sei un emiro in gilet
Mi consigliò senza imbroglio
Di non bere petrolio alle tre
C'era una donna a Baja
S'ubriacava di noia e sakè
Sotto una vecchia sequoia
Ballava il samba e cantava per me
S'ubriacava di noia e sakè
Sotto una vecchia sequoia
Ballava il samba e cantava per me
Un presentatore alla radio
In un armadio provava il suo show
Il caimano distratto
Imitava il gatto
Imitava il gatto e faceva mao
Imitava il gatto
Il caimano distratto
C'era una donna a Baja
Una vecchia signora
Un presentatore alla radio
Un vecchio fachiro
Un vecchio fachiro
Un ricco emiro
Che faceva bang bang
Sotto il gilet
Un'eco del sud
Un'eco del sud
Il caimano distratto
Che faceva il gatto
Sembrava un matto
Ahi Maria
Ahi Maria
In un armadio provava il suo show
Il caimano distratto
Imitava il gatto
Imitava il gatto e faceva mao
Imitava il gatto
Il caimano distratto
C'era una donna a Baja
Una vecchia signora
Un presentatore alla radio
Un vecchio fachiro
Un vecchio fachiro
Un ricco emiro
Che faceva bang bang
Sotto il gilet
Un'eco del sud
Un'eco del sud
Il caimano distratto
Che faceva il gatto
Sembrava un matto
Ahi Maria
Ahi Maria
02/01/17
Montepaschi, il 69,7% dei crediti in sofferenza erano prestiti a ricchi,,che continuano con il loro tenore di vita, tanto pago io,ma che schifo!
“MONTE” DI PIETÀ – IL 70% DEI CATTIVI DEBITORI DI MPS NON SONO…
WEB-NEWS24.COM
Il Pd farebbe bene a tacere su Raffaele Marra: fu Marino a promuoverlo
https://infosannio.wordpress.com/2016/12/20/il-pd-farebbe-bene-a-tacere-su-raffaele-marra-fu-marino-a-promuoverlo/
Il Pd farebbe bene a tacere su Raffaele Marra: fu Marino a promuoverlo
(Franco Bechis per Libero Quotidiano) – Per l’ex sindaco di Roma Ignazio Marino, che lo ha spiegato l’altro giorno in una intervista al Fatto Quotidiano, Raffaele Marra avrebbe fatto parte di quel mondo opaco che lui aveva fatto fuori alla sua epoca. E che è rispuntato come un topino appena gatto Marino fu fatto fuori dal Pd. «Fra Marra e Raggi», ha raccontato l’ex sindaco marziano, «c’ è un rapporto di lunga durata. Io lo avevo relegato in un ufficio senza poteri esecutivi. Leggo che in quel periodo Marra entrò in contatto con i grillini. Immagino che, una volta eletta sindaca la Raggi, si sia sentito in diritto di incassare un posto centrale nell’ Amministrazione comunale».
Eh niente.... I fascisti siamo noi.... Marco Travaglio, Fatto Quotidiano 2 gennaio 2017
Da Lidia Ronchi
Eh niente.... I fascisti siamo noi....
Marco Travaglio, Fatto Quotidiano 2 gennaio 2017
Eh niente.... I fascisti siamo noi....
Marco Travaglio, Fatto Quotidiano 2 gennaio 2017
“I profughi con diritto di asilo devono essere accolti in Europa e distribuiti uniformemente in tutti i paesi membri. Chi è privo di diritto d’asilo in questo momento storico deve essere espulso” (Alessandro Di Battista, deputato M5S, Die Welt, 6.12).
“Di Battista vuole deportazioni per prendere più voti... Incoraggiate, le tossine viaggiano e si moltiplicano nel web. E il Paese beve in silenzio razzismo a buon mercato” (la Repubblica, 9.12).
“Di Battista vuole deportazioni per prendere più voti... Incoraggiate, le tossine viaggiano e si moltiplicano nel web. E il Paese beve in silenzio razzismo a buon mercato” (la Repubblica, 9.12).
“Chi ha diritto all'asilo resta in Italia e tutti gli irregolari devono essere rimpatriati subito” (Beppe Grillo, 23.12).
“Grillo come Le Pen”, “Il pentastellato parla da Le Pen” (la Repubblica, 24.12).
“Grillo come Le Pen”, “Il pentastellato parla da Le Pen” (la Repubblica, 24.12).
“Svolta sulle espulsioni: 'Vanno raddoppiate'. Minniti e Gabrielli: immigrati irregolari, più controlli e nuovi Cie. Il piano: controlli straordinari e un centro in ogni regione per identificare e allontanare chi non ha diritto a rimanere. La svolta nella circolare firmata ieri dal ministro Minniti e dal capo della polizia Gabrielli” (la Repubblica, 31.12).
Quando lo dicono i 5Stelle è fascismo. Quando lo dice il governo è “la svolta”.
Marco Travaglio
Decenni Di Balle Su Tv E Giornaloni? le balle più clamorose sono state in questi anni pubblicate dalla vecchia e tradizionalissima stampa o mandate in onda dai principali tg nazionali e internazionali.
Presidente Mattarella, Mai Visto
http://limbeccata.it/la-polemica/presidente-mattarella-mai-visto-decenni-di-balle-su-tv-e-giornaloni/
Decenni Di Balle Su Tv E Giornaloni?
1 GEN , 2017
Se mai avesse importato della verità dei fatti a chiunque oggi si strappi i capelli e si indigni sulle post-verità e le bufale del web, non avremmo più un giornale in edicola e men che meno una delle testate tradizionali sul web. Perché è pura ipocrisia- che sia il presidente dell’Antitrust Giovanni Pitruzzella o il presidente della Repubblica Sergio Mattarella a farlo e dirlo- prendersela con qualche account Internet che esagera un pizzico i toni e pure propaga leggende metropolitane, senza rendersi conto che le balle più clamorose sono state in questi anni pubblicate dalla vecchia e tradizionalissima stampa o mandate in onda dai principali tg nazionali e internazionali.
colpa del web secondo Mattarella e il piddì che poi è sempre la diccì
Sorprese 2017
Carburante, RC auto, treni, bollette, tasse sui rifiuti, acqua, servizi postali
Stangata da 771€ per famiglia
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